5 momenti di NHL che vi torneranno utili se volete uscire con un appassionat* di hockey

Crampi Sportivi
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4 min readOct 23, 2015
  1. Thanks for the memories Kimmo

In occasione della sfida con i Chicago Blackhwaks, i Philadelphia Flyers hanno celebrato Kimmo Timonen, difensore finlandese che in Pennsylvania ha speso 7 delle sue 16 stagioni in NHL arrivando a disputare le Stanley Cup Finals. Nelle prime otto aveva giocato con i Nashville Predators mentre l’ultima l’ha disputata con la maglia dei Chicago Blackhawks. E’ qui la storia si fa romantica.

Nell’agosto 2014 a Timonen vennero trovati dei coaguli di sangue nei polmoni e nella sua gamba destra. La natura della diagnosi costrinse i Flyers ad inserirlo fra gli indisponibili alla voce Out indefinitely. Kimmo tornò disponibile nei giorni immediatamente precedenti alla trade deadline e il 27 febbraio, per una scelta al secondo giro del Draft 2015 e una scelta al quarto giro del 2016, Timonen passò ai Chicago Blackhawks. Qui pochi giorni dopo annunciò il suo ritiro al termine della stagione.

L’approdo di un veterano che non ha mai vinto nulla in una squadra favorita per il titolo è definito last dance e l’ultimo ballo di Timonen si è concluso ricevendo dalle mani di Jonathan Toews, capitano dei Blackhawks, la sua prima Stanley Cup.

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(Come si fa a non essere romantici con l’hockey? Semi cit.)

2. E alla fine arriva Connor

Connor McDavid, prima scelta assoluta al Draft 2015, ha 18 anni ed è un giocatore degli Edmonton Oilers. Il suo debutto era molto atteso perché è considerato come l’erede di Wayne Gretzky, il giocatore più forte di sempre i cui successi sono legati indissolubilmente agli Oilers. La statua all’esterno della Rexall Place a celebrazione delle quattro Stanley Cup vinte ne è la prova più significativa.

Connor ha faticato all’esordio ma gli sono comunque bastate tre partite per trovare il suo primo gol . Lasfiga ha voluto che fosse uguale al primo di Gretzky in maglia Oilers e la NHL non ha perso tempo per fare paragoni, analizzando sia il gol che l’esultanza di entrambi. Questo ulteriore carico di pressioni però non ha scalfito McDavid che nelle due partite successive ha mostrato le prime stigmate del campione con tre punti contro i Calgary Flames (2+1), un assist nella vittoria sui Vancouver Canucks ed il primo gol davanti al proprio pubblico nel successo sui Detroit Red Wings. Attenzione perché potreste essere tutti testimoni: history in the making.

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3. Pillole di regolamento

La scorsa settimana vi abbiamo raccontato che nell’hockey la rissa fra due giocatori è legale, ma nonostante il contatto fisico la faccia da padrone non è uno sport completamente senza regole. Ad esempio per questa carica su Curtis McKenzie, il difensore dei Tampa Bay Lightning Nikita Nesterov è stato sospeso per due partite.

Il termine tecnico con cui viene definito quest’azione è boarding, ovvero un intervento da parte di un giocatore che spinge o carica troppo violentemente il proprio avversario contro la balaustra. In questo caso c’è anche l’aggravante che il giocatore colpito non si accorge del proprio avversario alle sue spalle e quindi non ha modo di attenuare la carica.

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Uscito dal campo sorretto dai propri compagni, McKenzie si è sottoposto ai test clinici del caso ma non sono state registrate commozioni celebrali. Un sospiro di sollievo per l’ala dei Dallas Stars e per la stessa lega che sta già affrontando una causa legale, identica a quella in cui è stata coinvolta la NFL, in cui deve difendersi dalle accuse di 60 ex giocatori che hanno subito commozioni cerebrali durante la loro carriera e ora soffrono di disturbi psichici o depressione. Il commissioner Gary Bettman, in seduta privata, ha deposto volontariamente respingendo ogni accusa, ma la posizione della NHL è peggiorata ulteriormente di fronte all’ennesimo caso di suicidio da parte di un ex giocatore.

4. Scoprendo Tarasenko

Vladimir Tarasenko, ala russa 23 enne dei St. Louis Blues: segnatevi questo nome perché nel corso della stagione lo sentirete spesso nominare quando si parlerà di gol spettacolari. Volete un esempio? Ecco qui:

In estate ha firmato un contratto da 8 anni a 60 milioni di dollari e dopo un’annata da 37 gol e 36 assist é atteso alla sua definitiva esplosione. In questo inizio di stagione è entrato nella storia della franchigia come primo giocatore a realizzare almeno un punto in tutte le prime 6 gare e ha cominciato a lanciare segnali a tutti i suoi avversari per il gol dell’anno. La scorsa stagione si è presentato con questa giocata mentre contro i Winnipeg Jets è arrivata la prima perla di quest’anno.

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5. OH CANADA!!!

La rivalità fra i Montreal Canadiens e i Toronto Maple Leafs risale agli albori della NHL essendo due delle Original Six che fondarono la lega. Al momento le due franchigie vivono situazioni diametralmente opposte.

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La prima azione della stagione aveva dato dei chiari segnali.

Trascinati da uno straordinario Carey Price (95,7% di parate), i Canadiens hanno centrato una partenza da record vincendo le prime sette partite stagionali. Non era mai accaduto nei 106 anni di storia di Montreal e l’ultima volta che gli Habs hanno centrato quattro vittorie al debutto era la stagione 77/78, chiusa con la conquista della Stanley Cup.

Stanley Cup che non approda a Toronto dal 1967. L’unico titolo che i Maple Leafs hanno ottenuto negli ultimi due anni é di peggior franchigia sportiva nel ranking stilato annualmente da Espn. Dal 2005 ad oggi hanno disputato una volta sola i playoff e per invertire questo trend negativo il Presidente Brendan Shanahan ha realizzato due colpi di mercato sensazionali.

Il primo é stato l’head coach Mike Babcock che ha siglato un contratto record (per gli allenatori) da 50 milioni di dollari in 8 anni. Il secondo é stato il General Manager Lou Lamoriello, sbarcato a Toronto dopo 18 anni spesi con i New Jersey Devils. Tutto questo però non è servito per evitare un inizio da incubo con cinque sconfitte in sei partite. Insomma, il meglio deve ancora venire.

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Un piccolo regalo se siete arrivati sino alla fine.

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