Aru nel multiverso
2ª tappa — 2 luglio
Düsseldorf > Liegi 203,5km
Vincitore: Marcel Kittel
Leader: Geraint Thomas
WHAT?!? Per carità il ragazzo ha un discreto spunto nelle volate ristrette ad alta quota, però che si piazzi in una tappa totalmente pianeggiante con il gotha dei velocisti mondiali a darsi battaglia sembra un po’ irrealistico. In effetti lo è, colpa di un’organizzazione che non ha iniziato nel modo migliore questo Tour de France 2017. Che storia però che sarebbe stata. Una tappa monotona, di quelle che abbondano al Tour, movimentata dalla pioggia e da una caduta che coinvolge gente del calibro di Froome e Bardet. Niente di grave, così come mai nella pancia del gruppo hanno ritenuto grave il distacco dai fuggitivi che non accennava a diminuire prima dei -5km. Tutto calcolato con buona pace di Phinney e Offredo ai quali va un grazie in ogni caso per aver tentato la sortita fino all’ultimo.
Doveva essere volata, è stata volata, una volata preparata male dalle squadre dei velocisti con Sagan e Bouhanni lasciati troppo presto al vento e gli altri imbottigliati in un groviglio di ruote, telai e pedali risolto da un magistrale Marcel Kittel. Ma indovinate chi spunta al nono posto? Proprio lui, un Fabio Aru che a sorpresa approfitta della carenza di specialisti in casa Astana e si fa ingolosire dal traguardo di Liegi. Magari non gli hanno spiegato che l’arrivo non è quello della classica, magari voleva lanciare un segnale ai suoi rivali che anche nelle tappe pianeggianti può guadagnare abbuoni, magari nella borraccia c’era finito del Carignano sardo di quello buono e quindi ebbro si è lanciato nello sprint tra lo sgomento generale. Poi però lo intervistano e lui fa il vago consapevole del fatto che prima di arrivare nono in una tappa del genere dovrebbero succedere troppe cose.
Invece no era lì Fabio che dovevi insistere e “bullarti” davanti a tutta Italia di questa performance figlia di un training specifico che ti avrebbe portato a diventare l’erede di Gianni Bugno. Dovevi partire con qualche frase del tipo “non avete ancora visto niente” oppure “le volate non le vincono i velocisti ma chi ci crede fino in fondo” palesando una condizione fisica che avrebbe fatto impallidire i tuoi rivali per la generale. Se questo fa top 10 in volata quando arriviamo sul suo terreno che succede? Hai perso l’occasione della vita Fabio, potevi diventare l’eroe del web per un giorno. Fa niente dai, l’importante è che ci fai divertire in salita.
P.S. Ovviamente al nono posto scala Michael Matthews mentre al decimo si inserisce Peter Sagan che conoscendolo preferiva non vederlo il suo nome così in basso.