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Crampi Sportivi
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8 min readAug 1, 2015

Quattro domande per iniziare ad entrare in clima Europei e capire a che punto è la nostra nazionale. Le domande sono di Leonardo Piccione, le risposte di Francesco Zanza e Sebastiano Bucci.

La selezione dei pre-convocati vi ha in qualche modo sorpresi?

Francesco: Il gruppo dei 16 scelti da Pianigiani è coerente con quello che ha mostrato la stagione appena conclusa, ed è di elevata qualità. Concesso il perdono ad Hackett, le scelte erano abbastanza obbligate e fortunatamente il coach non ha voluto sorprenderci con effetti speciali.

Sebastiano: Credo che nessuno possa sindacare sulle scelte di Pianigiani, obiettivamente rispecchiano il valore del nostro parco giocatori. La grana Hackett pare risolta, anche se bisogna vedere quanto e come lo spogliatoio ( che mi pare sia forte e granitico) sia pronto a inserirlo nuovamente in un contesto dove ovviamente non parte coi gradi del “go to guy”: deresponsabilizzarlo a riserva di Cinciarini a mio avviso è un buon modo per far si che il neo acquisto dell’Olimpiakos renda al meglio.

Poi se devo fare il romantico estremo, una chance da dodicesimo a Alessandro Piazza dopo la bellissima stagione della Fortitudo Agrigento l’avrei data, ma è giusto che i 16 nomi siano questi.

Belli, siamo belli.

2. Si possono fare congetture sui 4 che Pianigiani lascerà fuori dal roster definitivo?

Francesco: Qui la questione si fa più spinosa. Le scelte che riguardano le esclusioni sono dolorose, e bisogna prima di tutto stabilire quale sia il criterio migliore per decidere chi portare all’Europeo. Quindi, premiare chi ha giocato meglio in stagione o affidarsi piuttosto ai pretoriani? Propendere per chi sta meglio fisicamente ma non è mai stato testato a questi livelli o chi invece è reduce da una stagione balbettante ma promette rendimento sicuro?

I sicuri del posto sono: i tre NBA, Datome, Cinciarini, Hackett, Aradori, Gentile.
A mio avviso i primi candidati a rimanere fuori sono “O’ guastatore” Peppe Poeta (con Cinciarini, Hackett e uno tra Della Valle e Vitali, la sua presenza — seppur fondamentale a livello di gruppo — risulterebbe ridondante dal punto di vista tecnico) e Davide Pascolo, ala-centro di Trento reduce da una bellissima stagione, ma con nessuna esperienza internazionale (e non credo sia questo europeo la manifestazione adatta per fargliela fare). A malincuore, credo verrà escluso anche Luca Vitali, che pure sembra aver finalmente raggiunto la maturità necessaria per giocare ad alti livelli. Gli verrà preferito Andrea Della Valle che, per caratteristiche tecniche e mentali, mi sembra cucito da un sarto apposta per essere il dodicesimo uomo di questa Nazionale.

Infine la questione più spinosa, che si fonda su un’unica, semplicissima domanda: come sta Cusin fisicamente? Se sta bene, va imbarcato: andare all’Europeo solo con Bargnani e Cervi nello spot da centro sarebbe un grosso rischio, considerando anche il girone di ferro in cui siamo stati inseriti. In questo caso, la scelta da fare per Pianigiani diventerebbe quella tra Niccolò Melli e Achille Polonara. Se si guardasse solo al rendimento in quest’ultima stagione, sarebbe un “no contest” a favore del giocatore di Reggio Emilia: lui ha disputato la migliore stagione della sua giovane carriera, mentre Niccolò Melli a Milano ha sofferto tanto. Se invece guardassimo all’equilibrio complessivo del roster azzurro, allora l’intensità, la difesa e i centimetri di Niccolò Melli sarebbero certamente di grande aiuto.
Se invece Marco Cusin non desse le garanzie fisiche sufficienti per essere convocato, ci sarebbe ben poco da scegliere tra Melli e Polonara. In più, dovremmo anche sperare intensamente che a Bargnani non venga un raffreddore, o che non commetta troppi falli. (Andrea per commettere pochi falli ricordati segreto I e segreto II)

Probabilmente non sarà nei 16, ma rispetto assoluto per Peppe.

