Ciclismo Uomo, collezione primavera/estate 2016

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
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5 min readJan 16, 2016

Con l’avvio del Tour Down Under, parte dall’Australia il World Tour 2016, il circuito del ciclismo internazionale che probabilmente celebrerà con quest’anno la sua ultima edizione. Sarà un’annata conclusiva per il World Tour e per alcune squadre, ma è pur sempre una nuova stagione che nasce, e si porta con sè tutti i colori e gli aromi di nove mesi di passione in cui non riusciremo a staccarci dagli schermi. Per allentare la tensione, dunque, iniziamo a guardare quest’annata 2016 del ciclismo mondiale proprio a partire dai suoi colori.

La maglia che vorrebbe comparire sulle riviste di moda: Southeast — Venezuela.
Che Pippo Pozzato dovesse tornare alla Southeast quest’anno era sulla bocca di tutti da mesi ormai, ma per la conferma ufficiale è stata necessaria una lunga attesa. Il motivo lo si è scoperto poco dopo: era il tempo necessario per ideare e confezionare il primo prodotto di (alta?) moda del corridore più metrosexual del gruppo. Il risultato, ovviamente, è un improbabile disegno in cui l’austera eleganza del grigio scelta l’anno passato torna a lasciar spazio agli inserti del fluo tipico del team. Non sapendo esattamente quale grigio usare, il ciclista vicentino ha pensato bene per utilizzare tutti quelli a disposizione fino a creare una bizzarra scacchiera che crea una transizione dal nero di sfondo agli sponsor al grigio chiaro di sfondo alla firma dello stilista stesso.
Come già in tanti hanno fatto notare, ciò che è mancato a questo progetto è stata una presentazione in stile, magari non una sfilata, ma almeno un dancefloor.

La maglia che vorrebbe sembrare il volantino delle promozioni: Etixx — Quick Step.
D’istinto verrebbe da “incolpare” la nuova sponsorizzazione con il logo di notissima azienda di supermercati, ma a guardarla bene la nuova maglia della Etixx è proprio così: un’ordinata semplicità di bande alternate come quelle che mettono in evidenza la nuova lavatrice scontata del 40%, ma solo fino al 31 del mese. Un disegno perfetto per valorizzare tutti gli sponsor, che si leggono con una chiarezza estrema, da catalogo appunto, tanto che ogni volta che la si guarda si avverte subito la necessità di buttare giù una lista della spesa.

La maglia con cui andare a pranzo dalla nonna: Cannondale.
Cambiano gli sponsor, i nomi e i colori, ma il team di Vaughters non ne vuole proprio sapere di rinunciare alle losanghe che lo contraddistinguono sin dalla nascita. Per il 2016 l’Argyle Armada ha pensato bene di realizzare quello che tutti gli chiedevano già nel 2015, ovvero la sua classica fantasia a rombi intinta nel verde vivo tipico dell’azienda di bici americana. Il risultato è una replica leggermente fluo del maglioncino che tutti abbiamo ricevuto in regalo da qualche zia a Natale, dal quale scompaiono lentamente gli sponsor e resta spazio soltanto per la comodità. Bisogna solo fare attenzione a non versarci sopra il brodo dei tortellini.

La maglia con cui andare a pranzo al Cremlino: Katusha.
Mentre la Russia di Putin acquisisce ulteriore potere nello scacchiere geopolitico internazionale, la Russia di Igor Makarov si ritrova sempre più all’opposizione nello scacchiera della politica ciclistica, eppure non rinuncia a gridare forte la propria identità. Messo da parte nuovamente lo skyline della Piazza Rossa, il team russo riprende il suo rosso tradizionale e lo arricchisce con un enorme logo rappresentante la vocale Ю tagliata a metà in modo da sembrare la K. L’alternanza di due tonalità di rosso, uno chiaro e uno scuro, fa intuire quali siano le intenzioni di Makarov (e Putin), disposti forse ad attenuare le proprie posizioni ma non certo ad abbandonarle.

