Aperitivo Champions League — Secondo giro (E-H)

Crampi Sportivi
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11 min readSep 16, 2015

Girone E (come Espectàculo)

(Fc Barcelona — As Roma — Bayer Leverkusen — Bate Borisov)

Il gioco

Sebastiano Bucci: Gli spettatori neutri, chi non si schiera e si diverte, gli amanti del pallone per un piacere atarattico e edonistico troveranno in questo girone la loro naturale metà. Si annunciano partite estremamente spettacolari, condite da pressing alto e possessi palla finalizzati a verticalizzazioni precise: oltre al Barcellona, la presenza di due squadre che giocano davvero bene a calcio come Bayer Leverkusen e Roma può portare a risultati spettacolari e a un caleidoscopio di giocate ad effetto.

Poi c’è il Bate Borisov, pronto a far le fortune di chi vuole spendere l’accoppiata 2 più over 2.5 a Minsk. Sarei stupito di vedere partite bloccate e 0–0 a iosa, ma probabilmente andrà così, visto che son un pessimo gambler e ho già ipotecato casa sul 4–4 tra Barcellona e Leverkusen

Davide Vacatello: Dal punto di vista tattico sarà un girone interessante. Gli stili di gioco delle quattro squadre sono molto differenti, anche se tutte fanno grandissima attenzione al fondamentale del pressing. Bayer e Barca in maniera differente sono i due alfieri del genere in Europa, e anche la Roma contro la Juve ha finalmente dimostrato di poterci lavorare in modo organizzato. La presenza del Bate poi dovrebbe garantire almeno un paio di belle imbarcate e un discreto numero di gol. Dubito però che vedremo la prima Roma arrembante di Garcia in Champions, capace di fare cinque reti al CSKA e prenderne sette dal Bayern. Potrebbe essere il classico girone poco equilibrato ma abbastanza divertente.

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La squadra sorpresa

Sebastiano: La sorpresa potrebbe essere se una tra Bayer e Roma fosse superata dai bielorussi, ma credo che le gerarchie son abbastanza stabilite quindi a parte clamorosi ribaltoni vedremo ottimo calcio ma distanze siderali tra la lepre (Barcellona), i segugi da caccia (Bayer e Roma), e il grasso Taddeo di Bugs Bunny (indovinate di chi parliamo?).

Davide: Si fa fatica a pensare a una vera e propria sorpresa. Il Barcellona è evidentemente superiore a tutti con ampio distacco, il Bate è la squadra cuscinetto designata e rubacchierà qualche punto in casa (alla Roma o al Bayer?), le altre si contenderanno il secondo posto nei due scontri diretti ravvicinati.

Il giocatore da seguire con attenzione

Davide: A rispondere col cuore, sogno una punizione sotto al sette del capitano allo scadere il 4 novembre, la corsa sotto la sud, il passaggio del turno in tasca e il record di giocatore più idolatrato della storia e più anziano a segnare in Champions (inclusa la fase pre-1992). Più realisticamente, dando per scontate le magie del trio blaugrana MSN, quello della Champions potrebbe essere il palcoscenico perfetto per due giocatori tecnici e decisivi sui calci piazzati come Pjanic, che dovrà però saltare almeno un paio di incontri per infortunio, e Calhanoglu, probabilmente la stella più concreta dell’undici di Schmidt.

Sebastiano: Hakan Calhanoglu ha tutte le ragioni e le possibilità di poter volare e prendersi una grande squadra il prossimo anno (dove per grande squadre si intende una superpotenza del calcio mondiale): nato trequartista, ma con capacità di adattarsi in posizione più arretrata, la stagione del nazionale turco è iniziata molto presto, dovendo portare le Aspirine alla fase a Gironi dopo il complicato preliminare con la Lazio.

La possibilità di continuare a mettersi in mostra su palcoscenici importanti è uno stimolo per questo ragazzo di appena ventuno anni, che già vede accrescere quotidianamente i suoi estimatori (si dice che Marotta abbia fatto un tentativo non troppo convinto per regalarlo ad Allegri prima della fine del mercato). Poi c’è la copertina: che è la cosa che luccica di più. Ad oggi, dubito che vi sia in Europa qualcuno più letale nel calciare le punizioni; la distanza con la porta si accorcia notevolmente ogni volta che il nativo di Mannheim si appresta a calciare. La botta da fuori è il prodotto d.o.p del suo elevato bagaglio tecnico, e la potenza della conclusione non cambia quando il pallone è in movimento.

