29 cartoline da Russia 2018

Giacomo Manini
Crampi Sportivi
Published in
Jul 18, 2018

La Russia è stata un’esperienza emozionante piena di ricordi incredibili, non vedo l’ora di farti vedere le foto che ho scattato e di raccontarti delle storie. Fra quattro anni in Qatar devi esserci assolutamente anche tu!

Un saluto da Mosca! “Dasvidania” o forse sarebbe meglio dire “au revoir”.

Uno dei gesti tecnici più belli di Russia 2018 ce l’ha regalato Iago Aspas in Spagna-Marocco. Nei minuti di recupero, le Furie Rosse sono a sorpresa sotto 2–1 e la porta marocchina sembra stregata, ma il giocatore del Celta porta gli spagnoli alla vittoria del girone con un colpo di genio. Aspas si è reso protagonista anche in negativo col rigore sbagliato contro la Russia agli ottavi, il suo tacco però è da ricordare.
Cristiano Ronaldo è giunto in Russia con intenzioni bellicose: qui è immortalato un momento prima di calciare la punizione del 3–3 contro la Spagna. La sua posa eroica non lasciava speranze a De Gea e compagni, nonostante il suo score recente su punizione non sia speciale affatto. Uomo in missione!
Uno dei momenti più iconici di Russia2018, della carriera di CR7 e della sua legacy, ovvero la punizione (immagine sopra) del pareggio contro la Spagna, non è stata bloccata da Busquets per una questione di centimetri, forse millimetri e questo (se possibile) la rende ancor di più iconica.
Kolarov saluta e ringrazia i tifosi serbi accorsi in terra russa dopo aver segnato il gol-vittoria con una punizione spettacolare contro il Costa Rica. Il saluto serbo con le tre dita è spesso utilizzato dagli sportivi per esultare, è un segno usato in molte culture: le tre dita indicano la santa trinità. Fra i cristiani ortodossi le tre dita sono le stesse che si usano per fare il segno della croce. “Samo Sloga Srbina Spasava” Solo unità salverà i serbi, i serbi lo mostrano anche per incitare alla Grande Serbia (Dio, Patria e Zar) o le tre regioni Serbia, Montenegro e Bosnia e dunque può essere considerato anche un messaggio politico. Difficile dire cosa volesse intendere Kolarov senza del contesto, ma sicuramente questa foto resterà nell’album di Russia 2018.
Una delle foto più artistiche della manifestazione ritrae Niang e Nagatomo che si contendono un pallone volante. E pensare che per un momento, neanche troppo breve, sono stati giocatori importanti delle due milanesi… la Serie A in tutto il suo splendore.
¡El fùtbol es un deporte tan cruel! Cueva, el diez sin la diez, catturato in un pianto struggente nel tunnel all’intervallo di Perù-Danimarca dove aveva sbagliato un rigore fondamentale per le sorti della Blanquirroja. Il Perù probabilmente è stata la squadra più immeritatamente elimata ai gironi e l’occasione di una vita è stata sciupata nel più sudamericano dei modi possibili.
Le partite del Mondiale in Tunisia venivano viste in anfiteatri di oltre 2000 anni fa. Non c’è molto altro da aggiungere: storia dello sport mista a Storia (con la S maiuscola).
I tifosi di Panama non erano granchè interessati al risultato sportivi, direi anche giustamente poiché l’impresa era stata già compiuta arrivando in Russia. Al gol inutile contro l’Inghilterra (partita persa 6–1) il popolo panamense è esploso di gioia e ha emanato amore per il calcio.
Un’altra punizione, una magia, un altro momento iconico. Siamo nei minuti di recupero, 1–1 e campioni in carica a casa ai gironi. La Germania è a un passo dallo psicodramma, mentre la Svezia è pronta a portarsi a casa un altro scalpo prestigioso, ma Guidetti decide di perdere stupidamente il pallone non portandolo alla fatidica bandierina. I tedeschi hanno un’ultima preghiera, si riversano in avanti e l’attenta retroguardia svedese compie un errore, concedendo una punizione. Sul punto di battuta si presenta Toni Kroos e il numero 8 chiede l’ausilio di Reus per battere: dopo essersi fatto fermare la palla, il centrocampista disegna una traiettoria splendida che beffa un Olsen posizionato male. 2–1 e delirio tedesco. Lo psicodramma è stato rimandato di 4 giorni quando la Corea del Sud ha vendicato la Svezia.
I senegalesi danno il via alle danze dopo la vittoria contro il Giappone. Il loro Mondiale è stato parecchio sfortunato e la loro contagiosa vitalità catturata in questo scatto è stata soltanto effimera.
La rimessa laterale più esilarante della storia del calcio. Milan Mohammadi si esibisce in “guarda come mi faccio deridere dall’intero globo terraqueo in pochi secondi, fallendo nel compiere un gesto assolutamente non necessario”.
