Aperitivo Inter Milan

Crampi Sportivi
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11 min readSep 12, 2015

Sette domande per capire meglio di che cosa parliamo quando parliamo del Derby di Milano Inter Milan. Le risposte sono affidate a due interisti e due milanisti al bar, tra uno spritz e i bei tempi che furono.

Ibrahimovic Kung Fu Kick Materazzi, 40 secondi di niente per capire cos’è il Derby della Madonnina.

COSA VUOL DIRE PER TE MILAN-INTER?

Sebastiano Iannizzotto (interista)

Vuol dire una partita vissuta in tono minore rispetto a quella con la Juve. Intanto perché non vivendo a Milano sento meno la rivalità cittadina. Immagino che, per un milanese, il derby sia la partita dell’anno, quella che determina l’umore della settimana (e non solo, forse). Io con i milanisti non ho mai avuto grossi problemi: forse perché a pelle ci sentiamo in qualche modo parenti. Il vero problema, soprattutto quando ero bambino, erano gli juventini. Quelli bullizzavano e sfottevano, perciò sudavo freddo ogni volta che dovevamo giocare contro la Juve. Invece il derby l’ho sempre sentito come una partita più tranquilla, almeno per il mio equilibrio psichico. Forse perché i miei amici milanisti, in fondo, non sono così crudeli. I lunedì mattina post partita contro la Juve, invece, erano puro Kafka.

Francesco Zanza (interista)

Milan — Inter per me vuol dire innanzitutto grande ansia. Il derby è la prima partita che vado a cercare quando escono i calendari. Essendo un tifoso interista romano, pur non vivendo la rivalità cittadina e venendo quindi meno la valvola di sfogo del sano sfottò attivo o passivo, sono imbevuto della mentalità da “derby”. Giudico le annate nerazzurre in maniera più o meno positiva in base ai derby: molto meglio una stagione come il 1994–95 in cui un’Inter inguardabile con Ottavio Bianchi in panchina conquistò un posto Uefa solo all’ultima giornata battendo in rimonta il temutissimo Padova con un gol al 90’, ma vinse tre derby su quattro tra campionato e Coppa Italia, rispetto ad un 2010–11 in cui arrivò seconda sfiorando lo scudetto con una bellissima rimonta, ma perse i due derby decisivi appunto per l’assegnazione del titolo. Ho vissuto e vivo ancora oggi così dolorosamente il 6–0 e la semifinale di Champion’s League del 2003 da essere entrato in analisi.

Gioele Anni (milanista)

È il calcio più puro. È sfottersi col nonno per tutta la settimana prima e per tutta quella dopo. È aspettare la partita con papà, gli stessi rituali, le stesse posizioni davanti alla TV o allo stadio. È la differenza tra entrare in classe con la testa bassa o a petto in fuori (magari indossando la maglia di Sheva). È la partita più emozionante, che lascia sempre addosso un fremito diverso.

Oscar Cini (milanista)

Per me il derby è, da sempre, grandissima sofferenza. E’ le sere da bambino davanti ai canali Tele + che profumavano di borghese e accettazione sociale; è Fontolan che segna contro di noi con un sinistro al volo fuori da ogni logica; è mio fratello interista per caso che mi prende per il culo quando perdiamo e gli amici del campetto — quasi tutti nerazzurri — che fanno squadra contro un milanista solitario e senza scampo.

IL RICORDO PIù PIACEVOLE CHE CONSERVI DI QUESTA PARTITA.

Francesco: Ce ne sono veramente tanti. A partire dal derby del 18 novembre 1990 giorno in cui è nata mia sorella vinto dall’Inter per 1 a zero con gol probabilmente irregolare (e quindi più godurioso) di Nicolino Berti o dal derby di ritorno del 1997–98 con la doppietta del Cholo Simeone e gol di Ronaldo di una bellezza impossibile da riprodurre a parole o anche il derby di ritorno annata 2010 in cui distruggiamo il Milan ispirato a Tele Santana (colui che riuscì a non vincere nulla col Brasile più forte di sempre, quello del 1982) di “Don Leo” pur giocando in 10 per 65 minuti e finendo in 9 contro 11.

Ma la mia scelta va al 3–2 del 10 dicembre 2005 quando l’Inter dopo anni di dominio rossonero torna a vincere un derby con un gol nei minuti di recupero dell’Imperatore Adriano. L’esultanza con mio padre, puro e grande interista, mi fa venire la pelle d’oca ancora oggi quando ci ripenso.

