Chi sarà il terzo portiere della Nazionale a Euro 2016?

Crampi Sportivi
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7 min readApr 19, 2016

“Julio Sergio è il miglior terzo portiere del mondo”. Il titolo che diede Luciano Spalletti a Julio Sergio durante la sua prima avventura sulla panchina della Roma fu oggettivamente un attestato di stima uscito male. Una sottile presa in giro per un giocatore mai realmente visto come tale dal tecnico di Certaldo. Ma l’etichetta ironica che gli diede rimase storica più per l’assurdità del concetto espresso che per il reale valore di un portiere poi dimostratosi tale sotto Claudio Ranieri. Sperando in un altro approccio e magari senza etichettarlo, Antonio Conte dovrà scegliere il miglior terzo portiere italiano per i prossimi Europei. L’infortunio al ginocchio di Perin, il terzo designato per l’avventura francese, ha riaperto le speranze di un posto a Euro 2016 a praticamente ogni portiere italiano professionista. Esagerazione? Non troppo, vista l’illusoria importanza che riveste nella Nazionale italiana il ruolo del terzo portiere. Cioè nulla.

Stilisticamente uno dei migliori portieri della Serie A. Perseguitato però dagli infortuni

Il titolare è Buffon senza se e senza ma. È il capitano, il totem azzurro, il recordman di presenze, il mito vivente, il miglior portiere del mondo e chi più ne ha più ne metta. Gigi non si discute, anche a ragione. Il suo vice è Sirigu e anche qui ci sono poche discussioni. Non è forte come il collega juventino, ma, come in ogni posto di lavoro, ha un curriculum pesante che lo esonera da qualsiasi ballottaggio. Sia con Buffon che con gli altri portieri. Il numero dodici è lui e anche qui non si discute. Per l’ultimo posto entra in ballo la scelta di Antonio Conte: chi porto agli Europei come terzo? Uno va portato, ma in base a quale criterio il CT sceglierà il numero 22 azzurro? La scelta probabilmente si suddividerà secondo tre concetti diversi: un portiere d’esperienza, un portiere giovane, un portiere meritevole. Difficilmente Conte guarderà al lato tecnico del giocatore, scegliendo uno rispetto ad un altro perché migliore. Sceglierà seguendo una delle tre strade, avendo ognuna una prerogativa diversa: il gruppo, il futuro, la meritocrazia.

Il portiere d’esperienza

Quella del portiere d’esperienza è la classica scelta che si fa per il gruppo. Per preservarlo da alzate di testa tipiche del giocatore ambizioso, ma anche per cementarlo, grazie alla presenza di un numero 22 più compagno d’avventura che reale protagonista in campo. Il portiere d’esperienza di solito è sempre quel giocatore over 30, con anni di carriera alle spalle, consapevole delle sue qualità e conscio del ruolo di uomo-spogliatoio. Ad esempio, Angelo Peruzzi fu la scelta vincente di Lippi nel 2006 come De Sanctis lo fu per Prandelli ad Euro 2012. Un giocatore pronto in caso di emergenza, ma silenzioso nell’equilibrio di un gruppo. Partiamo dagli esclusi. Sorrentino avrebbe l’età giusta, ma la totale inesperienza a livello internazionale condita da un carattere eccessivamente “fumantino” lo taglia fuori. Stesso discorso per De Sanctis, che avrebbe i numeri per fare il terzo, ma l’inattività di quest’anno, pur in una squadra di vertice, lo rende per la Nazionale un ex giocatore. Viviano invece è troppo giovane per portare un bagaglio di esperienza e ha avuto una stagione troppo sottotono con la Sampdoria per essere preso in considerazione. Ultimo tra gli esclusi è Storari, storico vice di Buffon nella Juventus e uomo di fiducia di Antonio Conte ma ormai uscito dai radar nazionali con la stagione, pur vincente, in Serie B con il Cagliari.

