Cose da pazzi

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
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3 min readNov 23, 2016

Borussia Dortmund-Legia Varsavia è stata una partita folle, di quelle che ci piacciono tanto, di quelle che fanno impazzire chiunque, come noi, non veda l’ora di raccontarvi il pallone.

Il primo dato che colpisce è il punteggio finale di 8–4 per i tedeschi. 12 reti in un unico match di Champions non si erano ancora mai viste, e l’unica volta che si è segnato di più è stato nel lontano 1969/1970 quando KR Reykjavik-Feijenoord si “fermarono” sullo score di 2–12. Quell’anno la Coppa dei Campioni andò proprio agli olandesi, che misero a segno uno storico double campionato-coppa e aprirono la strada al glorioso Ajax di Rinus Michels, tre volte vincitore della competizione continentale.

Lo strapotere tedesco va però ben oltre il risultato: sono stati infatti finalizzati 8 dei 10 tiri indirizzati nello specchio della porta, e sui 799 passaggi realizzati 711 sono andati a buon fine e solo 18 sbagliati, per un possesso palla complessivo del 68%. I gialloneri della Ruhr inoltre, con i 5 gol segnati prima dell’intervallo, si sono confermati la squadra che segna di più nei primi tempi con 12 reti all’attivo sulle 19 totali. Ma se il rendimento sotto porta è da far invidia a Barcellona e Real Madrid (ferme a 14), preoccupa invece la fase difensiva, forse il più significativo tallone d’Achille dei ragazzi di Tuchel. Sette sono i gol subiti finora, e fanno eco a quelli incassati in Bundesliga (già 12 in 11 giornate).

Analizzando però la difesa scesa in campo ieri sera contro il Legia ci si può accorgere che l’età media del reparto difensivo composto da Ginter, Rode, Bartra e Passlack (quest’ultimo anche in gol e diventato così il marcatore più giovane della storia Borussen in Champions, tanto per gradire) è di circa 23 anni, caratteristica che lo rende un caso unico nel panorama calcistico europeo. E considerata anche la perdita di due pilastri come Hummels e Subotic, ogni crepa là dietro assume una dimensione non del tutto veniale, ma quantomeno fisiologica.

Non è finita qui perché, per rimanere in tema di prestazioni da record, Shinji Kagawa — uno che a Dortmund ha trovato il suo habitat naturale — segna una storica doppietta in appena 60 secondi. Tra l’altro mai prima di ieri si erano segnate 5 reti in meno di 25 minuti (al 24’ si era infatti già sul 3–2) né tantomeno 7 nei primi 32 minuti (5–2).

Al Signal Iduna Park torna a timbrare il cartellino anche Marco Reus, a esorcizzare nel modo più spaccone l’infortunio al ginocchio che l’ha tenuto lontano dai campi da gioco per sei mesi con una doppietta dall’altissima percentuale di romanticismo. Dal capitano alla matricola, non era tuttavia quello di Passlack il gol più atteso bensì quello di Christian Pulisic, diciottenne ala destra statunitense di origini croate, che ha iniziato la sua personale battaglia contro il tempo diventando nell’ordine: il più giovane calciatore a segnare un gol in Bundesliga (17 marzo contro l’Amburgo), il più giovane calciatore a segnare una doppietta in Bundesliga (contro lo Stoccarda il 23 aprile), il più giovane a fare il suo esordio in Champions con la maglia giallonera. Se fosse arrivato anche il suo gol, sarebbe venuta giù la curva sud del Westfalenstadion.

Peccato, sarà per la prossima[/caption]

Del Borussia però colpisce la grande capacità a coprire il campo e ad interpretare le partite: contro i modesti avversari del Legia, i ragazzini terribili sono arrivati a riversarsi anche in nove nella metà campo polacca, con uno dei terzini stabilmente sulla linea degli attaccanti e il solo Bartra come ultimo baluardo difensivo. Magistrale la prestazione di Nuri Sahin e Kagawa, capaci entrambi sia di impostare l’azione che di attaccare lo spazio, ma al tempo stesso di mordere le caviglie come due veri mastini di centrocampo.

Una nota di riflessione ulteriore la meritano gli inserimenti di Aubameyang e Schürrle tra il 70’ ed il 72’, in quanto disvelano l’enorme contraddizione di un Borussia che sul punteggio ormai acquisito di 5–3 ha bisogno ancora di rilanciare la sua azione offensiva per evitare di subire una rimonta improbabile ma ritenuta possibile dal suo allenatore dalla panchina; il che denota (una volta di più) mancanza di solidità difensiva, non piena convinzione dei propri mezzi, un po’ di braccino dovuto alla fisiologica inesperienza dei giovanissimi talenti in campo. Rimane comunque il fatto che i ragazzini terribili del nuovo corso Borussen non perdono una partita dal primo ottobre (2–0 contro il Leverkusen), e seppur i fasti dell’era Klopp sono ancora lontani, nessun traguardo sembra loro precluso.

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