Clasìco vs Non-Clasìco: il meglio della settimana in una partita tra normalità e follia — CS s02 e29

Crampi Sportivi
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4 min readMar 23, 2015

Noi di questa redazione siamo insaziabili animali da competizione. Non che ci piaccia realmente competere eh, per carità, siamo dei cucciolotti, ma nel senso che ci piace vedere continuamente sfide su sfide, confronti all’ultimo colpo tra personaggi più o meno positivi e i loro gesti più o meno caratteristici. Ci piace classificare, valutare, svalutare fenomeni e rising-stars, stare lì a vedere chi è più grosso, chi è più forte, chi è più matto, chi l’ha più dura e chi, alla fine dei conti, la vince. In questo fine settimana del Clasìco di Liga ci siamo un po’ fatti condizionare, e per raccontarvi le gesta dei nostri eroi abbiamo stilato due formazioni — un tantino fantacalciane a dirla tutta — che raccolgono rispettivamente i classici personaggi-numeri-episodi da strabuzzare gli occhi da una parte, e le prodezze inconsuete e certamente non-classiche dall’altra. Il pronostico lo lasciamo a voi, noi ci siamo già divertiti abbastanza.

Los Clasicos (3–4–3) : Courtois; Barzagli, Mathieu, Mexes; Mata, Saponara, Kaka, Candreva; Menez, Tevez, Suarez.

Courtois — C’aveva provato a finire nell’altra top11 il nostro Thibaut, regalando la palla ad Abel Hernandez per il pareggio dei tigers. Poi però lui ha abbassato la serranda, Loic Remy a fatto il suo dall’altra parte e tutto è bene bla bla bla…

Barzagli — Pazzesco come sia bravo a non farsi vedere. Sia quando non gioca — e i tifosi della Juve si erano quasi abituati alla sua assenza –, sia quando è in campo e si nasconde nelle pieghe della partita. Ma Barzagli è in campo? Sì, è in campo, e l’intervento su Perotti è di quelli che valgono tre punti.

Mathieu — Il più classico dei gol del Clasìco, che arriva come non te lo aspetti — su palla inattiva — da chi non ti aspetti: Jérémy Mathieu. A 31 anni suonati Mathieu raggiunge l’apice della sua carriera, con un gol che lo consegna alla storia culé.

Mata — Ci voleva giusto Louis van Gaal per dare spazio a Juan Mata. Da quando il Manchester United si è fatto scappare un attimo la mano con gli acquisti nell’ultimo anno e mezzo (Di Maria, Falcao, etc.), ci si stava dimenticando dei 45 milioni spesi nell’inverno 2014 per l’ex Chelsea. Ci ha pensato proprio Mata a ricordare la sua importanza: doppietta nel classic d’oltremanica e secondo gol da copertina.

Kaka — E’ vero, è andato a giocare a calcio in un posto dove generalmente ci si fanno le foto con Topolino e, qualche anno più tardi, ci si gode la pensione. Ma tranquilli: per godervi l’azione che segue, non vi tocca riprendere la lastra radiografica della zia che avete usato l’altro giorno. Nessuna eclissi, nessun campione al tramonto. È una discesa in dribbling di Kakà. Che è ancora classicissima, tipo la Milano-Sanremo.

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Saponara — Da un Ricky all’altro. Sempre trequartista, sempre con il Milan nel destino. Anzi, Wikipedia ci informa proprio che Saponara “è paragonato a Kakà, idolo dichiarato del calciatore romagnolo”. La doppietta (prima in serie A) e l’assist contro il Sassuolo, però, non possono ancora essere considerati un classico del suo repertorio. Andare via dal Milan e rinascere: questo sì, sta diventando un classico. Per info, telefonare Niang.

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Candreva — Classic Antonio. Bomba in mezzo alla barriera da 30 metri e la Lazio vola.

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Tevez — La Juve si trova davanti una squadra tosta, arrogante, tutta pressing, intensità e uno contro uno. “Allora se ne salto tre c’è un’alta probabilità di arrivare a calciare in porta” pensa Tevez. Non so se immaginava di farlo esattamente così, però il risultato è un capolavoro.

Los Non-Clasìcos (3–4–3) : Neuer; Gimenez, Duran, Avelar; Bulbwa, Mikel Rico, Gerrard, Gumbau; Emenike, Balotelli, Birtalan.

Neuer — Capita che anche Neuer non sia Neuer. La caduta dei grandi è più forte proprio perché si è in alto. E in alto c’è il Bayern, che sta dominando la Bundesliga ed è tra le super-favorite per la Champions. Eppure ieri i bavaresi si sono concessi una pausa, perdendo 2–0 in casa contro il Borussia Moenchengladbach. La squadra di Favre è una buona compagine, ma un Neuer in versione Massimo Taibi non ha aiutato sicuramente Guardiola.

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Gimenez — Mi chiamo José, ho 20 anni, gioco nell’Atletico Madrid. Sono di Canelones, che è un posto vicino Montevideo, e faccio il difensore centrale. Come Nasazzi, come Montero, come Lugano. E dalle nostre parti si difende anche così.

Avelar — Uno screenshot che è un’opera d’arte. Questo “Terzini e Photobombing” (SkySport, 2015) l’avremo già visto decine di volte da sabato sera, ma ci piace l’idea di continuare a farci interrogare dall’occhio vispo di Danilo Avelar che, brandendo il suo iPhone 5S, appare d’improvviso dietro la sagoma di un Ignazio Abate incredibilmente tendente allo Sean Penn di I Am Sam e si gode una meritata rivincita mediatica.

Duran — Che il Costa Rica sia un posto meraviglioso siamo venuti a saperlo durante gli ultimi mondiali. Qui Michael Duran ce ne dà una conferma, appoggiando il pallone in amicizia verso il suo portiere e affondando il suo Guanacasteca. Nonostante il misfatto, Michael se la ride e noi gli vogliamo molto bene.

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Gumbau — Se la squadra A guida la Liga, il Barcellona B non se la passa benissimo. Alcuni giovani continuano a passare in prima squadra, ma la compagine guidata da Jordi Vinyals è 23° in Segunda División, candidata per la retrocessione. Ci ha pensato Gerard Gumbau a tirar su il morale dei giovani barcelonisti. Il centrocampista classe ’94 (che si crede Alessandro Lucarelli) accorcia le distanze sul campo dell’Alcorcon con una giocatina banale. Peccato che sia arrivata comunque un’altra sconfitta.

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Emenike — Emmanuel Emenike ha vinto una Coppa d’Africa, ha giocato un Mondiale, ma non riesce a convincere i tifosi del Fenerbahce. Durante il primo tempo della gara contro Besiktas, Emenike non sopportava più i fischi dei tifosi e decide di lasciare il campo. Contesta tutti, ma l’attaccante viene poi costretto a rientrare dal tecnico Kartal. Per la cronaca, lo score di Emenike quest’anno è di quattro gol in 27 presenze. Normale che sia stato comunque cambiato a fine primo tempo.

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A cura di Gabriele Anello, Leonardo Piccione e Matteo Serra.

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