9 cose che non sapevamo di Football Manager

Crampi Sportivi
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7 min readNov 7, 2014

Alex McLeish era l’allenatore dei Rangers di Glasgow nella stagione 2001/2002. Suo figlio Jon, adolescente, giocava — tantissimo — a Championship Manager, l’antenato di Football Manager. Il ragazzo sceglieva sempre di guidare il Barcellona, per via della disponibilità economica e della cantera. Si divertiva a pescare nelle squadre ‘B’ e ‘C’ dei blaugrana e a far esordire giovani e giovanissimi in prima squadra.

Quell’anno aveva scovato un tredicenne che faceva gol con una facilità estrema. Disse a suo padre, l’allenatore vero, che quel ragazzino sarebbe diventato il calciatore più forte del mondo e che avrebbe dovuto prenderlo in considerazione. “Va bene, figliolo”. Sorrisino. Pacca sulla spalla.

Quel tredicenne si chiamava Lionel Messi.

Due anni dopo i Rangers chiesero per davvero il prestito di Messi al Barcellona. Niente, il treno era passato. Fu comunque trovato l’accordo per un altro giovane di belle speranze. La domenica prima dell’ufficializzazione del trasferimento, però, quel giovane esordì in prima squadra. Purtroppo per i Rangers il ragazzo, che di cognome faceva Iniesta, non lasciò mai più il suo posto in mezzo al campo.

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Jon McLeish mostra a papà Alex tutti i trofei che avrebbe vinto se solo gli avesse dato ascolto su Messi

Se siete tra i pochi che non sanno cos’è Football Manager, potete leggere qui. In caso contrario, fate in modo di guardare “An Alternative Reality”, lo splendido documentario che Sports Interactive ha dedicato al gioco. Il 7 ottobre scorso è stato il nono film più visto nei cinema del Regno Unito.

Vi elenchiamo un po’ cose — gustosissime — che ancora non sapevamo della saga, nonostante sotto la finestra di Word in cui stiamo scrivendo questo pezzo ci sia, in stand-by, la schermata dove tra poco sceglieremo con quale squadra iniziare la nuova stagione.

“In due giorni puoi leggere un libro ed immergerti completamente in quel mondo, ma non puoi modificarne niente. In Football Manager, ogni tua singola azione è di fondamentale importanza per tutto l’universo.” (Miles Jacobson, game director)

Mi vendo (se mi lasciano andare)

Negli anni dello United, Ole Gunnar Solskjaer e Jordi Cruijff erano capaci di giocare 24 ore su 24 a Football Manager, nei giorni di riposo. Solskjaer comprava se stesso in tutte le squadre, quando aveva abbastanza denaro e quando il Manchester lo lasciava andare. “Non molto spesso, a dire la verità”, aggiunge sorridendo.

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Ole Gunnar Solskjaer ama Football Manager

In principio fu Demetrio

Demetrio Albertini ha sempre amato avere il controllo del gioco. Acquistato per la prima volta Football Manager e studiatene le istruzioni, ha contattato la divisione italiana del videogame per diventarne collaboratore privilegiato. In Nazionale, Trapattoni gli chiedeva consigli sugli avversari e praticamente tutti gli azzurri furono inziati alla pratica del simulatore calcistico. Qualcuno di loro riuscì a vincere virtualmente i Mondiali. Altri li vinsero, qualche annetto dopo, per davvero.

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Albertini ha collaborato con la divisione italiana di FM

Data error a chi?

Mark Kerr, Tonton Zola Moukoko, Maxim Tsigalko. Sono solo tre degli illustri sconosciuti del mondo del calcio reale che, per via di alcuni bug nel codice del gioco, sono diventati autentiche leggende per gli aficionados di Football Manager.

Miles Jacobson, il capo di Sports Interactive, li liquida con un freddo — e poco rispettoso — “data errors”. Noi a questo punto attendiamo che Paolo Nutini — che nella vita reale ha snobbato un calciatore del Celtic colpevole di aver saltato alcuni allenamenti in una sua stagione a Football Manager — vendichi Freddy Adu e i suoi fratelli con un concept album dedicato.

(Nel frattempo Anthony Vanden Borre, proprio lui, ha segnato una doppietta in Champions)

Tonton Zola Moukoko con la maglia del Lidingö, la sua ultima squadra. In FM, aveva “20” in dribbling e controllo di palla

Football Manager 1888

Quelli di Sports Interactive sono dei simpaticoni. Ogni anno, il primo di aprile, se ne inventano una nuova. Lo scherzo tradizionale è il messaggio che, nel gioco, annuncia l’acquisto della tua squadra da parte di un generoso magnate che ti mette a disposizione 500 milioni di euro per le operazioni di mercato. Poi, mentre la tua mente già si raffigura Messi con la maglia dell’Entella, il gioco ti ricorda che giorno è.

Il capolavoro vero però risale a un paio di anni fa, quando è stata annunciata un’edizione speciale del manageriale dedicata al 125esimo anniversario della Football League, il primo campionato inglese. Football Manager 1888 avrebbe dato la possibilità di guidare una delle 12 squadre iscritte alla stagione 1888/89. Un’incredibile e dettagliatissima ricostruzione del calcio nell’era vittoriana: vecchi palloni in cuoio, nessun fuorigioco, interventi durissimi mai sanzionati (mica c’erano i cartellini all’epoca), calciatori costretti a lasciare improvvisamente la squadra perché chiamati alle armi.

E vabbè, per il momento resterà una magnifica utopia

Centinaia di videogiocatori hanno chiesto a gran voce che la versione scherzosa di FM fosse realmente prodotta. Sports Interactive ha appena annunciato che non s’ha da fare. “Sapreste già tutti i campioni da comprare, per oltre un secolo. Che gusto ci sarebbe?”

