Guida ufficiosa ai pranzi di Natale della Serie A
Scegliere oculatamente vicino a chi stare ai pranzi o alle cene di Natale può davvero essere la salvezza dai pranzi più tediosi coi parenti. In caso vi trovaste nei tavoli imbanditi con le squadre della Serie A ecco una rapida guida per farvi trovare il posto migliore per godersi il cibo e la compagnia.
ATALANTA
Lontano Pinilla: è il tipo che ti mette il sale nel bicchiere dell’acqua o svita la saliera quando sei in bagno, e il peggio è che ridono tutti, gli altri.
Vicino Stendardo: ti difende da Pinilla, “dai mauricio, dopo l’anno scorso non fa più ridere”.
BOLOGNA
Lontano Torosidis: non capisce il momento in cui raccontare storie allegre o tristi.
Vicino Sadiq: ti passa tutto perché ha le braccia lunghissime.
CAGLIARI
Lontano Isla: è notoriamente noiosissimo.
Vicino Joao Pedro: ha da una settimana in testa il cappello da babbo natale, sempre, a tutti i pasti, e sceglie lui la musica.
CHIEVO
Lontano Radovanovic: è quello che ti chiede se mangi tutto, se no lo mangia lui. A-OGNI-PIATTO.
Vicino Izco: Marianone suona la diamonica come me in seconda media, ha solo gli indici al posto delle regolari dieci dita ma lo fa convintissimo e vicino a lui c’è sempre Castro con la chitarra e Spolli con un cestino della mondezza che accompagnano.
CROTONE
Lontano da Falcinelli: Falcinelli è il classico tipo che ti vuole rubare la ragazza
Vicino a Tonev: Tonev dopo il secondo bicchiere di vino racconta barzellette che nessuno capisce con la calata balcanica, fa riderissimo.
EMPOLI
Lontano da José Mauri: si crede stocazzo e riceve i whatsapp da Abate da Milanello e te li fa vedere, rimpiangendo l’anno scorso.
Vicino a Maccarone: ti spiega tutte le pietanze e la provenienza delle carni e dei pesci, tu ascolti ammaliato dalla sua esperienza.
FIORENTINA
Lontano da Di Maio: ha la faccia trucida dell’ultimo Tyson e non puoi fare a meno di fissargli quel neo strano che ha a destra nel volto. Lui non la prende benissimo.
Vicino a Borja Valero: ti ascolta, ride, sorride e non lascia mai che il tuo bicchiere sia vuoto. Ovviamente il vino lo porta lui.
GENOA
Lontano da Laxalt: fa un sacco di rumore mentre mangia ed esagera sempre col Paco Rabanne.
Vicino a Perin: Perin imita tutte le persone al tavolo perfettamente, voce e gesti, identici. Da morire dalle risate.
INTER
Lontano da Brozovic: due selfie a portata porca miseria, ma si può vivere così? E togliti quella mano da sotto il mento no? Stai mangiando!
Vicino a Palacio: ti racconta col sorriso delle sue feste di Natale al Boca, aneddoti assurdi che ti rivendi facile.
JUVENTUS
Lontano da Evra: simpatico e tutto eh, sì pure io love this game, però a una certa lasciami la testa, fammi mangiare in pace. A pari merito con Bonucci, che dopo che beve prova a metterti le dita nel naso.
Vicino a Rugani: Rugani è educatissimo, buonissimo, e ha un maglione natalizio con le renne che te lo sogni, bellissimo.
LAZIO
Lontano da Felipe Anderson: non vuole mai che si inizi a mangiare prima della preghiera, e lui fa preghiere lunghe e i cannelloni si raffreddano facile.
Vicino a Wallace: perché ne ha bisogno e in realtà è una persona solare e simpatica.
MILAN
Lontano da Calabria: fa i pastrocchi con il cibo, lancia la mollica col cucchiaio a mo’ di catapulta, fa i capricci perché vuole alzarsi per andare a giocare. Senti vai a giocare va’, almeno la smetti di rompere.
Vicino a Lapadula: dopo due bicchieri di prosecco ha già gli occhi lucidi, il sorrisino, la bocca impastata e inizia a raccontarti tutti i motivi per cui ti vuole bene.
NAPOLI
Lontano da Mertens: Mertens ci tiene a dirti quanto ha pagato l’Hublot che ha al polso, quanto valgono le sue scarpe di Prada, quanto viaggia la sua Lambo, quanto ha speso per la bottiglia di Mumm che ha portato.
Vicino a El Kaddouri: re delle supercazzole, delle battutine taglienti e del “ahahahahhaNO”. Prima di rivolgersi a qualcuno ti da due gomitatine e ti fa “guarda ora questo come ci casca”, e puntualmente quello lì ci casca.
PALERMO
Lontano da Morganella: parla sempre a voce troppo alta per dire cose che secondo lui sono divertenti e invece non lo sono mai.
Vicino a Hiljemark: perché è bello, col caldo del camino diventa rossiccio sulle guance, il vino gli fa brillare le pupille e i suoi capelli ricci e dorati suonano come campanellini. Hiljemark in vichingo vuol dire “magia del Natale”.
PESCARA
Lontano da Gyomber: la classica persona che quando tutti sono felici ha l’espressione del “che ci faccio qui”. E tutti a chiedergli “ma Gyombe, c’è qualcosa che non va?” e lui “No”, “Sicuro? Ma ti stai divertendo?” e lui “Sì”. Scusaci Gyombe se ci piace ridere.
Vicino a Pepe: re delle feste ever; il suo classico sketch è prendere il secchio del ghiacco e fingere di fare la tombola coi cubetti di ghiaccio. Non vi dico quando prende il numero 69.
ROMA
Lontano da Perotti perché non voglio vedere da vicino il suo tatuaggio di merda. se non si mette un maglione a collo alto non mi ci siedo.
Vicino a Szczesny: svolta il pranzo cantando e suonando a una certa dopo il secondo, quando il tempo prima del dolce sembra dilatarsi all’infinito: grazie Wojciech.
SAMPDORIA
Lontano da Linetty: perché a un certo punto della serata qualcuno gli mette un petardo sotto la sedia, chissà chi è stato.
Vicino a Quagliarella: è stato lui
SASSUOLO
Lontano da Acerbi: mi interessa molto la tua storia dei sessantasei assassini sadducei France’, però io la pasta al forno la volevo mangiare, vabbè, non fa niente :(
Vicino a Missiroli: Missiroli è l’essere umano più vicino ad un albero di natale nel calcio mondiale. Grazie Simo, tu splendi nella notte.
TORINO
Lontano da Mihajlovic: Mihajlovic è uno di quelli che se ti vede mangiare con troppo gusto ti ricorda di quanto il buon cibo sia un piacere borghese. E tu zitto, deglutendo.
Vicino a Joe Hart: Joe Hart non ha ancora capito un cazzo di dov’è finito, cosa gli sta dicendo il serbo in panchina, non conosce il nome di nessuno. È un enorme grinch dall’umorismo inglese e se ci chiede un pallone glielo diamo subito.
UDINESE
Lontano da Thereau: Thereau gioca a poker online sull’ipad, poi vince e ti fa il gesto 🖖🏻 davanti alla faccia e quando prende il calice del vino. Eddai, lasciaci mangiare.
Seduto tra Molla Wague e Armero: ad una certa fanno partire i balli di gruppo ed è l’unica per sopravvivere al Natale ad Udine.
Articolo a cura di Mattia Pianezzi e Matteo Serra