Fútbol in the USA — Copa América Centenario (P. I)
Chi se ne frega della tradizione. Potremmo sintetizzare così l’approccio nord-centro-sudamericano alla prossima Copa América Centenario 2016.
Solitamente, le competizioni continentali hanno luogo ogni quattro anni: Europeo, Copa América, OFC Nations Cup, Coppa d’Asia. Le uniche eccezioni sono — per qualche motivo a noi oscuro — la Coppa d’Africa e la Gold Cup, ovvero la competizione del Nord e Centro America. In occasione dei cent’anni della Conmebol (la confederazione sudamericana), però, si è decisa per un’eccezione. A suon di soldi e ascolti, ma eccezione sia.
Nonostante la VERA Copa América l’abbia vinta il Cile l’anno scorso con un’impresa degna di proporzioni cosmiche (battere i vice-campioni del Mondo e stra-favoriti argentini), quest’anno si gioca un’altra Copa América, denominata “Centenario” e che vedrà al via non le solite due squadre invitate, ma ben sei partecipanti nord-centro americane. Tra queste, alle solite Stati Uniti, Messico, Giamaica e Costa Rica, si sono aggiunte le neofite Panama e Haiti.
Ci eravamo lasciati così a luglio 2015.
Andiamo a scoprire questa Copa con le sue curiosità: nella prima parte della nostra guida, presentiamo i gironi A e B, forse i più equilibrati.
Girone A
Stati Uniti — Mr. Beckerman
Oddio, ce ne sarebbero di cose da dire. Tipo che organizzano quest’evento planetario, proprio loro che dello spettacolo hanno fatto un marchio di fabbrica. Che il 17enne Christian Pulisic è il nuovo che avanza in casa USA (e non solo, a giudicare da quanto visto a Dortmund). Che Gyasi Zardes è uno strano personaggio, ma rischia di essere il riferimento numero uno nell’attacco a stelle e strisce.
Io, però, non riesco a concentrarmi che sulla capigliatura di Kyle Beckerman, colonna del centrocampo USA e dei Real Salt Lake
E sulla sua somiglianza con il cantante dei Counting Crows. È un attimo che si metta a cantare “Mr. Jones”.
https://www.youtube.com/watch?v=-oqAU5VxFWs
Pablo Armero è stato arrestato perché ha picchiato la moglie, che su era rifiutata di fare sesso con lui e ha tentato di raparla a zero. Non è un caso che da sempre si cerchi di rapare le donne come simbolo di massima violenza e sfregio, portando avanti un ludibrio di genere che porta le stesse alla sottomissione.
Non riesco a ironizzare, anche volendo, per prendermi like e faccine buffe: sei un pezzo di merda. O come avrebbe detto Vignolo…
Costa Rica — Goodbye my Ticos
Ve li ricordate i Ticos del 2014, quelli che per poco non resistono all’assalto olandese e vanno in semifinale? Ecco, scordateveli. Keylor Navas è infortunato e non ci sarà, Pinto non c’è più. Il tecnico è il nuovo ct dell’Honduras, che ha fatto così male da non arrivare neanche nelle prime otto della competizione nord-centro americana la scorsa estate.
L’attuale ct del Costa Rica è Oscar Ramirez, che se la sta cavando discretamente nelle qualificazioni a Russia 2018. Oddio, in panchina ci sarebbe dovuto essere lo storico bomber Paulo Wanchope, nonché ex-assistente di Pinto nel 2014. Ma Wanchope è stato coinvolto in una rissa con uno steward l’estate scorsa e si è dimesso.
https://www.youtube.com/watch?v=uqbA5dVSpNs
Paraguay — C’è Iturbe (contro ogni previsione)
https://www.youtube.com/watch?v=mNaVXqjdDpk
La presenza muscolare dell’ex Verona è talmente prestante da mandarlo tante volte fuori fase e a fargli fare poco affidamento su come e dove mettersi in campo.
Una piccola parte di me soffre, perché nonostante lo stuolo di critiche che immerge la redazione di Crampi alla sua ultimo colpo di scena, io sono credo l’unico rimasto a credere e ad alzare la mano. Le critiche sono scese anche da parte degli stessi tifosi dell’Albirroja: pur disponendo di davvero poco talento in molti avrebbero preferito che il lungo corteggiamento di Ramon Diaz non avesse esito. E che quindi Iturbe, che CHIARAMENTE non avrebbe ricevuto nessuna chiamata dall’Albiceleste, si sarebbe goduto in qualche festa coatta in piscina la nazionale guaranì.
