Guida Completa al Fantacalcio 2016–17 — Ep 01 — Dualismi

Crampi Sportivi
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9 min readAug 17, 2016

Tutte le sere in cui torno a casa dopo aver fatto l’asta del Fantacalcio con gli amici di una vita, in bicicletta intorno alle 2 o 3 di notte solitamente, prima di dormire leggo la mia rosa appuntata sul solito foglietto a quadretti e mi sembra fortissima. Poi la mattina mi sveglio con la testa pesante per le birre della sera prima, la riguardo, e mi sembra impossibile arrivare a undici titolari decenti da far giocare tutto il campionato.

Il Fantacalcio è decisamente il gioco più bello del mondo dopo il calcio e le sue declinazioni giocate, e soprattutto è la più grande illusione del ventesimo secolo e oltre. Il grande oppio dei popoli calcistici, illusi di contare molto in un gioco in cui la componente della fortuna è fondamentale. Certo, la strategia. Certo, i fogli di excel in cui incrociare le statistiche degli ultimi 56 anni di campionati a girone unico, ma se al giornalista della Gazzetta che segue la Roma non piace Astori, lui prenderà sempre 5 o al massimo 5,5 (sì, c’è dell’astio). E se Mbakogu decide di sbagliare tutti i rigori possibili e immaginabili e tu lo avevi schierato perché il tuo co-inquilino ti aveva detto “Metti Jerry, Geremia nome biblico, salvifico”, perdi il campionato all’ultima giornata.

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Ti sei mai chiesto perché a migliaia di chilometri da te ci sia un tifoso dell’Arsenal che considera Mbakogu un obiettivo di mercato della sua squadra?

Il Fantacalcio è una cosa seria, ma si ha il diritto di farlo male e in barba a tutte le regole dei più bravi. Si fa in base alle infatuazioni, ai video di youtube, alle intuizioni geniali che spesso si rivelano disastrose. Si fa in base a “Gino Peruzzi è il nuovo Javier Zanetti” o “Prendi Mertens, è un centrocampista che gioca in attacco”.
Noi vi proponiamo la nostra guida a puntate, con alcune categorie di giocatori fra cui scegliere e pescare il giocatore che vi farà gonfiare il petto negli spogliatoi del calcetto o che vi costringerà ad arrivare ultimi dicendo che voi siete dei romantici, vi interessa il bel gioco e non il risultato.
In ogni caso seguiteci, seguite i nostri consigli, fidatevi di noi e se vi va bene regalateci parte del premio e se va male rinfacciatecelo augurandoci di fare un anno di campionato costretti al 3–6–1 con Samuele Longo punta centrale. Se penso alle ultime cose (non serie, ma sì) che mi hanno fatto veramente incazzare per molto tempo tipo un anno da quando sono grande enumero nell’ordine: quando ho preso Sheva al suo ritorno al Milan per 131 crediti su 500 disponibili; quando ho esultato per ore dopo aver comprato Pabon che nel precampionato calciava delle bombe che nemmeno a Virtua Striker e poi invece era scarso vero; quando ho speso 330 crediti su 900 per Dzeko senza sapere che era Mario Gomez mascherato; le due volte in cui il 20 agosto sono riuscito a prendere Cerci e lui ha ben pensato di andare prima al West Ham e poi all’Atletico Madrid entro il 31 agosto.

La prima puntata del nostro appuntamento si intitola: DUALISMI

Raccolta di giocatori che teoricamente bisogna comprare accoppiati, come se fossero le due estremità contundenti di un Nunchaku, perché uno è funzione dell’altro e dove non arriva il primo ci sarà sempre il secondo a rattoppare una falla. In realtà nulla di tutto cioè, sono poche coppie e tantissime elucubrazioni su pacchetti di giocatori pacconi che potrebbero portarvi via un quarto dei crediti totali, vuoi per la testardaggine di averli insieme che solitamente sfocia in un rilancio eterno, vuoi perché effettivamente costano un occhio della testa. La sicurezza dell’investimento è pressochè nulla ma in sede d’asta fanno sempre la loro figura. Alzarsi dal tavolo delle trattative con in tasca i quattro terzini dell’Inter può essere il primo passo verso il fallimento ma nessuno verrà mai a dirtelo meglio di noi.

