5 tapas per preparasi alla Liga 2015/16

Crampi Sportivi
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9 min readAug 16, 2015

Venerdì 21 agosto partirà la Liga 2015/2016. Ogni nuovo inizio è carico di speranze e di aspettative, tutte riassumibili in una domanda: ci sarà qualcuno in grado di rompere il duopolio Barcellona/Real Madrid?
Bisogna ricordarci poi che i padroni delle competizioni europee degli ultimi due anni giocano nella Liga. È chiaro che la curiosità e le aspettative siano a livelli altissimi. Per capire che cosa potremmo aspettarci da questa nuova stagione, abbiamo fatto una cosa in cui gli spagnoli sono maestri: ir de tapas. Cinque, per la precisione.

La Liga è sempre un affare tra Barcellona e Real Madrid: o c’è spazio per un terzo incomodo che rovini la festa a Barça e Real?

Sebastiano Bucci

Wikipedia è la forma più immediata e intuitiva di conoscenza di questa era Web 3.0: però può essere uno spunto iniziale importante quando si tratta di sviluppare un argomento. Se prendiamo spunto dall’enciclopedia online, scopriamo che negli ultimi undici anni son state due le squadre capace d’interrompere il tirannico binomio tra Blancos e Blaugrana: il Valencia di Rafa Benitez nel 2003/2004 e l’Atletico Madrid di Diego Pablo Simeone dieci anni dopo.

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L’infinita bellezza di Ruben Baraja.

Ergo, quando in Spagna succede una cosa del genere è più da inserire nell’ordine dello straordinario, una Cometa di Halley in versione calcistica che passa alla storia proprio per via della sua eccezionalità. Credo che sarà ancora una lotta a due per vedere se il titolo numero ventiquattro arriverà in Catalogna o sarà quello numero trentatré a giungere sulle sponde del Manzanarre in direzione Chamartín.

Sebastiano Iannizzotto

Del resto, per capire la voragine che separa la coppia Barça-Real basterebbe guardare i numeri dei gol fatti e subiti e la differenza reti, senza nemmeno guardare i punti in classifica: i blaugrana ne hanno segnati 110 e subiti 21 (differenza reti: +89). Il Real ne ha segnati 118 e ne ha subiti 38 (differenza reti: +80). L’Atlético Madrid, invece, conta 67 gol fatti e 29 subiti (differenza reti: +38, come il Valencia arrivato quarto).

La sproporzione è evidente. “Per vincere partite bisogna fare più gol” (cit. Vujadin Boškov) e la Supercoppa Europea vinta dal Barcellona 5–4 contro il Siviglia qualche giorno fa sembra confermarlo. Ma non è sempre stato così. Nel 2013/2014 l’Atlético di Simeone vinse il campionato puntando sull’equilibrio e su una difesa solida (e un gioco brutto e catenacciaro, secondo i detrattori): 77 gol fatti, contro i 100 del Barça e i 104 del Real; subiti solo 26, 7 in meno dei blaugrana e 8 in meno dei blancos. Equilibrio e solidità difensiva: due concetti sfuggiti al Barcellona visto in supercoppa di Spagna contro l’Athletic Bilbao.

Tutti questi numeri, oltre a stordirci, cosa ci dicono? Che a volte (poche) vince l’equilibrio tattico, anche se è meno spettacolare. Sono occasioni rare (come ha ricordato Seba, prima dei Colchoneros, fu il Valencia di Rafa Benitez a interrompere il duopolio), ma non impossibili. Le probabilità che un evento del genere possa ripetersi in questa stagione sono abbastanza basse, ma la palla è rotonda, come ama ripetere mio padre. E il guastafeste potrebbe essere di nuovo el Cholo: è vero che sono partiti Arda Turan e Mario Mandžukić, ma sono arrivati Jackson Martínez, l’ideale per ricreare con Griezmann i fasti della coppia Diego Costa-David Villa, e Yannick Ferreira Carrasco.

Qualche giorno fa, l’Atlético ha piazzato una clausola da 80 milioni su questo fenomeno.

La Liga degli altri: come si animerà la corsa Champions e chi saranno le altre protagoniste per l’Europa League.

Sebastiano Bucci

Ora, l’imbarazzante strapotere tecnico-tattico del duo sopracitato non è la prova che il campionato spagnolo non sia di livello: lo conferma la doppia affermazione consecutiva del Siviglia in Europa League più che il ranking Uefa (che comunque colloca gli iberici al primo posto in solitaria). Proprio gli andalusi si trovano a fare un lavoro di ricostruzione dopo gli addii di Bacca e Vidal: non sarà facile sostituirli, anche se Immobile e Konoplyanka hanno le caratteristiche per fare bene. Le promesse son però positive: l’impatto dell’italiano e dell’ucraino nella Supercoppa è stato decisivo, arrivando quasi a una rimonta storica.