La maglia con cui pranzare a casa da soli: Nippo — Vini Fantini.
Per una Southeast ha fatto disegnare la maglia a capitan Pozzato, c’è un’altra professional italiana che sembra aver puntato di più sul gioco di squadra. La maglia della Nippo — Vini Fantini sembra infatti il frutto di un brain-storming fatto durante un ritiro invernale, con un grande foglio bianco su cui ognuno si è sentito libero di inserire un disegno, un marchio, un colore, senza che fosse richiesta alcuna attinenza con il resto. Il risultato è un patchwork di scritte e colori che, di fianco all’arancio-blu della stagione passata allarga persino l’improbabile banda verde sul fianco. Un omaggio all’individualismo più caotico, che scompare veloce non appena dalle scale dell’hotel spunta Kazushige Kuboki, con la sua splendida maglia di campione giapponese, e invita tutti a un giro di sakè.

Le maglie che completano il giro.
Come per ogni stagione, c’è chi cambia poco (Sky, Movistar, IAM, Lotto-Jumbo) e chi non cambia mai (Astana, Lotto — Soudal, Giant, Orica, FdJ, BMC, Ag2r, Trek e una Lampre che vince il premio di miglior presentazione, ispirandosi contemporaneamente ai video di Albano & Romina e alle grafiche di Expo2015).

C’è chi torna indietro nel tempo (Dimension Data) e chi semplicemente cambia sport (Tavira — Sporting)… e poi c’è chi non ha paura di stupire, o terrorizzare. Per apprezzare la rassegna degli orrori, però, bisogna avventurarsi in quel sottobosco di piccole squadre che affollano il ciclismo globale; la rassegna in realtà era stata inaugurata dalla maglia di allenamento della Tinkoff, ma fortunatamente è durata poco a differenza della megalomania del padrone della squadra. Che dire ad esempio della sgranatura dei pixel dell’Amore & Vita o del frullato di colori della Crelan — Vastgoedservice (che il fenomeno Van Aert ha pensato bene di coprire dopo pochi giorni con la maglia di campione belga di ciclocross)? Come descrivere la maglia metafisica del Rabobank Development Team che invita al colpo di reni quasi come i tedeschi della Heizomat auspicano, sin dalla stagione passata, un’esplosione di potenza dei propri sprinter?

Si potrebbe andare avanti a lungo, oppure osservare come il disegno delle maglie di oggi stia semplificandosi sempre più sui singoli elementi: c’è la moda delle bolle, come per l’australiana State of Matter MAAP o per la lituana Staki o il ritorno di un minimalismo di scuola Bauhaus per il Team 3M… e poi ci sono quei casi in cui l’elemento grafico è il prodotto venduto dallo sponsor, come nel caso della continental belga Cibel che promette frutta fresca proprio come, da qualche anno, la Jelly Belly esalta le sue caramelle gommose.

Una serie di tentativi arditi che potrebbero impallidire se allargassimo lo sguardo al ciclismo femminile, nello specifico alla formazione argentina Xirayas San Luis, che se lo scorso anno sembrava uscire dalle tessiture ipnotiche dei ponchi andini nel 2016 punterà tutto sulla psichedelia.

Quale potrebbe essere, dunque, la maglia indimenticabile della prossima stagione? Si potrebbe ripetersi con la Drapac che, fortunatamente, non cambia di una virgola, ma è evidente che per stupirsi bisogna andare ancora più lontano dal “ciclismo che conta”. Magari pure fuori dal ciclismo, e allora ecco che la maglia più bella per la stagione a venire la vestirà una squadra di calcio
nel mezzo di tutte queste presentazione si rischia di dimenticare che alla fine, la maglia più bella del ciclismo mondiale il prossimo anno la vestirà una squadra di calcio, quella della patria del ciclismo stesso dove una nazionale ha deciso di rendere omaggio alla Nazionale per definizione.

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