Sebastiano: 11 dicembre 2005, Inter — Milan 3 a 2: perché Adriano ancora pregava prima delle partite e qualcuno lassù lo ascoltava; perché sembrava che avrebbe potuto mettersi l’Inter sulle spalle e portarla a vincere; perché segnare nei minuti di recupero è un’eiaculazione; perché se il derby lo risolve il tuo calciatore preferito, quello di cui hai comprato ogni cazzatina, compreso libro celebrativo + maglietta tamarrissima usciti con la Gazzetta, allora è proprio un orgasmo a tutti gli effetti (a 16 anni era il primo eh).

Chiudo con Stanković che strattona Mancini dopo una sassata (il movimento della gamba destra di Dejan è bello come un bozzetto preparatorio di Michelangelo): era il 28 ottobre 2006, stavamo imparando di nuovo a vincere

https://www.youtube.com/watch?v=nRpTCiwW5J8

https://www.youtube.com/watch?v=5UxgrNI7QnE

https://www.youtube.com/watch?v=Z4cF0MFB7do

LE SQUADRE HANNO CAMBIATO MOLTO, COME GIUDICHI IL MERCATO DI MILAN E INTER?

Francesco: L’Inter ha fatto quello che doveva fare: accontentare in toto Mancini in maniera da non iniziare la stagione con potenziali alibi e palleggi di responsabilità. Se l’Inter, speriamo di no, dovesse avere una stagione fallimentare, il colpevole sarà solo lui. Non mi faccio prendere da facili entusiasmi per le prime due vittorie, anche perché sono venute al termine di due partite molto sofferte e aspetto a definire due certezze la nuova coppia di centrali difensivi Miranda e Murillo (il secondo in particolare mi sembra molto “bello” ma incline all’errore ammazza-partita). Dove Mancini si gioca tutto è a centrocampo: la scelta è filosofica. In Italia è convinto che, con il livello di talento generale abbassato negli ultimi anni, vinca la squadra più tosta e pronta fisicamente. Perciò dentro Kondogbia, Felipe Melo e Perišić al posto di Kovačić (I miss you Mateo ndr.), Hernanes e Shaquiri. A livello di gioco per ora siamo alle aste, ma sono convinto che l’idea del Mancio sia giusta.

Il Milan ha investito molto ma non nel settore che lo richiedeva di più, vale a dire la linea mediana. Bertolacci è un buon giocatore in un complesso funzionante e che gli chiede di fare ciò che sa fare ossia inserirsi in attacco, ma non è il tipo di giocatore che cambia il volto ad un reparto. Ottimo l’investimento su Romagnoli, ma ora va protetto dalla squadra e non esposto al pubblico ludibrio ai primi errori. Per quanto riguarda l’attacco, Bacca mi fa impazzire, Luiz Adriano mi pare si integri alla perfezione con lui, dell’altra punta che hanno preso non parlo.

Sebastiano: Il cambiamento più significativo l’ha fatto il Milan: prendere Mihajlović è stata la mossa più furba del mercato di Galliani. Tra i nuovi mi incuriosiscono Bacca e Romagnoli. Vorrei capire se il colombiano può avere lo stesso impatto avuto al Siviglia. Romagnoli potenzialmente può diventare il miglior centrale dei prossimi dieci anni, ma la cifra spesa per averlo può trasformarsi in un ostacolo da un punto di vista psicologico. Certo è che investire tutti quei soldi in un difensore è un gesto nostalgico, un po’ anni ’90, quando l’Italia sfornava centra efficaci ma soprattutto belli da vedere, eleganti.
Un discorso a parte lo merita il grande ex, Marione Balotelli. Rivederlo con la maglia rossonera mi ha causato fitte al cuore: sono un nostalgico, non l’avrei venduto, anzi, ci avrei costruito attorno la squadra post Triplete. Spero che non giochi il derby. Prima o poi, comunque, scriverò un romanzo chiamato Tutto quello che avrebbe potuto essere Mario Balotelli se non fosse stato Mario Balotelli. Sottotilo: come sperperare il proprio talento e vivere felici.

Il mercato dell’Inter mi è piaciuto, ma mi ha fatto soffrire molto: Kovačić andava per forza venduto? Per il suo bene, direi di sì. Da tifoso, direi proprio di no. Non mi priverei mai di un talento come il suo a centrocampo. Ecco, questo settore merita un discorso a parte. Da verificare Kondogbia (che potenzialmente potrebbe farci svoltare), chi è che dovrebbe inventare? Guarín? Forse manca un po’ di fantasia (Mateo, dove sei?). Mi sembra comunque molto solido, una roba tipo la Barriera di Game of Thrones: speriamo che il finale di stagione non ci riservi sorprese in stile Jon Snow. Di Felipe Melo non parlo fino a quando non si becca il primo rosso. Comunque la coppia Melo-Medel è illegale e andrebbe vietata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Rimango comunque perplesso: un centrocampo molto muscolare mi piace, ma forse soffriamo in fase di costruzione della manovra (che ruolo avrà quindi Kondogbia?), è tutto da vedere.

