BaciAru, quarta coniugazione

Andrea Giovanni Taietti
Crampi Sportivi
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2 min readJun 27, 2017

Ci sono baci e Baci, si sa.

Potremmo stilarne una classifica lunghissima. D’affetto, d’amore, dei genitori ai figli, dei figli ai genitori, tra fidanzati, tra amanti, tra amici e così via. Ma tutti poi sono divisibili in due categorie. Sentiti e non. E i secondi non sono per forza falsi, traditori o ingannevoli, semplicemente non hanno un legame. E non ne creano. Pensate a una ragazza o a un ragazzo che avete baciato solo una sera, perché eravate brilli, o euforici per qualcosa che vi era accaduto quel giorno, o spensierati, o arrabbiati, o solo perché era così bella, o bello, che non potevate non farlo. Accezioni che rientrano in quelli che trovi nella definizione sul vocabolario. Baciare, prima coniugazione.

A diciotto anni la maggior parte di quelli che dai sono del secondo tipo. Anche se baci qualcosa che hai sognato fin da bambino. Persino una maglia. Perché sei troppo giovane per capire cosa voglia dire un gesto simile. E perché “hai mille posti dove andare, nelle città dei bugiardi dove si può giurare e negare fino all’alba con certi mercanti bastardi”, quindi “baci e saluti, baci e saluti” direbbe Fossati. Senza rancore.

Poi cresci e a ventisei anni certe cose le sai. Sai che non sta bene baciare chiunque. Sai che non si fa. Che non è bello. Sai che un bacio lo devi sentire. Sai che per alcuni ci vogliono duecentoquarantacinque chilometri e sessantaquattro giorni, ma che ne vale la pena. A ventisei anni, su un podio, se baci è un bacio sentito. Anche se baci una maglia. E lo fai senza sorriso, perché “cerchi riparo, fraterno conforto, tendi le braccia allo specchio, ti muovi a stento e con sguardo severo biascichi un malinconico Modugno, di quei violini suonati dal vento, l’ultimo bacio brucia sul viso come gocce di limone l’eroico coraggio di un feroce addio”. Perché a quell’età sai che un bacio potrebbe essere anche l’ultimo dato, mentre cerchi ancora di capire “il senso spietato di un non ritorno” sussurrerebbe Carmen. E questo sul vocabolario non lo trovi. Questo lo devi sentire. BaciAru, quarta coniugazione.

Alla fine quando baci sta tutto nel volere o meno lasciare andare. A diciotto anni credi di poter recuperare tutto, a ventisei un po’ meno.

Gigio non la stringeva nello stesso modo di Fabio quella maglia. E la differenza sta tutta lì. Anche se sono sicuro che entrambe avrebbero tanto voluto dire ai rispettivi ragazzi “Baciami ancora… Baciami ancora… Tutto il resto è un rumore lontano, una stella che esplode ai confini del cielo.

Baciami ancora.”

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Andrea Giovanni Taietti
Crampi Sportivi

Segue una dieta ferrea di sport, film e libri. La perenne ricerca del tempo perduto lo ha spinto a Torino. Ora, vuole una cucina dove impastare storie.