I dieci acquisti più costosi di Claudio Ranieri

Crampi Sportivi
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13 min readAug 16, 2016

Ma quanti soldi ha a disposizione Claudio Ranieri per costruire la squadra che dovrà difendere il titolo di campione d’Inghilterra? Tanti, forse troppi se consideriamo diversi fattori: la sola vittoria della Premier League ha fruttato qualcosa come 93 milioni di sterline, che vanno a sommarsi ai premi legati all’accesso alla fase a gironi della Champions League, ai ricavi generati dal marketing, a tutte quelle infinite variabili che possono determinare la consistenza della voce “calciomercato” nel bilancio.

In tutto questo non abbiamo calcolato la “piccola” fortuna di Vichai Srivaddhanaprabha (se imparate a pronunciarlo, siete un passo avanti a tutti), con un patrimonio netto stimato di circa due miliardi di dollari. E sono ancora di più, vista la scelta di lasciar partire uno dei pezzi più pregiati dell’argenteria delle Foxes: N’Golo Kantè ha firmato per il Chelsea di Antonio Conte per la modica cifra di 38.5 milioni di €, andando così a rimpolpare ulteriormente le casse del club che sembra non voglia stravolgere l’ossatura dello scorso anno.

Come spenderà Claudio Ranieri, lungo tutta la stagione, questi probabili soldi? È molto difficile capirlo e forse non ne ha idea nemmeno lui. Il campionato vinto dal Leicester ha stravolto le classiche leggi del calcio che premiano la squadra che investe di più e probabilmente (al netto della Champions) la squadra potrebbe vincere nuovamente il titolo senza intervenire sul mercato, se tutte le variabili necessarie si incastrassero al loro posto e se ancora una volta tutte le coincidenze si dessero appuntamento sotto casa del tecnico romano. Ma sarebbe un peccato non investire.

A tal proposito, il primo acquisto di Ranieri in questa sessione estiva è stato Ron-Robert Zieler, portiere dell’Hannover 96, campione del Mondo nel 2014 con la Germania. Un portiere? Ma perché? E Kasper Schmeichel?

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Un portiere lo vedi dai guanti e Uhlsport era anche sponsor di Nelson Dida, ad esempio.

Analizzando i dieci acquisti più costosi di Ranieri, escludendo i nuovi inseriti Musa e Mendy, abbiamo voluto provare a intravedere le scelte future del tecnico dando un’occhiata al suo passato, ai suoi precedenti movimenti in sede di mercato. C’è un dato curioso che bisogna considerare prima di dare una occhiata alle sue spese: Claudio Ranieri ha vinto pochissimo.

Se il titolo col Leicester ha fatto così tanto scalpore è sicuramente per le circostanze in cui è maturato, ma anche (e sopratutto) perché, prima della Premier League 2015/2016, il trofeo più prestigioso sollevato dal tecnico romano è stata una Supercoppa UEFA. A.D. 2004, Claudio allena il Valencia che nella stagione precedente ha trionfato in campionato e in Coppa UEFA, con Rafa Benitez in panchina. Ranieri, a considerare dalle circostanze, può definirsi anche un uomo molto fortunato.

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Se poi in finale incontri il Porto dei miracoli appena “svaligiato” da Mourinho, allora non sei solamente fortunato.

Abbiamo rivisto (come già successo con Josè Mourinho) quali sono stati i dieci acquisti più costosi dell’intera carriera di Claudio Ranieri: è grazie a questa speciale classifica che (forse) si può intravedere il futuro del Leicester, dando un’occhiata a come Ranieri si è mosso con a disposizione il budget del primo Chelsea di Abramovich, ad esempio, con i soldi del Valencia campione d’Europa o del Monaco rilevato dal magnate Rybolovlev.

Cosa ha fatto Claudio Ranieri quando ha comprato l’ennesimo gratta&vinci della sua carriera e ci ha trovato dentro tantissimi soldi?

Nato a Roma il 20 ottobre del 1951, Ranieri è stato un difensore con le maglie di Roma, Catanzaro, Catania e Palermo, prima di intraprendere la carriera da allenatore. Dalla panchina ha guidato diverse squadre in Italia e in Europa: ha allenato Vigor Lamezia, Puteolana, Cagliari, Napoli, Fiorentina, Parma, Juventus, Roma e Inter; è stato in Spagna sulle panchine di Atletico Madrid e Valencia, poi in Inghilterra al Chelsea e in Francia al Monaco.

