Campari sportivi: Juventus-Torino

Crampi Sportivi
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8 min readOct 31, 2015

Illustrazione di Daniele Cavalieri

Due tifosi del Torino e due della Juventus per capire meglio il derby della Mole, davanti all’aperitivo. Perché vabbene il calcio, però portaci da bere dai, sennò ci innervosiamo.

Questo è un derby atipico, pensi si possa parlare, per la prima volta da anni, di Torino favorito?

Danilo (torinista): Il Toro per definizione non può essere favorito. Anche nelle annate più buie dell’altra squadra di Torino non siamo mai partiti con il favore del pronostico. Non è nel nostro DNA. Credo non ci sia un solo tifoso del Toro in grado di poter immaginare una situazione del genere. Nemmeno se partissimo a giocarcela 11 contro 8.

Poi la letteratura dei derby in senso lato dice che “questa è una partita che sfugge ad ogni pronostico”.
Diciamo che negli ultimi vent’anni il pronostico è stato a senso unico. Purtroppo per noi.

Matteo (Juventino): Fare un pronostico quando gioca la Signora quest’anno è bello tosto. La Santa Sede presto si esprimerà per tutelare lo stuolo di santi scomodati dalle ingiurie di milioni di scommettitori che hanno perso la schedina in uno Juve-Frosinone qualunque. Certo il Toro sta disputando un grande inizio di campionato, e non è una sorpresa visto il mercato che ha fatto quest’estate, però se i bianconeri riescono a reagire al momentaccio, i valori in campo sono ampiamente dispari.

Andrea (torinista): Non credo. Lo dicono le forze in campo. La rosa della Juve è costruita — checchè ne dicano molti loro tifosi disfattisti — per dare continuità ai risultati dello scorso anno cercando anche di svecchiarsi. Il Toro è una buona squadra con qualche individualità e tanti problemi. Non sono particolarmente ottimista per sabato, anche alla luce delle ultime nostre prestazioni.

Salvatore (Juventino): Onestamente non è solo perché in questo momento la Juventus potrebbe perdere con chiunque che il Torino potrebbe partire favorito, ma in verità io non ho mai visto nessun favorito nel derby, infatti è una partita che non gioco mai. In questo momento, a dire il vero, credo che la Juventus sia all’ultima spiaggia: o vince domani o può iniziare a pensare a come fare per non finire in zona retrocessione a giocarsi i match decisivi con il Carpi, quindi secondo me a partire favoriti saranno proprio i bianconeri.

Sentite l’etichetta di Derby minore?

Matteo: Può essere un derby minore perché non è sentito da entrambe le parti allo stesso modo. Certo per me la partita con il Toro è sempre un bel bacino di ansia: quelli quando vedono bianco-nero si accendono, impazziscono, e ogni volta si sparano prestazioni allucinanti. Però l’epica del derby la ritrovo più in altre arene.

Danilo: Questa è una di quelle definizioni che definirei “da gobbo”. Perché fino agli anni Novanta le cose a Torino stavano così. C’era il DERBY e lo respiravi a scuola, nei bar, sul tram, negli uffici, in fabbrica, nei negozi. Nei giorni precedenti la partita e in quelli successivi non si parlava di altro.
Poi il Toro è diventato Torello, siamo stati più in A che in B, e i tifosi a strisce hanno spostato le loro attenzioni sulle partite contro Inter e Milan, Roma, Napoli.
Devo dire che molti di noi si sono sentiti orfani del loro snobismo.
In ballo c’è il senso di appartenenza, i colori, la leadership cittadina, il nostro sentirsi terribilmente diversi da loro: come fa IL DERBY ad essere considerato minore?

Andrea: Io credo che un derby non possa definirsi minore. E’ un ossimoro, perché le due parti in causa logicamente penseranno che la loro rivalità superi le altre. Tale definizione credo sia data dal fatto che il Torino ha tifosi soprattutto in città e in regione, mentre la Juventus è la squadra più tifata d’Italia, con uno zoccolo duro che proviene dalla Lombardia e dal sud Italia. Ma a parte questo, a rendere meno infiammata la stracittadina abbiamo contribuito molto noi, rimanendo ai margini del calcio che conta per parecchio tempo.

