6 MOTIVI PER SEGUIRE I MONDIALI DI FIRENZE

Crampi Sportivi
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6 min readSep 25, 2013
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Il conto alla rovescia è terminato, domenica 22 settembre sono iniziati i campionati del mondo di ciclismo su strada. Sette giorni di corsa divise in quattro categorie (qui il programma) hanno dato il via a uno degli obiettivi più prestigiosi dell’intera stagione: la maglia iridata. L’anno scorso, sulle rampe del Cauberg, Philippe Gilbert si è laureato campione del mondo con la maglia del Belgio con uno scatto in faccia al capitano degli azzurri Vincenzo Nibali che pesa ancora.

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Quest’anno si ritorna in Italia, non accadeva dai mondiali di Varese 2008 quando, con la splendida vittoria di Alessandro Ballan, l’Italia continuò a sorridere dopo la doppietta di Paolo Bettini, oggi CT della nazionale.

Senza perdere troppo tempo Crampi Sportivi vi spiega perché quest’anno i mondiali vanno seguiti fino alla fine. Abbiamo individuato sei motivi per non lasciarsi sfuggire quella che promette di essere una corsa indimenticabile.

1. Firenze e la Toscana

La falsa modestia non ci appartiene, si torna a gareggiare in Italia, nella vera culla di questo sport, dopo l’edizione Varesina non ci poteva essere location più azzeccata. La terra di Gino Bartali ospiterà squadre e corridori provenienti da tutto il mondo, pronti a darsi battaglia in un paesaggio unico, in un’atmosfera in grado di sospendere, almeno per qualche giorno, il presente storico, riconsegnando al ciclismo intero quella dimensione perduta che l’ha reso grande. E solo chi ha sentito parlare almeno una volta dell’Eroica sa di cosa stiamo parlando; la Toscana e l’arrivo a Firenze diventano quindi il palcoscenico ideale di una corsa a ritroso nel tempo. À rebours.

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2. Il Percorso

Un dislivello di tremila metri con strappi finali che mozzano il respiro. Dopo le ultime due edizione di Copenaghen e Valkenburg si ritorna a salire e l’appuntamento più atteso, come da tradizione, rimane l’ultimo: la gara Uomini Elité. Il percorso è diviso in due parti: il primo con l’arrivo in linea a Firenze (106km), e il finale con un circuito di 16 km da ripetere per dieci volte. La salita verso Fiesole con punte max al 9 %, e soprattutto quella di Via Salvati con pendenze fino al 19%, saranno la chiave di questa corsa: è lì che probabilmente si deciderà tutto. Ai velocisti puri è consigliata un giro di ribollita, inutile crederci troppo.

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3. Rinascita o fine di un ciclo? Paolo Bettini

Siamo alla prova del nove. Dopo tre anni di insuccessi stavolta la nazionale di Paolo Bettini deve rispondere all’appello, provando perlomeno ad essere competitiva fino agli ultimi metri di strada e a centrare il podio. Il capitano della squadra sarà Vincenzo Nibali e anche qui abbiamo qualcosa da ridire: nulla da togliere a un fuoriclasse come lo squalo, ma siamo sicuri che in un percorso del genere sia il più adatto? pur essendo uno scalatore eccezionale non è uno scattista puro, su salite brevi ma intense non sarebbe stato più saggio puntare su un corridore come Diego Ulissi? è vero però che togliere i gradi di capitano a un campione che ha disputato una stagione semplicemente eccezionale non è poi cosi semplice. Staremo a vedere. La vittoria è fuori portata, ma se Bettini sbaglia tattica per il terzo anno di fila le dimissioni sono un obbligo.

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4. La locomotiva di Berna contro la Slovenia di Hulk

Fabian Cancellara la locomotiva di Berna vs Peter Sagan, il mostro verde, l’hulk sloveno. Saranno loro due a nostro avviso a contendersi la vittoria finale, da una parte lo svizzero uscito da una Vuelta in forma strabiliante dall’altra un baby fenomeno; classe 1990, ventidue vittorie stagionali, cinquantotto in carriera a soli ventitre anni.

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Peter Sagan e Fabian Cancellara non hanno bisogno di presentazioni, quando salgono sopra una bici lasciano cadere l’involucro umano che li contiene trasformandosi in bio-macchine in grado di aprire varchi su dimensioni sconosciute e inaccessibili a tutti gli altri. Per il pubblico sarà un’occasione unica per assistere ad una sfida del genere, non dimenticando poi che l’intero gruppo correrà marcandoli stretti. Da soli contro il mondo.

5. Marianne Vos non è una donna

Né donna, né umana. Marianne Vos è una di quelle figure mitologiche dell’epica greca: sfuggente, inarrivabile e misteriosa. Costruita ventisei anni fa in laboratori sotterranei olandesi, pronta a vincere in qualsiasi specialità che preveda il supporto di due ruote e due pedali da spingere: campionessa su strada, su pista e ciclocross.

Marianne Vos è quell’ibrido proveniente da galassie remote, lanciata sul pianeta terra per ricordare agli esseri umani che la perfezione non è poi cosi irraggiungibile. Basta dare un’occhiata al suo palmarès per capire di cosa stiamo parlando. Riuscirà la nostra Giorgia Bronzini a sfilargli la maglia iridata conquistata l’anno prima a Valkenburg? Sembra impossibile. L’appuntamento è previsto per sabato 28 con la gara donne Elite.

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6. Cronoman per natura

Se ci sono specialità che consentono in modo improvviso di spezzare ogni assetto tattico quelle sono le cronometro, le prove contro il tempo. Ogni calcolo matematico cade a terra come una corazza pesante quando l’unico obbiettivo è spingere a tutta per arrivare il prima possibile. Sparati alla velocità della luce, i cronoman sono quei corridori che per tutta la vita cercano di capire come sia possibile guadagnare un millesimo di secondo sull’ avversario studiando alla perfezione la postura del proprio corpo sopra una bicicletta. Estetica e aerodinamica, ogni dettaglio ha un funzione precisa come il tassello di un mosaico perfetto. Tutto diventa possibile come sfidare le leggi spazio-temporali attraverso la regolazione di un manubrio o la costruzione di un telaio, oppure attraverso un casco dalla forma allungata che rende il corridore una figura aliena simile a quella immaginata da Ridley Scott nel suo più celebre film.

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Per l’Italia in pole position ci sono Marco Pinotti e Adriano Malori, difficile però competere con specialisti puri come Tony Martin sir Bradley Wiggins e ancora una volta lui: il quattro volte campione Fabian Cancellara. Appuntamento per mercoledi 25 Settembre.

Vi abbiamo elencato i sei motivi, ce ne sarebbero almeno altri dieci ma è inutile parlarne ancora. Da oggi evitate ogni impegno e se proprio non ci riuscite, almeno per il gran finale di domenica 29 tenetevi liberi: registrate la partita della vostra squadra, spegnete il cellulare, lasciate a casa la ragazza, dimenticate che avete appena comprato GTA V e PES 2014.

Godetevi lo spettacolo.

Andrea Minciaroni vive e studia a Roma dove si diverte a girare con una colnago blu degli anni ’80 convinto di sfidare il mondo. Finché reggono i tubolari… @andreminciaroni

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