Cinque ritorni in cui speriamo per il 2016 della Formula 1

Crampi Sportivi
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7 min readAug 22, 2015

Agosto è tradizionalmente tempo di vacanze. Anche per i motori, dove i propulsori della Formula 1 si spengono per lasciar spazio ai piloti per rilassarsi. Dopo la più bella gara dell’anno all’Hungaroring (con collisioni e follie collettive), si riparte da Spa-Francorchamps, circuito storico dell’automobilismo moderno. Sicuramente il più amato dai piloti.

L’attenzione non è però rivolta solo alla pista: in questo periodo cominciano a fioccare le prime ipotesi di mercato. Anzi, quest’anno siamo partiti in anticipo, se pensiamo che la posizione di Kimi Raikkonen è stata in bilico da un paio di mesi abbondanti. Si sono sprecati persino i fotomontaggi riguardanti l’eventuale passaggio di Valtteri Bottas in Ferrari, prima che il Cavallino annunciasse il rinnovo del finlandese anche per il 2016.

Con il campionato ancora aperto, è tempo comunque di pensare al prossimo anno, dove esordirà il Haas F1 Team. Non sappiamo se ci saranno ancora la Manor, la Lotus (potrebbe tornare la Renault come costruttore) e la Force India, così com’è incerto il futuro di diversi piloti. La Sauber non mancherà, contando sulla riconferma di due piloti paganti come Nasr ed Ericsson.

Qui però parte la domanda: se il biondo pilota di Kumla rimane per la terza stagione in Formula 1 pur non avendo alcuna capacità, siamo sicuri che non c’è qualcuno a piedi che meriti di più questa categoria? Per questo, Crampi Sportivi vi regala cinque nomi che hanno già assaggiato la F1 e meriterebbero di tornare in griglia.

Consoliamoci: la Sauber ha fatto anche correre gente come Heidfeld, Frentzen, Raikkonen, Villeneuve, Massa, Perez.

Jaime Alguersuari

Occupazione attuale: Formula E, pilota Virgin Racing

Possibili posti: Toro Rosso?

GP disputati: 46

Punti: 31

Lo spagnolo classe ’90 è sparito di forza dalla Formula 1. Esordiente nel 2009, nel GP d’Ungheria di quell’anno diventa il più giovane pilota a esordire in Formula 1 (un record poi stracciato quest’anno da Max Verstappen) e il quarto più giovane a far punti. Con la Toro Rosso ha corso per due stagioni e mezza in 46 GP.

Il suo miglior risultato rimane quello del 2011, quando collezionò 26 punti e due settimi posti (a Monza e in Corea del Sud). Alla fine di quella stagione, la Red Bull decise di far fuori sia lo spagnolo che Buemi. Per anni è rimasto lontano dai motori, poi Alguersuari è tornato a correre in Formula E con la Virgin Racing.

La scuderia inglese lo deve ancora confermare per il 2015–16. Chissà che qualcuno non pensi a lui per un ritorno in F1, anche se lo spagnolo ci è andato giù pesante di recente sulla massima categoria dei motori. Intanto, si è creato una carriera alternativa: quella da dj.

L’etichetta è la Blanco y Negro Music. Per intenderci, la stessa di Pitbull e Shaggy.

Paul Di Resta

Occupazione attuale: campionato DTM, pilota Mercedes-Benz

Possibili posti: Mercedes, Force India, Haas F1 Team?

GP disputati: 58

Punti: 121

Scozzese di origini italiane, Paul Di Resta è sempre sembrato fuori dalla logica della Formula 1-spettacolo. Dopo una vita in altre categorie (in DTM ha fatto molto bene), il suo approdo in F1 nel 2009 è passato da alcuni test. Prima sulla McLaren, poi sulla Force India: le scelte derivavano dalla partnership con la Mercedes, la squadra con cui Di Resta ha corso e corre tutt’oggi in DTM.