“Arrenditi, sei circondato!” Messi contro l’Islanda ha vissuto un incubo, accerchiato a ogni singolo possesso, compagni intimoriti, formazione sbagliata e scelte tattiche controproducenti, in più il rigore sbagliato che blocca la partita sul 1–1. Non un mondiale facile per la Pulga, ma per chi lo sarebbe con marcature del genere?
La bellezza della tecnica. Lionel contro la Nigeria ha realizzato un gol clamoroso, con un controllo di coscia immaginifico e un destro imparabile. Una boccata d’aria in una competizione giocata in apnea con il peso dell’intera Argentina sulle sue spalle, un fiore nel deserto dell’albiceleste.
Seppuku, sostantivo maschile: suicidio praticato in Giappone, secondo un antico rituale samurai, squarciandosi il ventre con un’apposita lama sacrale. Figurativo: grave danno che si reca a sé stessi per sconsideratezza o temerarietà. Dal 2018 nei dizionari giapponesi verrà inserito un esempio: “battere un calcio d’angolo in area e non corto sul punteggio di 2–2 col con gli avversari in spinta per vincere la gara e subire gol in contropiede immediatamente dopo”.
Shaqiri e Xhaka celebrano il 2–1 in rimonta sulla Serbia formando delle aquile albanesi con le mani. Il gesto è stato punito dalla FIFA perché ritenuto politico e non mero segno d’appartenenza alla cultura albanese. Impossibile entrare nel merito in poche righe, indiscutibilmente questa esultanza è destinata ad essere ricordata per svariati anni ed è una delle cartoline per eccellenza del mondiale russo.
¡El fùtbol es un deporte tan cruel! pt. 2. I due mondiali della generación dorada colombiana resteranno per sempre un enorme cruccio perché in Brasile non c’era el Tigre Falcao e in Russia James era infortunato. La Colombia ad entrambe le manifestazioni si presentava come possibile outsider, ma non ha potuto utilizzare tutto il suo potenziale ed uscire ai rigori contro l’Inghilterra, dopo aver pareggiato la partita al 91°, aumenta a dismisura il rimpianto. Rodriguez in questo scatto incarna perfettamente questa tristezza mista a rammarico e rabbia.
Il titolo di questa foto potrebbe essere “diventare eroe nazionale” o qualcosa del genere. Igor Akinfeev nel 2014 si rese protagonista, suo malgrado, di una cartolina dal Brasile, compiendo un errore madornale contro la Corea che penalizzò molto il cammino russo. Nella serie di rigori contro la Spagna ha neutralizzato Koke e Aspas (foto sopra) con due grandi interventi e ha portato la grande madre patria tra le migliori otto. Ha cambiato la sua storia, è caduto e si è rialzato alla grande, in una parola sola: sport.
“Velocità, sono pura velocità, un vincitore 31 perdenti, i perdenti io me li mangio a colazione. Colazione? Forse avrei dovuto fare colazione, ora mi sentirei meglio, no no no resta concentrato. Velocità! Sono più che veloce, sono più che rapido, sono una saetta, sono Kylian Mbappé.” semi-cit di Cars. Le monde sera à toi, KM10!
“No mum, I’m not coming home. It’s…” — “No mamma, non sto tornando a casa. Sta…” La didascalia della foto twittata da Lingard dopo la vittoria negli ottavi di finale è geniale. L’Inghilterra ha programmato molto bene il lavoro nelle nazionali, le formazioni under sono tra le più forti al mondo e la semifinale di quest’anno sembra solo l’inizio di qualcosa per i tre leoni. It’s coming home…soon or later.
Eliminare i favoriti per la vittoria finale con stile. Se Courtois ha vinto il guanto d’oro di Russia 2018 lo deve anche, se non soprattutto, a questa parata nel recupero di Belgio-Brasile. Il Belgio è stata la squadra migliore del torneo per larghissimi tratti, giocando un ottimo calcio e attaccando magnificamente in contropiede, ma anche con una retroguardia di livello e una porta difesa da un drago.
Per un momento, uno soltanto, la selección stata libera come fosse riuscita a fuggire dal recinto della logica e sembrava pronta a correre via verso l’el dorado. La realtà, sotto le vesti di Mbappe, l’ha presto rinchiusa nuovamente, ma in quegli istanti di illogica euforia un popolo intero ha creduto a una favola dal finale a lieto fine. Messi avvinghiato a Rojo ne è l’esempio.
It’s not coming home, again! Si interrompe ai supplementari con la Croazia il sogno di riportare a casa il calcio, la delusione è direttamente proporzionale all’hype che circondava questa squadra. Avranno altre chance per provarci, ma la sensazione che il tabellone favorevole sia irripetibile è forte. Maguire in un primo momento resta attonito in piedi, come se non volesse rendersi conto che è finita davvero.
