Guida flash ai Mondiali di basket 2014
Prendo fiato sull’ultima penetrazione subita: il filippino tatuato me ne ha appena messi due, gli ennesimi del pomeriggio. Forse è il più forte in questo campetto della periferia romana. Pasoliniana, con i casoni popolari, e come tutti i più forti ti batte col sorriso. Chiamo il blocco, voglio prendermi un palleggio arresto e tiro e riprendermi una gloria effimera. Salto, il pallone si arcua, solo rete, con parabola stranamente perfetta. Atterro male su una gamba e realizzo che forse zoppicherò tutta la settimana.
Poco male, lo scavigliamento tipico del giocatore settimanale mi permetterà di avallare scuse poco plausibili, stracciare ogni impegno, eliminare ogni barlume di vita sociale e chiudermi in casa per l’unico appuntamento veramente importante di questa estate: i Mondiali di basket Fiba , che iniziano domani a mezzogiorno con la palla a due tra Filippine e Croazia (tutte le 76 partite saranno visibili sul canale 153 del digitale terrestre, grazie Sportitalia).
L’appuntamento quadriennale, che quest’anno si svolge in Spagna, sembra un succoso antipasto lungo 15 giorni prima della finale annunciata. Sapete quale.
La Spagna
Tutto è allineato affinché la Spagna coroni con il Titolo l’uscita di scena di una gran generazione di giocatori della quale fanno parte (Pau) Gasol, (Juan Carlos) Navarro, (José Manuel) Calderón, (Felipe) Reyes…
Parole e musica di Sasha Djordevic, prodigioso ex playmaker di Milano, Real Madrid e Pesaro e ora allenatore della Serbia. Potrebbe essere l’ultima corsa di una “Generazione d’oro” che dall’argento ai Mondiali Under 20 del 1999 ha cambiato allenatori, obiettivi e motivazioni, senza per questo rinunciare a quella atavica fame di vittorie che li portò sul tetto del Mondo a Saitama nel 2006.
A questi si aggiungono Ricky Rubio, che finalmente torna nel contesto Fiba (che forse gli si addice di più rispetto ai dettami d’oltreoceano), Ibaka e Gasol (Marc), stabilmente tra i migliori 15 dell’intera Nba e All Stars conclamate: il passaggio di consegne è già in atto e tutto lascia presumere che la corsa per la prima volta si fa su di loro.
Il livello fisico è impressionante, il calore del pubblico può fare la differenza e le amichevoli hanno dimostrato che questi giocano semplicemente a un altro gioco rispetto ai mortali.
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sconsigliato provare a posterizzare Pau, anche se si è sotto di 30 e più
Ortega inoltre può ritenersi fortunato: al già succoso carnet si aggiunge anche Abrines, talento cristallino che aveva saltato la fase di preparazione ma può dare minuti di qualità dalla panchina (uno che giocherebbe titolare in quasi tutte le restanti nazionali).
Rosa al completo quindi e concentrazione che deve rimanere alta nella prima fase per focalizzarsi quando il match varrà il “dentro o fuori” o la medaglia più pregiata, che sa tanto di rivincita dopo l’argento di Londra 2012.
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Un paio di movimenti di Gasol con il commento di Buffa che faranno aumentare la quantità di bava prodotta dal vostro organismo
Gli Stati Uniti
Può una squadra senza LeBron James:
e senza Kevin Durant:
considerarsi la seconda favorita d’obbligo per i Mondiali venturi?
Domanda legittima, poi leggi il roster e non ti poni neanche il dubbio.
Il Grande Circo Barnum scende nel continente con il suo ritmo frenetico, la pallacanestro esplosiva e il concentrato di tecnica sublime. Approfittando di un primo girone molto soft che servirà come rodaggio (termine comunque riduttivo visto che questo gruppo si allena insieme da 2 mesi circa) bisognerà ritornare a leggere il roster per trovare la chiave di volta di questa competizione.
Con una scelta a sorpresa coach Krzyzewski ha portato in squadra ben 4 lunghi di ruolo (Drummond, Davis, Cousins, Plumlee) su 12 giocatori disponibili, probabilmente per aver maggior fisicità proprio in relazione al roster spagnolo: certo è che se per creare spazio tiratori dagli angoli potevi anche lasciare a casa Derozan e portare Korver, ma son quisquilie visto che hai comunque pronti a sparare dal perimetro Curry/Thompson (a.k.a. “The Splash Brothers”).
L’altro grande punto interrogativo resta Derrick Rose. Ha mostrato buone sensazioni nei match di preparazione, ma ora è si alzato il livello dello scontro: se solo torna al 30%, esautorandosi da un ruolo di leader che molte volte gli è stato cucito addosso, può dare un contributo importante. Insomma, serve anche un Derrick Rose “normale” per riportare L’Oro da campioni in carica uscenti dopo l’exploit Turco.
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Ho veramente usato “normale” per definire quest’uomo?
E allora, se è un mondiale già scritto perché vederlo? Molte squadre arrivano con il solo obiettivo decoubertiano della partecipazione ma posso darvi un pochino di spunti per non morire di noia sulla replica di Corea del Sud-Angola (per i più estremisti, sempre domani a 12.30):
1
La Croazia sarà la sorpresa di questi Mondiali, e da qui a qualche anno potrete dire di aver visto anche solo su video:
Dario Saric
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e Mario Hezonja
(qui intento a bustare un giocatore del Partizan in un recente match di Eurolega):
sbrigatevi che l’Nba è lì che li aspetta…
2
Goran Dragic è un campione umile, ha una foto con me dove sono venuto malissimo, e potrebbe essere l’Mvp in un gruppo dove la Slovenia ha serie chance di recitare un ruolo da protagonista.
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lezione di streetball ai maestri
3
Giannis Antetokounmpo, greco di origini nigeriane. Nel mentre che voi fate lo spelling del suo nome, lui fa questo:
Poi qualcuno mi spiegherà come fa un umano con quelle prolunghe come braccia a fare un passaggio del genere, vero KD?
Inoltre balla benissimo.
Sebastiano Bucci 25 anni, laureato in storia, voleva essere come Osvaldo Soriano. Punta al premio Pulitzer entro i 30, al Nobel per la Pace entro i 35 e a diventare Pichichi della Liga entro i 40.