Davide Ballardini aka Mr. Pink

Giacomo Manini
Crampi Sportivi
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6 min readMar 30, 2018

Nell’esordio alla regia di Quentin Tarantino in “Le Iene” (Reservoir Dogs) è presente una scena in cui i protagonisti disquisiscono sul senso della mancia, su quanto lasciare e sul perché farlo. Mr. Pink, interpretato da Steve Buscemi, ritiene che una cameriera debba fare qualcosa di speciale per meritarsi un supplemento di paga, mentre altri elementi della banda — come Mr. White e Mr. Blue — cercano di spiegargli perché è importante dare la mancia alle cameriere, dato che campano di quello. L’escamotage usato da Tarantino per sviluppare i personaggi del suo film, è perfetto per capire il protagonista della nostra storia.

Interno. Sala riunioni della sede di una squadra italiana di calcio X, pieno giorno

Un famoso dirigente sportivo entra in un’enorme sala riunioni della sede appena costruita di una neonata società calcistica. Davanti a lui ci sono sei celebri allenatori di calcio: alcuni seduti a un’enorme tavolo di vetro, altri in piedi.

Dirigente: “Vi starete chiedendo perché vi ho riuniti tutti qui insieme, il nostro presidente ha chiesto di non fare dei casting singoli, ma di farne uno con tutti i papabili allenatori. Ho qualche domanda a cui voi dovrete rispondere per aiutarci a capire qual è il profilo giusto per il nostro club. Incominciamo: com’è il vostro proprietario-presidente dei sogni?”

Mr. Sarri: “Beh, uno che ripone la sua totale fiducia in te, lascia lavorare la sua squadra e soprattutto compra dei campioni per poter vincere”.

Mr. Spalletti: “Un presidente in grado di dettare una linea comune, uno pronto a fare di tutto per accontentarti e che sappia gestire la comunicazione con la piazza, deve parlare chiaro per non illudere i tifosi”.

Mr. Montella: “Sicuramente è fondamentale il rispetto dei ruoli, ognuno ha il suo compito senza però dimenticare la sintonia tra i vari reparti. Lavorare col sorriso in faccia rende tutto più facile”.

Mr. Zenga: “Uno paziente, non di quelli pronti a cacciarti dopo due risultari negativi. E poi, uno disposto a spendere tanto per i giocatori e per il mio stipendio”. (ride, ndr)

Mr. Oddo: “A me piacerebbe avere un presidente con una visione a lungo termine, capace di programmare e aspettare per cogliere i frutti. Ci vogliono obiettivi comuni da poter raggiungere col lavoro e con la fantasia”.

Dirigente: “Bene, bene. Tutte risposte sensate e che mi aspettavo. Manchi solo tu (indicando l’unico allenatore a non essersi espresso, che è alla finestra assorto nei suoi pensieri)”.

Mr. Ballardini: mentre si toglie gli occhiali da sole e si siede, “Il mio presidente ideale è esattamente il contrario di ciò che hanno detto i miei colleghi!”.

Tre fasi. 1) Questa gif; 2) questa canzone; 3) due minuti di loop.

Dirigente: rompe il brusio pervenuto in sala “Che significa il contrario? Non le piacerebbe un presidente facoltoso, spendaccione e pronto a dare fiducia incondizionata al suo lavoro?”.

Mr. Ballardini: “Ma sì certo che mi piacerebbe…che domande sono? Ma così è troppo facile. Mi spiego: quali sono i vostri biscotti preferiti?”.

Mr. Spalletti: “E che c’entrano i biscotti adesso?”.

Mr. Ballardini: “Voi rispondete sinceramente, poi ve lo spiego io.”

Mr. Sarri: “Senti, io ho tanti altri incontri da fare con club molto prestigiosi, non sono qui a perder tempo. Rispondi alla domanda del dirigente”.

Dirigente: “Aspetta un attimo Mr. Sarri, rispondete, magari ne viene fuori qualcosa…”.

Mr. Montella: “Vabbè, i miei preferiti sono i Pan di Stelle, contento ora?”.

Mr. Spalletti: “Gli abbracci, anche perché sbriciolati piacciono alle gallini del Cioni”.

Mr. Oddo: “I wafer al cioccolato”.

Mr. Zenga: “Chocolate chip cookies”.

Mr. Sarri: “Le gocciole, col caffè della moka al mattino sono la morte sua”.

Mr. Ballardini: “Volete sapere cos’hanno in comune le vostre risposte? Avete detto tutti un tipo di biscotti col cioccolato. Ovviamente con sfumature diverse, perché ognuno ha i suoi gusti, ma a tutti voi piace il biscotto al cioccolato”.

Mr. Zenga: risponde stizzito. “E dov’è il problema?”.

Dirigente: “E quale sarebbe il tuo di biscotto preferito?”.

Mr. Ballardini: “Le macine”.

Mr. Montella: “Non ti seguo…si può sapere che vuoi dirci?”.