Alisson — Szczesny

di Massimiliano Chirico

Prima di qualsiasi competizione estiva o del campionato brasiliano, prima ancora della disastrosa Copa America Centenario disputata in estate, Alisson Becker è stato questo video sul mio smartphone

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L’ho guardato cento volte assieme a un collega giallorosso, ne ho imparato la cadenza, la musicalità. All’improvviso uno sconosciuto piove nella mia vita: la Roma lo ha preso già sei mesi fa, oggettivamente è un bell’uomo ma quello che mi piace di più sono le offese che risuonano come una vecchia canzone verdeoro se pronunciate da lui.
Alisson ha sognato per buona parte dell’estate e nel suo coloratissimo sogno era il portiere titolare di una Roma che anche quest’anno punta allo scudetto e a un buon piazzamento europeo. Il suo cuore non conosce la rabbia o le blasfemie e quando la società ha fatto sapere che Wojciech Szczesny sarebbe ritornato nella Capitale, Alisson ha fatto spallucce, ha imbracciato una chitarra e ha intonato Marcha da Quarta — Feira de cinzas nel parcheggio di Trigoria, nell’attesa che il suo compagno andasse a prendere posto vicino a lui.
Ho avuto la sfortuna di seguire praticamente tutta la CA Centenario e non mi sono innamorato delle prodezze di Alisson tra i pali o del suo svarione pazzesco contro l’Ecuador. Di lui non mi ha colpito assolutamente nulla se non il fatto che è incredibilmente atletico e brasiliano e sopratutto arriva dall’Internacional, il che mi ricorda Alexandre Pato ma anche Nelson Dida.
Eccoli, il Polacco e il Brasiliano, due voci e una chitarra che vivranno assieme questo lungo viaggio chiamato stagione 2016/2017: Alisson costa appena 2 fantamilioni e Szczesny 14 ma si può solo comprarli insieme, come il maestro Toquinho e il suo fratello Vinicius. Fenomenali da soli ma imbattibili insieme, in giro per l’Italia e l’Europa condividendo la vita e il posto da titolare, accoccolati su un tronco poco fuori dal centro di allenamento.

Tutti gli attaccanti della Roma — Totti

di Francesco Zani

Il dualismo nell’attacco della Roma degli ultimi anni è sempre stato Totti contro…tutti.
La presenza del capitano ha sempre “mangiato” tutte le punte dei giallorossi negli ultimi anni: Destro con Zeman veniva fischiato a ogni passo in campo, Dzeko ha giocato una stagione horribilis per fatti suoi, e allora era facile per l’ombra del capitano spuntare fuori dall’armadio ogni volta che non era infortunato. E quindi dov’è il dualismo da Fantacalcio?
È una questione tecnica, Totti ha cambiato tutte le partite della Roma in cui è entrato in campo nello scorso finale di stagione. E’ una questione morale e di romanticismo: come si fa a rinunciare al Capitano in quella che dovrebbe essere la sua ultima stagione da giocatore? E allora comprate Dzeko (che magari risorge ma costa 20 fantamilioni) o il Faraone o Perotti o Salah ( 21, 17 e 24 fantamilioni ) per nutrire il vostro corpo e comprate il Pupone per nutrire il vostro spirito. Saranno i 13 milioni meglio spesi della vostra vita.
Gli esterni con Spalletti volano e Perotti potrebbe giocare molte partite da falso nueve e dunque vicino alla porta. Dzeko, beh… non può fare peggio dello scorso anno. Compratene uno, comprateli tutti. E non dimenticatevi di Totti. Off Topic: Lo scorso anno ho chiesto al capitano della mia squadra di calcetto, romano-romanista-tottista, perché contasse così tanto per questa città e lui mi ha risposto: “Pensa se avesse giocato nella tua squadra”.

E mi ha convinto. Per sempre.

Higuain — Higuain

di Michele Garribba

Quest’anno, dopo essermi chiesto quale secondoattaccanteignobile acquisterò, la domanda che mi pongo di più in assoluto è: quanto verrà pagato Higuain? Nelle mie due leghe per fortuna il numero di crediti oscilla tra i 600 ed i 750, motivo per il quale so già che sarà divertente guardare le genti che si strappano le vesti per aggiudicarsi il buon Gonzalo. Sì, guarderò, perché io Higuain l’ho avuto l’anno scorso e grazie a lui ho vinto.
Ho avuto Higuain anche al suo primo anno in Italia. Adesso, basta.
Ma perché proporre il dualismo Higuain — Higuain?! Innanzitutto perché, a meno di evitare i 3 portieri del Crotone ed una difesa e centrocampo i cui pezzi forti sono Ceppitelli e Castro, Higuain farà parte di un pacchetto offensivo che comprenderà lui e massimo un altro nome medio-alto come Belotti e dubito molto di più a questo punto; secondo perché tecnicamente ci sarebbe anche Mandzukic che col suo sorriso infantile proverà a proporsi al fianco di Dybala, francamente dubito con buon risultati. Immagino la frustrazione che Higuain subirà alla prima panchina, al primo gol decisivo sbagliato (da lui ma peggio ancora se da qualcun altro), alla prima volta in cui sarà costretto ad uscire prima del 96° facendo sembrare il subentrante un effetto sostituto invece che un mera controfigura. Ma a prescindere da quanto verrà pagato comunque ci sarà il mattacchione in sede d’asta che pronuncerà quelle esatte parole: “Eh ma l’hanno pagato 90 milioni ti pare che non debba giocare” ; che poi è una teoria applicabile a qualsiasi calciatore di Serie A visto che il costo di un qualsiasi cartellino per noi esseri mortali sarebbe comunque inaccessibile. Quindi io azzarderei che non è stato il suo costo a garantire ad Higuain di giocare 38 partite in campionato, né nient’altro. Questa volta sarà impossibile eliminare la concorrenza come hanno fatto i Borgia per Gonzalo, ecco perché insieme ad Higuain dovrete prendere anche Higuain.

