Genoa vs Fiorentina, analisi tattica

Crampi Sportivi
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9 min readFeb 3, 2015

La sfida tra Genoa e Fiorentina si è giocata a pochi giorni dalla fine del mercato di riparazione di gennaio, giorni in cui i trasferimenti si intensificano e le squadre iniziano a provare i nuovi innesti. Questa situazione, a causa delle tempistiche e capacità di adattamento dei nuovi innesti, ha delle conseguenze sul piano tattico delle squadre, collaudato da mesi di lavoro.
Sia il Genoa che la Fiorentina, grazie al lavoro di due ottimi allenatori come Gasperini e Montella, hanno un’impronta di gioco ben precisa volta alla ricerca del gioco offensivo tramite sistemi diversi (velocità per il Genoa, possesso palla per la Fiorentina), e — in gradi diversi — sono state coinvolte nel mercato invernale ma comunque sempre ben salde ai propri princìpi di gioco.

Genoa
La stagione per la squadra di Gasperini era iniziata nel migliore dei modi, tanto che ad inizio dicembre (attorno alla 14° giornata) la squadra era in zona Champions League insieme alla Sampdoria, con una città intera che era tornata a sognare. Attualmente il livello della squadra si è attestato intorno alla settima/ottava posizione a causa degli ultimi risultati che parlano di soli 2 punti raccolti nelle ultime sei giornate (grazie ai due complicati pareggi casalinghi contro Atalanta e Sassuolo, per 2–2 e 3–3). Un calo sicuramente fisiologico, ma dovuto anche a degli episodi davvero sfortunati, con qualche torto arbitrale di troppo che ha finito per influenzare negativamente la squadra sul piano mentale. I numeri raccontano di una squadra “normale”, con 28 reti segnate e 25 subite, ma sul piano della prestazione si intravede qualcosa di più, grazie ad un ritmo alto, ad un atteggiamento offensivo ed ad un forte rigore tattico.

La squadra gioca con il 3–4–3, modulo sul quale Gasperini ha costruito la carriera (anche se occasionalmente si è trasformato in un 4–3–3), basato come detto su ritmi alti e transizioni veloci, più che sul possesso palla. In quest’ottica sono fondamentali gli esterni, zona di campo dove si preferisce sviluppare le azioni, e la presenza di un giocatore dotato di una tecnica superiore alla media, Diego Perotti, tra i migliori dribblatori del campionato e col compito di svariare su tutto il fronte offensivo.

Fiorentina
Dall’arrivo di Montella, risalente ormai a tre stagioni fa, la Fiorentina è tornata ad essere una potenza del calcio italiano, con ottimi risultati e prestazioni convincenti. Attualmente è sesta a 31 punti (8 vittorie, 7 pareggi e 5 sconfitte), con 28 reti segnate e 19 subìte, ed un andamento in crescendo rispetto ad un inizio di campionato questa volta un po’ più faticoso. Alla base del gioco Viola c’è il possesso palla, fortemente imposto dall’allenatore e concretizzato grazie ad un centrocampo molto tecnico, che esprime uno dei calci più belli in Italia. Il modulo ‘preferito’ è il 3–5–2, ma Montella ha dimostrato di sapersi adattare a seconda dell’avversario passando spesso alla difesa a quattro ed al tridente, anche a partita in corso, e di saper leggere molto bene le partite.
In questa sessione di mercato pesa enormemente la cessione di Cuadrado, passato al Chelsea, che toglie al gioco offensivo il miglior dribblatore della Serie A nonché un giocatore veloce ed imprevedibile, migliorato molto — grazie a Montella — anche nella fase di non possesso. Nonostante ciò Montella può contare su una rosa ampia e competitiva, ricca di alternative ed adattabile di volta in volta a vari moduli (è arrivato un trequartista, Diamati, una prima punta, Gilardino, e un esterno offensivo, Salah).

In campo
Il Genoa è sceso in campo con Perin (per statistiche uno dei migliori portieri del campionato), difeso dalla linea a tre composta da Roncaglia, Burdisso e De Maio. A centrocampo Edenilson, Rincon, Sturaro e Kucka, mentre il trio offensivo è composto da Falque, Perotti e Niang (appena arrivato dal Milan). Solo panchina per i nuovi arrivati Laxalt ed Ariaudo, mentre Antonelli e Bertolacci sono assenti per squalifica (con il primo, autore tra l’altro di un’ottima stagione, pronto a trasferirsi al Milan) e Costa, Marchese e Matri ancora fermi per infortunio (con quest’ultimo, capocannoniere della squadra con 7 reti, passato alla Juve in chiusura di mercato). Nella Fiorentina, Tatarusanu è ormai diventato il portiere titolare (dopo la dichiarata volontà di Neto di non rinnovare, con conseguente messa fuori rosa), in difesa la linea a tre vede Tomovic, Rodriguez e Basanta, mentre a centrocampo Badelj sostituisce Pizarro in regia, affiancato dalle mezzali Mati Fernandez e Borja Valero e dagli esterni Joaquin e Vargas, con Diamanti e Babacar a formare il reparto avanzato.

