Genoa-Sampdoria, analisi tattica

Crampi Sportivi
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7 min readOct 1, 2014

«A Genova conta solo il derby. Se non lo vinci è come rapinare una banca ed accorgersi di aver portato via una valigia piena di stracci»

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Il derby della lanterna di quest’anno ha un sapore particolare, quello della rivalsa. Dopo alcune stagioni in cui le due società hanno avuto una grossa crisi di risultati, quest’anno le squadre si presentano competitive e potenzialmente in grado di concludere il campionato con un buon piazzamento, magari valido per le competizioni europee.

Nel Genoa questo è resto possibile grazie al ritorno di Gian Piero Gasperini, che ha portato con se il D.S. Capozucca, ripristinando l’assetto societario che aveva raggiunto i migliori risultati degli ultimi 24 anni.

Nella Sampdoria invece il cambiamento è stato radicale con la cessione della società al vulcanico imprenditore romano Massimo Ferrero da parte della famiglia Garrone che, ormai — soprattutto a causa delle numerose vicissitudini personali –, aveva spento l’anima della squadra.

Genoa

Il campionato del Genoa è iniziato in maniera molto positiva, con degli ottimi risultati nonostante i pochi punti conquistati. I grifoni infatti hanno già affrontato tre delle migliori squadre del campionato ottenendo quattro punti (vittoria con la Lazio, pareggio con la Fiorentina e sconfitta immeritata contro il Napoli per un goal al 94’). Il gioco espresso è, al contempo, equilibrato e offensivo, grazie alla tecnica dell’argentino Diego Perotti e alla potenza dei due attaccanti Pinilla e Matri; anche la difesa ha un livello qualitativo molto alto grazie all’unione di esperienza e fisico. La vera forza dei grifoni però sta in Gasperini, allenatore esperto e riflessivo, capace di caricare la squadra senza mai far salire un’eccessiva tensione.

Sampdoria

La Samp è una squadra completamente diversa rispetto alla passata stagione, non tanto nell’acquisto di nuovi calciatori quanto in un cambiamento mentale che ha dato maggior fiducia ad una squadra qualitativamente molto buona.

Merito di Siniša Mihajlović. La squadra da quando è “comandata” dal serbo ha acquisito carattere; calciatori che in altre società si erano smarriti e che rischiavano di passare dallo status di “promesse del calcio italiano” a quello di “bidoni” si sono ritrovati, diventando delle vere e proprie rivelazioni. Il serbo al primo anno alla Sampdoria non ha dimostrato soltanto di essere un ottimo allenatore, ma quasi un filosofo: durante la conferenza stampa pre-derby, infatti, è passato da una citazione del comandante Ernesto Che Guevara (“bisogna pagare qualunque prezzo per mantenere il diritto di tenere alta la bandiera”) ad una di Winston Churchill (“I problemi di una vittoria sono più piacevoli di quelli che arrivano da una sconfitta”), per poi arrivare a Rudi Garcia: “un derby non si gioca, si vince”.

Formazioni

Le formazioni liguri si presentano al derby senza importanti cambiamenti tra gli 11 titolari. Il tecnico Gasperini si affida al classico 3–4–3 con Perin in porta, Burdisso, De Maio e Roncaglia in difesa, a centrocampo Antonelli e Edenilson sulle fasce con al centro il duo Sturaro — Rincon, in attacco il virtuoso Perotti a fianco di Pinilla e Kucka tra le linee.

Anche il tecnico doriano si affida al solito 4–3–3. Tra i pali si posiziona il veterano Viviano, al centro della difesa ci sono Silvestre e il giovanissimo Romagnoli, terzini con licenza di spingere De Silvestri e Regini. A centrocampo tre giocatori con un importante fisicità ma che al contempo hanno anche buoni doti tecniche: Obiang, Palombo e Soriano. In attacco il trio delle meraviglie Gabbiadini, Okaka e Eder. La principale novità nella formazione doriana sta nell’utilizzo di Silvestre al posto del capitano Gastaldello in previsione degli altissimi ritmi a cui si sarebbe giocata la partita.

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La disposizione in campo delle due squadre

Primo tempo

Fin dal primo minuto il ritmo della partita si presenta molto alto. I due allenatori infatti hanno deciso di contrastare la squadra avversaria utilizzando un pressing molto forte.

La difesa doriana nella parte iniziale della partita è molto attendista e si posiziona negli ultimi 25 metri della propria area disponendosi su due linee parallele.