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Chi la spunta

Sebastiano: Riuscire a parlare del girone del Barcellona senza passare dal Barcellona è difficile, ma non impossibile: per i Culers quest’anno è davvero l’occasione buona per essere la prima squadra a vincere due volte consecutivamente la Champions. Il mercato ( bloccato, ma solo in teoria) porterà due innesti fondamentali a gennaio come Aleix Vidal e Arda Turan, che ben s’integreranno nella macchina blaugrana. Sottovalutato, ma d’importanza fondamentale a mio avviso, è il recupero di Vermalen: il belga può essere il giusto ricambio per un Piquè in fase discendente, e occupato in beghe extracalcistiche.

Roma e Bayer son le due indiziate per andare avanti con i catalani: la Roma paradossalmente ha un girone più semplice di quello dello scorso anno, ma il Bayer è, sul doppio confronto, l’avversario più difficile da incontrare. I giallorossi, squadra storicamente da psicanalisi, dovrebbero soffrire il Gigenpressing della Banda Schmdit, ma sono più completi e possono a loro volta creare grosse difficoltà tattiche alla difesa dei tedeschi, che non sembra irreprensibile. La truppa Garcia passa, ma soffrendo.

Davide: Barcellona e Roma. Per poter immaginare il Barça lontano dal primo posto dovremmo assistere nell’ordine alla costruzione di una schiera di torrette attorno alla Ciutat Deportiva, alla mancata convocazione di Iniesta per un ritardo alla riunione tecnica e a una finta crisi di stomaco inscenata da Messi subito prima del match con la Roma, per andare a rilassarsi alle giostre con Bojan. Per la seconda piazza mi piace pensare a una maggiore maturità della squadra di Garcia, per cui sarà fondamentale non inciampare con il Bate fuori casa e poi giocarsela a viso aperto nel doppio confronto alla BayArena e all’Olimpico. Lo scontro tra le due ‘seconde’ sarà il vero banco di prova europeo del mister francese, che fa fatica ormai da un anno in campionato con le squadre che si chiudono in undici e deve ora dimostrare di essere pronto per gli esami da Doctor Europaeus della Champions.

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Girone F (come Finiamolo il prima possibile)

(Bayern Monaco, Arsenal, Olympiacos, Dinamo Zagabria)

Il gioco

Marco D’Ottavi: Due squadre attaccano, due difendono. Poco altro da dire in questo girone, nel quale l’Arsenal in alcuni momenti giocherà benissimo, mentre in altri sarà semplicemente l’Arsenal; il Bayern Monaco ci farà vedere qualche esperimento pazzo e bellissimo, tipo Xabi Alonso difensore centrale e l’Olympiacos proverà a sparigliare le carte, soprattutto nelle partite in casa, dove l’anno scorso si portò via lo scalpo di Juventus e Atletico Madrid. Il Bayern Monaco giocherà per i numeri, l’Arsenal per farsi eliminare agli ottavi.

La squadra sorpresa

Non ci saranno sorprese in questo girone, il Bayern giocherà da Bayern, l’Arsenal giocherà da Arsenal, l’Olympiacos giocherà da Olympiacos e la Dinamo Zagabria giocherà da Dinamo Zagabria.

Il giocatore da seguire

Se c’è un motivo per seguire l’Arsenal è che ogni volta, puoi starne certo, troverai in campo qualche giovane sconosciuto e velocissimo che ti sembrerà fortissimo, ma che ogni volta finirà per perdersi. Questo non vale per Coquelin, che è atipico per la scuola Gunners essendo principalmente un giocatore di rottura, ma che già l’anno scorso ha fatto vedere di poter essere un giocatore chiave per l’Arsenal con dei numeri di intercetti e tackle molto importanti. Servirà a dare un equilibrio al gioco di Wenger e con Cazorla forma una coppia di centrocampisti molto interessante.

https://www.youtube.com/watch?v=Q_Wg4Q-ayms

Devo dirlo?

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Girone G (come Guerriero, Ken il)

(Chelsea, Fc Porto, Dinamo Kiev, Maccabi Tel Aviv)

Il gioco

Sebastiano: La parola chiave è praticità: Il Chelsea ha avuto un sorteggio buono perché, oltre al valore non propriamente eccelso delle sorteggiate, non vedo qualcuno in grado di impensierirlo sul punto di vista della coralità e dell’imprevedibilità del gioco. Il Porto di Lopetegui è squadra pazza e imprevedibile come una reunion di una rock band con qualche innesto giovane, ma non dovrebbe impensierire.