Proprio con la squadra di Vijay Mallya, Di Resta è il pilota di riserva nel 2010. Nel 2011 viene promosso a titolare al fianco di Adrian Sutil. La prima stagione è stata di apprendistato, ma si è tolto comunque qualche soddisfazione. Nelle tre annate disputate in F1, si è sempre migliorato rispetto alla stagione precedente in termini di punti.

I suoi migliori risultati sono stati due quarti posti (Singapore 2012 e Bahrain 2013). Nel 2013 era persino riuscito ad andare a punti in sette delle prime otto gare. Ciò nonostante, Mallya si è poi assicurato i servigi di Hulkenberg e Perez per il 2014 e lo scozzese ha lasciato la Force India.

Un peccato però che nessuno gli abbia dato un’altra chance. Non è un fenomeno, ma è sicuramente un pilota solido, che merita una macchina in questa Formula 1. All’alba dei trent’anni, potrebbe esserci un ultimo treno.

P.S.: Sopra ho inserito la Mercedes tra le possibilità: non sono impazzito. Non intendo che Di Resta possa prendere il posto di Rosberg o Hamilton, ma quello di collaudatore sì.

Kamui Kobayashi

Occupazione attuale: Japanese SuperFormula, pilota Kygnus Sunoco Team LeMans

Possibili posti: Haas F1 Team, McLaren-Honda?

GP disputati: 75

Punti: 125 (un podio)

Ammetto che qui a parlare è anche la mia innata vocazione nipponica, ma vedere Kamui Kobayashi fuori dal paddock fa un po’ tristezza. Pilota vecchio stampo, capace di sorpassi complicati, l’ex Sauber è proprio uno di quelli di cui la F1 ha bisogno come il pane. Anche come collaudatore alla Honda.

Entrato nel circus grazie alla Toyota, compete in GP2 prima che la casa giapponese lo metta in pista per sostituire Glock, infortunato nel finale dell’annata 2009. Sono le ultime apparizioni della squadra nipponica in F1, ma a Kobayashi bastano due GP (Brasile e Abu Dhabi) per arrivare a punti.

La promozione arriva dalle parole di Jenson Button, campione del mondo quel giorno a San Paolo: «Kobayashi? Un pazzo assoluto, molto aggressivo». Se la Toyota fosse rimasta in F1, Kobayashi sarebbe stato certamente il titolare.

A quel punto Kamui fa la miglior scelta possibile: va alla Sauber. La macchina è in crescita per il triennio in cui il pilota giapponese corre per la casa di Hinwil. Il 2012 è l’anno migliore: la macchina è forse la più efficace dell’intero schieramento e la Sauber fa quattro podi. Tre per Perez, uno per Kamui.

E non uno a caso, bensì sul circuito di casa, a Suzuka: è il primo pilota giapponese a podio dopo 22 anni da Aguri Suzuki. A sorpresa, però, la Sauber non lo riconferma per il 2013, nonostante Kobayashi abbia raccolto otto milioni di euro tramite una campagna su Internet.

Dopo un 2013 passato tra Le Mans e il campionato Endurance, nel 2014 l’errore più grande della sua carriera: pur di tornare in Formula 1, Kobayashi accetto l’offerta della Catheram. La squadra malese non è in grado di dargli una vettura decente. Fulminante il giudizio del giapponese sulla vettura già a febbraio: «Una GP2 andrebbe più veloce…».

Quest’anno Kamui è impegnato nella Japanese SuperFormula, campionato nipponico in cui ci sono altri piloti passati brevemente in Formula 1. Finora non sta entusiasmando, ma forse l’obiettivo di Kobayashi non è quello di rimettersi su una Formula 1.

Se parliamo di capacità di sorpasso puro, solo Hamilton e Ricciardo davanti a lui.

Jean-Éric Vergne

Occupazione attuale: Ferrari, collaudatore + Formula E, pilota Andretti Autosport

Possibili posti: Lotus/Renault, Haas F1 Team?

GP disputati: 58

Punti: 51

E qui cadiamo nell’assurdo. Vergne è stato forse uno dei piloti più positivi nell’intero 2014: con la sua Toro Rosso ha ottenuto risultati impensabili, ma i giochi di potere in casa Red Bull l’hanno tenuto incredibilmente fuori dalla Formula 1.