Nel 2014 viene sollevato dall’incarico di commissario tecnico della Grecia e nel luglio 2015 viene nominato allenatore del Leicester City, promettendo ai tifosi una salvezza tranquilla e ottenendo in cambio una Premier League. In trent’anni di carriera ha speso circa 686 milioni di euro per acquistare in totale 87 giocatori, realizzando 184 milioni con le cessioni di 59 giocatori (la sua cessione più remunerativa riguarda il passaggio di Thiago Motta dall’Inter al Paris Saint Germain per 11.5 milioni di euro)

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C’è solo il Catanzaro!

10° — Adrian Mutu, dal Parma al Chelsea per 19 milioni di euro

Giusto qualche mese fa, Adrian Mutu ha annunciato a tutte le persone particolarmente interessate al dipanarsi della sua carriera, il suo ritiro dal calcio giocato, attraverso una lettera che disperdeva nell’atmosfera ringraziamenti per tutte le sue vecchie squadre, compreso il Parma.

Logica specificazione se consideriamo l’unica stagione di Mutu con la maglia gialloblu, arrivato dal Verona per sostituire il partente Di Vaio. Nella stagione 2002/2003 il romeno metterà a segno 21 gol in 34 presenze, sufficienti per far perdere la testa a Roman Abramovich che piomba prontamente all’Ennio Tardini con 19 milioni, portando a casa un 24enne dalle rosee prospettive.

Sarà un disastro: sotto la guida di Claudio Ranieri, il giovane Mutu fa registrare una partenza lampo, con tre gol nelle prime quattro partite. A fine stagione saranno giusto cinque in più le marcature del giocatore, distribuite in 31 presenze. Ranieri farà le valigie a fine stagione, senza rimpiangere il clima cupo di Londra o le giocate del rumeno che, nella stagione successiva, risulterà anche positivo alla cocaina, ottenendo in cambio un licenziamento per giusta causa, una squalifica di sette mesi, una multa di 20k sterline e un contenzioso legale che l’ha visto sconfitto.

9° — Claude Makèlèlè, dal Real Madrid al Chelsea per 20 milioni di euro

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Claude + Chelsea + Umbro = vittoria

Nativo di Kinshasa ma con passaporto francese, Makèlè è una delle occasione a prezzo scontato di Abramovich, in quel 2003/2004 che ha rovesciato fiumi di soldi russi in tutta Europa. Dopo sette trofei in tre anni con il Real Madrid, la generale insofferenza verso gli onesti operai del pallone che da sempre contraddistingue Florentino Perez porta il patron delle merengues a regalare Makèlèlè agli inglesi per venti milioni, che non sono comunque spiccioli.

L’unico anno della Piovra sotto la guida del tecnico di Testaccio sarà avaro di glorie: Claude contribuirà al secondo posto in Premier League, ma dovrà aspettare Josè Mourinho nella stagione successiva per farsi accreditare una importanza con pochi eguali, portando il tecnico di Setubàl a coniare il Makèlèlè Role, per spiegare l’importanza del francese nel triangolo di centrocampo.
Ma allora di chi è il merito? È una intuizione di Ranieri, un affare di Abramovich o una svista di Perez?

8° — Geoffrey Kondogbia, dal Siviglia al Monaco per 20 milioni di euro

Solo il tempo potrà dirci se i venti milioni di euro spesi per Kondogbia rappresentano proprio quell’occhio lunghissimo di Claudio Ranieri che tanto stiamo cercando, talmente lungo da lambire i talloni del francese ora all’Inter.

Vi scrivo da follemente innamorato di Geoffrey: nonostante i 31 milioni spesi dai nerazzurri e l’indolenza con cui il centrocampista ha affrontato la sua prima stagione di Serie A, ho trascorso l’ultima stagione a gridare il suo nome ogni qualvolta rientrava nell’inquadratura del televisore, elogiando la sua capacità di passare ai difensori almeno un pallone su tre.

Nel 2013 Ranieri ha strappato Kondogbia al Siviglia, dopo solo una stagione in Spagna: nel centrocampo monegasco, assieme a Toulalan e Joao Moutinho, Geoffrey si è espresso a fasi alterne nonostante abbia speso sempre belle parole per Claudio Ranieri, ringraziandolo per il salto di qualità concessogli. Questa splendida love story è durata solo un anno. Come quelle precedenti e quelle successive, per anticipare.