La cosa importante, come ha notato Francesco, è che Mancini ha avuto più o meno tutto quello che voleva, perciò non ci sono scuse. Jovetić può diventare decisivo (basta conservarlo bene dopo ogni partita, al riparo da fonti di calore e Felipe Melo), Perišić poi potrebbe essere la chiave per giocare sulle fasce (l’anno scorso veniva da piangere). Montoya e Alex Telles dovrebbero aver messo una pezza alla questione terzini: far giocare Juan Jesus a sinistra è chiaramente un crimine contro l’umanità.

Gioele: Da tifoso vorrei rispondere con la scaramanzia: l’Inter è più forte perché si è rinforzata, ha un allenatore che conosce il club ecc.; il Milan invece si è rinnovato tanto, bla bla bla… Provando a entrare nel merito, non ho capito le scelte di mercato dei “cugini”. Hanno venduto i tre giocatori di pensiero della loro mediana (Kovačić, Hernanes e se vogliamo Shaqiri); fatico a capire come giocheranno, forse un 4–2–3–1 con Melo e Kondogbia (ma chi imposta?) e tre mezzepunte volatili come Brozović-Jovetić-Perišić. Mah, staremo a vedere. Il Milan invece non ha fatto abbastanza in difesa e a centrocampo. Dietro i problemi sono atavici, e in questo senso fa piacere l’investimento di prospettiva su Romagnoli. In mezzo mi pare che un problema sottovalutato sia De Jong che dalle prime uscite pare in netta difficoltà atletica. Bertolacci e Kucka non possono bastare, serviva un’alternativa più credibile per presenza e personalità a Kondogbia. Davanti invece Miha dispone di un tridente molto simile per caratteristiche al trio Okaka-Eder-Eto’o che tanto bene ha fatto a Genova: vediamo se saprà trovare anche quest’anno la formula giusta. Lo avrete capito, per me Balotelli è un titolare di questa squadra e una scommessa che ci sta: non ha più nulla da perdere, ed è in un momento anche personale particolare (il Milan è l’unica società che ha diffuso un comunicato pubblico di condoglianze dopo la morte del padre, quest’estate: non dimentichiamolo). Se i tre davanti fanno i fenomeni, non vinceremo il campionato ma saremo in lotta per l’Europa. Che rispetto al recente passato è già un bel progresso.

DOPO QUALCHE ANNO SI è TORNATI A PARLARE DI SCUDETTO PER INTER E MILAN, SONO CHIACCHIERE DA GIORNALE O C’è DEL FONDAMENTO?

Sebastiano: Mi sembra l’espressione di un desiderio che sta diventando una patologia man mano che il declino si distende sulla Milano calcistica, stagione dopo stagione. Non so se questo sia il punto più basso (nella mia memoria forse sì). Chiaramente si può sperare di fare meglio della stagione precedente (per fare peggio si deve retrocedere), ma non credo che l’Inter o il Milan siano all’altezza di Juve e Roma.

La speranza dei rossoneri si chiama Mihajlović: è uno dei pochi allenatori che può fare svoltare una squadra con la sua personalità.

La speranza dell’Inter? Che la psichedelia del colore dei capelli del Mancio si irradi in campo, abbiamo bisogno di avere personalità e di giocare (bene), di avere un’idea di gioco e un’identità.

Ho detto una paraculata? Sì. Sto facendo gesti apotropaici? Chiaramente sì.

Francesco: Chiacchiere da giornale. Per entrambe

Gioele: Il campionato si è livellato verso il basso: la Juve non è più una corazzata, il Napoli deve assimilare Sarri, la Lazio è partita male, la Fiorentina è un passo indietro. L’unica un gradino sopra tutte, a mio parere, è la Roma. Le milanesi sono da Europa; se poi davanti nessuno allunga, magari arrivano anche a ridosso della vetta. Ma può accadere per i demeriti altrui, non solo per i propri meriti perché gli organici hanno dei limiti evidenti.

STRAMILANO

NEGLI ULTIMI ANNI I DERBY DI MILANO SONO SPESSO STATE BRUTTE PARTITE, PENSI CHE QUESTO POSSA ESSERE IL DERBY DELLA SVOLTA?

