Difese Italiane®

Massimiliano Chirico
Crampi Sportivi
Published in
8 min readMar 21, 2017

Caro tifoso italiano,
conservo ancora intatti i ricordi del giorno in cui papà e altri amici di famiglia che conosco poco hanno rilevato la maggioranza delle quote dell’FC Internazionale di Milano. Mi sembra ancora di sentire le scarpe che suonano sul pavimento lucidissimo e il brindisi nella nostra tenuta estiva, il calice di papà più in alto dei sorrisi della gente venuta a congratularsi con lui.

Io già pregustavo interminabili pomeriggi passati a digerire le scorpacciate di calcio italiano, le ore spese vicino a icone di questo sport e la caccia ai miti e alle leggende che cinturano quell’ambiente che difendete a spada tratta, come se il calcio fosse stato inventato a Roma o a Firenze.

Liu Zhung Thai, un ragazzo molto sveglio che per due stagioni consecutive è stato match analyst del Monza, qualche estate fa tornò in Cina carico di magliette e primizie del vostro campionato: parlava e si atteggiava come un viaggiatore mentre davanti a me e i nostri amici sparpagliava magliette con colori e loghi improbabili. Liu parla perfettamente cinque lingue e da qualche anno coltiva una folle passione per i dialetti italiani, dice che gli serve per comprendere appieno una lingua che già padroneggia meglio di tanti di voi ma nonostante tutto continuiamo a nutrire dubbi su una delle storie che Liu ha sentito in Italia e raccontato a me: le Difese Italiane!
Il racconto è sempre uguale ogni volta che proviamo a ricomporne i pezzi: Liu evidenzia come i tifosi italiani siano fermamente convinti di avere le difese migliori del mondo, che le squadre italiane siano laboratori di tattica a cielo aperto e di come qualsiasi attaccante che gioca all’estero non farebbe mai lo stesso numero di reti che fa altrove se marcato dai solidi difensori delle squadre italiane. Possibile? Davvero gli amici italiani sono in grado di spingersi fino a questa nuova frontiera dell’illusione? Da dove nasce questa assurda convinzione di poter insegnare a difendere?
Ho iniziato ad informarmi (non mi nascondo, ho saputo che voi tifosi avete l’abitudine di parlare prima e approfondire poi) e ho analizzato dei dati semplici, alla portata di tutti: partendo dalla stagione 2000/2001 la Nazionale italiana ha vinto un Mondiale nel 2006, perso due finali europee nel 2000 e nel 2012 e collezionato tre eliminazioni ai gironi, un ottavo dei Mondiali e due quarti degli europei. Insomma, non proprio dei dominatori della scena o comunque sembra evidente che da Cannavaro, Nesta, Materazzi, Zambrotta e Grosso a De Sciglio, Chiellini, Bonucci, Barzagli e Florenzi qualcosa è sicuramente cambiato, che voi vogliate ammetterlo o no. Il ranking UEFA, specchio delle prestazioni delle vostre squadre in Europa e linea guida utile a evidenziare gli sviluppi del vostro campionato, continua a penalizzarvi considerando l’impianto calcistico italiano come il quarto in tutta Europa. Non a caso avete meno Champions League delle squadre spagnole (sempre negli ultimi 17 anni) e lo stesso numero di quelle inglesi. Nelle coppe europee continuate a non spiccare o comunque a non essere poi tanto superiori a squadre inglesi o spagnole o tedesche. Da dove piove tutta questa convinzione? Cosa vi fa credere di essere ancora dei maestri della difesa, considerando le vostre squadre dei muri invalicabili senza tenere presente il 4 a 0 della Spagna a Euro 2012 o le recenti goleade subite nelle coppe oltre le Alpi?

Quali sarebbero questi concetti base dell’insegnamento difensivo che tutto il mondo vi invidia, credete forse che Leonardo Bonucci sia l’unico difensore sulla faccia della terra? E prendendo i migliori difensori italiani e provando a sostituirli alla nazionale spagnola o tedesca o francese, cosa ottenete come risultato?

