Il Club Ranégie

Gianmarco Lotti
Crampi Sportivi
Published in
9 min readDec 4, 2017
IL MOMENTO

Per quanto un tifoso si professi razionale o anaffettivo, un po’ di vittimismo di fondo c’è sempre. Può anche essere una sensazione involontaria, ma capita di sentirsi in ogni caso al centro di un piccolissimo complotto.

Tifo Milan dalla nascita (la mia) e cerco di essere piuttosto distaccato a causa del mio lavoro (e soprattutto perché ho scoperto l’Empoli, che è tutta un’altra storia). Ho visto il Milan volare, vincere e rivincere, toccare vette altissime e ridiscendere giù, fino al profondo. L’ho fatto gioendo e piangendo, certo, ma forse meno di quanto avrei dovuto o voluto, specialmente negli ultimi anni.

Eppure c’è un tarlo che non mi ha mai abbandonato, quel vittimismo di cui ho parlato prima: ci sono giocatori che giocano bene solo contro il Milan, anzi… ci sono giocatori che segnano solo contro il Milan.

Sì, ok, è una cosa che pensiamo tutti. Ognuno ha il suo fantasma che riemerge di notte con la forma di un difensoraccio croato che decide un derby alla sua unica presenza in A (non googlate, non è mai successo). Succede pure per il Milan, ma qui a ragione. Perché il Milan ha il Club Ranégie.

Si chiama Club Ranégie quel prestigioso gruppo di persone che, in carriera, hanno segnato un unico gol in Serie A e lo hanno fatto al Milan. Restringendo il cerchio agli ultimi vent’anni, i membri — chiamati Probi Viri — sono 16 (17 col Presidente). Nell’organigramma sono presenti anche 10 membri speciali e, grazie al lavoro infallibile di alcuni scout, è possibile pure rintracciare i papabili nuovi membri.

C’è una leggera simpatia, ma nulla più, per coloro che con il Milan si sono sbloccati o che, comunque, hanno avuto i rossoneri tra le vittime preferite. De Paul e Schelotto, per dire, vengono invitati ai raduni del Club Ranegie ma lasciati in disparte. Laxalt, Cristaldo, Nakata, Bazzani, Gualco, De Patre, Vryzas e Osmanovski idem.

Fremete dalla voglia di sapere chi sono, lo so, quindi andiamo a conoscere i membri del Club Ranégie. Il prestigiosissimo sodalizio del vittimismo spicciolo.

La prima gif su Ranegie nella storia

Il super-presidente

Mathias Ranégie, la perfezione

Primus inter pares, ma comunque più primus che pares, è Mathias Ranégie. Ha fondato lui il Club una domenica di fine settembre del 2012. Lo ha fatto con un colpo di testa su una sciagurata uscita di Abbiati in Udinese-Milan. Non poteva che essere lui il presidente perfetto: fisionomia da caratterista nei film di Serie B, passaporto svedese e guadalupense, nome orecchiabile, fama da spacca porte. Un gol in Serie A, segnato quella domenica al Milan. In futuro si parlerà di lui perché è stato: picchiato da una gang di donne, quasi ucciso da una nocciolina, dimenticato dal pullman dell’Udinese per un disguido sugli orari della trasferta a Verona. Capirete da soli che il Club Ranégie non ha un presidente, ma un Dio. Adesso gioca ancora a calcio, è già un successo.

Ora vi conto tutto, ma tenetevi forte alle sedie

I Probi Viri

Paulo Costa e Giovanni Morabito, i vice

La Reggina è una costante del Club Ranégie. Per motivi che non ci è dato sapere, i calabresi hanno sempre potuto affrontare il Milan in casa nelle ultime giornate e in molti casi i rossoneri sono arrivati al Granillo senza obiettivi. Nell’ultima di Serie A 2000–01 un Diavolo già rassegnato alla Coppa UEFA trova una Reggina in corsa per la salvezza. La sblocca Kaladze (un Club Ranegie mancato), la rimonta è firmata Paulo Costa e Morabito. Due zampate a caso, due tiri coi tacchetti. Costa e Morabito non segneranno più in Serie A. La loro impresa di aver racchiuso in sei minuti l’essenza del Club li fa salire in alto nelle gerarchie.