I terzini dell’Inter — i loro alter ego

di Francesco Saverio Balducci

Ansaldi, Dodò, Erkin, Santon, D’Ambrosio e Nagatomo. Sei terzini, due posti. Chi prendere?
Il problema sta a monte: nel lontano 1996 lo stregone (delle punizioni) Roberto Carlos lanciò una macumba nei confronti di tutta la società Inter: Roy Hodgson gli preferì Alessandro Pistone sulla fascia sinistra e dal giorno del suo passaggio al Real Madrid, i neroazzurri sono ancora alla ricerca di un suo degno sostituto. Sulla fascia destra, invece, aleggia ancora il fantasma di Maicon Douglas che scorrazza in lungo e in largo. Risultato: tanti nomi, nessuno all’altezza.
Una roulette russa sarebbe comunque più precisa al cospetto della previsione di chi ricoprirà il ruolo con continuità. Nella passata stagione D’Ambrosio e Telles sono stati i più presenti con 16 gettoni, seguono a ruota Juan Jesus (10), Nagatomo e Santon (9). Mai ci fu più equilibrio.
Ansaldi a destra e Nagatomo a sinistra sembrano i maggiori indiziati. L’Europa League e la difesa dell’Inter stessa sembrano i primi ostacoli. Come se ogni esterno fosse prima di tutto il maggiore antagonista di se stesso. Consiglio: per quest’anno meglio guardare altrove.

Giuseppe Rossi — Mario Gomez — Khouma Babacar

di Sebastiano Bucci

Firenze, Piazza della Signoria, 1516.
I giochi, voluti dalla famiglia Medici, hanno avuto il loro impatto: ballerine, mangiatori di fuochi, giocolieri. Tutto per far inumidire il palato circense della borghesia media fiorentina, che applaude tra il divertito e il meravigliato in uno sfoggio di variopinte livree alla moda. Il gran colpo finale è però tutto lì, nell’arena di questo evento che ha richiamato gli occhi dei sudditi delle maggiori signorie italiane. La piazza è recintata da una corda spessa: in mezzo c’è un uomo dalle fattezze adamantine. E’ completamente nudo, splende il suo corpo sotto al sole cocente. Davanti a se ha un pallone di stracci, rinforzato da una serie di nodi lontani come le terre d’Africa da cui proviene. Dicono, e la voce corre impazzita da mesi, che possa stendere la concorrenza solo tirando quel pallone, forgiando il cuoio e i lacci disarmonici di un carico distruttivo di morte e devastazione. Combatterà con i metodi del calcio storico i suoi due nemici: le froge dei loro cavalli già inaspriscono la tensione dell’arena e gli umori del pubblico che s’è scoperto silente. Lo splendido baio sembra confarsi alla andatura del suo cavaliere teutonico: nonostante il fatto che a Firenze non goda più di grande fama, la campagna presso il Bosforo lo ha riconsegnato, se non alla leggenda, almeno all’onore delle giostre principali. Non vorrebbe essere lì, ma farà di tutto per farsi valere. Dall’altra parte dell’arena l’hidalgo Pepe cavalca ancora: il ronzino che monta è reduce da battaglie sfortunate e sabbia amara da inghiottire. Ma l’ostinazione ha deciso di continuare a farlo calcare le arene del Mondo Vecchio e non di riportarlo nelle colonie dal quale proviene. Due uomini a cavalli, una statua eburnea scalza. Si guardano, scoccano i rintocchi e inizia lo spettacolo. Niccolò si svegliò di soprassalto, piegò una pagina del libro di Storia Moderna e accese il cellulare.
Aveva appena comprato Toledo.

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