7° — Juan Sebastiàn Veròn, dal Manchester United al Chelsea per 21.5 milioni di euro

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Veròn i gol così li segnava pure camminando all’indietro.

Il Chelsea 2003/2004 conclude il campionato al secondo posto, con undici punti di ritardo sull’Arsenal tritatutto. Ranieri saluterà Londra a fine stagione, ma nell’ultimo anno ha il tempo di mettere su una squadra emblematica, a metà tra l’ultima chance per grandi giocatori e il ritrovo degli sconosciuti & sbandati. Per dire che in difesa ci giocavano Valerio Di Cesare (oggi al Bari) e Robert Huth (oggi delfino di Ranieri a Leicester).

Per rinforzare la batteria di centrocampisti arriva dunque la Brujita Veròn, reduce da due stagioni allo United. L’argentino viene pagato esattamente la metà dei soldi sborsati due anni prima dai Red Devils (primo indizio) e a 28 anni si accontenta di appena undici presenze stagionali (secondo indizio), sei delle quali partendo dal primo minuto (prova!).

A fine stagione farà le valigie per passare in prestito all’Inter, senza lasciare ulteriori tracce a Londra dove il solo Roman Abramovich lo ricorda con affetto per la consistente cifra che è costato.
Non avresti dovuto lasciare Manchester, Sebastian.

6° — Amauri, dal Palermo alla Juventus per 22.8 milioni di euro

Piccolo disclaimer: quando avete voglia di lamentarvi della morìa di attaccanti della Nazionale Italiana, ricordatevi sempre che nel 2010 abbiamo reso italiano Amauri Carvalho de Oliveira a tempo record.

Continua l’interminabile serie di giocatori che hanno trascorso solo una stagione seguiti dagli enigmatici occhialini di Claudio Ranieri. Alle porte del 2008/09, la Juventus prepara la sua seconda stagione in Serie A dopo il calvario di Calciopoli: la squadra è affidata ancora a Tinkerman, dopo l’ottimo terzo posto della stagione precedente. L’artiglieria d’attacco recita Del Piero, Giovinco, Trezeguet e Iaquinta, con Ranieri che decide di regalarsi il marmoreo brasiliano del Palermo, reduce da una stagione da 15 gol in 34 presenze. Ma chi non avrebbe comprato un centravanti brasiliano che aveva già preso le misure a tutti i portieri del campionato italiano?

Amauri diventa il terminale offensivo della Juventus, gioca una stagione in linea con le aspettative ma non sufficiente a impedire l’esonero di Ranieri a due giornate dal termine, rimpiazzato da Ciro Ferrara. L’attaccante fa di tutto per dimostrare i soldi investiti per lui, mentre il tecnico scarica le bandiere Del Piero e Trezeguet per spianargli la strada: i due si rincorrono, si abbracciano, ci provano insieme e per un po’ sembrano riuscirci, col due a uno rifilato al Real Madrid con un gol decisivo di Amauri al 49'.

Non basterà, finirà male e Ranieri lascerà Torino, sorridendo due anni dopo alla prima convocazione dell’attaccante in nazionale italiana. Finirà male anche lì.

5° — Hernan Crespo, dall’Inter al Chelsea per 24.27 milioni di euro

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“L’uomo che non usa una fascetta per capelli non ha paura di niente” semi-cit.

Ma quanti giocatori ha comprato Ranieri nella sua ultima stagione al Chelsea? Ventidue, per essere precisi, spendendo 167 milioni di euro.

Crespo arriva a Londra al top della sua forma ed è un trend-setter con quei capelli: è carico e pronto a spaccare in due l’Inghilterra, segnando 12 gol in 29 partite. E poi? Niente, nulla, ancora una volta Ranieri e il suo acquisto X si salutano dopo una sola stagione.

Non un grandissimo feeling tra i due: Claudio ha definito il centravanti argentino come una persona “poco professionale” a seguito delle insistenze del ragazzo in un match col Liverpool. La storia è questa: Ranieri lancia Crespo a dieci minuti dalla fine, ma il giocatore è reduce da un infortunio e si ferma nuovamente, per altre tre settimane. Fine.

