Hic et nunc

Crampi Sportivi
Crampi Sportivi
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6 min readFeb 3, 2017

Parlando di crocevia, si rischia sempre di caricare 90 minuti di una valenza che poi nel corso della stagione sfuma tra migliaia di altri fattori. Senza dubbio però il derby d’Italia dello Juventus Stadium servirà a capire quanto lo scenario da noi immaginato si avvicini alla realtà, e quanto invece se ne discosti, dopato da un rendimento che attualmente vede Juventus e Inter come le due squadre più in forma del campionato.

Una partita diversa lo sarà sicuramente, se viene chiamato Derby d’Italia il contesto storico può fornire soltanto una parte della lettura, ma comunque una partita che diventerebbe decisiva soltanto in caso di vittoria dei nerazzurri.

Della squadra di Stefano Pioli avevamo già parlato e qualche punto interrogativo era rimasto in sospeso. Ad esempio, l’assetto che il centrocampo dell’Inter avrebbe preso una volta tornati tutti abili e arruolabili. Gagliardini si è inserito a meraviglia nei meccanismi e sembra essere l’unico certo del posto ogni domenica. La sua affidabilità nel trattamento palla e nelle letture in fase di non possesso lo rendono indispensabile per una cerniera abituata a concedere una vera e propria terra promessa alle spalle del centrocampo (primo in squadra sia per intercetti che per contrasti a partita).

Con lui in campo, giocatori come Brozovic o Joao Mario hanno molta più libertà di svariare quando l’Inter è in possesso palla, il che rende le combinazioni negli ultimi 30 metri decisamente più imprevedibili ed efficaci.

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Quando inizia la transizione ci sono già quattro uomini sopra la linea del pallone, l’azione si chiude con altrettanti uomini dentro l’area piccola.[/caption]

L’impiego di Banega rimane tutt’oggi una questione che lasciamo volentieri nelle sapienti mani del tecnico parmigiano. La capacità di Joao Mario nei movimenti senza palla è considerata un’arma troppo importante per Pioli; inoltre, l’apporto di Icardi alla manovra sta crescendo in qualità rimanendo però troppo ridotto per quantità (contro il Pescara appena 23 tocchi, solo i subentrati hanno toccato il pallone meno volte).

Tuttavia, ho sentito in una nota trasmissione sportiva che l’Inter sta dimostrando di non essere Icardi-dipendente. L’argentino guida la classifica di Serie A per gol fatti e assist forniti, oltre ad essere il giocatore interista a centrare più volte lo specchio della porta. Il 62% dei gol dell’Inter viene provocato direttamente da Icardi, senza considerare tutte quelle cose che nel calcio non rientrano nelle statistiche: se non è dipendenza questa…

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Ma come è possibile che nel 2017 gli hockey pass non siano una statistica rilevante?![/caption]

L’idea di Icardi al centro del castello ci fa capire quanto questa squadra sia stata pensata verticale, e quanto imprudente sia stato dare 80 giorni ad un allenatore, che mutua i suoi concetti dal totaalvoetbal, per plasmarla a sua immagine e somiglianza. Finita male, l’abbiamo superato.

Senza Banega in campo servirà un Icardi da almeno il doppio dei palloni giocati per uscire vivi dallo Stadium. L’assetto tattico della Juve infatti sembra congeniato alla perfezione per affrontare questa sfida. L’idea di Allegri non è certo conservativa ma nemmeno spregiudicata. Con Manzdukic versione Eto’o 2010 e le qualità di Pjanic e Marchisio (forse più utile di Khedira in questa partita) nelle letture difensive, gli half spaces tanto bramati dai vari Joao Mario, Perisic, Candreva rischiano di essere occupati sempre da maglie bianconere. Per questo Icardi deve interpretare la partita non solo in funzione di dislocare la BC (senza Barzagli l’acronimo non ha senso però), ma l’intero sistema difensivo della Vecchia Signora. Casomai servisse un jolly da spendere a partita in corso c’è sempre Banega, mai dimenticarlo.

Sembrerebbe di vivere in un universo distopico eppure se c’è una squadra che ha qualcosa da perdere in questa contesa è proprio l’Inter. Dall’altra parte della barricata la Juventus la affronta in condizioni ottimali sia a livello mentale che a livello tattico. La sconfitta della Roma a Genova ha rimesso le debite distanze tra la capolista e il resto del gruppo (Crotone permettendo), tanto che un passo falso dei bianconeri sarebbe anche accettabile a Vinovo, dal momento che la testa di tifosi e probabilmente anche squadra è già alle note della Champions.