Ok, però la prossima volta portate le magliette

Se alcune squadre reali (come l’Huddersfield) ricorrono all’incredibile mole di dati contenuta in Football Manager per fare scouting, ce n’è una che sfrutta il marchio del videogioco in un modo molto più concreto. L’AFC Wimbledon è nato nel 2002 per iniziativa di un gruppo di tifosi, dopo che lo storico Wimbledon FC era stato trasferito dalla proprietà a 100 km di distanza, in quel di Milton Keynes.

La nuova squadra è ripartita da zero, ma è arrivata al professionismo inglese molto presto, soprattutto grazie a Sports Interactive e al suo sostegno economico. Non solo economico, a dire la verità. Le prime magliette ufficiali dell’AFC Wimbledon furono le divise da calcetto della squadra dell’ufficio amministrativo di Sports Interactive, raccattate per l’occasione.

L’orgasmica divisa del Wimbledon, stagione 2014/15

Finally, SEGA!

Il calcio femminile prossimamente in Football Manager? Non è un’ipotesi remota, affatto.

Quel che non è ipotesi ma certezza, invece, è che FM2015 avrà una copertina double-face: in una l’allenatore veste in giacca e cravatta mentre nell’altra è equipaggiato con tuta societaria, ad esaltare le due anime che da sempre convivono nella saga. Inoltre, il motore grafico del gioco sarà notevolmente migliorato. In fase di sviluppo, infatti, SEGA ha finalmente deciso di mettere a punto una motion capture specifica e non importata, come successo in passato, da vecchi arcade prodotti in casa. Arrivederci, Virtua Striker.

Il motore grafico di FM è stato per anni lo stesso di questo magnifico gioco

Il motore grafico di FM è stato per anni lo stesso di questo magnifico gioco

Mister Townsend abbiamo un problema

Abbiam già detto dell’Italia. Ebbene, oggi tocca agli Spurs essere il più grande covo di calciatori/giocatori incalliti di FM. Andros Townsend è riuscito nell’impresa di iniziare una stagione col PSG, auto-acquistarsi dal Tottenham spendendo 25 milioni di sterline e poi svendersi dopo una sola, fallimentare stagione per soli 10 milioni di sterline. How do you say minusvalenza?

Non portate via Andros Townsend da White Hart Lane

Movember!

Football Manager sostiene da sempre numerose campagne sociali. Quest’anno si è aggiunto un partner molto particolare all’elenco: Movember Fundation promuove dal 2004 eventi a sostegno della lotta contro il cancro alla prostata. In tutto il mondo, nel mese di novembre, gli uomini che aderiscono all’iniziativa si fanno crescere i baffi come segno del proprio coinvolgimento.

Quest’anno anche alcuni vostri campioni virtuali sosterranno la campagna, e potrete monitorare attivamente l’evoluzione dei loro baffi, che avranno pure stili diversi. Beneficenza: la stai facendo bene.

Football Manager sostiene Movember

Dicono che potresti non incontrare mai i tuoi eroi. Dicono.

Facendo dei semplici calcoli avete scoperto di aver investito un totale di ore pari a 2 anni e mezzo della vostra esistenza a simulare di essere leggende del pallone. Avete abbandonato all’improvviso un ricevimento nuziale per perfezionare un paio di acquisti al mercato di riparazione. Contribuite sistematicamente ad abbassare il tasso di produttività del pianeta. Avete fatto un tour della vostra città portandovi il portatile su un bus turistico scoperto per celebrare una Champions League virtuale. Vi mettete in giacca e cravatta davanti allo schermo del pc per guidare la vostra squadra nei 90 minuti decisivi della stagione. Avete imparato a memoria l’inno del Camerun, la prima nazionale ad avervi ingaggiato. La polizia ha bussato a casa vostra credendovi in pericolo mentre urlavate a causa della finale di coppa. Avete dato fuoco al cestino della carta e l’avete sventolato fuori dalla finestra della vostra camera per ricreare l’atmosfera di un’imminente trasferta ad Istanbul.

Se voi non avete mai osato tanto, sappiate che qualcuno l’ha fatto. Tony Jameson, comico inglese, ha fatto della sua ossessione per FM un monologo esilarante. In questi giorni sta portando in giro per il Regno Unito lo spettacolo teatrale “Football Manager ruined my life”, registrando ripetuti sold out.

La sua ultima sfida è quella di coinvolgere nello show alcuni degli eroi che hanno portato il ‘suo’ Blythe alla conquista della Champions League nel 2040. Il problema è che si tratta di ‘campioni’ con nomi e cognomi casuali e senza un volto reale, che Football Manager genera automaticamente dopo un certo numero di anni virtuali, quando tutti i calciatori veri presenti nel database si sono ormai ritirati dall’attività.

Ma Jameson sa che nel mondo ci deve essere per forza qualcuno che si chiami per davvero Callum Lomas, Nicola Muratore o Hans-Jorg Brandl, colonne storiche della sua squadra. Ha pubblicato online una lista dei nomi più significativi legati al suo Blythe.

Controllate se c’è il vostro nome, potreste divertirvi: l’attore ha chiesto agli eventuali omonimi viventi dei suoi campioni di mettersi in contatto con lui, per diventare parte integrante del fortunato show teatrale. O anche solo per bere un tè insieme e chiacchierare amabilmente di Football Manager, of course. Di un gioco che non è un gioco, e di tutte le sue amorevoli follie.

(Qui trovate il sequel: altre cose che non sapevamo di Football Manager.)

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