Tra un rimprovero a Mutu, una scoppola a Joe Cole e un rimbrotto su Crespo, la stagione è terminata con questo famoso secondo posto e Crespo farà le valigie a fine stagione, partendo per Milano, sponda rossonera. E se a Istanbul fosse finita diversamente oggi staremo ancora magnificando il Valdanito.

4° — Damien Duff, dal Blackburn al Chelsea per 24.5 milioni di euro

Ma chi di noi avrebbe speso ventiquattro milioni di euro per Damien Duff? Al netto della sua duttilità (Duff giocava su entrambe le fasce di centrocampo e all’occorrenza anche come centrocampista centrale o trequartista), al netto anche della sua ultima stagione ai Rovers con 10 gol in 21 partite e infine al netto del suo essere un irlandese purosangue che corre, corre e poi corre ancora quando non c’è più bisogno? Tutti, probabilmente.

L’ultimo tango a Londra per Claudio è un ballo che coinvolge anche Damien Duff e il suo zainetto pieno di 6 gol e 11 assist in 34 presenze. Uno zaino e una tenacia talmente strabordanti da permettergli di sopravvivere anche all’addio del tecnico romano, fino a mettere in bacheca due Premier League.

“My only technical adviser is my mother. When I told her that Damien had injured his shoulder again, she said ‘Oh no! Who should replace him?’ I will call her before the game to ask. Damien is Damien. When I don’t put him in the squad my mother, who’s 84, asks ‘why isn’t Damien playing?’ She kills me about it and that’s true.”

3° — Joao Moutinho, dal Porto al Monaco per 25 milioni di euro

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Smetteremo mai di usare il termine playmaker per indicare i giocatori di calcio?

Terzo gradino del podio per il portoghese. Qui si apre un capitolo interessante della nostra storia, che ha come protagonista la vagonata di milioni che sono partiti dal Principato nella torrida estate 2013.

Dmitry Rybolovlev è il proprietario dell’AS Monaco: ha tanti soldi e la sua squadra è appena ritornata in Ligue 1 con Ranieri in panchina. L’entusiasmo è alle stelle e il ricco imprenditore russo sente che è il momento di inflazionare il mercato europeo anche con i suoi fondi: il primo di due giocatori a compiere il viaggio di sola andata Portogallo-Francia è proprio Moutinho, che va a rimpolpare il centrocampo.

Joao Moutinho è un centrale di razza, scuderia Gestifute di Jorge Mendes: titolare nel Portogallo, è la colonna del Monaco secondo in classifica nel 2013/14 e poi in quelle successive. Ryboloblev smonta l’intera ossatura della squadra ma lui rimane li, a centrocampo, impassibile, sospirando parole d’amore e pensieri dolci che aprono al tanto agognato ritorno in Portogallo. Qui tecnicamente non possiamo parlare di scoperta di Ranieri, perché se prendi Moutinho e lo paghi così tanto sei solo quello che aveva più voglia di rischiare.

2° — Radamèl Falcao, dall’Atletico Madrid al Monaco per 43 milioni di euro

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Qualcuno provi a mettere in dubbio il suo talento prima che si scoprisse la sua ossatura di ceramica.

Ma il vero colpo dell’estate 2013 arriva dalla Spagna e di mestiere fa il gonfiatore di reti. Ranieri ha imparato dall’esperienza al Valencia quanto basta per riconoscere un craque da un abbaglio: decide così di rompere il salvadanaio a forma di banca nazionale della Russia e aggiudicarsi il pezzo più ambito del mercato mondiale.

Falcao è bello, dannatemente bello dai tempi del River Plate e della coppia con Alexis Sanchez; è ancora più bello dopo i paurosi 34 gol in 41 presenze con l’Atletico, frutto di prestazioni esaltanti che lo caricano in un cannone ripieno di soldi e lo sparano in cielo, verso un futuro da milionario e da dominatore.

La sua rincorsa parte già con i Colchoneros: tripletta al Chelsea in finale di Supercoppa UEFA (nella precedente annata aveva fatto quasi meglio, con 36 gol in 52 partite e l’Europa League nel bagagliaio), poi 34 partite tutte da titolare, tutte passate a sfoggiare un rispettabilissimo telaio e un fisico da pentatleta. Falcao no es una tigre, es una bestia!