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Difesa doriana disposta su 2 linee parallele

Questa però non risulta statica, e nel momento in cui il Genoa cerca di superarla passando la palla ai giocatori disposti tra le linee (Edenilson e Kucka), arriva immediatamente la pressione da parte di un centrocampista ed un difensore. Lo spazio lasciato vuoto da uno dei centrocampisti viene immediatamente coperto da un attaccante riuscendo così a tappare il buco.

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Centrocampista e difensore si stringono pressando Kucka. Gabbiadini sale per coprire lo spazio lasciato vuoto dal centrocampista

La Sampdoria è conosciuta soprattutto per la grande velocità dei 3 attaccanti, proprio per questo Gasperini cerca di bloccare ogni possibile ripartenza attuando un pressing molto alto all’altezza del centrocampo.

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Questa scelta inizialmente si dimostrerà adeguata, in quanto la formazione blucerchiata non riesce a superare il centrocampo costringendo invece i difensori centrali a numerosi lanci lunghi che spesso finiscono tra le grinfie dei difensori avversari.

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I lanci lunghi del primo tempo dei centrali della Samp

I grifoni però difendono bene l’aria di rigore, restano in linea e anticipano quasi sempre i palloni scodellati in avanti.

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La chiave tattica offensiva del Genoa è molto semplice: cercare di entrare in aerea palla a terra sfruttando la velocità di Perotti, Edenilson e Antonelli, oppure buttare la palla al centro verso il cileno Pinilla. Il tutto passando sempre per un giocatore che si posiziona tra le linee (Edenilson a destra e Kucka a sinistra), con successivo passaggio verso Antonelli o Perotti che cercano di superare la difesa sfruttando la propria velocità. Le azioni però sono quasi sempre contrastate da una difesa molto attenta che non concede occasioni rilevanti ai grifoni.

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Nella prima parte di gara è ottimo il lavoro svolto da Pinilla, che non soltanto si sacrifica in copertura ma è anche in grado di fare da uomo assist abbandonando l’area di rigore e scendendo fino a centrocampo per fare da playmaker e dettare il passaggio verso la corrente esterna, spiazzando così la difesa avversaria.

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Pinilla scende a centrocampo e lancia Antonelli sulla fascia. Kucka taglia verso la porta avversaria

Il forte ritmo che il Genoa impone alla partita col passare del tempo si trasforma in una lama a doppio taglio. La squadra infatti verso la fine della prima frazione inizia a sentire la stanchezza, il pressing diminuisce e la Samp oltre ai lanci lunghi riesce anche a trovare i primi varchi verso il centrocampo avversario (senza arrivare comunque quasi mai in maniera pericolosa nell’area di rigore avversaria).
Lo dimostra il fatto che Okaka è costretto a scendere a centrocampo pur di ricevere palla.

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Okaka sale a centrocampo per ricevere palla

In questa fase le due squadre invertono i propri ruoli: il pressing del Genoa cala d’intensità mentre quello dei blucerchiati aumenta costringendo la difesa avversaria a commettere errori.

Secondo tempo

Il pressing è meno intenso ed effettuato in maniera più disordinata, favorendo così le transizioni. Questa situazione cerca di sfruttarla il tecnico del Genoa sostituendo prima Kucka con Matri e poi Burdisso con Bertolacci, e passando ad un 4–2–4.

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Genoa disposta col 4–2–4

Questa scelta tattica è fondamentale per gli esiti della partita. La squadra è eccessivamente sbilanciata in attacco lasciando enormi spazi vuoti a centrocampo che permettono alla Samp di realizzare nei migliore dei modi il proprio gioco basato soprattutto sulle ripartenze.

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Il Genoa si scopre lasciando libere ampie praterie

La presenza di giocatori prettamente offensivi diminuisce in maniera esponenziale l’organizzazione difensiva a difesa schierata. La Samp quindi ne approfitta iniziando a giocare palla a terra. Le azioni si svolgono tutte passando verso il centro per poi allargarsi e concludersi con un cross verso il centro dell’area.

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Il gol del vantaggio della Samp arriva su punizione di Gabbiadini, ottenuta a seguito di un fallo di De Maio su De Silvestri, che aveva superato senza molta opposizione Perotti.

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Come da pronostico la partita è stata caratterizzata da un costante equilibrio nonostante una notevole intensità. Ottima la prestazione del diciannovenne difensore Alessio Romagnoli che dimostra di avere una maturità calcistica difficile da trovare anche in colleghi calcisticamente più esperti.

Da sottolineare inoltre l’attento operato dell’arbitro Damato che ha gestito bene la partita grazie ad un arbitraggio all’inglese che non ha rovinato lo spettacolo senza però far degenerare la partita.

A cura di Roberto Cataldo, di Sistema WM

L’articolo è uscito anche su Sistema WM

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