Guida alla penultima Champions League meritocratica, parte I (G-H)

Crampi Sportivi
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6 min readAug 26, 2016

Perché è importante questa Champions League? Perché coinciderà probabilmente con l’ultima stagione in cui ci si ammazzerà per raggiungere (o evitare di raggiungere, a seconda della propria posizione in classifica) il terzo posto in Serie A da parte delle grandi che finiscono fuori dalla lotta per il titolo. La Uefa ha infatti deciso che l’Italia è una dei bulli del quartiere e dal 2018 potrà vantare quattro posti nella massima competizione europea. Di cui il quarto, se l’ipotesi sarà confermata, potrebbe venire assegnato per “meriti storici” che almeno al momento appaiono vaghi.

Se così fosse, si eliminerebbe il rischio di far finire al quarto posto, putacaso, il Chievo, e si cancellerebbe quindi il sogno ormai pluridecennale di infiltrazione e sabotaggio clivense del calcio plutocrate (Meggiorini, resisti). Ma appunto, è tutto ancora da confermare.

Per il momento tanto vale cercare di orientarsi nell’attualità, nel solito sconcerto che pervade il popolo della rete di fronte alla composizione dei gironi (60 milioni di commissari tecnici dell’urna Uefa).

Oggi iniziamo dagli ultimi gironi, H e G, ovvero quello della Juventus e quello del Leicester City, novella beniamina d’Europa (anche se tranquilli, sappiamo che tra voi è pieno di cuori crudeli che godrebbero nel veder capitolare una Cenerentola, così, solo per invidiosa e recrudescente antipatia).

Proveremo a conoscerli meglio tramite apposite domande rivolte ai nostri esperti (???).

Si inizia.

De scempio-o (ta ta ta taaa)

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Girone G, come Go, Foxes

(Leicester City, Porto, Club Brugge, Copenaghen)

a cura di Massimiliano Chirico e Francesco Zani

Da dove si parte

Mentre si svolgevano i sorteggi dei gironi ero al lavoro e quindi non riuscivo a seguirli come si deve. Sul telefono ricevo un messaggio da un amico “Che culo il Leicester, forza Ranieri!” ed è qui che capisco che attorno a questa squadra gravita una forza incredibilmente benevola. Infatti nonostante il Porto sia comunque una squadra dalla grande tradizione europea meglio aver beccato quello di Nuno Espirito Santo che sembra, ad occhio e croce, lontano parente del Porto dei bei tempi. Senza il suicidio collettivo della Roma difficilmente sarebbe riuscito a strappare il pass per i gironi. Il Leicester ha cambiato poco e al netto degli ultimi giorni di mercato dovrebbe essere Kantè l’unico pilastro perso per strada: se in Inghilterra il gioco del Tinkerman potrebbe esser diventato prevedibile, in Europa può ancora mietere vittime quando si tratta di Brugge e Copenaghen, che proveranno a tenersi a galla come possono. Da una parte ci penserà il rientrante Jelle Vossen mentre per i danesi sarebbe andata male in tutti i modi. Magari il paraguaiano Santander mette dentro due gol di fortuna e lo vendi per 10 milioni, come successe a Dica.

Il Porto, in fondo, potrebbe anche aver giocato male le sue carte, a mio modesto parere: cambi allenatore in estate e metti fuori rosa Brahimi e Aboubakar (20 e 10 mln valore di mercato secondo Transfermarkt) col risultato che a fine agosto sono ancora invenduti e devi fare le nozze coi fichi secchi vedi Felipe dal Corinthians — che pure contro la Roma ha fatto una partita gigante, ma sappiamo come stavano gli avversari -. Sospinti da un entusiasmo uggiolante azzarderemmo Leicester primo nel girone e Ahmed Musa straripante, ma siamo ben consapevoli di come l’esperienza dei giocatori del Porto possa fare la differenza.

Vedo invece Copenhagen e Brugge un po’ ai margini in campo europeo, realisticamente parlando, tanto che non mi stupirei se passassero dall’Europa League direttamente alla Coppa d’Oceania.

Quale squadra tifare?

Quest’anno non vanno più di moda i fantasmini, il diesel raffinato che costa un occhio della testa, la n°1 di Rose ai Chicago Bulls e tifare Leicester. Quindi se avevate messo in conto di continuare a scrivere #foxes e menate varie dovete desistere, perché le piccole non sono mai piccole se vincono il titolo. Dico Brugge per le quattro reti prese lo scorso anno dal Napoli, per il difensore Boli Bolingoli Mbombo e per il tecnico Michel Preud’Homme, per chi si ricorda che portierone sia stato.

Potenziali game-changer

Alcuni li ho già citati ma vado con un giocatore per parte. Per le #foxes (niente, ci tenevo a usarlo anche io) dico proprio Musa che è ancora a caccia del primo gol ufficiale in stagione mentre sto scrivendo: l’aggettivo perfetto per lui è ficcante ed è praticamente ambidestro. Un po’ Vagner Love, un po’ Luiz Adriano, un po’ Lacina Traorè, il prossimo anno ce lo saremo dimenticati.
Sul Porto il cuore mi direbbe il generale Hector Herrera, che alla fine non ha voluto indossare la strettissima magliettina del Napoli ed è rimasto in Portogallo, ma la ragione mi dice Jesus Corona perché è giovanissimo ed ha la mia stessa età, perché si è già affermato anche in Nazionale e perché voglio credere che potremo assistere all’esplosione di un craque. Il prossimo anno va al Monaco, segnatevelo.