Sebastiano: i soldati al fronte estraevano le pagliuzze per vedere chi doveva essere lanciato alla carica: qui invece col cerino in mano si resta a guardare la possibile gloria dal divano di casa, godendosi gli ultimi scampoli d’estate a tifare davanti alla tele. Quattro nomi di questi da scartare: la scelta di Poeta mi sembra la più ovvia, visto che nelle gerarchie parte dietro Cinciarini, Hackett e eventualmente anche Vitali che potrebbe perché no occupare l’ultimo slot libero. Pascolo invece dovrebbe pagare la scarsa attitudine ed esperienza alle sfide continentali. In questo compito infame restano due nomi, e uno è quello di Della Valle. Uno così mi costa non vederlo mai in campo, ma fargli portare le borracce secondo me è anche delittuoso visto la bellissima stagione (da veterano a dispetto della carta d’identità) fatta a Reggio. L’ultima domanda è: in un contesto dove molto si muove intorno ai lunghi e in cui storicamente siamo sempre stati deficitari, avrebbe senso rinunciare a versatilità sotto canestro per rimpolpare gli esterni dalla panchina?

Fossi io Pianigiani terrei Melli, Polonara, Cervi e Cusin e scarterei Aradori.

La stagione di Cusin è stata funestata da infortuni e a Cremona l’hanno visto col binocolo. Ma se siamo qui è merito suo, visto come ha maltrattato il signor Mozgov nella doppia sfida coi Russi; e questo Pianigiani lo ricorda. Se il centro ex Cantù è solo al 45 % io credo che vada tra i papabili a giocarsi la massima competizione. Aradori a mio avviso paga il fatto che quest’anno si sia mosso come una trottola, con una parentesi finale a Venezia davvero deludente ( per colpe non totalmente sue, risultando davvero alieno dal contesto).

https://www.youtube.com/watch?v=fXOP2p2J5W4

Cusin o non Cusin? Questo è il dilemma.

Francesco: No. O meglio, bisogna capire cosa si vuole dire con “talentuosa”. Se per talento si intendono esclusivamente le abilità tecniche e fisiche di un atleta, allora sì: il roster della Nazionale Italiana in questi europei sarebbe il più talentuoso di sempre. A questo punto però la domanda diventa: appurato che il talento fine a se stesso non serva poi a molto, l’attuale nazionale può essere considerata anche la più forte di sempre, con la “forza” intesa come concetto più inclusivo e strettamente collegato all’effettiva competitività della squadra? Per capirci: i 12 che conquistarono l’argento alle Olimpiadi di Atene erano più talentuosi o più forti? Qui casca l’asino. Senza andare troppo indietro negli anni, è sufficiente guardare a un paio di gloriose nazionali che hanno preso parte a manifestazioni internazionali negli anni ’90, ma non voglio vincere facile citando l’Italia di Tanjevic che vinse l’Europeo nel 1999.

Mi limito a elencare i 12 che conquistarono l’argento continentale nel 1997, perdendo la finale contro la Jugoslavia di Djordjevic, Bodiroga, Divac e compagnia bella. Coldebella, Bonora, Pittis, Myers, Moretti, Fucka, Marconato, Galanda, Frosini, Carera, Gay, Abbio. Ecco, tanto per dire un nome poco celebrato: datemi Abbio nella Nazionale del 2015 e io me la gioco per l’oro; è il collante perfetto che al momento sembra mancarci. Consideriamo poi che, per i suoi problemi caratteriali, quell’anno non fu convocato il Poz (perché Pozzecco, come Shaq, “ha un lato simpa ed un lato meno simpa”, per dirla con Federico Buffa), che a Varese aveva concluso la stagione 1996–97 a quota 17,1 punti e 4,9 assist a partita.
Più in generale, quelli che hanno avuto il piacere di veder giocare quella squadra, quanti dei 16 preconvocati da Pianigiani quest’estate inserirebbero davvero nel loro roster ideale, con la speranza che si possa ripetere una delle memorabili imprese della fine del millennio scorso? Insomma, la squadra italiana che prenderà parte all’Europeo 2015 sarà in ogni caso molto talentuosa, versatile e moderna. Si dimosterà anche forte? A settembre l’ardua sentenza.

https://www.youtube.com/watch?v=8n8wNScJlpg

I primi due punti di Bodiroga a 1:30 bastano a farci piangere un po’.

