Di giallo vestito

Paolo Stradaioli
Crampi Sportivi
Published in
2 min readJul 8, 2018

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TAPPA 1: Noirmoutier-en-l’Île — Fontenay-le-Comte, 201 km

Vincitore: Fernando Gaviria

Maglia Gialla: Fernando Gaviria

Puntuale, rituale, un po’ borghese, un po’ proletario, soporifero ma elettrizzante, il Tour de France è tutto questo e tanto altro. È il mese di luglio, anche se c’è Wimbledon, anche se ogni quattro anni il mondiale di calcio entra nella sua fase clou, il Tour è il mese di luglio e viceversa; lo scandisce con pedalate regolari, lo fa da 105 anni ormai. Quest’anno, più che mai, la sua mistica ha attirato la crème de la crème del ciclismo mondiale, velocisti o uomini di classifica cambia poco, ne mancano veramente pochi tra i califfi delle due ruote.

L’inizio nella Vandea, terra di fiumi e di rivolte, come quella che vorrebbe sobillare Sagan, ancora con il dente avvelenato per quella controversa esclusione di un anno fa, il tre volte campione del mondo ci ha provato subito. Ritenta, sarai più fortunato.

Avrebbe voglia di riprendere il lavoro Marcel Kittel, padrone incontrastato un anno fa sulle strade francesi, il cambio di casacca non sembra foriero di buoni presagi. Lo scorso anno cinque tappe vinte solo al Tour, quest’anno appena due successi, entrambi alla Tirreno-Adriatica, la Katusha non è la Quick-Step, nessuna squadra è la Quick-Step, tanto vale accontentarsi del terzo posto e meditare vendetta.

Scrivere 47 alla voce “vittorie” per la squadra di Lefevere, ultimo gioiello firmato Gaviria, prima partecipazione al Tour, primo squillo, letale come soltanto chi studia per diventare grande può esserlo. Lo scorso anno quattro tappe e maglia ciclamino al Giro, avrà anche 23 anni ma è già un problema per gli sprinter di questa Grande Bouclé.

Il brivido del primo giorno di scuola, il vento che soffia dall’Atlantico, e poi un altro vento che soffia da Montreal, dove ha sede la WADA. La partecipazione di Chris Froome è stata in dubbio fino a pochissimi giorni dal via, poi l’ok e quando non viene suffragato da dati empirici incontrovertibili non è mai un ok pacificamente condiviso. Lui non ci fa caso e ovviamente perde una cinquantina di secondi alla prima tappa. Al Giro ha portato così bene cadere all’inizio, magari mi ripeto. Il Giro ha rimodellato la sua legacy, la doppietta Giro-Tour manca dal ’98, Marco Pantani, sembra passato un secolo.

Adesso guardiamoci la partita, poi magari un po’ di Wimbledon, tanto luglio ha un solo padrone di giallo vestito.

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