Crampi Sintetici — Storie di fine anno (parte seconda)

Crampi Sportivi
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6 min readMay 22, 2014

In Spagna c’è la più importante delle partite decisive, in Inghilterra una coppa che riabilita chi ha lasciato per strada un campionato e in Italia una squadra che macina record. Ecco a voi la seconda parte delle storie di fine anno dalla stagione 2013/2014.

La Liga: 90 minuti che decidono una stagione

Mentre il Real Madrid abbandona la lotta al titolo, distratto forse da quella decima Champions League che tormenta da anni tutti i tifosi dei galacticos, è al Camp Nou, nell’ultima giornata di campionato, che si decide un’intera stagione. I protagonisti sono due: il Barcellona di Tata Martino e l’Atletico di Simeone, ovvero le aspettative deluse di chi non ha saputo reagire all’era post-Guardiola contro la squadra rivelazione dell’anno, i colchoneros. A Gerardo Martino serve la vittoria, mentre a Simeone, reduce da quella già ottenuta negli scontri diretti, basta un pareggio. Ma a far precipitare i tifosi dell’Atletico nell’incubo ci pensa subito Alexis Sanchez, con questa giocata qua:

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Reagire alla bolgia dei sostenitori del Barça, che si giocano un campionato dopo la débacle sia in Champions che in Copa del Rey, non è cosa da tutti. D’altronde, se c’è una costante nella squadra allenata da Simeone è proprio l’applicazione mentale. Il pareggio fortunoso di Godin è la consacrazione, il giusto trionfo di chi ha meritato il titolo per un anno intero. Lo stesso Camp Nou capisce e applaude l’impresa dell’Atletico, che trionfa in Liga dopo ben diciannove anni.

Diego Simeone Atlético Madrid

Fa Cup: la consolazione di Wenger

Dopo le partite contro Liverpool e Chelsea, match decisivi che hanno messo fine alle speranze di vittoria in Premier League, per l’Arsenal di Wenger la finale di Fa Cup inizia con l’ennesimo suicidio. Dopo 15 minuti, già sotto di due gol, anche l’ultimo titolo della stagione sembra, infatti, svanire nel nulla. Ma con il salvataggio di Gibbs che evita il 3–0, lo splendido calcio piazzato di Santi Cazorla e, infine, il pareggio di Koscielny, i gunners rialzano la testa, riuscendo nell’impresa di raggiungere i supplementari.

Ci pensa di nuovo Aaron Ramsey, giocatore più decisivo della squadra dopo Ozil, ad evitare il disastro, conducendo l’Arsenal al 3–2 finale e alla vittoria della Fa Cup, bottino forse troppo magro per chi è rimasto in testa alla Premier diversi mesi.

Arsenal manager Wenger lifts the trophy as he celebrates with his players their victory against Hull City in their FA Cup final at Wembley Stadium in London

Serie A: 102 punti e la volata in Europa League

La Juventus di Antonio Conte resterà nella storia per lungo tempo. I 102 punti dei bianconeri saranno un risultato difficilmente ripetibile — l’ultima squadra ad avvicinarsi ad un record simile è stata la leggendaria Inter di Mancini, ferma a quota 97. Squadra straordinaria o campionato scarso? Ambedue le cose, forse. L’unica nota amara della stagione bianconera e dell’era Conte sembra quella di aver progettato una macchina da guerra in grado di demolire la Serie A ma incapace di affermarsi in Europa.

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L’ultima giornata di serie A, record juventini a parte, merita attenzione, però, soprattutto per la volata finale verso l’Europa League. Stavolta, sono solo pochi attimi a decidere le sorti delle squadre coinvolte. Come il tiro fallito da Alessio Cerci dagli 11 metri contro la Fiorentina, che spedisce in Europa il Parma di Ghirardi a scapito proprio del suo Torino.

