Cose da sapere se vi trovate a discutere di NHL 2015/16

Crampi Sportivi
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4 min readOct 13, 2015

Si è aperta ufficialmente la stagione regolare della NHL: 82 partite che decreteranno le 16 squadre che si sfideranno ai playoff. In palio il Sacro Graal degli hockeisti: la Stanley Cup.

Se non avete tempo per guardare tutti i match, se seguite solo le partite della vostra squadra o se non siete grandi appassionati, non vi preoccupate perché ci pensiamo noi a farvi un piccolo recap delle cose più importanti che accadono sul ghiaccio e fuori.

All hail the king

Henrik Lundqvist è il goalie dei New York Rangers. Insieme a Carey Price dei Montréal Canadiens è considerato da tifosi e addetti ai lavori il miglior portiere della lega. Esagerati? Vedere per credere. In carriera ha vinto tutto quello che si poteva vincere a livello individuale e con la maglia della Svezia: il Vezina Trophy (premio assegnato dalla NHL al miglior portiere della regular season), una medaglia d’oro olimpica (Torino 2006) e una d’argento (Sochi 2014), due medaglie d’argento mondiali, perfino una medaglia d’oro ai Mondiali di hockey in-line.

E’ in grado di suonare l’intro di Sweet Child O’Mine, ma non ha mai vinto la Stanley Cup. L’anno scorso i Rangers sono stati eliminati in gara 7 dai Tampa Bay Lightning nella finale di Western Conference mentre la stagione precedente hanno perso la serie finale contro i Los Angeles Kings. Quest’anno partono nel lotto dei favoriti e osservando questi primi interventi, viene naturale pensare che chiunque voglia incidere il proprio nome sulla Stanley debba prima fare i conti con The King.

I portieri di hockey si divertono un sacco.

Il mio nome è Ovechkin, Alex Ovechkin

Se Lundqvist è il miglior portiere, Alexander Ovechkin è considerato uno dei miglior attaccanti della lega. Anche in questo caso basta dare un occhio alla giocata che ha riservato per il suo esordio stagionale per capire che non si sta esagerando. Prima scelta assoluta al draft 2004, il capitano dei Capitals fuori dai confini di Washington non ha molti ammiratori.

Infatti è famoso per uno stile di gioco molto fisico che lo ha reso uno dei giocatori più duri di tutta la NHL. Grazie a gol del genere però ha ricevuto dal sindaco le chiavi della città e se la cosa non vi sembra così eccezionale ricordatevi che stiamo pur sempre parlando di un russo che è diventato un eroe nella capitale degli Stati Uniti.

Still J.A.G.R.

Jaromir Jagr, con i suoi 43 anni, è il veterano della lega. Per darvi un’idea: con la doppietta ai Philadelphia Flyers ha raggiunto quota 724 gol ed è il quarto giocatore di tutti tempi per punti. Indossa il #68 perché durante la primavera di Praga ha perso entrambi i nonni e ha detto che si farà crescere i capelli per tornare ai tempi della criniera selvaggia che aveva il giorno del suo esordio.

Quest’estate è stato protagonista di un episodio divertente: Kateřina Provazníková, modella di 18 anni, ha postato sui social un ‘after sex’ che la ritraeva in compagnia di Jagr. Obiettivo? Ricattarlo per ricevere in cambio soldi. Di fronte alla richiesta della modella però Jagr non ha fatto una piega dato che non aveva nulla da perderci. Innanzitutto perché è single e poi perché lei è (era?) la fidanzata di Dominik Rudl, difensore della nazionale U20 della Repubblica Ceca. Campione dentro e fuori dal campo.

Home sweet home

Per la prima volta dal 1972 i New York Islanders non hanno giocato una partita ufficiale casalinga al Nassau Coliseum, l’arena con la minor capienza della lega. La seconda squadra della grande Mela, infatti, si è trasferita al Barclays CenteR, impianto ultramoderno con sede a Brooklyn. Piccolo dettaglio: l’arena è stata progettata per il basket e la configurazione hockey PERMETTE al momento solo 14.500 spettatori, al di sotto degli standard richiesti dalla lega.

Oltre al proprietario degli Islanders, Charles Wang, anche il sindaco di New York Bill de Blasio ha preso parte alla cerimonia di lancio del puck. Insieme poi hanno assistito alla partita e hanno visto, al contrario dell’uomo seduto in questo posto i Chicago Blackhawks imporsi per 3–2.

Ci eravamo tanto amati?

Qualora non lo sappiate, nell’hockey la rissa è legale. Ci sono delle regole da rispettare ma di base due che si prendono a pugni non vengono fermati sino a quando uno dei due litiganti non cade a terra. Non serve necessariamente una ragione valida: basta uno spintone o della vecchia ruggine per buttare per terra le mazze, togliere i guanti e farsi sotto.

E’ ciò che hanno fatto Derek Dorsett dei Vancouver Canucks e Michael Ferland dei Calgary Flames due secondi dopo il via della loro regular season. Le ragioni di questo inizio col botto vanno ricercate nei playoff della scorsa stagione, quando i Flames si imposero per 4–2 al termine di una serie in cui le due squadre se le sono date di santa ragione. Questo derby canadese tornerà altre tre volte nel corso della regular season e se il buongiorno si vede dal mattino, ci saranno ancora molte scintille.

Articolo di Andrea Agostinelli: batterista mancato. Il suo primo idolo è stato Michael Schumacher, oggi è Kimi Raikkonen.

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