In base a quanto abbiamo detto finora, cosa si può prevedere per la prima fase del nostro Europeo?

Francesco: Dipende solo da noi. Non abbiamo alibi di sorta, nonostante il girone B sia un girone di ferro (Spagna, Italia, Germania, Serbia, Turchia e Islanda): le potenzialità per far bene le abbiamo e il calendario va a nostro vantaggio. Sarà fondamentale partire col piede giusto con la Turchia all’esordio, per proseguire bene con l’Islanda nella partita successiva. La Turchia ha le caratteristiche di sempre: è forte, fisica (nonostante la discussa questione Enes Kanter) e ha la possibilità di schierare quintetti atipici per la pallacanestro attuale, che tende ad andare sempre più small. Il nostro compito sarà quello di minare le loro certezze, evitando una partita a ritmi bassi in cui la loro superiorità fisica diventi fastidiosissima. Dopo aver incontrato gli islandesi (che bisogna battere, poche storie), la terza partita sarà contro la Spagna: una delle grandi favorite, nonostante l’assenza di Marc Gasol. Gli iberici sono vogliosi di rivincite, dopo le delusioni dello scorso Europeo e dei Mondiali casalinghi del 2014 conclusi ai quarti di finale per mano della Francia di Mon Diaw. Dopo di che affronteremo la Germania nel vero match chiave della prima fase, con i padroni di casa consci di essere all’ultima occasione per vincere qualcosa. Il prossimo sarà infatti l’ultimo Europeo di Wunderbar Dirk, che sarà coadiuvato da Dennis Schroeder, play degli Atlanta Hawks. Infine ci giocheremo molto — se non tutto — nell’ultima sfida, con la Serbia di Teodosic (questo tipo di giocatore, per intenderci), Bogdanovic e Raduljca. Storicamente, comunque, è meglio affrontare i serbi all’inizio di una manifestazione, perché tendono a partire lenti (per poi crescere improvvisamente, come avvenuto nei recenti Mondiali).

In definitiva, l’Italia nel suo girone se la gioca tranquillamente e, superata la prima fase, affronterebbe il prosieguo del torneo già temprata da un buon numero di sfide impegnative. L’obiettivo deve essere ovviamente quello di tornare alle Olimpiadi nel 2016, e per farlo è necessario andare a medaglia, o conquistare almeno il sesto posto, per poi disputare il torneo pre-olimpico. Questa nazionale ha tutte le potenzialità per riuscirci.

Sebastiano: Non voglio neanche immaginare una eventuale eliminazione dei nostri al primo turno, visto che la formula particolarmente permissiva porterà ben quattro squadre su sei a giocare in Francia.

Il match contro la Turchia all’esordio è già un bello spartiacque, visto che i tosti turchi di coach Tanjevich possono contare su una batteria di lunghi ad affetto anche senza Kanter contro cui potremmo andare sotto ( Ilyasova eventualmente potrebbe giocare minuti da cinque, e non è male se aggiunto ai vari Gonlum, Savas, etc.).

Il tifo poi sarà chiaramente bollente e tutto per loro, visto l’alto afflusso di figli del Bosforo emigrati in Germania. Pronostico una vittoria sofferta, che sarà bissata da quelle meno complesse con Germania ( escludendo Schroeder e Nowitzki alle ultime cartuccie) e Islanda ( alla sua prima storica partecipazione). Serbia e Spagna restano a mio avviso irraggiungibili, ma la prima fase servirà a evitare psicodrammi e a costruire mentalità e classifica per gli ottavi. La Serbia vice campione del mondo è il ritratto del suo allenatore. Come Sasha in campo, gioca un basket estremamente razionale, senza per questo annullare il Genio, espresso da Un Teodosic finalmente maturo. La Spagna invece è talmente lunga come roster che non soffrirà l’assenza di Gasol, ponendosi da subito i galloni di favorita. In conclusione questa squadra ha tutte le opzioni tattiche, le competenze e le possibilità per far si che anche il prossimo anno la nostra salivazione durante i mesi estivi possa aumentare: servirà anche la fortuna, ma quella non è pronosticabile. Tratteniamo il caldo nonostante l’estate, Autumn is coming…

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