Le foto più celebri dei mondiali del 2018 le ha scattate Yuri Cortez, un fotografo di AFP, dopo il gol di Mandzukic nel secondo tempo supplementare contro l’Inghilterra. I ragazzi di Dalic sono impazziti di goia e hanno travolto a bordocampo Marione e anche Yuri Cortez che era lì nelle vicinanze. Il fotografo però non si è scomposto, anzi, ha continuato a fotografare da una posizione privilegiata. “Ho continuato a scattare foto — ha raccontato Cortez a Record — perché erano così vicini a me. Mentre esultavano ho sentito la mia sedia barcollare, sono caduto ma non ho perso la macchina. Alla fine mi hanno aiutato a rialzarmi, si erano preoccupati, ma stavo bene”.
Sime Vrsaljko in un’immagine splendida, sul volto un espressione di pura gioia che tradisce un po’ d’incredulità per aver raggiunto il massimo risultato della storia del calcio croato. La bandiera sul suolo toccata solo in parte dal terzino non coperta del tutto per permettere di ammirarla. Fatevi un giro sul profilo instagram di un giocatore croato qualsiasi per rendervi conto di cosa hanno combinato nelle strade in Croazia, consiglio quello di Corluka. HVALA HRVATSKA, MOJA DOMIVINA
I balcani in una sola fotografia. Al 7' della ripresa della finale invasione di campo, rivendicata dalle Pussy Riot, il punteggio è sul di 2–1 per la Francia. Mentre Vrsaljko, capitan Modric e un cattivvissimo (imbruttito per i romani) Lovren aiutano gli steward per riprendere il gioco più velocemente possibile, c’è un calciatore poco interessato alla vicenda. Quel calciatore è Marcelo Brozovic, un uomo un programma: lui raccoglie il cappello da militare indossato dall’invasore per protesta contro il regime di Putin e cammina con nonchalance totale. In fondo perché dovresti sentire la partita, è solo la più importante di sempre nella storia del tuo paese. Soltanto sei mesi fa eri insultato da tutta San Siro ad ogni tocco di palla e Ausilio ti aveva scaricato in prestito al Siviglia, poi…è arrivata la cura di San Luciano da Certaldo e si è trasformato in un centrocampista totale in grado di decidere partite di quel livello, ma resta pur sempre uno spensierato 25enne dei balcani che assomiglia vagamente a Gigi Dag con quel cappello.
“Les trois mousquetaires”. Le tre stelle più luminose della nazionale Francese, i volti copertina della squadra campione del mondo. Varane, Kantè, Umtiti, Hernandez potrebbero muovere delle critiche, ma uno dei punti di forza di questa squadra è stata proprio mettersi ognuno a disposizione dell’altro per raggiungere l’obiettivo. Degli esempi in merito sono: la partita mostruosa in marcatura di Fellaini e non solo di Pogba contro il Belgio, gli 0 tiri in porta di Giroud nel corso di tutto il mondiale nei 546 minuti giocati (diciamo non era lì per prendersi tiri), il sacrificio tattico di Varane-Umtiti costretti a reggere una squadra a differenti latitudini senza un piano tattico difensivo congruo spesso.
Kolinda Grabar-Kitarović, presidente della Croazia (prima donna e più giovane di sempre), alla premiazione del secondo posto fa ciò che avrebbe voluto fare ogni amante dello sport, abbraccia Luka Modric e lo ringrazia. Modric ha disputato un ottimo mondiale, la sua leadership è stata tangibile e se la Croazia è arrivata fin lì molti meriti sono suoi. Nel supplementare contro la Russia chiede palla ad ogni singolo possesso, la vuole lui, non è un sintomo di tracotanza, ma un’assunzione di responsabilità. Kolinda lo ha stretto al posto nostro per fargli capire che non fa niente se non è arrivato l’oro perché nessuno potrà mai cancellerà l’impresa croata.
“Nostalgici e critici beccatevi questa!” La PogDAB con la coppa del mondo sarà l’apice della carriera di Paul Pogba. Un mondiale per certi versi silenzioso, da uomo squadra, con degli acuti di livello altissimo. 52.8 km corsi di cui 19.8 in fase di possesso, 245 passaggi completati su 296 tra cui la perla per Mbappe in finale, maturità e disponibilità al servizio della coppa del mondo. Ha risposto come meglio non poteva a tutti quelli che lo giudicano per un post su instagram in più o in meno o in base al suo nuovo stravagante taglio di capelli, il polpo Paul a pallone gioca divinamente e nel suo ruolo è tra i migliori al mondo volenti o nolenti.
9/10 presidenti darebbero un rene per una foto del genere. Uno scatto favoloso di Alexei Nikolsky (Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP) ha ritratto il presidente francese Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron nell’esultanza per il gol vittoria dei blu. La celebrazione genuina di un tifoso qualunque, che però qualunque non è. Negli spogliatoi si è anche esibito in una dab con Mendy e Pogba, sempre per il discorso anti-nostalgico di cui sopra.

P.S.: Spasibo Rossii.

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Giacomo Manini
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Scrivo e ho scritto su @crampisportivi e in giro. Mi riconoscete perché sono quello che ogni 3 frasi loda el jefecito Mascherano.