Lo vorrebbe il Real Madrid, ma provare a convincere l’Atletico a vendere il suo pezzo migliore ai rivali cittadini sarebbe utopico. Per questo che si parla di una stagione di transizione a Monaco, con l’obiettivo di distruggere i portieri di un campionato meno competitivo di quello spagnolo, prima di tornare a Madrid con la camiseta blanca.

La stagione parte anche bene e Ranieri è contento di quest’esperimento. Falcao ci mette del suo: nove gol nelle prime 14 gare di Ligue 1, tutte da titolare. Poi un problemino alla coscia lo tiene fuori per due turni: al rientro sembra che qualcosa non vada per il verso giusto e per tre partite non vede nemmeno la porta. Poi il crack, quello vero. Scoppia un legamento crociato e i sogni di gloria brillano per sempre. Il Monaco perde il passo del PSG e il campionato scivola via, così come la vita e la carriera di una tigre colombiana.

1° — James Rodriguez, dal Porto al Monaco per 45 milioni di euro

Quarantacinque sventole per una annata di fuoco, prima di quel mondiale brasiliano che ti cambia la vita. Teoricamente James è arrivato nel nostro televisore dal cavo HD, giovanissimo e sorridente, portato in Europa da quei navigatori portoghesi che arrivano sempre prima sulle novità d’oltreoceano. Prima del Monaco sappiamo che gioca nel Porto e che una direttiva della CE impedisce di pagare un giocatore della Boutique de Oporto meno di 30 milioni. Ranieri si spella le mani e ne spende addirittura 45.

Chissà che ricordo hanno di lui i tifosi, di quella stagione un po’ così, impreziosita dai 10 gol e 14 assist di James. A fine anno è tempo di Mondiale e di saluti: Claudio si congratula coi suoi e poi si congeda. James fa la valigia ma lascia il caricabatterie e la foto scattata al lago con Falcao e Andrea Raggi: “Ci vediamo tra due mesi che quest’anno si fa la Champions League”. Non tornerà mai più. Ranieri forse non ricorda nemmeno che voce abbia.

Abbiamo volutamente tenuto fuori dalla lista Ahmed Musa, preso per 19.5 milioni dal CSKA di Mosca e Nampalys Mendy, pagato 15.5 milioni di euro. Questo perché sono arrivati da circa un mese in squadra ed è ancora troppo pretenzioso tracciare un bilancio dei due sotto la gestione Ranieri, hanno appena giocato due partite!

Alle fine di questo pezzo, non riusciamo a capire se Claudio Ranieri possa essere definito uno scopritore di talenti o un allenatore dal braccino lungo. Ciò che accomuna i giocatori presenti in questa top 10 è l’aver trascorso una sola stagione sotto la guida di Tinkerman, dato piuttosto inconsistente per stabilire dove finiscono i meriti dell’allenatore e dove iniziano quelli del giocatore.

Ma prima di svelarvi la più importante rivelazione, scorriamo al contrario questa classifica per parlare dei 17 Milioni spesi per portare Stefano Fiore dalla Lazio al Valencia, insieme ai 10 che hanno trasferito lo sfortunatissimo Jorge Andrade dal Depor alla Juventus. E allora possiamo dire che Ranieri è semplicemente uno spendaccione e chiudere qui la disputa.

E poi? Poi ci sono mezzi giocatori pagati relativamente poco, piazzati un po’ ovunque in trent’anni di carriera, affarucci che non hanno poi influito così tanto. Ad esempio Ranieri prende per soli 5.5 milioni Manuel Rui Costa, dal Benfica alla Fiorentina e forse sposta i binari della storia viola.

Tra qualche anno potremmo parlare dei 5 milioni per prendere Anthony Martial dalla seconda squadra del Lione portandolo al Monaco, come se sia roba da tutti i giorni trovare giocatori nelle squadre riserve. O dei nove milioni di N’Golo Kantè, che conserviamo per il prossimo trasferimento del tuttocampista francese. O dei dieci milioni per Marco Di Vaio a Valencia, valsi 14 reti in 38 partite e una Supercoppa.

E infine i 650mila euro per riscattare Gastaldello dal Siena, per poi rivenderlo trenta giorni dopo, al doppio del costo, alla Sampdoria. Ma qui volevamo solo scherzare, Claudio, ti vogliamo bene Claudio e chissà quante volte torneremo a parlare di te. Mille di questi Gastaldello, Claudio.

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