Che ritmo, signori, che Milan

Massimo Minetti, il primo

Massimo Minetti ha 18 anni, è in prestito dal Milan alla Reggiana e gioca a San Siro. Nel maggio del 1997 Milan è in basso in classifica, la partita conta poco o nulla. Ci sono tutti i presupposti perché segni. E infatti ecco il suo unico gol in A nel 3–1 rossonero. Non esistono video della marcatura, non so se purtroppo o per fortuna. Curiosità: non è l’unico Minetti nella carriera di Berlusconi (questa è satira).

Fabio Pisacane, il rinato

Ok, per Pisacane c’è tutto il tempo per segnare ancora. Fatto sta che per ora il gol al Milan è l’unico nella massima serie. Lo fa anche lui in una partita inutile, sfruttando un errore del portiere. È anche un difensore, quindi è tutto nella norma. Per un po’ di tempo, si è preso la palma di membro più giovane del Club.

Pisacane è l’unico che speravo veramente entrasse in questo Club

Michael Madsen, la iena

Non è l’attore, solo un omonimo. Anche qui passaporto scandinavo (della Danimarca, sempre che sia Scandinavia), oltre a una caratteristica importante: giocare in una squadra disastrata. Il Bari 2000–01 lo è e lui sigla con un tiro sghembo l’unico gol italiano a un Milan che chiuderà sesto. In Sin City spara a Bruce Willis, son soddisfazioni.

Indimenticabile in Kill Bill II

Daniel Pudil, il dimenticato

Sette partite in Serie A nel 2012, un sinistro al volo in Cesena-Milan 1–3. In una partita in cui vanno a segno pure Muntari, Emanuelson e Robinho, lui fa gol ed esulta da solo. Nessuno si ricorderà di lui, eccetto il Club. Il Club vuole bene a chiunque segni al Milan e poi non lo faccia più.

Muntari, Emanuelson, Robinho, Pudil: è gore

Djibril Cissé, l’annunciato

Dai, basta guardare Cissé e si capisce che è perfetto. Non fosse per la sua carriera precedente e per il fatto che nessuna girl-gang ha mai cercato di ucciderlo, potrebbe essere il presidente. Milan-Lazio è la prima del 2011–12 e lui e Klose sono attesissimi. Cissé segna a San Siro e non lo rifarà più. Anzi, in Italia marcherà ancora in Coppa Italia. L’avversario ormai lo sapete.

Cissè contro il Milan ha vinto anche una Champions, ma non divaghiamo

Dejan Govedarica, l’eletto

Non è presidente, ma tutti lo stimano. Ha giocato poco in A, in un Lecce piuttosto anonimo se non fosse per quel pomeriggio del 1997 a San Siro. Vittoria per 2–1 dei salentini, Govedarica segna di testa contro un’inedita difesa a tre, da sempre presagio funesto in rossonero. Secondo voi il Lecce vincerà più a San Siro? Govedarica farà ancora gol in Serie A?

Quando uno entra nel Club Ranegie, De Santis c’è sempre. Fateci caso

Emerson Palmieri, l’uscente

Si trova nel Club Ranegie per caso, per via di una ribattuta in un Milan-Roma emozionante quanto Happy Town. Uscirà a breve, ci scommetto.

Daniele Amerini, l’impossibile

Fa ridere la descrizione del video su Youtube: impossible is nothing. Impossible, però, sarebbe stato vincere dopo giorni di bagordi per Milan-Liverpool ad Atene. La Reggina si salverà per l’ennesima volta contro un Milan in disarmo e che marca gli avversari a otto metri di distanza. Amerini, fiorentino appena entrato, segna il 2–0 nella ripresa e sancisce la festa. Peccato, in quella Reggina Palmiro Di Dio aveva il profilo perfetto per il Club Ranégie.

