Giocatori che voglio al Fantacalcio: Bruno Alves

Crampi Sportivi
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6 min readAug 10, 2016

Bruno Eduardo Regufe Alves è il mio oggetto del desiderio, un incantatore che mi ha rapito l’anima, l’unico giocatore che poteva convincermi a tornare ad occuparmi del Fantacalcio. Ero convinto di esserci riuscito, negli ultimi due anni mi sono limitato a dispensare consigli in vista dell’asta di inizio anno: avrei puntato forte su Pavoletti nell’ultima stagione, mi piaceva molto Ansaldi perché comunque era l’unico terzino argentino decente all’Ultimate Team di Fifa e forse avrei buttato qualche credito in più su Jorginho ma non ci giurerei. Tra me e il Fantacalcio era tutto finito con un addio indolore. Fino a pochi giorni fa, precisamente fino a quando Bruno Alves è atterrato a Cagliari.

Guarda le prime parole di Bruneddu ai suoi nuovi tifosi

Chi è Bruno Alves?

BA sono io, sei tu che stai leggendo questo articolo, è una bestia uscita viva dal derby tra Fener e Galatasaray. Siamo quei giocatori che il tempo e l’usura ha relegato in difesa: troppo statici per occupare posizioni dal centrocampo in su, troppo lenti per essere dei terzini, irruenti al punto giusto e votati al dogma prettamente Monteriano “O la palla, o la gamba o entrambi”.
Portoghese, centrale di difesa dal fisico scolpito, in un primo momento sembra scappato dal set di Troy per via della lucentezza delle sue forme; ha deciso di sostare a Cagliari dopo svariate esperienze tra cui Porto, Zenit San Pietroburgo e Fenerbaçe. Esatto, avete letto benissimo, Bruno Alves ha giocato in tre club che potremmo tranquillamente sistemare nella dignitosa Terza Fascia Europea, che raccoglie quelle squadre ciclicamente ammesse alla Champions League e note a noi spettatori per le botte prese dagli ottavi in poi. Se ci arrivano.
Alves le botte le ha sempre date ed è grazie a quelle che si è ritagliato un posto come campione di Portogallo, Turchia e Russia, salendo fino al tetto d’Europa negli Europei di Francia appena trascorsi. C’era spazio per uno solo tra lui e Pepe e questo non gli ha permesso di godere della giusta luce, di splendere in questa assurda estate che ci ha portato in dote uno dei giocatori dal cartellino giallo più facile di sempre.

Cosa ha fatto nella sua carriera?

Quando il Porto miracoloso e miracolato di Josè Mourinho era impegnato a vincere una storica Champions League nell’annata 2003–2004, Bruno Alves era abbastanza impegnato altrove, precisamente al Vitoria Guimaraes e non deve essere stato bello per un giovane giocatore perdersi una occasione del genere, specie se per 12 anni sono stati i Dragoes a fissare il prezzo del tuo cartellino. Lo Zenit ha dovuto tirar fuori circa 22 Milioni di euro per convincere la sua squadra a lasciaro andar via, il Fenerbaçe ne ha impiegati appena cinque per portarlo in Turchia.
Scaduto il suo contratto, doveva solo decidere tra Portogallo e Italia, tra un glorioso ritorno nella terra natìa e una nuova avventura nella Serie A italiana, nel cuore della difesa di una squadra neopromossa, spinto dall’amico Cristiano Ronaldo che a Cagliari ci passa le vacanze, solitamente. Finora ha anche provato a portarsi dietro Raul Meireles, suo connazionale e compagno al Fenerbache, ma probabilmente il presidente Giulini gli avrà fatto capire che, va bene portarsi un amico per combattere la nostalgia, ma fino a un certo punto.
Tutto questo è già abbastanza fantastico e rievoca tantissimo la stucchevole firma di Rafa Marquez al Verona e questo è un primo, potente segnale da cogliere perché il Fantacalcio è anche supposizioni, richiami storici, sensazioni che ti attraversano la nuca fino a sbocciarti nella testa.
La Gazzetta dello Sport ha scritto “ Il club sardo, neo promosso in Serie A, comincia il mercato estivo con un bel colpo. A giorni arriverà l’ufficialità.” e voi lo sapete chi fa i voti per il Fantacalcio, vero?

Perché deve far parte della mia squadra?