Per questo e per svariati altri motivi che ho deciso di portare a termine, assieme alla preziosissima collaborazione finanziaria di mio padre, il primo vero acquisto targato Suning & famiglia Zhang alla guida dell’Inter: Lionel Messi!

Una trattativa impensabile, realizzata solo grazie all’estenuante lavoro di tutti i nostri collaboratori, a qualsiasi livello societario, e sopratutto grazie alla forte volontà del giocatore di confrontarsi con qualcosa di nuovo, qualcosa che possa innalzare il livello di appagamento personale. D’accordo, con immenso dolore abbiamo dovuto perfezionare la cessione del nostro capitano Mauro Icardi, trasferitosi all’Arsenal per esattamente la cifra che avete letto sui giornali, vale a dire 85 milioni di euro. Ma nel ringraziare Mauro per tutto quello che è riuscito a costruire qui all’Inter, nella speranza che un giorno possa diventare il faro della Nazionale Argentina, noi oggi ci godiamo il presente dell’albiceleste, il giocatore più forte di tutti i tempi che a partire da domani sarà già a disposizione del tecnico Stefano Pioli per la stagione 2016/2017 che è ormai alle porte. In questo modo vogliamo augurare un buon campionato a tutti e chiudiamo ufficialmente la nostra sessione estiva di calciomercato.

Forza Inter!
Steven Zhang, membro del CDA dell’FC Internazionale Milano

Quella che sto per raccontarvi è la storia di una follia che sembra uscita improvvisamente da un film della domenica a pranzo su Italia 1. Prendete Steven, il classico figlioccio della famiglia con più soldi della zona e immaginatelo alle prese con un’idea, un concetto che non potrebbe tollerare in alcun modo, un’affermazione che lo disturba: le difese italiane sono le migliori del Mondo. Provate a digerire questo concetto nella vita di tutti i giorni immaginando di avere soldi illimitati in tasca e una squadra da poter manovrare e tirate a mente tutti quei momenti in cui avete sentito una di queste frasi

Tizio X in Italia non farebbe nemmeno dieci reti, Gamberini gli entra da dietro!
Hai visto come ha saltato tutti gli avversari? In Italia al secondo dribbling è già sulla barella!
Fortuna che continuiamo a sfornare grandi difensori!

Se qualcosa ritorna a galla dai ricordi allora riuscirete a capire il malessere di Steven Zhang, il dolore che si prova dovendo ascoltare questa menzogna e la voglia di smascherarla, metterla a nudo. Il campionato italiano è quella dimensione dove Marco Borriello a 34 anni può ancora andare in doppia cifra, dove Higuain ha ritoccato un record che resisteva da chissà quanto tempo, dove Mertens e Kalinic si scoprono implacabili cannonieri e dove Dzeko, dopo un anno di rodaggio, continua a segnare senza soluzione di continuità.
Adesso la Serie A, dopo lo sproposito milionario di Steven Zhang, è anche il nuovo parco giochi di Lionel Messi.

Accolto da re e messo subito a disposizione del tecnico Stefano Pioli, Messi ha spiegato che l’Inter era l’unica soluzione possibile: apprezzabile il suo discorso in conferenza stampa dove non ha usato mezzi termini per puntare il dito contro giocatori come Samuel Eto’o che hanno sempre celato i loro trasferimenti dietro improbabili esempi di rivalsa da offrire ai giovani. Allo stesso momento Messi ha svelato il suo celato odio verso un ex blaugrana e ha provato a cancellare quanto di buono fatto dal camerunense a Milano. Il pre-campionato ha offerto spunti indicativi su quello che sarà il suo futuro all’interno del team nerazzurro: terminale offensivo del tridente, con Perisic e Candreva a sparargli palloni dappertutto. Le convincenti vittorie su Manchester City, Manchester United, Bayer Leverkusen e Sporting Lisbona hanno lanciato segnali confortanti sul sistema di rotazione dei giocatori offensivi mentre la difesa è stata costretta a fare i conti con l’infortunio di Murillo, temporaneamente tamponato da Sainsbury, oggetto misterioso di questa Inter 4.0 che l’entourage asiatico sta provando a plasmare. Qualcuno dice che Sainsbury altro non è che l’informatore di Zhang all’interno dello spogliatoio, per molti è soltanto un mezzo giocatore che ha aggiunto l’Inter al suo curriculum.