Un altro Reggina-Milan giocato a 8 all’ora

Oliver Kragl, il barbuto

Ero a San Siro quel giorno, era il 2015–16. Milan-Frosinone era la classica partita da fallire. Vidi entrare questo tedesco barbuto e pensai che una tessera del Club non gliel’avrebbe tolta nessuno. Tirò una punizione da Lampugnano e fece fare una figuraccia a Donnarumma. Quest’anno l’ho preso al Fantacalcio, ma in Crotone-Milan non ha fatto nulla.

Paganini-Kragl-Dionisi

Mirko Cudini, l’acquitrinoso

Ascoli-Milan del 2005–06 non si doveva giocare. De Santis — eh, già — sembra non accorgersi dell’acquazzone e non rimanda l’esordio del campionato. Nella ripresa fa gol Mirko Cudini sul più “classico dei tap-in”, come dicono a RadioRai. Era il primo tiro in porta, sarà forse l’unico, ma un utente Youtube evidentemente non la pensa come me: l’ASCOLI DOMINA contro l’armata milanista di ancelotti!riesce a mettere sotto i campioni d’europa che poi recuperano con sheva!regina delle marche!

L’Ascoli meritava lo Scudetto (REGINA DELLE MARCHE)

Sergej Gurenko, l’innominabile

Innominabile perché il vero nome è Sjarhej Hurėnka. Di lui si sa che è stato una delle millemila meteore della Roma e che a San Siro cercò di condannare il Milan. Era il gennaio 2003, segnò il primo gol in assoluto del Piacenza in trasferta al Meazza con un tirone al volo e spezzò Serginho, rimanendo impunito. L’arbitro, il sig. De Santis, annullò anche un gol buono a Inzaghi. Gurenko adesso fa delle cose in dei posti. De Santis fornisce il catering alle riunioni del Club.

Gurenko spacca tutto

Mame Thiam, il fuori rosa

Per carattere e qualità, l’Empoli 2016–17 è il peggiore della storia. Si presenta a San Siro con uno degli attaccanti più scoordinati di sempre e questo segna con un siluro sotto la traversa. Si chiama Mame Thiam e adesso è fuori rosa alla Juventus. Difficilmente si ripeterà in Serie A, non me ne voglia.

Da apprezzare la gioia di Thiam, soprattutto perché si prende la tessera del Club

Gennaro Scarlato, la comparsa

Milan-Udinese 2001–02, inverno ancelottiano. Il Milan vince 2–0 e si fa mestamente rimontare 2–3. Il punto del pari momentaneo è un tuffo di testa di Scarlato, comparso a sorpresa tra le maglie rossonere. Chi fa parte del Club Ranegie non segna mai gol banali, spesso sfiora la prodezza. Scarlato quel giorno si veste da angelo e in cielo incorna un cross da destra spedendolo alle spalle di Abbiati. Per mesi i tifosi rossoneri non si sono capacitati di aver preso gol da Scarlato.

Una partita tremenda

Alberto Savino, il bis

Metto le mani avanti: in Serie A Savino ha segnato anche alla Juventus. Quello che lo rende da Club Ranegie — anche più di molti altri probi viri — è che in A ha marcato altre due volte, entrambe al Milan. Lecce-Milan del 1999–00 e del 2000–01 lo hanno visto protagonista con due reti decisive per il pari finale (2–2 nel giorno dell’esordio di Shevchenko, 3–3 l’anno dopo). Segnare una volta al Milan è quasi normale, farlo in due circostanze è diabolico. Nel 2002 la grande beffa: il Milan va in tournée in America e lo prende in prestito per tre gare. Zero gol segnati, ma stupisce che non abbia nemmeno fatto autorete.

