Come imparare a fare l’allenatore (feat. Walter Zenga)

Crampi Sportivi
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3 min readNov 24, 2015

Spesso nel mondo del lavoro ci si preoccupa quando il licenziamento è alla porta. Ci si chiede come si potrà ricominciare, quale sarà il nostro futuro e cosa ci aspetta più in là nella vita. Nel calcio queste dinamiche sono diverse, soprattutto per quanto riguarda il mestiere dell’allenatore, perché il continuo riciclo di panchine permette a tutti di avere una seconda occasione, ma anche di bruciarla piuttosto in fretta. Walter Zenga è l’esempio di questo strano mondo del pallone.

Gli sono bastate due settimane per tornare sulla panchina di un nuovo club. Esonerato dalla Sampdoria il 9 novembre dopo la sconfitta in casa contro la Fiorentina, a breve potrebbe arrivare l’annuncio dell’accordo con l’Al-Shaab CSC, squadra dell’Arabian Gulf League, campionato degli Emirati Arabi Uniti. Una sfida difficile per altro, visto che l’Al-Shaab ha collezionato appena due punti in otto giornate.

È vero che Coach Z aveva già annunciato il ritorno negli Emirati Arabi (dove ha casa, moglie e figli), ma un ricollocamento così veloce nel suo “rapporto lavorativo” sembrava difficile da immaginare. Invece, è probabile che le sue venti regole gli siano stato ancora una volta d’aiuto. Già, perché a ottobre è uscito il terzo (TERZO!) libro di Walter Zenga, edito da Rai Eri e chiamato “Coach”.

In quel libro, lui ha sciorinato le venti regole che servono per fare l’allenatore, per avanti nel mondo del calcio. Visto che hanno funzionato per lui — già di nuovo in panca nell’emirato di Sharjah — noi di Crampi Sportivi abbiamo provato a vedere se possono essere utili anche a voi.

Regola n°1: «Prima di tutto essere uomini»

Varriale lo sa.

«Che paura che mi fa!»

Regola n°2: «Crederci, crederci, crederci»

Case in point. È un attimo che arrivi la Ventura con «Crederci sempre, arrendersi mai!».

Regola n°3: «Squadra che vince (a volte) si cambia»

Zenga lo sa bene, specie visto che la Sampdoria ha utilizzato finora tre moduli e 26 giocatori in 14 partite stagionali tra Serie A ed Europa League. In fondo, l’aveva detto….

Regola n°4: «L’imprevisto… non è prevedibile»

Specie quando l’han visto tutti.

Regola n°5: «Una squadra è più dell’insieme delle parti»

Pensiamo alle mutande.

Regola n°6: «Mai sottovalutare l’avversario»

Gli altri, intanto, lo prendono per il culo.

Regola n°7: «Nervi saldi, anche sotto pressione»

Qui un esempio.

Regola n°8: «Confidenti-serpenti (se non li scegli bene)»

Diciamo che stavolta è andata male.

«Per me è come tornare in una famiglia». Ferrero l’ha appiedato dopo cinque mesi, nonostante l’amore incondizionato dei primi tre mesi.

Regola n°9: «Segui l’istinto»

Tipo fare l’#IceBucketChallenge

Regola n°10: «La storia insegna (e anche la geografia)»

Devo esser sincero? Questa è l’unica che non ho capito.

Regola n°11: «Don’t follow the money».

Non per nulla, la sua carriera recita MLS (quando non contava nulla), Arabia Saudita e ben quattro stagioni negli Emirati Arabi Uniti, dove così bene non ha fatto.

Regola n°12: «Paese che vai, usanze che trovi (e che devi rispettare)»

Se il rumeno l’ha imparato, a Dubai è andata peggio. Nonostante abbia spesso lodato il paese che più l’ha ospitato come allenatore, alla fine qualche contrasto c’è stato.

«Do you have the pasta under cooking?»

Regola n°13: «C’è (sempre) chi dice no»

E a lui invece piace dire di “sì”.

Regola n°14: «Chi trova un (buon) collaboratore trova un tesoro»

Con Cagni si è visto l’esempio. A giugno Zenga lo sceglie e dice subito: «Ho parlato con Gigi e quest’idea ci piace». Il 2 settembre scorso, l’addio con il fidato assistente.

Regola n°15: «Mai disperarsi, ma mai rilassarsi»

Soprattutto quando fai un seminario.

Non so se mi colpisce più il disinteressato «Slide!» o la musica da acqua gym in sottofondo.

Regola n°16: «Il dito è un’arma a doppio taglio»

Regola n°17: «Capire cosa conta davvero»

Cito un suo passaggio in un’intervista alla FIFA: «L’importante è che abbiamo una casa». A posto.

Regola n°18: «L’offerta che luccica non è sempre d’oro»

Specie se non viene da Dubai. O dall’Arabia.

Ma cos’è, MTV Cribs Dubai?

Regola n°19: «La partita non è mai finita»

Quando poi la prima stagionale finisce 4–0 per gli avversari…

Regola n°20: «Vivere il momento, sognare in grande»

Vabbè, questa è un’abitudine che non ha mai perso.

Articolo a cura di Gabriele Anello

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