Furlàn

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
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3 min readJul 27, 2016

Quando il 28 luglio 1986 Giampaolo Pozzo decideva di acquistare la maggiore società sportiva della sua città, era consapevole del fatto che avrebbe avuto condiviso i propri affari con una cerchia ristretta di uomini d’immagine che intendevano il calcio principalmente come opportunità di proliferazione nazionale della propria icona: l’aspetto prettamente imprenditoriale rimaneva, per loro, sullo sfondo.

Pozzo, invece, è un uomo burbero, razionale e sintetico, tendenzialmente ostile al culto dell’immagine che pervade e alimenta il calcio moderno. Il patron dell’Udinese incarna, inoltre, gran parte dei tipici stereotipi del friulano: introversione, vago ermetismo dialettico e pragmatismo.

Pozzo conosce perfettamente i suoi concittadini e il proprio territorio; sa che, in Friuli, esporsi troppo non è visto di buon occhio, che il culto del lavoro e la riservatezza sono i cardini della personalità friulana; sa che è più conveniente avere una Panda 4x4 e i risparmi sotto il materasso piuttosto che avere una Mercedes fiammante e mangiare a giorni alterni.

Imprenditore

La fortuna della famiglia del Patròn è stata costruita intorno a un’azienda che produce macchine industriali atte alla lavorazione del legno: la Freud (Frese Udinesi) rispecchia la mentalità con la quale Pozzo ha disegnato il proprio percorso nel calcio italiano.

Il concetto-base è quello di fornire ai clienti degli strumenti che facilitino e velocizzino il raggiungimento di obiettivi che essi si pongono.

L’Udinese Calcio fa lo stesso: trova le più promettenti materie prime calcistiche in luoghi lontani, spesso le lascia maturare in loco per poi portarle in Italia, dove verranno adeguate al fine che andranno a perseguire in futuro, finché saranno vendute a società di un certo spessore.

I trent’anni di oculatissima gestione sportiva e finanziaria, che all’umore del tifoso ha spesso preferito la buona salute del bilancio, possono essere sezionati in due periodi che si distinguono per dimensione sportiva e mentalità.

https://www.youtube.com/watch?v=VsoYDlknCHI

Il primo periodo legato personaggi che in Friuli hanno lasciato un solco ben evidente in società e nei cuori dei tifosi. Questi hanno avuto una funzione propedeutica, che ha tolto l’Udinese calcio da quel limbo di squadre che si barcamenano tra A e B, e l’ha consegnata all’Olimpo delle compagini “di media fascia”.

Dall’‘86 al ’94 Pozzo ha rodato la propria società, orfana della leggenda Zico, saltellando tra promozione e retrocessione fino a stabilizzarsi nella massima serie. L’exploit bianconero inizia con la qualificazione in Uefa nel ‘96-‘97 e conosce il suo culmine il 4 novembre 1997 nell’epico sedicesimo di finale della coppa europea contro la grande Ajax di Van der Sar, De Bour e Litmanen.

Probabilmente è stato il match che più ha segnato i vergini cuori friulani, un misto tra desiderio aureo di essere riconosciuti in campo europeo e aspro piacere della sconfitta, santificazione dell’eroe che ha dato più di ciò che credeva di avere ed essere.

https://www.youtube.com/watch?v=5QDnfq0lhJ4

Una volta conosciuto il calcio europeo (e i relativi ricavi), la salvezza è obiettivo minimo dell’Udinese. I bianconeri d’inizio millennio lottano costantemente per la zona Uefa e, nell’annata ’04-’05, giungono a una storica qualificazione ai preliminari Champions League: andranno al Camp Nou, Cosmi si assicurerà la maglia di Ronaldinho a inizio partita, ma verranno eliminati al Friuli dai gol di Ezquierro e Iniesta, quando sugli spalti la Ola per gli ottavi era già iniziata.

La seconda ondata di entusiasmo portata a Udine da questa generazione coincide con il miracolo di Guidolin, che fa assistere i friulani per due volte consecutive ai preliminari di Champions. Arsenal prima e Sporting Braga (+ Maicosuel) poi, spezzano l’incantesimo prematuramente.

https://www.youtube.com/watch?v=YrcXlDhXQEw

Ma cosa sarebbe successo se tutti gli strumenti creati dalla gestione Pozzofossero rimasti in azienda? Cosa sarebbe successo se, invece del “vil ricavo”, l’obiettivo di Pozzo fosse stata la fama, il marketing e il graduale inserimento nei giochi di potere dei “grandi”?

Abbiamo ipotizzato lo schieramento iniziale della partita che ogni friulano ha scritto almeno una volta sul tovagliolino di carta che accompagna “taglio e tartina”:

Udinese X Generation: 3–4–3

1 Gigi Turci; 4 Valerio Bertotto ©, 5 Nestor Sensini, 3 Alessandro Calori; 2 Thomas Helveg, 8 Stephen Appiah, 6 Giuliano Giannichedda, 10 Martin Jorgensen; 7 Marcio Amoroso, 11 Oliver Bierhoff, 9 Abel Balbo.

A disposizione: 12 Graziano Battistini, 13 Mohammed Gargo, 14 Per Kroldrup, 15 Johan Walem, 16 Tomas Locatelli, 17 Paolo Poggi, 18 Roberto El Pampa Sosa.

All. Alberto Zaccheroni

Udinese Millenials: 3–5–2

1 Morgan De Sanctis; 2 Medhi Benatia, 4 Felipe Dal Bello, 5 Christian Zapata; 3 Mauricio Isla, 7 Roberto Pereyra, 8 David Pizarro, 11 Sulley Muntari, 6 Marek Jankulovski; 10 Antonio Di Natele ©, 9 Alexis Sanchez.

A disp.: 12 Samir Handanovic, 13 Danilo Larangeira, 14 Maurizio Domizzi, 15 Dusan Basta, 16 Kwadwo Asamoah, 17 Vincenzo Iaquinta, 18 Fabio Quagliarella.

All. Francesco Guidolin

Articolo a cura di Giacomo Raffin

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