5 ragioni per cui Fiorentina-Inter sarà più divertente di Juventus-Napoli

Crampi Sportivi
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4 min readFeb 11, 2016

Oggi inizia la ventiquattresima di A. Quella di Juventus-Napoli. Quella della sfida-Scudetto. Quella che ammazzerà gli ascolti del Festival di Sanremo. Basterebbe questo per intasare il sabato sera tricolore, ma scorrendo il tabellone più spezzato della stagione, che dal giovedì accompagna fino alla domenica sera, si scopre che in chiusura c’è anche un Fiorentina-Inter che tanto male non dev’essere e che, forse, sarà anche meglio del duello dello Stadium. Per almeno 5 motivi.

1. L’1–4 dell’andata non fu casuale. Troppo facile leggere i cinque gol complessivi come frutto della serata storta dei nerazzurri, fino a quella partita praticamente perfetti in fase difensiva. In realtà, dietro alla valanga viola, ci fu un approccio alla gara aggressivo abbinato alla voglia di giocarsela di Mancini, accusato di eccessivo difensivismo nelle prime cinque partite. Il rigore di Ilicic, a quattro minuti dal fischio d’inizio, ne è emblema. Il raddoppio di Kalinic, al 18’, anche. È lecito aspettarsi lo stesso atteggiamento anche domenica.

Medel, per l’occasione difensore centrale, è costretto a passare il pallone all’indietro ad Handanovic per due motivi: la posizione troppo avanzata di Kondogbia o Telles e il contemporaneo pressing, altissimo, di Kalinic e Ilicic.

Nonostante sia ancora il 18’, l’Inter concede un pericoloso tre-contro-cinque alla Fiorentina con Ilicic libero di puntare frontalmente la porta. In questo caso è fondamentale l’apporto di Blaszczykowski che tiene Medel impegnato in marcatura, favorendo così il rientro sul mancino dello sloveno.

2. Solo la Juventus fa più possesso della Fiorentina in casa. Nella classifica ufficiale riguardante il controllo del pallone, la Viola al “Franchi” è seconda solo ai Campioni d’Italia in carica, con un’invidiabile media del 60,9% a partita. Addirittura, all’undicesima giornata contro il Frosinone l’asticella è stata alzata fino a toccare il 76%, punto più alto di tutta la Serie A finora. Di contro, sarà opportuno aspettarsi un’Inter contropiedista se, come si dice in queste ore, Mancini sceglierà di affidarsi alle cavalcate di Biabiany e Perisic sugli esterni. Rimane un dubbio: con Kondogbia e Medel impegnati, presumibilmente, nel lavoro di rottura delle trame dei palleggiatori toscani, chi sarà in grado di innescare i due centometristi?

3. Eder ancora a secco. L’italo-brasiliano, prelevato dalla Sampdoria nell’ultima finestra di mercato, non è ancora riuscito a trovare la via della rete con la nuova maglia. Se nel derby le colpe sono state sostanzialmente tutte sue, con Chievo e Verona solo i miracoli di Seculin e Gollini sono riusciti a strozzargli la gioia in gola. Un dato, a riguardo, risulta interessante: in questo campionato Eder non è mai rimasto per più di tre gare senza gol. L’attuale astinenza è paragonabile a quella di inizio torneo, tra la sesta e l’ottava giornata. Alla nona, poi, ritrovò la rete con il Verona, continuando a timbrare il cartellino anche nelle successive due gare, con Empoli e Chievo.

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4. Tello pare sulla strada giusta. La litania post-mercato in casa Fiorentina è stata chiara e ripetitiva: Sousa si è lamentato con la proprietà per non aver ricevuto i rinforzi necessari per continuare a puntare in alto. I più estremisti hanno anche scritto di un addio già certo tra il tecnico portoghese e la Viola a giugno, a causa della solita ‘frattura insanabile’ con la società. Niente di eclatante, per carità, ma forse non proprio tutte le operazioni sono state al ribasso. Tralasciando il discorso Zarate, sul quale si può scrivere tutto e il contrario di tutto (gol al 93’ col Carpi compreso), in Piazza della Signoria è arrivato anche un certo Tello dal Porto. In curriculum ha una sessantina di presenze con il Barcellona dei marziani e tanta cantera. Già considerato quasi come bollito a 24 anni, il ragazzo ha avuto la solo colpa di disputare una prima parte della stagione corrente sottotono in Portogallo, dopo le 36 presenze e 7 reti della scorsa. Non ci ha messo molto a guadagnarsi il posto nello scacchiere di Sousa, risultando anche prezioso nell’assist a Bernardeschi di sabato scorso. Sarà interessante scoprire a fondo quel ragazzo che Guardiola definì «un proiettile».

Sousa preferisce utilizzare Tello a sinistra, lasciando il mancino Ilicic a destra. Gli scambi tra i due esterni d’attacco (in questo caso Bernardeschi), con la punta che li favorisce andando ad attaccare la profondità, possono risultare molto prolifici tra le due linee difensive avversarie.

5. Kalinic vs Icardi. Uno è partito alla grande e poi si inceppato; l’altro l’esatto opposto. Segni in comune: entrambi in rete nella gara d’andata, entrambi con l’istinto da rapace che anche un periodo no non può offuscare. Nikola Kalinic e Mauro Icardi occupano il quinto gradino della classifica marcatori, a 10 gol. A dirla tutta, il croato sarebbe a quota 11, ma la Lega ha preferito non derubricare come decisivo il suo tocco sul tiro di Badelj nella partita con l’Udinese. Un abisso dai 24 di Higuain, ma quello viaggia da solo. Nel posticipo del “Franchi”, Babacar permettendo, forse neanche si vedranno, giocando a quasi cento metri di distanza, ma tra di loro il guanto di sfida è già stato lanciato, dall’ex Dnipro, all’andata. Kalinic-Icardi 3–1, chissà se con le due spalle nuove (Eder e Tello) finirà nella stessa maniera.

Articolo a cura di Lorenzo Dragoni

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