Jean-Éric Vergne è entrato nel circus grazie alla solita Red Bull nel lontano 2012, quando viene piazzato in Toro Rosso. Fu lui a sostituire — insieme a Ricciardo — il duo Alguersuari-Buemi. A posteriori una scelta azzeccata, ma non era facile dirlo all’epoca.

In due anni con Ricciardo, finisce prima davanti e poi dietro al compagno di squadra. Sembrano in sostanza equivalersi, ma la Red Bull sceglie l’australiano come successore di Webber e nuovo compagno di Vettel. Il francese, rimasto scottato, rimane un altro anno in Toro Rosso, stavolta con il russo Kvyat come compagno di squadra.

Vero che il classe ’94 è alla prima stagione in F1, ma Vergne gli dà 14 punti e dimostra di esser di gran lunga superiore. Eguaglia il suo miglior risultato di sempre (sesto a Singapore, come in Canada nel 2013), ma Vergne subisce la doppia beffa a fine stagione: prima Verstappen viene annunciato come nuovo pilota Toro Rosso, poi anche Sainz prende il posto di Kvyat, destinato in Red Bull.

La delusione del francese è forte e più volte il pilota si è detto perplesso della decisione presa dalla Toro Rosso, ma fortunatamente per lui la Ferrari l’ha preso come collaudatore. Ora si attende di capire se Vergne tornerà in griglia nel 2016: lo cerca Haas e chissà che la Renault non ci pensi.

In pochi giorni gli comunicheranno che non è più in F1, ma lui infila Hulkenberg, Raikkonen e Bottas in tre giri a Singapore.

Robert Kubica

Occupazione attuale: rally, pilota Ford

Possibili posti: Williams, Lotus/Renault, Haas F1 Team?

GP disputati: 76

Punti: 273 (una vittoria, una pole position, 12 podi)

Qui siamo nell’ambito dei sogni impossibili. Eppure Robert Kubica rappresenta senza alcun dubbio il pilota più talentuoso che la F1 potrebbe riabbracciare. Sono quasi cinque anni che il polacco ha dovuto lasciare la Renault e da allora si è concentrato soprattutto sui rally.

Classe ’84, Kubica viene catapultato all’improvviso in Formula 1. All’epoca la Sauber era affiancata dalla BMW ed era una delle scuderie più forti del circus. Ufficialmente è il pilota di riserva, ma Jacques Villeneuve lascia la squadra per contrasti con il team principal Mario Theissen e Kubica viene promosso.

Alla sua terza gara di sempre, Kubica ottiene subito un podio a Monza. Una follia assoluta, visto che è il primo polacco a salire sul podio in F1. Si vede che c’è qualcosa in Kubica, un talento che si confermerà nelle stagioni successive.

Nonostante un incidente pauroso in Canada nel 2007, la crescita del polacco non si ferma. Quell’anno va a punti in 12 dei 16 GP disputati e l’anno successivo rimane in corsa per il Mondiale fino alla penultima gara. Prima pole in Bahrain, prima vittoria in F1 a Montreal.

La BMW decide poi di lasciare la Formula 1 e Kubica continua a far bene anche in Renault, dove ottiene tre podi e fa vedere che può lottare per la testa del Mondiale. Purtroppo, un grave incidente il 6 febbraio del 2011, durante una competizione di rally, gli impedisce di continuare in F1. Il polacco rischia di perdere la mano, ma alla fine si salva e può continuare la sua carriera nei rally, dove ancora oggi continua la sua carriera.

La verità è purtroppo una e ce la conferma lo stesso Kubica: «Penso che sia quasi impossibile il mio ritorno in F1. Vedo un sacco di miglioramenti, ma fare un paio di test è diverso dal correre una gara». Lui ci spera ancora, ma le possibilità sono pochissime. Siamo quindi nel campo dei sogni, ma in tempi di fantamercato ce li possiamo permettere.

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