Simone Vacatello: La parola chiave è botte da orbi. Come in una puntata di Ken il Guerriero, vincerà chi mena di meno ma più efficacemente, e in questo Chelsea e Porto sono un po’ come Hokuto e Nanto: il primo mira ai tuoi punti di pressione senza troppi fronzoli, il secondo ti corre intorno e ti taglia a fettine se proprio insisti. In tutto questo la Dinamo Kiev del compianto generale Lobanovsky sarebbe stato l’ago della bilancia perfetto, con la sua grande intensità. La compagine ucraina di oggi ahimè è meno avvelenata, ma mi aspetto sorprese.

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La squadra sorpresa

Sebastiano: La risposta isola dal contesto sorpresa, o nel frattempo ne copre una connessione più ampia. In un contesto che resta di guerra, son sorpreso di continuare a vedere come il calcio ucraino possa andare avanti: spente le luci sulla tragedia del Donbass si è cercato di andare avanti e di accendere i riflettori sulla lega nazionale, che sta vivendo un cambio al vertice. Lo Shaktar è stato di molto ridimensionato dal contesto bellico e ha dovuto dire addio a molti dei suoi brasiliani: di contro la Dinamo sembra essere tornata se non quella del periodo sovietico, che sul finire anni novanta impressionava, guidata in panchina dal Generale Lobanovskiy e in campo dal giovane Shevchenko, un competitor di spessore.

I campioni in carica, guidati dall’ex bomber Rebrov che affiancava Sheva in quella coppia da sogno, hanno evitato di passare per gli spareggi e hanno una squadra composta da giocatori di esperienza ( come quel Miguel Veloso visto a Genova) a cui si accompagnano giovanissimi in rampa di lancio (un Belhanda che si deve riscattare, un Derlis Gonzales che può confermare quanto di buono visto tra Basilea e Copa America).

Sorpresa o normalità, per loro è importante il connubio di poterci stare, ed, eventualmente, agire da protagonisti.

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Il giocatore da seguire con attenzione

Sebastiano: Si son versati litri di inchiostro sulla recente apparizione di un bonzo buddista vestito da Johnny Depp al Festival di Venezia. Il suo alter ego calcistico è senza dubbio Pablo Osvaldo, e non solo per una evidente somiglianza fisica.

Autori di un paio di successi ( Donnie Brasco, il gol in semirovesciata al Catania, Paura e Delirio a Las Vegas, il periodo da attaccante fisso nella Nazionale Italiana), hanno campato di rendita su questi, trascinandosi in quello stile rock volutamente fuori le righe, tra l’alcool, risse e donne bellissime. Per quanto riguarda Osvaldo, la sorpresa sta nel rivederlo in Europa, visto che la sua carriera sembrava destinata a proseguire in Sudamerica, ma anche la Buenos Aires sponda Xeinexes si è presto stancata delle sue bizze. Vediamo cosa succederà a Oporto, e i se i lusitani riusciranno nel miracolo di riprendere un giocatore in fase calante a soli 29 anni.

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Simone: Vitorino Antunes. Da ex oggetto misterioso a terzino sinistro che vanta persino medie modeste a Pes. Dopo 62 presenze ne Malaga in 2 anni, è alla seconda stagione a Kiev. Pare sia sempre il solito terzino senza infamia e senza lode che i tifosi giallorossi ricordano, però ha questa pigna sinistra che lo rende una wild card assonnata ma imprevedibile. Scherzo, eh.

Ma neanche troppo.

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Chi la spunta

Simone: Mourinho (o chi per lui se il Chelsea non si riprende in Premier) senza neanche fare troppo uso dei media, e il Porto.

Sebastiano: Non può piovere per sempre a Stamford Bridge: questo Chelsea di inizio stagione è davvero ben poca cosa, ma col tempo e un girone non impossibile la qualificazione dovrebbe essere una formalità. A scanso di equivoci non arriveranno solo vittorie, un paio di punti qua e là potranno essere lasciati. Porto in seconda fascia, Dinamo in Europa League e campagna dignitosa del Maccabi, capace di eliminare il Basilea nel turno Preliminare.

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Girone H (come Hipster)

( Zenit di San Pietroburgo, Valencia, Olympique Lione, Gent)

Il gioco

Matteo Serra: Per quanto riguarda il gioco, possiamo affermare senza ombra di dubbio alcuno che questo sia il girone con più figa sugli spalti: dalle mediterranee un po’ nude/erasmus di Valencia alle hispterelle glaciali di Sanpietroburgo, passando per il jenesaisquoi e il nasino all’insù delle tribune di Lione e per il proverbiale fascino fiammingo delle tifose di Gand. Quello che succederà in campo sarà abbastanza noioso, a parte qualche spunto di Lacazette, qualche missile di Hulk e qualche assolo di chitarra di Shkodran Mustafi.

