8 atteggiamenti passivo-aggressivi che Muntari avrebbe potuto assumere in segno di protesta

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
Published in
3 min readMay 3, 2017

Sul caso Muntari, espulso per doppia ammonizione durante Cagliari-Pescara per aver protestato con l’arbitro a causa degli ululati razzisti nei suoi confronti, si è scritto tanto e anche seriamente. Oddio, non solo seriamente, abbiamo anche letto articoli in cui si definiva la decisione “scomoda ma giusta, al di là dei facili moralismi”, perché altrimenti si sarebbe creato un precedente. Certo, come se il corso di una partita fosse più importante della serenità e della dignità di un individuo, discriminato per il colore della propria pelle. Sulla questione è intervenuto persino l’ONU, lodando il gesto del centrocampista ghanese, che ha abbandonato il campo in seguito all’ammonizione. Carlo Tavecchio ha definito l’episodio “esecrabile”. La buona notizia è che Tavecchio sappia cosa vuol dire esecrabile, la cattiva è che il messaggio che è passato è che in Italia, di fronte a casi di questo tipo, l’autorità (almeno quella in campo, nella persona del signor Minelli di Varese), suggerisce di “abbozzare” e pedalare. Meglio far finta di niente, altrimenti colpa tua che sei troppo sensibile.

A questo proposito, dato che ci piace fare la parte di quelli che danno i consigli fondamentali in ritardo, abbiamo deciso di elencare gli atteggiamenti passivo-aggressivi che Muntari avrebbe potuto esibire a Cagliari, invece di protestare. Hai visto mai.

*Ci teniamo a precisare che non è nostra intenzione minimizzare un problema grave come quello del razzismo, ma troviamo talmente sciocchi gli atteggiamenti razzisti nel 2017 che non capiamo perché dovremmo giustificarci noi per la volontà di fare gli sciocchi con finalità antirazziste.

  1. La reazione passivo-aggressiva di stampo sportivo

Uscire dal campo a fine partita presentandosi alle telecamere delle televisioni con la maglia “Forza Torres” e dichiarare “purtroppo c’era vento e non ho sentito nulla”.

2) La reazione passivo-aggressiva di stampo territoriale

Uscire dal campo a fine partita e dichiarare ai microfoni: “HO SEMPRE PENSATO CHE LA SARDEGNA FACESSE PARTE DELLO STATO ITALIANO, SAPETE?”

3) La reazione passivo-aggressiva modello “legge del taglione”

Fare i buu all’arbitro per tutto il corso della partita e accompagnarlo fuori dal campo appena questo metteva mano al fischietto

4) La reazione passivo-aggressiva di stampo sentimentale

Uscire dal campo a fine partita e dichiarare ai microfoni: “Forte Gigi Riva, ma vuoi mettere Rivera?”.

5) La reazione passivo-aggressiva in memoria di Pannella

Uscire dal campo e annunciare lo sciopero della fame fino alla sanzione nei confronti dell’arbitro e dello Stadio (ma nessuno se ne sarebbe accorto fino all’ora di cena, e allora pace).

6) La reazione passivo-aggressiva nonsense quanto il razzismo nel 2017

Correre al contrario per tutto il match.

7) La reazione passivo-aggressiva da esperto di vini

Uscire dal campo ed esordire al microfono simulando una erre moscia e dichiarando “Al Cannonau preferisco il Chianti”.

8) La reazione passivo-aggressiva da critico musicale

Uscire dal campo ed esordire al microfono apostrofando la platea: “Il pubblico di Caglieri si è accorto che io sono nero, ma l’ultima volta che Venditti si è esibito qui in Sardegna non si è accorto che si trattava in realtà di Drogba con due occhiali da sole”.

Articolo uscito in precedenza per il nostro blog sul Fatto Quotidiano, a cura di Simone Vacatello e Mattia Pianezzi

--

--