Emery è un valore aggiunto e quello che, insieme a Espírito Santo, fa giocare il miglior calcio della penisola. Se la giocheranno con il Valencia (che ha speso e anche tanto, ma di questo parleremo più avanti) e l’Atletico di Simeone: la mentalità cholista, unita all’arrivo di un Jackson Martínez pronto per competere per il titolo di Pichichi, dovrebbero porli leggermente più avanti in una griglia di partenza con tempi comunque ravvicinati (e valori similari). Per l’Europa League si passa da Bilbao, Villarreal e San Sebastián: difficile vedere ulteriori sorprese.

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Si scrive Koke, si legge Fenomeno: un punto a favore di chi punta al terzo posto a Madrid.

Sebastiano Iannizzotto

Considerando che l’auspicio sarebbe vedere un terzo incomodo (Atlético, Valencia, o addirittura Siviglia) lottare fino alla fine per il titolo (ma stiamo parlando di fantascienza, probabilmente), è chiaro che colchoneros e murcielagos sono in prima linea dopo gli extraterrestri. La campagna acquisti dell’Atlético mi è sembrata di buon livello, come ho già detto prima.

Il Valencia, dopo sessioni di calciomercato ricordate per le cessioni (David Villa, David Silva), si è finalmente potuto concedere il lusso di spendere, grazie ai soldi di Peter Lim, imprenditore di Singapore così ricco da poter acquistare i diritti d’immagine di Cristiano Ronaldo. Lim può contare anche del sodalizio con Jorge Mendes: è grazie a lui se sono arrivati giovani interessanti come Rodrigo e André Gomes, da innestare in un gruppo con una spina dorsale di tutto rispetto, Otamendi-Parejo-Alcácer.

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A Dani Parejo lascerei le chiavi di casa e quelle della macchina. Intanto io e mio fratello gli abbiamo dato quelle del centrocampo della nostra squadra di Fifa Ultimate Team.

Da tenere d’occhio anche il Siviglia, che, dopo due Europa League consecutive, potrebbe pure aver voglia di sentire che aria tira in Champions. Ciro Immobile è chiamato a non far rimpiangere Carlos Bacca, uno che ha segnato 49 gol in due stagioni: il suo punto di forza potrebbe essere la voglia di riscatto dopo una stagione opaca a Dortmund.

Una mano potrebbe dargliela Konoplyanka: dopo aver trascinato il Dnipro alla finale di Europa League (persa proprio contro il Siviglia), l’ucraino è pronto a portare a termine una tappa importante del suo personale romanzo di formazione: ha la maturità giusta per mettersi alla prova in uno dei più importanti campionati europei e dimostrare il suo valore. E poi ricordiamoci che in panchina siede ancora quel mago di Unai Emery. Per il resto, sono d’accordo con il mio omonimo: Athletic Bilbao, Villarreal e Real Sociedad, a cui aggiungerei il Celta Vigo.

Il mercato è stato sotto tono rispetto agli anni scorsi?

Sebastiano Bucci

Il Valencia ha speso 100 milioni di euro.
Il Real, senza nomi di grido e con i soli Danilo e Kovacic come nomi ad effetto, ha superato gli ottanta milioni.
Il Barcellona, che in teoria fino a Gennaio non può tesserare nessuno, potrà godere dal primo mese del 2016 dei servigi di Arda e Aleix Vidal per quasi 56 milioni.
Se leggete su qualche periodo che si è speso poco in questa “pre-temporada” dovete dargli il giusto peso perché:

  1. Il mercato scade alla mezzanotte del 2 settembre, e da qui a quella data il megacolpo può sempre essere sotto l’angolo.
  2. Al solito bisogna fare un distinguo importante tra figli e figliastri: ci sono società (come l’Eibar) che si sono rinforzate molto sul mercato a prezzi scontati, consce del fatto che le finanze sono limitate e non possono svenarsi.

Mercato sotto tono se si considerano altri fagocitanti e pantagruelici (o sarebbe meglio definirli galattici, visto il maggior acquirente), ma chiaramente la realtà di questa affermazione è parziale, e altamente discutibile.

Sebastiano Iannizzotto

L’ho percepito sottotono per l’assenza del colpo a effetto, del grande nome portato a casa a suon di euro da Real Madrid o Barcellona. I soldi sono stati spesi, eccome. I 100 milioni del Valencia, i 50 circa spesi rispettivamente dal Barcellona e dal Real Madrid (senza dimenticare l’Atlético, che ha speso 126 milioni e ne ha incassati 87) sono cifre da mercato tutt’altro che sotto tono, chiaramente.