Come se non bastasse, il netto divario che si era creato tra Inter e Juventus negli ultimi quattro anni è stato parzialmente assorbito in questo mese, tanto che parlare di favorita come nell’andata di San Siro non ha molto senso. Ovviamente sette vittorie in fila non sono nulla in confronto al divario tecnico tra le due squadre, ma mentalmente l’Inter arriva alla partita con la pressione di dover dimostrare qualcosa al primo vero banco di prova della gestione Pioli.

Da un punto di vista tattico sarà interessante vedere le posizioni che Lichsteiner e Alex Sandro andranno ad occupare in fase di non possesso. Sia D’Ambrosio che Ansaldi stanno garantendo una propulsione continua sulle rispettive fasce, consentendo a Perisic e Candreva di venire più spesso dentro il campo e costringere a staccarsi uno dei difensori centrali.

Tuttavia, l’Inter ha incontrato finora squadre che lasciavano parecchio spazio ai terzini in conduzione, cosa che di solito la Juventus non fa. Anzi, la fisicità dei suoi esterni è spesso una delle chiavi tattiche in grado di fornire un vantaggio sull’avversario di turno. L’idea di far agire Mandzukic più defilato nasce proprio da un ragionamento simile. Se anche i due terzini difenderanno alti l’Inter rischia di essere costretta a sviluppare la trama per vie centrali, cosa che con De Boer non è mai riuscita particolarmente bene ma neanche con Pioli ha visto il suo zenit.

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Adesso qualcuno si muove, aspetta adesso si muove, sono sicuro che qualc…[/caption]

Parlando invece della fase di possesso bianconera sarà interessante vedere quanto Dybala sarà costretto ad abbassarsi per facilitare la manovra. Detto di due squadre abituate a sviluppare le trame sulle fasce e allo stesso tempo abituate a presidiarle, l’Inter cercherà di fare densità sul primo possesso dei due giocatori più abituati all’impostazione: Bonucci e Pjanic. Qualora la Juventus trovasse il modo di saltare agevolmente la prima linea di pressione rischia di diventare un problema per i nerazzurri.

Infatti, la zona alle spalle dei centrocampisti interisti è spesso banchettata dagli avversari (vedere per credere), e questa volta a gravitare da quelle parti ci sarà la quintessenza dell’enganche moderno. Soltanto se l’Inter costringerà Dybala a cercare il pallone a ridosso della metà campo (come ha fatto egregiamente la Fiorentina) potrà evitare di subire scene simili.

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Quanti ne sbaglia di questi Higuain?[/caption]

Da questa analisi emergono due ineluttabili verità. La prima è che la Juventus sembra programmata per giocare contro qualsiasi squadra italiana. Quando perde semplicemente resetta ed elabora una nuova strategia che sembra impossibile da scalfire. Un po’ quello che fanno i Golden State Warriors in un altro contesto, e stavolta Allegri (mai glorificato abbastanza per quanto ha contribuito ai risultati di cui parliamo) sembra aver trovato la sua personalissima Death Lineup.

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Higuain recupera, Dybala pensa per tutti e Kedhira la boccia all’angolino. Ingiocabile.[/caption]

L’altra verità riguarda il tempismo. Pessimo per tutta la stagione dell’Inter e appeso ad una speranza: che gli altri cadano. E caso strano gli stop contemporanei di Roma e Napoli hanno riacceso la fiammella della speranza quella che dovrebbe alimentare i progetti del gruppo Suning, quella che suona più o meno così.

Il momento dell’Inter è questo, la partita dello Stadium cade in un momento in cui tutti i pianeti sono allineati, la credibilità dell’Inter passa necessariamente da questi 90 minuti. Si può vincere, perdere, non è tanto importante il cosa ma il come. Quindi, senza fare proclami senza senso (mi fa incazzare quando sento “non ci sono solo i tre punti in palio”, cosa c’è un peluche??), limitiamoci a dire che se proprio bisogna individuare delle puntate pivotal per la stagione 16/17 tanto vale considerare questo derby d’Italia una seria candidata.

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