Ho già citato Santander per il Copenhagen: arrivato un anno fa dal Guaranì, ha messo dentro 3 gol e servito 3 assist nelle prime 11 partite di questa stagione. Secondo me non svolta il girone ma svolta la carriera. Per il Brugge Jelle Vossen e sopratutto il bellissimo portiere Ludovic Butelle, che richiama tantissimo la pastasfoglia Buitoni. Dico pure Engels, perché ricorda il iù celebre filosofo e in più è anche un difensore centrale molto giovane dall’ottimo margine di miglioramento.

Lo scenario più assurdo che possa verificarsi

Hans Vanaken, trequartista belga del CB, decide che è giunto il momento di andare in Nazionale ora che Wilmots è stato silurato e così il Brugge piazza quattro vittorie per uno a zero e due pareggi, arriva primo davanti al Porto e poi tre giocatori del Bruges vengono a farmi visita a casa modello giocatori della Lazio. Solo che si presentano armati di mazze chiodate e mi distruggono la macchina e mi chiedono se, gentilmente, come redattore di un rispettabilissimo blog come Crampi Sportivi, posso smetterla di infangarli. Il prossimo anno divento social media manager del Club Bruges.

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Girone H, come “Higuain t’ho comprato apposta, vedi un po’ che devi fare”

(Juventus, Siviglia, Lione, Dinamo Zagabria)

A cura di Andrea Gaetani e Roberto Gennari

Da dove si parte

Salvo complicazioni, la Juventus rimane la squadra meglio attrezzata, sia perché può vantare un meccanismo piuttosto oliato sia perché ha fatto una campagna acquisti estiva importante. Per quanto la storia recente ci abbia insegnato che i bianconeri sono capacissimi di complicarsi la vita da soli nella fase a gironi della Champions, stavolta dovrebbero avvalersi di un assetto talmente più avanzato delle avversarie da limitare i danni anche in caso di prestazioni un po’ più opache. Per quanto riguarda il Siviglia c’è la garanzia di Jorge Sampaoli in panchina. Nelle recenti uscite, al di là delle imbarcate prese, ha dimostrato di voler mettere in campo la sua intrigante visione del calcio, votata al possesso palla. Se ci riuscirà, ci divertiremo tutti a prescindere dal risultato. Di fronte a due avversari così connatati le altre, quelle che sulla carta sembrano le sfavorite, dovranno semplicemente essere loro stesse, nessuno le giudicherà.

Per quale squadra tifare?

Se uno volesse essere VERAMENTE VERAMENTE alternativo dovrebbe tifare per la Juve, sarebbe la cosa più hipster da fare, è un po’ come quelli che ieri ascoltavano Nick Cave e oggi osannano Kanye West e Rihanna, anche se per alcuni potrebbe essere troppo. Perciò diciamo Lione. Perché è la squadra di una città culturalmente attiva, più cool di Parigi secondo alcuni, piena di cose alternative da fare. E poi c’è ancora quello bravo a tirare le punizioni, giusto?

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Potenziali game-changer

Khedira non è un nuovo acquisto ed è tra i meno citati ma è indubbiamente l’ago della bilancia, per la Juve e per le avversarie: se sta bene, è quello che porta la partita dalla parte della sua squadra. Sarà interessante vedere Ben Yedder a questo livello anche se magari non farà ancora la differenza. Ma a dirla tutta, dovendo scegliere un giocatore per la sua potenzialità di idolo, diciamo solo due parole: El Mudo.

Franco Vazquez.

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Chi la spunta

Ci sono due scenari possibili: uno è quello della storia che si ripete, e allora Il Siviglia finirà tra le grinfie del destino e arriverò terzo, finendo in Europa League per rivincerla. In quel caso sarebbe una questione tra Juventus prima (se parte forte e mantiene la fiducia, non ci sono speranze che nessuno le rubi il primo posto), con il Lione vincitrice della zuffa alle sua spalle. Teoricamente i francesi non si sono neanche mossi male sul mercato, anche se il grosso “boh” sull’OL resta l’effettiva bontà delle capacità di Bruno Génésio. Se invece Sampaoli riuscirà a registrare la tendenza alle imbarcate il Siviglia potrebbe giocarsela sul serio.

Lo scenario più assurdo che possa verificarsi

Se la Juve dovesse partire col freno tirato sarebbe capacissima di fare uno o due punti nelle prime due partite, e a quel punto le due sfide col Lione diventerebbero cruciali. Però oh, la cosa più clamorosa sarebbe probabilmente il Siviglia che arriva tra le prime due e perde la possibilità di vincere un’altra Europa League. In alternativa, la Dinamo Zagabria passa come seconda il girone trascinata da Ante Ćorić, il talento classe ’97 che finalmente dimostrerà di essere più forte di Modric e Kovacic messi insieme.

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