Ci ricorderemo di questi giorni

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
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4 min readJan 27, 2016

“Ti ricordi quando eravamo in Serie A e tutte le vie nei pressi dello stadio erano già intasate di macchine fin da un paio d’ore prima della partita?” mi chiede mio padre mentre in macchina ci avviciniamo al parcheggio dello Stadio Garilli. Fino ad una quindicina di anni fa, facevamo prima ad arrivarci a piedi da casa nostra, ora possiamo addirittura lasciare la macchina nel parcheggio di fronte all’ingresso.

Oggi, 24 gennaio 2016, è il grande ritorno di mio padre sulle tribune del Garilli dopo quasi 15 anni di assenza. Io ho sempre cercato di seguire il Piacenza Calcio con costanza anche in questi anni bui, anche se i tempi dell’abbonamento in Curva Nord sono lontani anni luce.

Oggi la realtà è la Serie D e l’avversario di turno sono i bergamaschi della Grumellese. Il mio amico, nonchè direttore generale della squadra, Marco Scianò ci ha riservato due posti addirittura in tribuna d’onore, là dove una volta sedevano alcuni tra i personaggi più importanti della storia del calcio italiano, come Massimo Moratti, Adriano Galliani, la famigerata Triade della Juventus.

Passiamo gli striminziti controlli all’ingresso dello stadio (non ci sono nè tornelli nè biglietti nominali o tessere del tifoso in queste categorie) e saliamo in tribuna dove ad attenderci c’è proprio il DG, Marco Scianò. Conosco Marco da quasi 20 anni. Siamo passati da essere compagni di banco alle medie a compagni di squadra di basket, poi lui dirigente ed io giocatore. Dopo il percorso universitario e varie altre esperienze nell’ambito della dirigenza sportiva, per lui, l’anno scorso, è scattata la grande opportunità di diventare il Direttore Generale di una nobile decaduta come il Piacenza Calcio con l’obiettivo di riportarla almeno nei professionisti.

“L’ultima volta che sei venuto non è andata molto bene (si riferisce a Piacenza-Rimini 0–1 della scorsa stagione), speriamo che oggi vada meglio altrimenti non ti invito più.– mi punzecchia Marco — Quest’anno non abbiamo ancora perso in casa”. Marco è tutto sorrisi e pacche sulle spalle. La tensione dello scorso deludente campionato è alle spalle. I ragazzi guidati da Mister Franzini veleggiano in testa alla classifica del girone B di Serie D a +13 sul Lecco.

La partita è a dir poco noiosa. Il Piacenza sembra abbastanza svogliato e privo di mordente, fa giocare la Grumellese in attesa di colpirla alla prima distrazione. Sulla fascia capitan Matteassi si dà un gran da fare ad inventare assist per i compagni e in ripiegamento difensivo. Nonostante le sue 37 primavere è oggettivamente il giocatore con il più alto tasso tecnico in campo, prodotto proprio del settore giovanile biancorosso con cui ha anche esordito in Serie A nel lontano 1997. Una sottile linea di connessione tra il passato e il presente.

Allo stadio ci saranno poco più di 1.000 spettatori, un gran numero per la Serie D, ma che sembrano molti meno in un stadio da 21.000 posti e con una struttura che andrebbe se non ricostruita completamente, almeno ristrutturata adeguatamente. Le due curve sono addirittura chiuse. Gli ultras si sono spostati dalla Curva Nord al settore Distinti. Cantano e sostengono la squadra dal primo all’ultimo minuto come ai tempi migliori. Dopo le delusioni e i contrasti con la vecchia dirigenza, dopo la sofferenza per il fallimento e la gioia per la rifondazione del 2012, è riscoppiata la passione, fin dal campionato di Eccellenza vinto un paio di anni fa. Trasferte più vicine significano seguito più numeroso in un calcio lontano dai canoni del calcio moderno, quello delle copertine patinate, dei talk show televisivi e delle pay-per-view.

Vicino ai noi ci sono una coppia di anziani. La signora conosce e canticchia tutti i cori degli ultras, conosce quasi tutti i giocatori, è una tifosa vera. Fa quasi fatica a muoversi tra quei seggiolini stretti ma ha una fede incrollabile a sostenerla, una fede a tinte biancorosse. Esulta alla grande in occasione del gol dell’1–0 diCazzamalli, il numero 10 biancorosso. Un colpo di testa perfetto sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto dal centrocampista francese Anthony Taugourdeau.

Il secondo tempo è a dir poco soporifero. Ci pensa uno dei due presidenti,Stefano Gatti (l’altro è il fratello Marco) a scaldare il clima gelido inveendo contro l’arbitro, ma soprattutto contro i suoi giocatori, colpevoli di avere un atteggiamento troppo soft. In tribuna si sente quasi solo il suo vocione. Quando Saber Hraiech, italo-tunisino classe 1995 con un passato nelle giovanili della Sampdoria, si mangia un gol a tu per tu col portiere, Stefano si accalora ancora di più, si sporge dalla ringhiera che ha di fronte per gridare tutta la sua rabbia. E’ un vero ultras, un presidente, al pari del più tranquillo fratello Marco, che ci tiene per davvero.

Irripetibili le parole che escono dalla sua bocca al pareggio della Grumellese ad una manciata di minuti dal novantesimo. Decisivo, in questa occasione, anche l’errore di posizionamento del neo entrato Galuppini. Il nostro vicino di posto, un ragazzo sulla trentina con morosa al seguito, lo aveva detto: “Ma dai, come fai a togliere Minicleri adesso per far entrare Galuppini?!”. Aveva ragione lui, forse…

Sì, perchè è proprio Galuppini al novantesimo a disegnare una traiettoria imparabile su calcio di punizione col suo mancino telecomandato. Esplode il Garilli, saltiamo tutti per aria. Non c’è niente come un gol al novantesimo. Scianò si gira verso di me sogghignando, incrocio il suo guardo e sorrido anch’io. La mia prossima ospitata al Garilli è salva.

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Il Piacenza vola a +15 sulla seconda. La promozione tra i professionisti è lì, basta allungare il braccio e prendersela. Qualcosa di bello sta rinascendo e crescendo sempre di più. Chissà che un giorno addirittura anche la Serie A non ritorni in città. Sarà allora che guarderemo indietro a questi anni, noi pochi frequentatori del Garilli di oggi e ci ricorderemo di quanto sia stato bello e romantico.

Ci ricorderemo di questi giorni.

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