Tatticamente ci si aspetta una partita equilibrata, con i viola alla ricerca del possesso palla ed i rossoblù più verticali, volti all’attacco ma anche bassi e compatti in difesa, per invogliare gli avversari ad uscire e colpirli in ripartenza. Importanti i duelli sugli esterni, dove Joaquin e Vargas sono chiamati ad un lavoro di copertura in non possesso, e la tenuta difensiva di alcuni elementi che non sempre si sono dimostrati attentissimi nell’arco di tutto il match.

Primo Tempo
L’intenzione di Gasperini è chiarissima fin dai primi secondi di gioco: pressare alto i giocatori della Fiorentina per non permettergli una costruzione fluida e forzare il recupero della palla per poi verticalizzare alla ricerca dello spazio dietro la difesa viola. Le marcature preventive sono a uomo, molto definite e forti, con i giocatori che seguono i diretti avversari anche molto fuori dalla propria zona di campo per non concedergli assolutamente di giocare la palla in tranquillità. Intensità e ritmo, come detto nell’introduzione, sono la chiave del gioco di questo Genoa, che difetta forse tecnicamente ma non ha nulla da invidiare alle migliori squadre della serie A sul piano fisico.

La Fiorentina batte il calcio d’inizio, ed il Genoa esce subito aggressivo. I tre attaccanti prendono in parità numerica i tre difensori della Fiorentina, con Perotti che scala sul regista Badelj in caso di palla esterna ed avanza invece su Rodriguez quando questo entra in possesso.

Alta, ma meno aggressiva, la squadra di Montella, che lascia giocare i difensori avversari con i suoi due attaccanti schierati in orizzontale , che non si occupano di contrastare il giropalla, ma tengono un atteggiamento attendista, lasciando che si alzino gli esterni o le mezzali, e contribuendo a tenere la squadra molto corta. Importante il comportamento del terzetto difensivo, subito pronto a tamponare in avanti per non permettere all’attacco di girarsi, con il movimento ad assorbire dei terzini che ripiegano all’indietro vista la gran porzione di campo concessa.

Borja Valero esce in pressione; dietro, Basanta prende Falque con Vargas pronto a contenere in ripiegamento su Sturaro.

La fase di non possesso del Genoa è molto organizzata, con gli esterni di centrocampo che retrocedono a livello dei tre difensori andando a comporre una linea a cinque, che riesce a coprire in ampiezza il campo, e con i centrocampisti impegnati a fare densità al centro e chiudere le linee di passaggio interne. La caratteristica principale è quella di abbassare notevolmente il baricentro, compattando le linee e spingendo quasi gli avversari a farsi avanti, sperando di fare male in ripartenza.

Il 5–2–3 in non possesso del Genoa.

Per la Fiorentina si viene invece a formare un 5–3–2, con i reparti molto allineati e dinamici che non accettano di concedere territorio ma lavorano per alzarsi il prima possibile, tenendo il pallone lontano dalla propria porta e tornando a concedere la profondità, sfruttando anche il fuorigioco.

Fiorentina che difende col 5–3–2.

Questa serie di atteggiamenti blocca di fatto la gara, con nessuna delle due squadre che riesce a fare la partita. Tra le due è la Fiorentina che mostra le maggiori difficoltà, non soltanto per il pressing altissimo degli avversari, ma anche per l’assenza del colombiano Cuadrado, al quale i viola si rivolgevano in caso di difficoltà di manovra per creare superiorità con i suoi dribbling. Nei primi 30 minuti la chiave tattica obbligata dei viola diventa quindi il lancio lungo dalla difesa verso Babacar, Vargas o Joaquin, che pare l’unico modo per superare il primo pressing del Genoa.

La Fiorentina, grazie al forte pressing degli avversari, tenta nei primi 20’ di gioco ben 20 lanci lunghi. In totale ne farà 48.

Verso la mezzora del primo tempo il pressing del Genoa perde d’intensità: gli attaccanti riducono l’ampiezza della copertura per evitare la perdita eccessiva di energie, e i viola possono quindi giocare maggiormente palla a terra sfruttando la maggior qualità dei propri elementi. La squadra di Montella però non è in giornata e perde molti palloni, non riuscendo mai a mettere in difficoltà gli avversari. Le azioni si sviluppano per via centrale, il punto di riferimento principale è Borja Valero dal quale passa la gran parte dei palloni: il regista spagnolo detta passaggi verso i compagni che fanno circolare la palla velocemente, sfruttando anche l’imponenza fisica di Babacar come perno centrale per entrare in difesa.

Offensivamente il Genoa si comporta invece in maniera opposta, ricercando la via esterna. Sulla destra i giocatori del Genoa formano un triangolo con Sturaro vertice basso, Iago Falque e Perotti vertici alti.