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I gol della settimana

1. Same old, same old

Robin van Persie davanti la porta non sbaglia quasi mai. Quest’anno, al Manchester United è stato limitato sia dagli infortuni che dalla scarsa forma della squadra. Tuttavia, c’è ancora un Mondiale per dimostrare che la porta la trova sempre. E già nell’amichevole con l’Ecuador ha dimostrato che l’Olanda non può fare a meno di lui:

2. L’uomo della provvidenza

Uno dei giocatori più sottovalutati di questa stagione è certamente Thomas Müller. Prima giovane prodigio, poi perno del Bayern di Heynckes, quest’anno è stato utilizzato da Guardiola per lo più come jolly di centrocampo. In finale di Coppa di Germania, il numero 25 dei bavaresi chiude la partita superando così Weidenfeller:

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3. Il sogno di tutti

Non era facile, ma Paul-Georges Ntep — talentuosa ala del Rennes, cercato dalla Roma nel mercato di riparazione di gennaio — è riuscito a concentrare l’irriverenza del calcio in un solo gesto, accattivandosi le simpatie del pubblico di casa:

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Fun-facts

1. Adieu, mon amour

In Francia si sono celebrati due grossi addii nell’ultima giornata di Ligue 1. Il primo riguarda Mickaël Landreau — e chiunque abbia giocato a uno dei primi Scudetto degli anni 2000 sa benissimo di chi stiamo parlando — uno che detiene il record di presenze nel massimo campionato transalpino. A 35 anni, uno dei migliori portieri francesi degli ultimo ventennio ha deciso di dire basta: dopo 18 anni e otto trofei vinti nella sua carriera (spesi anche con le maglie di Lille e PSG), Bastia-Nantes è stata la sua ultima gara da professionista. Un caso voluto dal destino, visto che Landreau gioca con i corsi, ma è stato capitano e portiere di quel Nantes che vinse il titolo nel 2000–01. Per l’addio al calcio, però, bisognerà ancora aspettare qualche mese: il C.T. Deschamps, infatti, lo ha incluso nella lista dei 23 francesi che andranno in Brasile.

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Intanto, in Bretagna, si consuma un altro grande addio. Parliamo di Christian Gourcuff, padre di Yohan. A differenza del figlio, che ha faticato molto per trovare la sua strada, il tecnico è sempre stato chiaro su quale fosse casa sua: il Lorient. Con Les Merlus (i merluzzi), a soli 27 anni, Gourcuff è stato giocatore-allenatore tra il 1982 e il 1986, portando il club — fallito nel 1978 — in seconda divisione con tre promozioni in quattro anni. Ma le strade si separano fino al 1991, quando Gourcuff torna a Lorient per un altro decennio: prende la squadra in terza divisione e la porta, per la prima volta nella sua storia, in Ligue 1, nel 1998. Un’altra separazione nel 2001 e due anni di lontananza: il tecnico torna per la terza volta a Lorient nel 2003, rimanendoci fino a domenica scorsa. Dopo aver lanciato giovani come Gameiro, Gignac, Koscielny e Jallet, quest’anno Gourcuff ha portato il club fino all’ottava posizione, giocando un calcio apertamente offensivo. Nonostante ciò, il suo futuro rimane tutt’ora incerto.

2. Die Torheiten

Mentre l’Amburgo si salva da una quasi certa retrocessione, in Zweite Liga (la seconda divisione tedesca) si gioca lo spareggio tra Arminia Bielefeld e SV Darmstadt 98, rispettivamente terzultima della 2. Liga e terza classificata della 3. Liga. L’incontro di andata ha sancito una quasi certa conferma di categoria per l’Arminia, vittorioso 3–1 sul campo degli avversari. Lunedì, però, il Darmstadt ribalta i pronostici contro ogni previsione, vincendo anch’esso 3–1. Dopo che ai supplementari l’Arminia sembra aver realizzato il gol della salvezza, al 122' Elton da Costa, brasiliano con una carriera spesa solo in Germania, segna l’incredibile 4–2, costringendo il Bielefeld alla retrocessione e promuovendo, così, il Darmstadt in Zweite Liga.

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3. L’autogol del secolo

Clayton He-Man in Princesa de Solimões — Santos (Copa do Brasil). Neanche Peppe “Gambadilegno” Pancaro avrebbe saputo fare di meglio.

A cura di Gabriele Anello e Andrea Minciaroni

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