Crampi Sintetici — Sopportare la pressione, i giocatori della settimana, il Limbo della retrocessione

Crampi Sportivi
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5 min readApr 10, 2014

A volte si sottovaluta l’importanza della psicologia nel gioco del calcio. Si pensa che l’intelligenza applicata al calcio sia una cosa altra dalla psiche comune — e, c’è da dirlo, molte interviste nei post-partita non fanno che confermare questa impressione. Ma la gestione delle pressioni mentali che pesano sulla mente del calciatore di una massima serie è una cosa seria. Ognuno, d’altronde, l’affronta come può: chi catalizza e colpisce, chi non ha mai avuto pressione e se ne frega, chi entra in trance agonistica e regala numeri — e chi fa tutte e tre le cose insieme.

I GOL DELLA SETTIMANA

Mauro Icardi

Quando non è impegnato a fornire ciarpame e gossip per i vari colonnini dei siti di informazione sportiva, Mauro Icardi si allaccia gli scarpini e scende in campo. Non è impressionante il suo lavoro sul manto verde — lo si vede poco, lo si sente poco, si nasconde un po’ dietro l’ultimo difensore — quanto la sua reazione a tutto il mondo che ci gira intorno. Icardi è impassibile, metabolizza tutte le chiacchiere attorno alla sua vita sentimentale e le incanala nel gesto liberatorio e edipico del gol. Impressiona l’immobilità, la calma serafica, il tiro da fermo, il rumore del palo sul 2 a 1 al Bologna.

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Djibril Cissé

Belli i tempi in cui mezza Europa lo cercava ed era sulla bocca di tutti per le sue doti di killer in area di rigore. Son passati dieci anni da quando Djibril Cissé era uno degli attaccanti migliori del continente. Nonostante tanto girovagare — solo negli ultimi due anni Lazio, QPR, Al-Gharafa e Kuban — il buon Djibril non si è dimenticato come si può stupire il pubblico. E all’Armand Cesari di Bastia qualcuno c’è rimasto quando ha visto un colpo come questo.

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Jason Puncheon

Ormai era nella memoria di tutti i tifosi per il famoso coro “Puncheon, he shits when he wants”: quando l’anno scorso era al Southampton, sostituì in ritardo un suo compagno perché impegnato in faccende puramente fisiologiche. Poi ci si ricorda anche che ha un’ottima velocità e un discreto sinistro. Ne fa le spese il Cardiff di Solksjaer, pronto a dire goodbye alla Premier League al suo anno d’esordio.

LE SORPRESE

Sebastian Ryall e quel teamwork

C’è chi dice che il Sydney FC e la sua popolarità stiano solamente in Alessandro Del Piero, visto che il club non riesce a vincere trofei in campo nazionale. Eppure Sebastian Ryall e il suo gol pieno di one-two ci ricordano che il calcio può regalare sorprese inaspettate, specie se a farlo è un terzino. Un po’ come quando Razzi azzecca una consecutio temporum.

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Gyorgy “Denilson” Garics

Vi ricordate il buon Denilson? Già, quello che sorrideva nelle pubblicità della Nike sulla nazionale brasiliana. Quello che ha il maggior numero di presenze in Coppa del Mondo da subentrante in corso. Ma anche quello che era uno dei maestri della finta. E Garics si mette nei suoi panni nell’ultimo Inter-Bologna: ridicolizza Nagatomo e sulla respinta Pazienza trova il gol. Mica male per l’austriaco, abituato a ben altre giocate.

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Buste e palleggi

Pochi in Italia ne avranno sentito parlare, visto che gioca per l’Everton e per l’Irlanda. Ma Seamus Coleman rischia di essere l’ennesimo gioiello tirato su dai toffees; domenica si è anche discretamente divertito. 3–0 per il suo club sull’Arsenal, 1–0 per lui quando ha fatto la “busta” a Santiago Cazorla. Non capita tutti i giorni.

I GIOCATORI DELLA SETTIMANA

Mattia Destro

Checché se ne dica, e qualunque sia il risultato alla fine di questa Serie A, la Roma sta disputando un campionato pazzesco. Mattia Destro, in seguito all’infortunio e alle critiche della scorsa estate, si è dimostrato un centravanti di livello, un marcatore prolifico e intelligente. Al di fuori delle ridicole pretese della giustizia sportiva, domenica Destro si è portato a casa il pallone in una partita ostica come quella al Sant’Elia, che ci fa sperare nell’occhio di Prandelli e nell’idea vaga di poter prescindere dal volubile Balotelli in vista del Brasile.

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Fernando Llorente

È solo bello, dicevano all’inizio. È in crisi, dicevano recentemente, vedendo la condizione fisica non al top del gigante basco. Eppure nello strano posticipo delle sette di pomeriggio del lunedì Llorente fa doppietta, fa due gol praticamente da solo in tre minuti, fa correre ancora la Juventus. Nel primo caso non esegue qualcosa di imprevedibile: è il movimento che fa sempre ricevendo palla spalle alla porta. Questa volta con un solo tocco sposta il pallone, lo nasconde, si prepara al tiro; il secondo tocco e già la palla è sotto la traversa.

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Juan Mata

Un acquisto onerosissimo per una stagione comunque sotto la media dei Red Devils, che hanno reagito male al ricambio generazionale. Quando poi non ti gira neanche Juan Mata è proprio uno sfacelo. Ma domenica, a casa del Newcastle, lo spagnolo sembra risvegliarsi: sinistro chirurgico su punizione, gol su azione con una finta glaciale che mette a sedere Elliot e Coloccini, assist finale di tacco per il fenomeno Januzaj. Un peccato non poterlo vedere in Champions.

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IL LIMBO

È quel momento dell’anno. Si fanno i conti. Si considerano le dirette rivali, gli scontri diretti, i calendari di tutti per guadagnare quel punticino in più. Restare nella massima serie è un sogno, un’utopia, un obbligo. Alcune squadre ci stanno provando più di altre, o forse ci stanno solo più simpatiche.

Il Sassuolo

Con una rosa completamente rinnovata dopo il mercato di riparazione, il Sassuolo ha provato a barcamenarsi sul ciglio del baratro, richiamando alla fine il povero Di Francesco esonerato. Domenica i neroverdi hanno battuto un’Atalanta che vinceva da cinque giornate consecutive con un secco 2 a 0, respirando un po’, ma la strada è ancora lunga.

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L’Amburgo

L’Amburgo è la squadra più antica di Germania e quest’anno rischia di finire nella 2. Bundesliga, la seconda serie tedesca. Nell’ultimo turno di campionato la squadra di Mirko Slomka ha battuto in casa il Leverkusen quarto in classifica, sgomitando nella zona playoff, nonostante il portiere Adler non ci tenesse poi troppo.

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L’Elche FC

Tra queste, l’Elche di Fran Escribá è quella che sta meglio. Relegata nel limbo della Liga spagnola, riesce a battere i diretti rivali del Getafe (che stavano un punto sotto) e a sollevarsi in quattordicesima posizione grazie ad un gol di testa di una vecchia conoscenza del campionato italiano: Richmond Boakye. E la gente impazzisce.

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Articolo a cura di Gabriele Anello e Mattia Pianezzi

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