Il “cazzeggio” del terzo portiere come unica ragione di vita

Alla fine i portieri davvero in corsa sono due: Daniele Padelli e Federico Marchetti. Il numero 1 granata è stato già considerato da Conte come il quarto della lista, avendolo aggregato al gruppo per molte partite del suo biennio azzurro. Ma come il ct lo ha considerato più volte affidabile in gare ufficiali, quello che potrebbe giocare a suo sfavore è il rendimento altalenante in questa stagione. Il Torino ha fatto male per buona parte dell’anno e parte della responsabilità è stata proprio di Padelli. La panchina di qualche mese fa sembra aver giovato al portiere granata che ultimamente è tornato agli standard della passata stagione. Marchetti invece non rappresenta un punto fermo nel ruolo per Conte: nel suo biennio è stato chiamato solamente per le amichevoli contro Inghilterra e Romania, guarda caso coincidenti con l’infortunio di Perin. La stagione della Lazio non è stata delle migliori ma, insieme a Padelli, rappresenterebbe una sicurezza a livello di spogliatoio. E poi ha già partecipato ad una grande competizione, giocando titolare tutto il Mondiale 2010, non proprio il miglior viatico per una sua convocazione.

Tre partite in Sud Africa e 4 gol subiti… non benissimo

Il portiere giovane

Quella del portiere giovane invece è la scelta fatta per il futuro. Si aggrega ad un’avventura importante come un Mondiale o un Europeo il giovane prospetto italiano per fargli guadagnare quell’esperienza che poi sarà utile alla Nazionale negli anni a venire. Il solo vivere l’aria del grande evento, accanto a campioni affermati, gli fa acquisire quella maturità che poi tornerà utile per tutto il corso della carriera. L’esempio classico è la scelta che fece Cesare Maldini proprio con Buffon, quando lo scelse come terzo portiere al Mondiale di Francia 98. Esclusi i vari Scuffet, Gollini e Cragno, oggettivamente meno bravi degli altri portierini in rampa di lancio, gli unici giovani papabili per un posto a Euro 2016 sono Gianluigi Donnarumma e Marco Sportiello. Il portiere del Milan è il grande favorito per il ruolo da terzo portiere. Sia per le ovvie qualità dimostrate in pochi mesi in maglia rossonera, ma anche perché da tutti designato come il nuovo Buffon: per il nome di battesimo, per la precocità, per le stupefacenti capacità a diciassette anni e per una serie di analogie con la storia in nazionale del campione bianconero. Come detto prima, Buffon fu convocato come terzo da giovanissimo, proprio durante una competizione in Francia e proprio grazie ad un infortunio di un suo collega (Peruzzi). Insomma il parallelo tra i due Gigi regge e obiettivamente la chiamata per il numero 99 rossonero non sarebbe certo una sorpresa. Sportiello invece è il giovane outsider. Sette anni più vecchio di Donnarumma (comunque classe ’92), il portierino dell’Atalanta ormai è una certezza nel ruolo e viene indicato da tutti come uno dei più preparati in Serie A. Ciò che gli manca, tuttavia, è l’esperienza in azzurro. Nonostante le convocazioni in U-21, non ha mai fatto nessuna presenza in Nazionale e forse quest’inesperienza anche a livello giovanile potrebbe costargli cara.

Prima di Francia ’98: che la smorfia di Peruzzi indicasse già l’infortunio alla coscia?

Il portiere meritevole

Eh sì, c’è anche questa opzione: che Antonio Conte scelga come terzo portiere il migliore della Serie A. Vista l’emergenza, regalare l’Europeo al portiere più meritevole della stagione potrebbe essere il giusto premio per tutta quella generazione di portieri “bruciata” dalla grandezza di Buffon. Qui non ci sono grandi esclusioni da fare, la scelta meritocratica sarebbe suddivisa tra i due grandi protagonisti del campionato italiano: Andrea Consigli e Antonio Mirante. Il Sassuolo quest’anno ha fatto una stagione al di sopra delle aspettative e tra i protagonisti della favola emiliana, c’è proprio l’ex portiere dell’Atalanta. Con una media voto di 6.23, Andrea Consigli risulta essere uno dei migliori portieri della Serie A e la convocazione per la Francia sarebbe il giusto premio per una carriera se non sfortunata, quantomeno immeritata. Alla soglia dei 29 anni l’ex prodigio della primavera bergamasca potrebbe riscattare anni di promesse non mantenute (da parte delle grandi squadre) e veder coronato finalmente il sogno di potersi cimentare ad altissimi livelli. Anche a livello di Nazionale il passato di Consigli è segnato da un vorrei ma non me lo permettono: oltre 60 presenze tra Under16 e Under 21 senza mai il premio dell’Italia “dei grandi”. Prandelli lo chiamò nel 2012 per un’amichevole, senza però farlo scendere in campo, lasciandogli quell’amaro in bocca filo conduttore della sua carriera. Forse Conte potrebbe finalmente regalargli il sogno rincorso per una vita, vista anche la precedente esperienza tra i due ai tempi dell’Atalanta.