In quel giorno ero in “ritiro spirituale” prima della Comunione. Al gol di Savino abbracciai l’ateismo

I MEMBRI ONORARI

  • Giacomo Cipriani: si sblocca in Milan-Bologna 2000–01 con una doppietta per poi passare la carriera in infermeria, segnucchiando qua e là. Memorabile il titolo della Gazzetta: “Shevchenko sì, ma che Cipriani!
  • Stefano Argilli: anche lui in gol a San Siro in un Milan-Siena 2–1 del 2004–05. Non entra nel Club perché siglerà una rete decisiva per la salvezza senese pochi mesi dopo. Peccato.
  • Ricardo Kishna: un golletto al Milan non si nega a nessuno, nemmeno per uno dei giocatori più ingiustamente pompati della scuderia Raiola. Gol nel 2015–16, il Milan se lo meritava, vista la maglia indossata quella sera.
  • Ciro Capuano: nel 2010–11 il Catania fa la voce grossa a San Siro e Capuano segna uno dei suoi tre gol in Serie A. Si prende la tessera onoraria perché la rete arriva al volo dalla trequarti dopo una discesa di Potenza.
  • Giovanni Piacentini: vicinissimo a entrare nei Probi Viri. Il suo tiro da trenta metri al 94' in Bologna-Milan 2–1 del 2000–01 ha fatto vacillare il signor presidente Ranegie. Però c’è quella macchia: altro golazo ma nel derby Roma-Lazio negli anni Ottanta. In futuro potrebbe essere ammesso, ora deve espiare le sue colpe.
Tombolini meglio come modello
  • Andrea Soncin: i gol in Serie A in totale per lui sono poco meno di dieci, ma per qualche mese è entrato a pieno titolo nel Club prima di passare all’Ascoli. Nella sede del Club c’è un quadro che lo raffigura in Atalanta-Milan 2–0 del 2006–07 mentre segna a giro al 90'.
  • Cedric Konan: venti gol in Serie A in cinque anni, tre al Milan, due di questi quasi decisivi per lo Scudetto. Uno dei tantissimi giocatori del Lecce a far parte del Club. Non si sente parlare di lui da anni, è un prezzo da pagare se si vuole entrare nel sodalizio più prestigioso d’Europa.
  • Andrea Esposito: rieccoci a Lecce, città tanto bella quanto funesta per il Milan. Nel 2008–09 frena subito a novembre la rincorsa Scudetto del Milan con un gol di testa al 90', classico. Era tutto perfetto, ma poi in Lecce-Chievo del 2012 è successo il patatrac: il secondo e ultimo gol in A.
  • Salvatore Masiello: noto più per il piatto con cui lacerò un braccio a Crescenzi, ai tempi del Messina il terzino mise a segno un gol contro il Milan in un 1–3 in cui lui e Favalli tirarono più di Kakà. Apprezzabili lo slalom e l’azione della rete. Dispiace però per il gol in Bari-Cagliari che lo fa entrare solo tra gli onorari.
  • Gyorgy Garics: nella primavera 2008 al Milan serve vincere per centrare la Champions League, ma gioca su un campo ostico come Napoli e perde male. Tra i mullet di Sosa e Lavezzi, spunta Garics al primo (e terzultimo) gol in Serie A. In un anno è passato dall’Europeo con l’Ungheria a dodici mesi di inattività e un contratto in D con l’Imolese. Nel Club lo stimano tutti.
Compagnoni addirittura lo scambia per Bogliacino

POSSIBILI MEMBRI FUTURI

  • Rijad Bajic, Udinese: è il nuovo Ranegie anche se Milan-Udinese c’è già stato.
  • Gianluca Gaudino, Chievo Verona: un tedesco con un nome così non può mancare.
  • Tutto il Benevento.
  • Stephane Omeonga e Loick Landre, Genoa: già me li vedo entrambi a segno a San Siro.
  • Lee Seung-woo, Verona: lui sicuro.
  • Timo Letschert, Sassuolo: un giorno avrà fatto 200 partite in Serie A e 1 gol. Di tacco. Al Meazza.
  • Un portiere.
  • Mattia De Sciglio, Juventus: un tiro in porta in carriera e un gol da ex al Milan. Già pronto il romanzo di David Peace a riguardo.

N.B. Il pezzo era stato scritto ben prima del cataclisma di Benevento.

Aspettavamo solo l’occasione giusta per mandarlo. Con Puscas eravamo già a posto.

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Gianmarco Lotti
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Nel 2010 è stato inserito nella lista dei migliori calciatori nati dopo il 1989 stilata da Don Balón - @calcionews24 @gonews_it