Salvatore: Derby minore? Non credo. In ogni caso restano 3 punti come tutte le altre partite, non è una sfida che sento particolarmente, ma di certo Milan e Inter insieme non stanno dimostrando di essere superiori. Quindi il derby minore è il loro e sfido chiunque a dire il contrario.

Il ricordo più piacevole che conservi di questa partita.

Danilo: Beh, non ci crederete, ma faccio fatica a trovarne uno solo. Diciamo che il derby di Coppa Italia nel 1993 è stato bello. Gol loro sotto la Maratona, fumogeni, caos, esultanze…palla al centro e stavano ancora esultando…PEM! Poggi, 2–2. Noi in finale e loro a casa.
Poi vabbè, quel 3–2 in tre minuti e quaranta secondi (marzo 1983) rifilato alla squadra di Zoff, Gentile, Cabrini e poi Scirea, Platini e Boniek, nessuno se lo potrà mai scordare: credo bisognerebbe eleggere quella partita patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Però il primo derby, il mio primo derby non lo scorderò mai. Vittoria sotto la Maratona, cross di Junior, inzuccata di Serena. 1984–85. Papà riluttante mi portò allo stadio, avevo nove anni. Novantesimo di gioco. Angolo per noi. “Dai Danilo, usciamo così non troviamo ressa.” “No, papà, aspetta…”
2–1 per noi. Voilà.

Matteo: 17 Novembre 2002, punizione dalla sinistra di Nedved calciata tesa a mezza altezza sul primo palo. Del Piero arriva in anticipi sulla traiettoria, ma mette il tacco del piede sinistro e la palla si infila sotto al sette. Magic moment.

Andrea: Ne ho diversi. Il 3–3 in rimonta con il rigore sbagliato da Salas, il rigore parato da Pastine a Ravanelli, Quagliarella che lo scorso anno segna sotto la Maratona il gol dell’ex, le battaglie dei primi anni ’90 quando il Toro era una squadra di spessore. Speriamo un giorno di poter rivivere quegli anni, perché significherebbe che siamo tornati definitivamente là in alto.

Salvatore: Il gol di Maresca, troppo facile. Ho goduto non poco durante la sua esultanza. Come ho già detto, non sento particolarmente il match, forse anche perché non sono di Torino, però quelle corna resteranno nella storia.

Danilo: Il meno piacevole è una partita che non ho visto. Tirava aria pessima in casa granata. Ulivieri in panca, squadra molto debole e destinata ad una triste retrocessione: quella sarà la peggior stagione di sempre del Toro in serie A. Correva la stagione 2002–2003.
Io non ce la faccio e diserto lo stadio. Increduli gli amici, mio padre, la mia fidanzata dell’epoca.
Ma la cosa pazzesca è che quella sera, me ne vado al cinema. Da solo.
Lo spettacolo inizia alle venti e trenta al cinema Empire in piazza Vittorio a Torino. Vado a vedere Marie-Jo e i suoi due amori, film francese del marsigliese Robert Guédiguian.
Di quel film non ricordo nulla. Credo di aver stabilito il record del mondo di sguardo all’orologio.
Salito in auto, la vecchia Ritmo di papà, ascolto un cd. Poi arrivo a casa e mio padre mi guarda e fa segno con la mano, quattro.
Entro in camera da letto, guardo gli highlights e spengo.
Mai più. Il derby si guarda sempre.
Per inciso. In casa, quello è l’unico derby che mi sono perso dal 1984 ad oggi.
Fuori casa, soprattutto da quando hanno una casa loro, non ci vado.
Al supermercato preferisco andare in settimana.

Matteo: Seriously? Il momento in cui ho deciso che avrei odiato Marcelo Salas per il resto dei miei giorni.

Andrea: Negli ultimi anni, nonostante le rose profondamente squilibrate tra noi e loro, ce la siamo sempre giocata. Più che un momento no, direi il rammarico di poter fare qualcosa in più senza riuscirci. Però insomma, siamo stati talvolta anche vittime di decisioni discutibili.

Salvatore: Il rigore sbagliato da Salas per colpa del buco scavato da Maspero. L’incazzo di quel giorno ci ho messo due mesi a farmelo passare, ma devo dire che Maspero avrebbe meritato una medaglia al valore per la furbata compiuta con stile e bastardaggine. Genio assoluto.