Eppure Iturbe (che con la Sub-20 riusciva a fare queste cose qui) forse forse il dileggio se lo merita, viste le dichiarazioni rilasciate nel 2011: «Tornare indietro e giocare per il Paraguay sarebbe disastroso per me. Ho deciso di giocare per l’Argentina e la decisione è stata presa». Frenate, voi sapevate e immaginavate cosa fosse un social media manager nel 2011? Voi volete dirmi che non avete mai sparato due vaccate a 18 anni, tipo «Ti amo» oppure «Andrò a vivere all’estero da cameriere a Londra, mantenendomi da solo», senza mai ritrattare?
https://twitter.com/Albirroja/status/733361662233808896
Suerte e che i caffè nelle tavole calde di questa Copa América negli States abbiano un piccolo sapore italiano, senza lasciarti masticare amaro.
Brasile — Regna la confusione
Con Neymar già “prenotato” dalla nazionale Olimpica in vista di Rio 2016, il Brasile di questa Copa América si ritrova ancora più in confusione di dodici mesi fa, quando finì fuori ai rigori contro il Paraguay nei quarti di finale. Dunga è sempre al suo posto e stavolta aveva compiuto il capolavoro ultimo: far scendere il numero 9 brasiliano ancora più in basso. La scala gerarchica dal 2006 è questa:
Ronaldo → Vágner Love → Luis Fabiano → Pato → Leandro Damiao → Fred → Diego Tardelli
Si pensava di aver toccato il minimo storico con il centravanti dello Shandong Luneng, invece Dunga aveva optato per Ricardo Oliveira. Sì, QUELL’Oliveira che alberga gli incubi dei tifosi milanisti, ma che nell’ultimo anno ha segnato 37 gol in 62 partite con il Santos. E che in fondo, in nazionale, ha segnato cinque gol in 16 partite, convocato unicamente da Dunga.
Poi alla fine il karma ha deciso di far fuori Ricardo Oliveira, consentendo così la convocazione di un altro che sta benissimo, ma che era rimasto fuori: Jonas ha segnato 36 gol in 47 gare in tutte le competizioni con il Benfica (avrebbe la cittadinanza italiana, ma nessuno ha informato Conte).
https://www.youtube.com/watch?v=MTLPvNNYkXU
Il karma però si è voluto prendere anche Douglas Costa, Rafinha, Ederson e Luiz Gustavo: i primi tre infortunati, l’ultimo ha addotto “ragioni personali” per la sua assenza.
Haiti — Una canzone per Neveu
https://www.youtube.com/watch?v=Njy8kIiBcFo
«Negli occhi avevo una grande città, nel cuore i sogni di questa età ». Angouleme non è grande dal punto di vista demografico, ma è gigantesca dal punto di vista dell’emotività. In quale altra città del mondo il motto può essere «La fede dei cittadini è la mia forza»? Una roba di talmente tanto grande impatto emotivo che mi si stanno inumidendo le iridi ora mentre scrivo, quindi non perdo ulteriore tempo.
Perù — Rinnovamento
Li avevamo lasciati al terzo posto nel 2015, dopo aver battuto il Paraguay nella finalina per il terzo posto. Qui abbiamo lo stesso adagio del Costa Rica: scordatevi quella nazionale.
Mancano Advincula, Zambrano, Ballón, Lobatón, Vargas, Pizarro, Carrillo e Farfán. Anche il corteggiamento a Lapadula è andato male, con il bomber del Pescara che sembra voler aspettare l’Italia post-Europeo. Perciò palla a Guerrero e, se tutto va bene, ci abbracciamo.
https://www.youtube.com/watch?v=nMkxKj8Z5OA
Ecuador — Vintage Walter
Cristian Ramirez, l’uomo che viene dall’Ungheria e veste la maglia del glorioso Ferencvaros, probabilmente tirava i primi calci e sommava le tabelline. In questa Copa América, Ramirez gli giocherà davanti, conscio che a 21 anni con un ottima guida si possono tracciare piani duraturi. Sperando che tra 14 anni l’Ecuador sia più competitivo e che Ayovi si possa godere una sana pensione, senza dovermi schiacciare nel peso degli amarcord.
https://www.youtube.com/watch?v=iXdWeylUtsM
Cattivi maestri e falli d’inesperienza.