Sebastiano Iannizzotto: Un girone più indie del Primavera Sound può voler dire due cose: imprevedibilità (o, meglio, un’imprevedibilità controllata) o due palle grosse così. Mi pare abbastanza equilibrato, se escludiamo il Valencia, sicuramente una spanna sopra gli altri, forte di un mercato sontuoso grazie al denaro di Peter Lim. Il Lione vuole rinverdire i fasti di una decina d’anni fa, ma l’infortunio di Fekir (stellina indie che tanto ci avrebbe fatto sognare) assesta un colpo durissimo alle ambizioni e al morale. Così lo Zenit, enigma russo, riacquista punti: l’ossatura della squadra è di tutto rispetto, Garay-Witsel-Hulk sono una spina dorsale invidiabile e il fattore campo gioca sempre a loro vantaggio, specialmente quando l’inverno sarà alle porte. Sì, Winter is coming e sono cazzi amari se devi farti una trasferta a San Pietroburgo. Poi c’è il Gent, quelli con l’indiano nello scudetto, nato dall’amore a prima vista con Buffalo Bill e il Wild West Show. E niente, hanno lo stemmino con l’indiano.
E forse basta.

La squadra sorpresa

Matteo Serra: Lo Zenit da diversi anni a questa parte è la squadra più noiosa dell’emisfero boreale, con il suo 4–2–3–1 muffoso, il suo gioco fisico e arrogantello, ma comunque molto lento, il suo talento usato male. La strategia su cui puntano per passare il turno si basa sull’ospitare malcapitati avversari a 30 gradi sotto lo zero e giù di scrocchie sugli orecchi fino a quando non si mettono gli autogol. La sorpresa di questo girone può essere questa: un inverno mite in Russia e lo Zenit a zero punti.

Sebastiano Iannizzotto: Sottoscrivo quanto detto da Matteo. Odio lo Zenit perché ha imbrigliato Witsel in un racconto di Cechov (“La steppa”, per essere precisi). La sorpresa? 2manidjs che interrompono le partite casalinghe del Gent e fanno ballare pure i massaggiatori.

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Il giocatore da seguire con attenzione

Matteo: Io stravedo per Sofiane Feghouli. Quel tipo di calciatore che oltre a determinare per le sue grandi doti atletiche (perché è una moto) ha una presenza nella partita che gli permette di non sbagliare mai una scelta. Uno che fa l’ala perché è obbiettivamente un missile, ma potrebbe fare la mezz’ala, il trequartista, il regista, l’architetto, il pirata, il broker. Una specie di Arda Turan per intenderci, ma più rapido e con meno peli sulla faccia.

Sebastiano: Avrei detto Fekir (c’è più hype attorno a lui che attorno al prossimo disco dei Radiohead), ma si è rotto il crociato, per cui tanti saluti e ci rivediamo fra almeno sei mesi. Il mio pallino si chiama Dani Parejo, fa il guardiano del centrocampo del Valencia, è quello che spegne le luci quando tutti se ne sono andati dal Mestalla, quello che ti rimbocca le coperte e ti dà un bacio sulla fronte, quello che si preoccupa di rifornire il frigo in modo tale che troverai sempre il tuo vasetto di yogurt preferito. Ma non è di Parejo che vorrei parlare. Cioè, possiamo stare ore a guardare video in cui Dani Parejo dirige l’orchestra, guida la nave, dissemina sprazzi di luce come una strobo. Voglio parlare del signor André Gomes, compagno di squadra di Parejo. Gomes è morbido r’n’b, è come una canzone di Frank Ocean, ma è anche solido: quando stoppa e lo mette a terra, difficilmente gli porti via il giocattolino. André si muove con eleganza, immune al caos attorno a lui, protetto da uno schermo di bellezza noncurante. Io lo sposerei. E come testimone di nozze vorrei Dani Parejo.

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Chi la spunta

Sebastiano: Valencia e Lione. Tutto il resto è noia, o Europa League.

Matteo: Valencia e Lione hanno qualcosa in più, mentre Gent e Zenit se la giocheranno per chi indossa il bluette più cool, requisito fondamentale per fare strada in Europa League (voto sempre Gent).

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Articolo a cura di Sebastiano Bucci, Marco D’Ottavi, Sebastiano Iannizzotto, Matteo Serra, Davide Vacatello e Simone Vacatello.

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