Danilo: Dico Bruno Peres. Loro a sinistra hanno Evra che potrebbe patire il dinamismo del brasiliano.
Bruno mercoledì sera contro il Genoa è stato risparmiato dal Mister e a casa loro ha già segnato un goal pazzesco.
Tra l’altro quel goal, atteso dodici anni è stata come una liberazione: da Cauet nel 2002, a questa meraviglia messa a segno sotto i nostri tifosi con un coast to coast che ricorda quello di Bale in Copa del Rey contro il Barcellona.
La differenza è che Bruno Peres è costato due milioncini e probabilmente la prossima estate ne porterà circa venti nelle casse granata, mentre il gallese, beh…è costato qualcosa in più.
Fondamentale che si accenda, che spinga e che riesca ad arrivare fino sul fondo: solo quando giochiamo bene sugli esterni possiamo essere pericolosi.
Veloce, tecnico, divertente. Peres è uno degli esterni più forti del campionato.
Tra i tifosi del Toro, il timore è che l’uomo derby non finisca per esserlo la giacchetta nera. Vista la designazione di Rocchi, non graditissimo alla sponda granata per alcuni trascorsi e qualche decisione un po’ così, soprattutto nei derby…c’è da fare gli scongiuri.

Matteo: mi piacerebbe che fosse Dybala, ma il livello nervoso della contesa potrebbe non consentirlo. Allora mi gioco Khedira, che oltre a segnare con un tackle in scivolata a centrocampo(sì proprio così, nel rimpallo), sederà tutte le risse della partita, compresa quella finale tra Ventura e Lemina.

Andrea: Per la grande legge delle probabilità direi Pogba. Il francese non si è ancora espresso su grandi livelli: prima o poi dovrà trovare la prestazione esaltante. Da noi, a mio avviso, solo Bruno Peres e Baselli possono creare grattacapi alla Juve, anche se spero in una prestazione maiuscola di Maxi Lopez, il più in forma in questo momento.

Salvatore: Il derby verrà deciso da Pogba. Non ho dubbi. Farà un gol incredibile e la Juventus ritroverà il campione che è. Da quel punto noi vinceremo 18 partite di fila, lo scudetto sarà nostro come la Champions League e io mi risveglierò tutto sudato. Esagerazioni a parte, confermo Pogba.

A fine anno il Toro può finire davanti alla Juve? O è fantascienza?

Danilo: No, dai ragazzi. Non scherziamo. Innanzitutto loro lotteranno per i primi posti. E’ vero sono distanti dalla vetta, ma li conosco, questi non molleranno la presa facilmente. Hanno iniziato male, ma hanno avuto tanti infortuni. Non hanno più giocatori decisivi e ne hanno altri che devono ancora capire cosa significa giocare in quella squadra.
Hanno uomini di grande esperienza e di talento. Impensabile che noi si arrivi davanti a loro.
A meno che la Champions diventi un obiettivo primario. Vero è che non possono rischiare di non arrivare nei primi tre posti, ma ritengo che alla fine i valori saranno rispettati.
Il Toro deve puntare a fare un campionato da parte sinistra della classifica, con un occhio all’Europa, valorizzando i giovani acquistati e giocando a calcio come sa fare.
Se il Toro si pone un obiettivo così, rischia di rovinare tutto. Sinceramente arrivare davanti ai nostri nemici giurati non lo ritengo fondamentale.
Mi accontenterei di farli fuori in Coppa Italia. Ammesso ci si incontri negli ottavi.

Matteo: Vandasciendza!!!

Andrea: Direi fantascienza. Alla lunga i valori verranno fuori, ed il Toro — nonostante il buon inizio — ha molti problemi a fare gioco e a modificare il proprio atteggiamento a partita in corso. Poi io credo di essere uno dei pochi a credere — oggi — ad una Juve capace di agganciare il treno Champions League. Allegri ha bisogno di tempo e merita di finire la stagione, prima di essere valutato.

Salvatore: Se il Torino finisce davanti alla Juve vuol dire che i miracoli esistono e quindi io posso continuare a sognare di finire insieme a Federica Nargi. Non ci credo neppure se succede, e se succede vuol dire che il mondo sta per finire quindi mi auguro proprio di no. No, non accadrà mai. Il Torino piano piano perdere posizioni e la Juve risalirà la classifica almeno fino al terzo posto.

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