Che cavolo stai dicendo, Willis?

Crampi Sportivi
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3 min readJun 29, 2016

Roger Federer si prepara a scendere di nuovo sul campo centrale di Wimbledon. Il suo ritorno al tempio del tennis ricorda quelle maestose processioni di paese, in cui l’intera comunità si riversa in strada per portare l’idolo religioso fin dentro la chiesa, nel posto che gli spetta e che è a lui destinato. Esiste tuttavia il rischio che lo svizzero, l’incarnazione del divino tennis, oggi possa giocare addirittura con il pubblico contro: il suo avversario si chiama Marcus Willis e ha una storia da non crederci.

Quando il tuo amico scemo vince una partita a Wimbledon.

Partiamo cercando di inquadrare questo perfetto sconosciuto con qualche dato: è nato a Slough, Gran Bretagna venticinque anni fa. La sua posizione numero 772 nel ranking lo rende il qualificato con la classifica peggiore a raggiungere il secondo turno di uno Slam dal 1988, quando lui neppure era nato. Prima di mettere piede sul court 17 dell’All England Club, lunedì pomeriggio, non aveva mai disputato un match nel circuito maggiore del tennis professionistico, tanto è vero che la ATP è stata costretta, in fretta e furia, a scrivere due righe e appiccicare una sua fototessera sulla sua scheda nel sito ufficiale.

Nulla di così eccezionale fin qui, no? Ma basta riguardarlo, questo Willis, mentre alla fine degli highlights scende a rete per stringere la mano a Ricardas Berankis — la cui vittoria era quotata a 1,03! — per accorgersi che già il fisico è tutt’altro che quello di un professionista. Dietro la polo bianca d’ordinanza si scorgono le tettine dell’uomo fuori forma, e la corsa goffa con cui raggiunge l’abbraccio dei suoi amici, prima ad un angolo e poi all’altro del campo, inciampando nel mezzo, sembra quella del personaggio di un cartone animato.

Cartman di “South Park” ad esempio. Che poi è il soprannome che fu affibbiato a Willis nell’ambiente dei futures, quando era ancor più sovrappeso, mangiava barrette al cioccolato tra un turno di servizio e l’altro e dopo aver celebrato la vittoria con un sorso di Pepsi, mostrava la lattina all’unica telecamera. Una marchetta resa ancor più sorprendente dal fatto che l’azienda produttrice della bibita non solo non gli sganciava un soldo, ma probabilmente neppure sapeva della sua esistenza. Alla luce di questi fatti, sentirgli dire oggi “Non sono mai stato così in forma” suona un po’ meno ridicolo.

https://www.youtube.com/watch?v=pNoIw2Z3Ri0

Ma accettare bonariamente le prese in giro, divertirsi, raggiungere i quarti di finale in un challenger non era sufficiente a sopravvivere: così Marcus Willis dapprima si è messo a fare il maestro di tennis part-time, poi ha deciso che ne avrebbe fatto la sua attività principale. È l’inizio del 2016.

Qui inizia la parte più importante della storia, quella che sembra presa di peso da una commedia romantica scritta da sceneggiatori poco originali: Willis ha fatto richiesta per il visto, andrà a Philadelphia a insegnare lo sport al quale non vuole più saperne di giocare. Poi a un concerto di Ellie Goulding incontra Jennifer, bionda, ex reginetta di bellezza, ora dentista e madre di due bambini in fuga da una relazione chiusa da poco. I due si innamorano perdutamente e lei lo convince a rimettersi in forma e riprovarci.

Stacco, sequenza con l’audio di “Eye Of The Tiger”: Marcus si iscrive alle pre-qualificazioni di Wimbledon, le supera, poi supera anche tutti i turni di qualificazione e raggiunge il tabellone principale. Qui finisce il flashback: torniamo alla sfida di tre giorni fa con Berankis, alle diciannove palle break annullate. Al pubblico che si riversa ai bordi di questo campo secondario circondando i “fan” di Cartman, quelli con le magliette con gli hashtag scritti a pennarello, che fanno il tifo agitando in aria le proprie scarpe e cantano cori da stadio, coprendo la prima intervista con la BBC della vita del loro amico.

Torniamo anche, perché no, all’assegno da oltre cinquantamila sterline, il prize money per gli eliminati al secondo turno. Una bella differenza con gli appena trecentocinquanta dollari guadagnati nel resto della stagione.

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Alla fine del pazzo pomeriggio Goran Ivanisevic, che nel 2001 vinse Wimbledon da outsider, gli è andato a stringere la mano. Gli ha detto: “Prima del prossimo match, prenditi una sbronza. Non hai speranze contro Federer, non cambia nulla se scendi in campo sobrio o ubriaco marcio. E dopo che hai bevuto, e hai giocato, ritirati. Meglio di così non potrà andare”.

Forse ha ragione. Willis ha una buona prima di servizio mancina, nulla da perdere e il vento dell’impossibile che soffia dalla sua parte. E ha già vinto una storia da raccontare, che poi è ciò di cui vivono tanto le pessime commedie romantiche quanto lo sport.

Articolo a cura di Raoul Ruberti

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