Mr. Ballardini: “Voglio dire che a tutti ovviamente piace mangiare un biscotto al cioccolato, che è come dire che a tutti piace avere un presidente disposto a comprare Neymar, Isco e Coutinho, però così è troppo facile per me. Dov’è il gusto nel fare il nostro lavoro se abbiamo un capo del genere? A me piacciono le sfide, gli esoneri dopo tre partite sbagliate, quelle sono belle sfide! Le piazze complicate, quelle scontente e magari con giocatori da rilanciare e altri sconosciuti. E poi appena vanno bene 5 mesi… puf! Squadra smantellata in un attimo e si ricomincia.”

Appena Mr. Ballardini finisce la frase, si apre una porta segreta nella sala e il dirigente invita il mister a entrare, non prima di aver salutato gli altri e averli ringraziati per la disponibilità mostrata.

Stacco sulla porta in chiusura dopo l’ingresso di Ballardini.

Espressione di giubilo di un Ballardini versione Popeye.

Ballardini non è mai stato per due stagioni intere sulla stessa panchina, ha lavorato per i presidenti più disparati: 1) Sambenedettese — la presidenza Gaucci volge al termine e, dopo una lunga trattativa, l’imprenditore Umberto Mastellarini e Vincenzo D’Ippolito (procuratore) rilevano la società; 2) Cagliari — Cellino (tre volte); 3) Palermo — Zamparini (due volte); 4) Genoa — Preziosi (3 volte); 5) Bologna — Guaraldi; 6) Lazio — Lotito.

Un curriculum niente male! Sia chiaro, Ballardini è un ottimo tecnico di matrice sacchiana, ma a volte si è meritato l’esonero e non è sempre da imputare la colpa solo ai suoi presidenti.

Un raggiante Mr. Ballardini stringe la mano al suo amato presidente Claudio Lotito.

Nel corso della stagione attuale è approdato nuovamente sulla panchina del Grifone dopo il derby della 12a giornata perso in casa 0–2. Mr. Juric nelle prime 12 di campionato aveva totalizzato solamente sei punti con una media punti di 0.5, mentre Mr. Ballardini ha ribaltato la tendenza nelle sue prime uscite con 15 punti in otto partite per una fantastica media di 1.87 punti a partita. Nelle successive giornate di campionato il Genoa è tornato alla normalità e si è assestato in zona salvezza: la media di Ballardini dopo 16 giornate è di 1.5 punti a partita. In altre parole, ha preso la squadra penultima a pari con l’Hellas Verona a sei punti e lo ha portato all’attuale 13° posto a 30.

Come ci è riuscito? Principalmente sistemando la difesa, perché segnare una rete al Genoa non è cosa facile (quinta squadra meno battuta del campionato con 29 reti subite), perché la difesa posizionale dei rossoblu è una delle migliori della Serie A. Infatti, di testa e fisicamente in generale sono messi molto bene e hanno un ottimo portiere considerando la classifica. Con Ballardini si è passati dal 3–4–3 di Juric al 3–5–2, con la conseguente diminuzione del gioco sulle fasce e l’aumento degli inserimenti dei centrocampisti.

I centrocampisti in fase offensiva stanno beneficiando molto dell’inserimento in pianta stabile di Goran Pandev (meno usato nella precedente gestione), perché il macedone si abbassa per aiutare la squadra in uscita e costruzione, lasciando così libera una porzione di campo davanti dove le mezz’ali si fiondano per occupare gli spazi. Il partner offensivo dell’ex Inter è uno tra Taarabt e Galabinov, scelti a seconda della condizione fisica (il primo è stato infortunato per delle giornate) e per il tipo di avversario. Entrambi, anche se con caratteristiche differenti, hanno il compito di allungare la squadra, duettare con Pandev quando possibile e tenere impegnata la difesa avversaria al massimo delle loro potenzialità.

Dall’arrivo di Mr. B il Genoa non è diventato uno squadrone, ma ha ritrovato solidità, forma fisica (9° per KM percorsi 109.8 a partita) e chiarezza, fondamentali per salvarsi in A e ha anche avuto un po’ di fortuna nel trovarsi a disposizione Izzo e Spolli (14 e 17 presenze) due giocatori fondamentali per lo stile difensivo aggressivo e fisico del Genoa.

Insomma il 54enne da Ravenna sta facendo nuovamente un buon lavoro, però state tranquilli che difficilmente lo vedremo sulla panchina genoana anche nel 2018–19 e in caso dovesse continuare con gli stessi colori comunque non finirebbe l’anno, perché Davide Ballardini è fatto così: prendere o lasciare. D’altronde quando si ha fame non si guarda cosa c’è scritto sulla scatola dei biscotti, li si mangia e basta e lo stesso vale per quando si deve salvare una squadra, lo si chiama e basta. In questo infatti è più simile a un altro personaggio di Tarantino, Mr. Wolf.

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Giacomo Manini
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Scrivo e ho scritto su @crampisportivi e in giro. Mi riconoscete perché sono quello che ogni 3 frasi loda el jefecito Mascherano.