Francesco: Non credo. In particolar modo il derby di domenica credo sarà abbastanza povero tecnicamente essendo le due squadra in rodaggio. Ciò non toglie che mi aspetto una partita ricca di intensità e che rappresenterà un punto di svolta per entrambe le squadre anche se siamo solo a settembre. Io temo molto questa partita perché Mihajlovic credo riuscirà ad inculcare nei suoi giocatori lo spirito derby e il Milan ha alcuni uomini che l’Inter può soffrire particolarmente; in primis con la nostra difesa rimaneggiata le due punte titolari e la loro riserva che prima o poi (speriamo poi) farò sto benedetto gol dell’ex, ma soprattutto io temo quel gran giocatore che è Jack Bonaventura, a mio avviso sottovalutatissimo.

In casa nostra, a parte i soliti noti, se giocano mi aspetto una gran partita da Guarín e Palacio.

Gioele: Arrivando a inizio stagione, c’è quel clima di aspettativa che magari è mancato negli scorsi. Emotivamente quindi sì, mi aspetto un gran derby, non la partita fiacca degli ultimi anni. Tecnicamente…siamo pur sempre al duello Melo-De Jong in cabina di regia. Il bel calcio ha altri indirizzi.

Sebastiano: Mi immagino un derby con un tasso agonistico altissimo, soprattutto se in campo ci saranno Felipe Melo e De Jong. “Tasso agonistico altissimo” si può anche leggere “bastonate”.

IL FANTASMA MIHAJLOVIC SI AGGIRA PER IL DERBY.

Francesco: Dopo Ronaldo al Milan ho smesso di provare dolore. Ormai non mi fa più caldo né freddo il discorso degli “ex” anche perché tra Inter e Milan di scambi giocatori/allenatori ce ne sono stati parecchi. Mihajlović è l’allenatore giusto per ricostruire una squadra nelle condizioni del Milan attuali dandole innanzitutto un’identità fatta di grinta e solidità. Questo a patto che sia accettato dall’ambiente altrimenti, come accadde a Firenze, fallisce e in maniera roboante. Non so se l’ambiente Milan si identifichi in Mihajlović e attorno a questa domanda ruota la stagione rossonera e, come sempre, il derby darà molte risposte.

Gioele: Credo ci sia più astio in casa interista, per la famosa intervista dei tempi di Catania. Ai milanisti, dopo tre anni di squadra moscia, la grinta di Mihajlović piace. Ma temo, anche leggendo quanto filtra dai giornali, che lui non sia entrato in sintonia con la società (leggi: “Arcore”). Temo che questo derby possa essere già un banco di prova importante per lui, e questo francamente è un male perché, comunque vada, ha appena iniziato a lavorare.

Sebastiano: Questa storia degli ex non conta più, come ha sottolineato Francesco.

Mihajlović mi piaceva molto ai tempi del Catania, a Firenze non è andata bene (ultimamente sulle rive dell’Arno non va bene a nessuno, se fossi Della Valle mi farei due domande) e ha dimostrato il suo valore con la Samp (ma vi immaginate cosa deve essere stato un anno con Ferrero?). La sua strada poteva incrociarsi di nuovo con quella dell’Inter, dopo essere stato il vice proprio del Mancio. Sono stati anni difficili e forse è meglio che non sia passato di nuovo da Appiano. Un fantasma, forse. Adesso, comunque, non lo invidio: al Milan si aspettano tanto da lui, dopo la brutta annata inzaghiana; secondo me, può reggere l’impatto (da uno che ha sopportato Ferrero mi aspetto grandi cose).

Honda guarda verso il Sol Levante.

IL PRONOSTICO DEI VOSTRI SOGNI

Francesco: L’Italbasket sconfigge Israele nell’ottavo di finale delle 18:30 qualificandosi per i quarti di finale dove una sorprendente Georgia elimina la Lituania grazie a “Naffin Isi” Zaza Pachulia.

La sera mi va bene qualsiasi scenario in cui accanto alla scritta Inter leggo 9.

Gioele: 2–3. La decide Mario, in mischia, di cattiveria. Poi non svegliatemi, grazie.

Sebastiano: Guarín calcia fortissimo uno dei suoi proverbiali tiracci, il pallone supera la Curva Nord e si perde nella notte di Milano. Poi le immagini sullo schermo si interrompono. Guaro ha abbattuto uno dei satelliti che orbitano attorno alla Terra e permettono ai vari broadcast di portare il grande calcio e il grande cinema e i grandi talent e i grandi documentari nelle case degli italiani. Il guasto verrà ripristinato solo a tarda notte. Su internet le notizie saranno confuse, qualcuno ci aggiornerà con dei tweet da San Siro.

E alla fine vincerà l’immaginazione.

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