Bruno Alves è arrivato a Cagliari per firmare gli incartamenti e ha portato con se una cassa di olio di cocco e avocado, fondamentali per la sua prima colazione. Potremmo fermarci qui e lasciare campo aperto alla vostra immaginazione, alla macchina col portabagagli aperto e quel profumo di luoghi lontanissimi.
101 cartellini gialli in 408 partite in carriera, 3 cartellini rossi. Fanno circa un cartellino ogni 4 partite e a fine anno dovrei aver perso circa 9.5 punti solo per colpa sua e sinceramente mi aspettavo qualcosa di più.
Ora, a meno di particolari sorprese, il Cagliari punterà a una salvezza da strappare con le unghie e con i denti perché anche in questa stagione, a giudicare dal mercato estivo, la gara a chi retrocede per primo sempra molto agguerrita e ricca di colpi di scena. Bruno Alves è un giocatore imprescindibile, la pietra angolare di una squadra che già alla lettura delle formazioni deve incutere terrore, deve mettere pressione e creare un’atmosfera tesa, sopratutto se si ha intenzione di cucirgli all’interno della comitiva del Fantacalcio quell’aura da difensore centrale goleador che scala le spalle degli avversari e gira in rete gli angoli di Di Gennaro con facilità estrema. Ha segnato solo 26 gol in carriera ma si possono tranquillamente arrotondare a “circa 30, almeno per quanto riguarda Transfermarkt che sicuramente se ne sarà perso qualcuno”.

Già lo vedo nel riscaldamento pre-gara, concentrato nel macinare l’erba sotto i piedi, con lo sguardo austero dall’alto del suo scranno fatto di trofei e una coppa Europea, totalmente superiore rispetto ai compagni e a buona parte degli avversari. Roba che appena uno dei frombolieri random sparsi per il nostro campionato dovesse anche solo decidere di saltarlo con un doppio passo, gli comparirebbe la pagina Wikipedia di Bruno Alves negli occhi con il resoconto di tutte le partite che ha giocato, stendendolo per sempre.
Sembra anche doveroso ricordare il viaggio della vita per Tommaso Giulini, che ha giocato un ruolo fondamentale nella trattativa: con un biennale già sulla scrivania, Bruno Alves ha affrontato a Giugno l’Inghilterra, sotto lo sguardo vigile proprio di Giulini, arrivato per valutare il suo oggetto del desiderio.
E’ finita al 45', circa, dopo una giocata di classe e spessore su Harry Kane.

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Il Licor Beirao ci è andato a nozze.

La piazza sarà sicuramente schierata per lui e la fiducia del tecnico non mancherà: titolare inamovibile del pacchetto di difesa sardo, “Il Club rossoblú si assicura la presenza in campo di un vero guerriero, abituato a confrontarsi con gli attaccanti più forti del mondo e a fare valere la sua grande aggressività e personalità, la sua tecnica, e la sua straripante potenza fisica.” secondo CagliariCalcio.com e già me lo immagino con quella pelle bruciata dal sole a farsi largo tra gli attaccanti avversari con le gambe da machetero e la tenacia tipica degli isolani.
Il nuovo Beppe Tomasini, pronto a camminare sui resti delle sue ginocchia pur di mettere in calcio d’angolo l’ennesimo, brutto spiovente di Andrea Poli.

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La prima, strepitosa entrata su Diego Costa è in amichevole. Fate vobis.

Giudizio finale

In una scala che va da Tommaso Berni a Gonzalo Higuain, Bruno Alves è perfettamente a metà, è in formissima, agli Europei ha giocato solo in semifinale quindi ha praticamente il tono fisico di Floyd Mayweather. Inoltre bisogna chiarire che lui non porta i capelli lunghi attaccati dietro solo perché fa bello e perché ce li ha Bale. BA non ha tempo materiale per tagliare i capelli almeno prima di Natale perché in campo bisogna sudare e fuori dal campo bisogna comunque rimanere all’erta, che la Serie A è un campionato duro e i giornalisti stanno sempre dietro l’angolo.
Vi racconto in anteprima come va a finire l’annata del Cagliari perché questa stagione l’ho già vista: i rossoblu si salvano molto tranquillamente per demeriti altrui, arrivano tredicesimi e Bruno Alves gioca da autentico leader, in virtù del fatto che è stilisticamente superiore ai suoi pari età (Pellissier scansate) e troppo più esperto delle giovani promesse di questo campionato. A fine stagione la Curva Sky gli dedica una ovazione incredibile e il prossimo anno è il capitano della squadra.

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