Almeno nell’immediato (ovvero, prima che si inizi a giocare), in quello spazio fatto di fantasia, sogni, incubi e desideri che sono i mesi estivi, però, conta la percezione: sotto l’ombrellone non si vedono gli effetti a lungo termine, quelli calcolati in prospettiva. Il livello di attenzione è basso, la voglia di approfondire non c’è, si ha bisogno di combustibile per fantasticherie e quello che conta è l’immagine che una squadra dà di sé: ci stiamo rinforzando, puntiamo a vincere, abbiamo il dinero. To pimp a team, parafrasando Kendrick Lamar. Questo succede soprattutto per le società più ambiziose: è chiaro che se l’obiettivo è la salvezza, non stai lì a mostrare i muscoli.

La battaglia salvezza: chi è destinato a lottare e chi a retrocedere.

Sebastiano Bucci

Obiettivamente è difficile stilare chi e come potrebbe essere risucchiato nella bagarre salvezza; il passo tra un tranquillo campionato di metà classifica e ritrovarsi a ridosso della Segunda Division è relativamente breve.
Delle neopromosse potrebbe stupire il Las Palmas, mentre per la categoria lo Sporting Gijon non sembra aver effettuato un salto di livello. Le altre a dover lottare sono Eibar (salvato a tavolino la scorsa stagione dai debiti dell’Elche), Betis, Deportivo e Granada. Anche se le stesso Rayo o il Levante non potranno permettersi passi falsi e periodi di appannamento.

Sebastiano Iannizzotto

L’Eibar deve dimostrare che sta lì non soltanto per le morosità dell’Elche. Il Betis non sarà quello di una decina di anni fa, ma tra le neopromosse mi pare quella messa meglio. Il Granada dei Pozzo, come ogni stagione da quando è tornato in Primera, dovrà lottare per non retrocedere: finora il miracolo gli è sempre riuscito (non vorrei portare sfiga, sia chiaro). Da innamorato del Súper Depor (quello di inizio anni ’90, con Bebeto e Mauro Silva e, soprattutto, quello vincitore della Liga con Djalminha e Makaay e quello di Tristan, Pandiani, Luque, Valerón) mi intristisce molto inserirlo tra le squadre che lottano per non retrocedere.

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Algo irripetible, come recita il sottotitolo del 90% dei video sul Deportivo La Coruña.

Un nome che emergerà: su chi puntate le fiches per il giocatore rivelazione?

Sebastiano Bucci

Se il Barcellona si muove e decide di tesserarti evidentemente vede in te delle potenzialità. Quelle che hanno portato nella sua squadra B il ventenne Sergio Araujo, che già aveva esordito nel campionato argentino con il Boca dopo tutte le trafile nelle nazionali juniores. Difficoltà di ambientamento e un prestito complesso al Tigre sembravano averlo bruciato.

Ma poi la chance alle Canarie e una squadra che non tornava in Liga da troppi anni e il risultato finale è stato strepitoso: Araujo ha guidato il Las Palmas a una promozione meritata, con 25 gol in 43 presenze. Seconda punta con uno spiccatissimo senso del gol, Araujo sembra leggere in anticipo sempre come si evolverà l’azione, somigliando sinistramente al suo connazionale Paulo Dybala. Se non dovesse seguire le sue orme a Palermo, potrebbe davvero essere lui la rivelazione di questa Liga 2015/2016.

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Sebastiano Iannizzotto

Sono molto curioso di vedere Yannick Ferreira Carrasco: lasciare il Monacco può significare per lui il salto di qualità definitivo. La Liga mi pare il campionato in cui il belga possa esprimere al meglio le sue qualità: ci sono gli spazi giusti per far esplodere la sua velocità e la sua tecnica, può asfaltare la fascia o accentrarsi e puntare dritto alla porta. Un autovelox piazzato al Vicente Calderón impazzirebbe con lui e con le petit diable Griezmann.

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Per Yannick la veronica pare essere un’ossessione. Ha le potenzialità per elevarla a forma d’arte.

Zakaria Bakkali è un altro da tenere d’occhio. Belga (anche lui), cresciuto nelle fertili lande dell’Eredivisie come Memphis Depay e Ricardo Kishna, Bakkali, dopo il purgatorio della seconda squadra del PSV come punizione per aver rifiutato il rinnovo, adesso può giocarsi le sue carte al Valencia, inserendosi in un sistema di gioco che necessita di ali forti, perciò perfetto per le sue caratteristiche.

Siccome ho un debole per quelli un po’ pazzi, non potevo non segnalare John Guidetti: è stato protagonista agli Europei under 21 in Repubblica Ceca, può spaccare tutto anche al Celta Vigo.

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Gli spezzoni in bianco e nero danno un sapore nouvelle vague al vecchio John: con quella faccia tosta e quel carisma starebbe benissimo dentro un film di Jean Luc Godard.

Se arretriamo un po’ e ci sistemiamo proprio al centro del campo, allora punterei molto (tutto, forse) su Óliver Torres Muñoz, classe ’94. Dopo il prestito al Porto, torna all’Atlético, a casa, e potrebbe sostituire Arda Turan, senza farlo rimpiangere.

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Faccia e fisico da adolescente, personalità e sapienza tattica da veterano.

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