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Ecco… magari quest’azione è meglio se Conte non l’abbia vista

Infine c’è Antonio Mirante, anche lui grande promessa del calcio italiano e ormai trentatreenne (sembra ieri di vederlo con la maglia della Primavera della Juventus), che grazie a Donadoni e al Bologna ha rilanciato la sua carriera dopo il fallimento del Parma. Dopo Sorrentino e Handanovic, Mirante è il terzo portiere in Serie A per rendimento: media voto del 6.34 e una serie di prestazioni stellari, tra cui quelle con il Napoli e il Milan, che hanno fatto ricordare quanto di buono si diceva sul suo conto. Anche per lui zero presenze in Nazionale, qualche chiamata sporadica e un viaggio a Rio de Janeiro nel 2014 che gli ha fatto solo assaporare l’aria del grande evento. Fu infatti portato in Brasile come riserva nella lista dei 23, a causa dell’infortunio di Sirigu, salvo poi esser rimandato in Italia a 24 ore dall’esordio con l’Inghilterra, dopo il recupero del portiere del PSG.

Fasciature e movimenti contratti. L’agilità di Sirigu non era delle migliori, ma in Brasile andò comunque lui

Insomma questo sarà il ventaglio di portieri dal quale Antonio Conte tirerà fuori il “miglior terzo portiere italiano”. Fino a fine maggio non avremo altre indicazioni, visto che per i prossimi quarantacinque giorni non ci saranno partite dell’Italia. Ma forse un’ipotesi veritiera può essere fatta. Il futuro di Conte è al Chelsea e il suo unico obiettivo in maglia azzurra sono i prossimi Europei. I Mondiali saranno un problema del prossimo CT. Quindi vista l’autorità che ha il commissario tecnico sulle scelte, a meno di una direttiva imposta dalla FIGC, l’opzione giovane è difficilmente percorribile. Tecnicamente e dal punto di vista del gruppo un ragazzo non gli darebbe nulla nel singolo evento, anzi, vista l’immediatezza che serve in un torneo di un mese, la “scommessa per il futuro” lo priverebbe di una scelta in caso di massima emergenza.

Le opzioni rimanenti sono quindi esperienza o meritocrazia. Tecnicamente sarebbe giusto scegliere Consigli o Mirante, visto che l’annata di Serie A ha dimostrato come i due siano stati i più bravi e più meritevoli del posto. Anche l’età è dalla loro: non sono più dei ragazzini e l’esperienza non gli manca di certo. Allo stesso modo però per Conte il concetto di gruppo, compattezza ed unione va oltre i tatticismi e le questioni di campo. E in quest’ottica si inseriscono Marchetti e Padelli: entrambi hanno già vissuto l’aria dello spogliatoio e fanno già parte di quel gruppo tanto caro al CT. La scelta è difficile, visto che sarebbe comunque un ripiego. Perin è più forte di tutti e quattro e senza il suo infortunio nessuno di loro sarebbe stato preso in considerazione. Ma alla fine la maglia numero 22 ricadrà probabilmente sulle spalle di Padelli, l’uomo giusto al momento giusto che incarna, bene o male, tutte le caratteristiche richieste dal ct: esperienza, novità, cameratismo e bravura. Perché dopo tutte queste parole alla fine quello conta, esser bravi a parare.

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