I 2 attaccanti tagliano e cercano la triangolazione tra di loro in maniera tale da liberarsi e metterla al centro. A volte all’azione partecipa anche Roncaglia che sale dalla difesa e si posiziona come vertice nei pressi dell’area di rigore facendo accentrare Perotti.
A sinistra invece la chiave è la velocità. Niang cerca di sfruttare fisico e velocità nel duello contro Tomovic in maniera tale da superarlo e creare superiorità. Ed è proprio su quest’asse che il Genoa mette in maggior difficoltà la Fiorentina, trovando anche la rete del vantaggio.

Sul gol del Genoa bisogna segnalare due errori gravi della difesa Viola. Il primo è di Tomovic, che sul primo cross di Niang la spazza piano e soprattutto sull’attaccante rossoblu; il secondo è invece quello di non seguire l’inserimento sul lato debole di Sturaro.

Secondo Tempo
La Fiorentina deve assolutamente recuperare il risultato e per i primi 20 minuti aumenta i ritmi grazie ad un pressing più alto ed aggressivo che viene effettuato da tutta la squadra. Il Genoa, stanco dopo aver speso molte energie nell’ottimo primo tempo, parte con un ritmo più blando; il pressing non viene più effettuato ed i viola hanno così più spazio per manovrare in fase di possesso. Il comando del gioco passa quindi a loro, favorito dall’entusiasmo creatosi grazie al gol segnato da Gonzalo Rodriguez nei primissimi minuti della seconda frazione di gioco.

Nella rete, nata su calcio d’angolo, è ben evidente come la difesa del Genoa si dimentichi del difensore viola permettendogli di segnare indisturbato.

Il gol viene su una seconda palla, difficile da marcare, ma Rodriguez viene ignorato dall’inizio dal marcatore della sua zona che gli da le spalle

Nonostante ciò i viola creano pochissime occasioni e il Genoa riesce comunque a rendersi molto pericoloso grazie alla velocità degli uomini di attacco. Il punto debole continua a restare Tomovic che soffre tantissimo la velocità di Perotti che ora lavora maggiormente su questo lato rispetto al primo tempo. Vista la maggior stanchezza dei propri giocatori durante questa frazione anche sulla fascia sinistra l’azione è più costruita utilizzando lo stesso schema della fascia opposta.
Al 80’ minuto la Fiorentina recupera una palla e Burdisso ostacola il contropiede effettuando un ostruzione sull’avversario: doppio giallo e quindi espulsione. L’espulsione porta ad un arretramento di uno tra Edenilson e Sturaro sulla linea dei difensori, ed un conseguente 4–4–1, fino al ingresso in campo, cinque minuti dopo il rosso, di Rosi, che prende il posto di Falque.

Genoa col 441

È interessante analizzare la prova di Diamanti, alla prima con la Fiorentina. Il neoacquisto viola, come sappiamo, è un giocatore che fa della qualità e della visione di gioco il suo punto di forza. Anche se è partito come seconda punta è spesso arretrato sulla ¾ ricoprendo il ruolo di quarterback. Arretrando tra le linee, infatti, ha goduto di maggior libertà, spazi più ampi e quindi ha avuto la possibilità di cercare verticalizzazioni verso l’ area di rigore.

Posizione Diamanti

La sua partita non è stata un granché, sia perché è stata la sua prima partita — gli manca ancora la confidenza con i compagni e non conosce i loro movimenti — sia perché la Fiorentina non ha giocato una partita eccellente. Aspettiamo altre prestazioni per giudicarlo.

Conclusione
La sfida tra Genoa e Fiorentina è stata molto particolare. Non si può dire che sia stata una gara noiosa, ma il gioco espresso dalle due squadre ha evidenziato i loro limiti attuali. I ritmi sono stati alti da entrambe le parti, ma la qualità delle giocate e le idee sono mancate. Il Genoa ha mostrato difficoltà soprattutto nella conclusione dell’azione, in assenza di un attaccante bravo a finalizzare (importante è stato l’infortunio di Matri e la cessione di Pinilla, Borriello dovrebbe sopperire a questa mancanza). Promossa invece nella fase di costruzione dell’azione e in quella difensiva, dove il lavoro di Gasperini sta portando i suoi frutti. La Fiorentina invece è una squadra che sta ancora cercando una propria anima, i molti infortuni non hanno permesso a Montella di lavorare su di un undici stabile e ora deve essere in parte ricostruita dopo la cessione di Cuadrardo e l’arrivo dei nuovi. Le basi sono già state fondate grazie all’innesto di Diamanti, che dovrà portare qualità diverse, dando più qualità in fase offensiva alla squadra. Montella potrebbe aver trovato quel giocatore offensivo e di qualità che tanto cercava e che non è riuscito a trovare in Ilicic.

Il pareggio è un risultato giusto anche se forse il Genoa meritava qualcosa in più, nonostante un lieve calo fisico durante la seconda frazione di gioco.

A cura di Roberto Cataldo.

Articolo pubblicato anche su Sistema WM

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