Grazie Pistolero

Andrea Giovanni Taietti
Crampi Sportivi
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3 min readSep 10, 2017

Caro Alberto, e così ci siamo.

Oggi è la tua ultima tappa. L’ultima di una vita intera.

Saranno tutti lì davanti a guardarti, tutti ad aspettare una pedalata dietro l’altra cercando di individuare quale possa essere l’ultima: ovvio, ci sarò anch’io, ma con gli addii non me la sono mai cavata.

Allora ho deciso di scriverti, per tentare di allungare il tempo che ci separa da quell’arrivo.

Cosa ti dico? Come si parla a un amore che va via? Già, ti ho amato, amato davvero. Perché uno che si chiama Contador, contabile, e corre contro il suo nome, senza fare conti, come puoi non amarlo? Uno che si alza sui pedali, che si alza davvero, e compie imprese folli portando a termine attacchi di cinquanta chilometri come puoi non amarlo? Uno con un’eleganza che non te la spieghi, un’eleganza che poi aveva anche un’efficacia incredibile, come puoi non amarlo?

Forse allora voglio solo dirti come mi sento. Lo so, sono egoista, domani tu smetti di fare ciò che ami e io vengo a dirti cosa provo. Ma è colpa tua. Hanno smesso in tanti, anche forti, fortissimi, e che amavo, e se tu fossi stato come loro mi sarebbe solamente dispiaciuto. Ma con te è diverso, con te sono tre mesi che mi dispiace, che ho una stretta al cuore e alla bocca dello stomaco. Da vero idiota, sì. Forse. Ma l’amore non ha regole, non ha il tempo massimo da doverci stare dentro, nemmeno quando il tempo, sembra, sia finito.

Mi sento come il giorno prima dell’ultimo giorno di vacanze quando andavo alle medie, come quando ho dato l’ultima mandata alla porta della mia vecchia casa prima di trasferirmi, come quando ho finito Shameless. Mi sento come quando Roby Baggio è entrato in campo a San Siro per la sua ultima partita. E lo sanno tutti, pure te credo, che da quando Baggio non gioca più, non è più domenica.

Quel giorno, dopo il fischio d’inizio ho spento la tv e credo che domani, quando l’ultima tappa della Vuelta di quest’anno prenderà il via, farò lo stesso. Click. Spenta. Perché non voglio vedere il tuo ultimo arrivo, così posso illudermi che non sia mai accaduto per davvero, almeno fino al prossimo via in cui ti cercherò e tu non ci sarai.

Come vedi vorrei che queste parole, che questa lettera, non finissero mai, così non arriverebbe nemmeno domani e neanche la fine della tua carriera. E credo che un po’ non lo vorresti nemmeno tu, altrimenti perché questo ritiro lento e faticoso, fatto anche di grandi impennate finali, come quelle di questi giorni alla Vuelta? E non ci credo che è solo perché ogni grande scalatore ha terminato la sua carriera così e quindi non poteva essere altrimenti.

Solo che tutte le cose belle prima o poi finiscono. E forse è giusto così.

Quindi grazie. Grazie per ogni cartuccia sparata, Pistolero.

Andrea

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Andrea Giovanni Taietti
Crampi Sportivi

Segue una dieta ferrea di sport, film e libri. La perenne ricerca del tempo perduto lo ha spinto a Torino. Ora, vuole una cucina dove impastare storie.