La stagione si apre con un impegno quantomai stuzzicante: l’Udinese della famiglia Pozzo nel pieno del suo processo di rifondazione che va ormai avanti da qualche anno. L’Inter apre la stagione 2016/2017 davanti ai propri tifosi che invadono lo stadio Giuseppe Meazza per rubargli una foto, un attimo, un sorriso. Inutile girarci attorno, quest’oggi gli occhi sono puntati tutti sul folletto di Rosario che entra in campo con la numero 10 sulle spalle e saluta il pubblico che subito si infiamma.

Saranno Hertaux e il roccioso Danilo Larangeria i due giocatori incaricati di marcare a uomo il centravanti argentino. Entrambe le squadre si presentano quasi al meglio: l’Inter è costretta a ricorrere ancora a Sainsbury per sostituire l’acciaccato Murillo mentre Marcelo Brozovic prende il posto di Gagliardini in mediana; Del Neri si affida all’esperto Hertaux in sostituzione di Samir, optando per il sicuro 4–4–2 per cercare di otturare le vie centrali. I tifosi stanno ancora trovando posto sui seggiolini, al secondo minuto cambia già il parziale.

Messi sfugge alla marcatura di Hertaux che lo falcia al limite dell’area: Banega appoggia per Joao Mario che allarga sulla destra a Candreva, lo spiovente in area sorprende la difesa bianconera e Lionel Messi sblocca di testa!

L’Inter parte fortissima e l’Udinese si arrende all’onda d’urto dei padroni di casa, trasformando la partita in un monologo noiosissimo: al 21' ancora Lionel Messi trova il raddoppio sfruttando un colpo di testa di Perisic e mandando a vuoto i due centrali dell’Udinese e solo un quarto d’ora dopo ci pensa Joao Mario a beccare il perfetto movimento dell’ex Barcellona che per qualche secondo ha danzato sulla linea del fuorigioco prima di infilare il pacchetto arretrato ed il portiere Karnezis. Tre a zero al 39' e l’Italia è già ai piedi di un alieno.
Nel finale di gara c’è tempo anche per un gol firmato da Antonio Candreva su assist del già solito Lionel che raggiunge il fondo strappando le immaginarie assi difensive mettendo in mezzo il più ghiotto dei palloni per l’esterno nostrano.

Pioli si concede anche qualche esperimento con l’ingresso di Gabigol ma la forma non cambia e l’Inter vince per quattro a zero il primo impegno di campionato.

Messi è semplicemente divino e i match analyst dei nerazzurri già brindano con le sue statistiche a fine gara: Lionel segna tre gol tirando in porta sei volte ma sopratutto riceve 67 palloni dai compagni di squadra e ne smista 47, creando 4 potenziali azioni da gol.

Soffre nei duelli aerei, d’accordo, ma segna il suo primo gol di testa e riesce comunque a mettere giù 3 cross, facendo saltare i punti di riferimento della difesa bianconera.

Gabriel Silva, Widmer, Danilo ed Hertaux escono dal campo come annichiliti da un giocatore fuori dal comune, come mai si erano visti prima d’ora. Danilo è il più scioccato a fine gara e avvicinato dai microfoni di Sky Sport confessa che dopo Higuaìn credeva di aver marcato il centravanti più forte al Mondo ma evidentemente si sbagliava. Dall’altra parte, in casa Inter, Stefano Pioli gongola per la prima stagionale del prodigio argentino, in perfetta linea con le sue prestazioni blaugrana e inserito magnificamente in una squadra che continua a giocare per il suo centravanti, che sia Mauro Icardi o Lionel Messi poco importa. Pioli vuole vincere questo scudetto e in sala stampa non usa certo mezzi termini: pugni stretti e sguardo deciso, con un Messi così può farcela.

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Massimiliano Chirico
Crampi Sportivi

Da piccolo avrei voluto fare hockey su ghiaccio ma vai a spiegarglielo a mio padre. Oggi la mia vita sarebbe diversa.