All Star Gate

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
Published in
5 min readJan 29, 2016

Zaza Pachulia. Per chi non lo conoscesse, è un giocatore di basket georgiano che attualmente milita nei Dallas Mavericks e per qualche settimana ha rischiato di far saltare il banco alla NBA. Sulla spinta di una nazione intera, Zaza stava per conquistare i voti necessari per partire titolare nel quintetto che rappresenterà la Western Conference al prossimo All Star Game.

Se il popolo del web ha fallito la sua missione nel basket, nell’hockey ha centrato in pieno il proprio obiettivo. John Scott, un illustre sconosciuto, è stato il giocatore più votato dai fans della NHL e sarà il capitano della Pacific Divison al prossimo All Star Game.

Per chiarire ulteriormente il concetto è come se in un ipotetico All Star Game della Serie A, si scatenasse una campagna mediatica per votare Simone Padoin, un giocatore dalla carriera onesta ma di certo non una delle stelle del campionato, anziché Paul Pogba o Gonzalo Higuain.

L’ironia del web non conosce limiti

Una nuova regola

La NHL, per diminuire le partite che terminavano agli shootout (i rigori) e rendere più appetibili alle televisioni i match di regular season, in questa stagione ha introdotto la regola del 3vs3 nei tempi supplementari: tre giocatori di movimento che si sfidano senza schemi difensivi per segnare il gol vittoria.

La decisione è stata accolta favorevolmente sia dagli appassionati che dai media, catturati da questo nuovo spettacolo, tanto che su questa base la lega ha modificato il format dell’All Star Game che si terrà alla Bridgestone Arena di Nashville il 30 e il 31 Gennaio.

La classifica sfida Est vs Ovest è stata trasformata in un torneo a quattro squadre, in rappresentanza delle Division (Atlantic, Central, Metropolitan e Pacific), che si sfidano in un 3 vs 3 dalla durata di 20 minuti. Ogni squadra è composta da 11 giocatori: 44 giocatori in totale di cui 40 scelti dalla stessa NHL (almeno uno per ogni squadra) e 4, i capitani, selezionati dagli appassionati attraverso una votazione on-line.

La scelta del web

Per l’Atlantic il capitano designato è Jaromir Jagr, un arzillo signore che alla soglia dei 44 anni grazie ai suoi 15 gol stagionali ha raggiunto la quota di 737 reti nella lega (quarto di ogni epoca). Per la Central la C verrà ricamata sulla jersey di Patrick Kane che, nonostante una stagione cominciata con l’ombra di una possibile incriminazione per violenza sessuale, ha inanellato una striscia di 26 partite consecutive con almeno un punto.

La Metropolitan Division sarà invece guidata da Alex Ovechkin, leader dei Washington Capitals e che qualche settimana fa ha sforato la quota dei 500 gol in NHL. Infine, il nostro protagonista, John Scott, il capitano della Pacific Division. Scott rappresenterà gli Arizona Coyotes, squadra con la quale in questa stagione ha collezionato 1 assist in 11 partite ma di cui ora non fa più parte.

La trade

Per provare a insabbiare il caso ed evitare una figuraccia mondiale, il commissioner Gary Bettman ha fatto in modo che Coyotes e Canadiens intavolassero una trade che non aveva nessun altro scopo se non quello di cancellare il nome di Scott dalle votazioni. Il 15 gennaio, John Scott è passato ufficialmente ai Monteal Canadiens, che a loro volta lo hanno spedito ai St. John’s IceCaps, la squadra affiliata in American Hockey League (la lega di sviluppo).

Il direttivo della NHL mira ad aumentare l’appeal dell’All Star Game dopo che negli anni scorsi i big lo hanno snobbato in maniera nemmeno troppo velata. L’obiettivo è renderlo una parata di fenomeni che giocano sul serio e l’eventuale partecipazione Scott, uno che in carriera ha collezionato più minuti di penalità (542) che presenze in campo (285), va chiaramente nella direzione rispetto a quella presa dalla lega.

Inoltre il 3vs3 è un format che esalta le caratteristiche tecnico-funamboliche dei giocatori e questa situazione per Scott, per tornare al nostro paragone calcistico, ha lo stesso valore di una gara di freestyle fra Padoin e Neymar. Uno spettacolo impari e inguardabile.

La trade però ha avuto l’effetto opposto, scatenando ulteriormente il voto selvaggio degli utenti. Così, dopo l’invito informale da parte della NHL a non presentarsi a Nashville, Bettman ha dovuto cedere di fronte alla volontà del popolo del web annunciando che Scott avrebbe rappresentato la Pacific Division come capitano.

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Come riportato dalla didascalia su YouTube: “Ecco la Top 5 dei gol di John Scott… okay effettivamente ci sono i suoi unici cinque gol”

Le ragioni

Ma come si è potuti arrivare a tutto questo? Innanzitutto bisogna sottolineare che l’intera vicenda non è altro che uno scherzo da parte delle comunità social che la NHL non è stata in grado di arginare sin dal principio. Idealmente, bastava seguire l’esempio della NBA dove è possibile scegliere fra qualsiasi giocatore ma allo stesso tempo ogni franchigia indirizza i propri tifosi eleggendo tre giocatori da votare per l’All Star Game.

Un errore di valutazione che avrebbe potuto creare dei guai più seri.

Poi c’è il filone romantico. Scott rappresenta un working class hero, un giocatore che non è stato nemmeno selezionato al Draft e che è arrivato sul palcoscenico principale grazie al duro lavoro. Senza questa campagna mediatica, non avrebbe mai avuto l’occasione di partecipare ad un All Star Game e la sua presenza va interpretata come un premio a tutti quei giocatori che occupano l’ultimo posto in panchina e il ghiaccio lo vedono più in allenamento che in partita.

Scherzo o romanticismo che sia, va dato atto a Scott di aver affrontato una situazione scomoda con assoluta professionalità. Ha tenuto in considerazione l’idea di non presentarsi all’evento e ha accettato senza battere ciglio una trade scriteriata che lo ha allontanato dalla sua famiglia (due figlie e una moglie in attesa di due gemelli che sono rimaste a Glendale, Arizona) e che lo ha degradato da giocatore NHL a giocatore AHL.

https://www.youtube.com/watch?v=q6ZYcdU-QGQ

Conclusioni

Nonostante l’epic fail, la NHL è riuscita comunque a raggiungere il suo obiettivo: far crescere l’interesse intorno all’All Star Game, di gran lunga il meno seguito fra le quattro leghe professionistiche americane. Non avrà imboccato la porta principale ma business is business per cui Bettman ora deve cogliere al volo l’occasione e continuare a cavalcare l’onda.

Bisogna accontentare il popolo del web architettando un finale che renda Scott l’uomo copertina: il gol decisivo per aggiudicarsi il milione di dollari in palio come premio oppure una rissa contro avversari e compagni (e ne sarebbe capace). Insomma, bisogna fare in modo che l’Internet vinca ancora.

Articolo di Andrea Agostinelli: batterista mancato. Il suo primo idolo è stato Michael Schumacher, oggi è Kimi Raikkonen.

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