L’unione vale l’oro

Crampi Sportivi
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3 min readJul 23, 2017

Sale l’attesa ai Mondiali di Budapest 2017 per vedere in vasca le frecce azzurre della piscina. Tuttavia, nel frattempo, possiamo già tranquillamente parlare di Mondiale dei record almeno per quanto riguarda il nuoto sincronizzato, appena andato in archivio. Una spedizione, quella dell’Italia del synchro, che chiude la manifestazione mondiale con un argento spettacolare conquistato dalla coppia formata da Giorgio Minisini e Mariangela Perrupato nella routine del doppio misto. Una medaglia arrivata dopo una prestazione esaltante sulle note di Paradise Lost, composta da Michele Braga, su cui la coppia ha montato la coreografia ispirata al tema di Adamo ed Eva. Un argento suggellato da un ottimo 91.1000 che lancia la coppia Minisini — Perrupato alle spalle della coppia russa, che chiude davanti agli azzurri di appena 92.6000. Un punto e mezzo che non oscura il primo argento mondiale per l’Italia.

Un risultato che fa brillare gli occhi, ma che soprattutto conferma il grandissimo livello del misto sincronizzato italiano: proprio Budapest ha segnato un punto di svolta storico, visto che si è conquistata la prima, formidabile medaglia d’oro mondiale per il nuoto sincronizzato. Due anni sono passati dall’irruzione nel programma mondiale del sincronizzato misto tra lo stupore di molti e le polemiche di chi continua a considerarla una “cosa da donne”. Ci ha pensato Giorgio Minisini, due anni dopo, a mettere le cose perfettamente in chiaro. Un ragazzo nel synchro? Non un’assurdità, ma un’esperienza che per l’Italia vale oro.

Minisini da nessuna parte? Medaglia d’oro vinta nel programma tecnico.

Un oro mai arrivato per la Nazionale Azzurra. Un oro che pesa e pesa tantissimo, contribuendo ad accendere i riflettori su una specialità che ancora non si è scoperta fino in fondo e che porta tra le onde della piscina del parco Városliget uno dei temi più attuali dei nostri giorni. Si intitola, infatti, “A Screem of Lampedusa” la routine azzurra, una composizione che mette al centro il potente e delicato tema dell’immigrazione raccontando la storia di un uomo alla ricerca della terra ferma e di una salvezza che la sua compagna di vita non avrà mai la possibilità di raggiungere. Una tragedia quotidiana, che Giorgio e Manila interpretano con forza, iniziando la loro esibizione con un urlo di dolore in grado di gelare la piscina di Budapest, ma con una contemporanea dolcezza che cattura i giudici (tra cui spicca anche il papà di Minisini).

Il risultato? Uno straordinario punteggio di 90.2979 che permette al duo italiano di tenere dietro anche la temibilissima coppia russa. Una soddisfazione, per il giovane sincronetto e la capitana azzurra che vale doppia: dietro di loro neanche gli americani riescono a tenergli testa e Giorgio Minisini, almeno oggi, può permettersi di guardare dal gradino più alto del podio anche Bill May (il Re del syncro maschile, il pioniere di questa specialità). Colui che è stato, ed è ancora, il punto di ispirazione e riferimento per il nostro sincronetto d’oro. E se per la coppia italiana un urlo di dolore ha aperto la routine vittoriosa, a chiuderla non può che essere un lungo pianto liberatorio, ma le lacrime di Giorgio e Manila, questa volta, sono solo lacrime di gioia e di vittoria.

Articolo a cura di Giulia Abbate

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