I dieci giovani (da prendere a 1) su cui puntare nei fantacalci futuri

Crampi Sportivi
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7 min readJan 20, 2016

Definire dieci U-21 militanti in Italia da seguire in questo 2016 non è semplice, se si escludono i già quotatissimi Berardi, Bernardeschi, Rugani, Romagnoli (ma anche i Cataldi o i Benassi) e compagnia. Questo perché, ahinoi, l’Italia non è un paese per giovani. Meno che mai la nostra Serie A.

Dieci nomi devo però trovarli lo stesso, e allora mettetevi comodi e godetevi il viaggio…

Alberto Grassi

Un giocatore che in questa prima metà di campionato si è messo ben in mostra e che a breve potrebbe entrare in quel lotto di giocatori già troppo mainstream per un pezzo di questo tipo è il centrocampista classe ’95, cresciuto nel sempre florido vivaio atalantino. Interno — ma anche mezz’ala, in caso di necessità — capace di difendere ed offendere, sembra già molto maturo per l’età che ha, ed è indubbiamente un giocatore da tener d’occhio anche in ottica U-21.

Nel suo passato c’è una brutta storia di razzismo, che speriamo possa essere liquidata come peccato di gioventù. Oggi, in campo, sembra già un veterano. Su di lui pare stiano iniziando a muoversi anche club di levatura (come Napoli e Fiorentina), ma l’importante oggi credo sia terminare quantomeno questo stagione da titolare in quel di Bergamo. Per tentare il salto ci sarà poi tempo. Di certo il 2016 potrebbe essere l’anno in cui vedremo un’altra piccola stellina accendersi nel firmamento del calcio italiano.

Bryan Cristante

Sempre in tema di centrocampisti classe ’95, è di questi giorni la notizia del ritorno in Italia dell’ex stellina del vivaio milanista. L’esperienza lusitana non è stata positiva come si poteva sperare, ma il mix di fisico (186 centimetri x 78 chili) e tecnica resta. Dotato di buoni piedi e una discreta visione di gioco, Cristante sembra possa agire quasi indifferentemente sia in posizione di mediano che come mezz’ala, per provare a dare qualità alla propria squadra.

La pecca del suo gioco, al momento, sembra possa essere la velocità d’esecuzione: per imporsi a certi limiti i ritmi blandi sono banditi, ed è proprio su questo che deve lavorare se vuole fare il salto di qualità definitivo. Palermo oggi non è certo la piazza migliore in cui progredire senza pressioni, ma avere fiducia in uno dei migliori giovani italiani di questa classe credo sia un dovere. E che il 2016 possa essere l’anno della sua consacrazione, dopo le comunque discrete cose fatte vedere ai tempi dei suoi esordi milanisti.

https://www.youtube.com/watch?v=HtxgrvrRJKk

Dal settore giovanile del Milan proviene anche il buon Calabria, terzino destro classe ’96 e vice-campione europeo ai tempi dell’U-17. Il ragazzo ha già dimostrato di valere la Serie A nonostante le difficoltà in cui versano i Rossoneri, che certo non favoriscono l’inserimento e l’ambientamento di un giocatore poco più che maggiorenne.

Proprio per questo motivo potrebbe non essere Milano il luogo ideale dove provare ad imporsi, oggi. Soprattutto se su di lui non ci fosse — come pare non esserci, ma questo sembra valere anche per ogni altro aspetto della vita rossonera — un progetto chiaro, forte e delineato.

Calabria è un cursore con buone basi atletiche che avendo studiato in una scuola ultra-tattica come quella italiana ha poco da invidiare, da un punto di vista dei movimenti difensivi, ai propri coetanei. A questo aggiunge anche una discreta propensione offensiva, sicuramente da curare soprattutto attraverso una crescita fisico-atletica superiore, che possa portarlo ad essere dirompente quando sgroppa sulla fascia.

Poi la Gazzetta come al solito esagera.

Federico Mattiello

Altro terzino che dal mio punto di vista ha basi solide su cui costruire un giocatore da Serie A è , classe ’95 cresciuto alla Juventus ed oggi al Chievo Verona. Su di lui la sfortuna si è accanita come rare volte ho visto fare in passato (Giuseppe Rossi, per dirne una) e quello che potrebbe tornare in campo dopo due fratture alla gamba destra potrebbe non essere più lo stesso talento che abbiamo tutti potuto brevemente ammirare lo scorso anno. Perché stop così lunghi ed infortuni così importanti condizionano spesso intere carriere.

Quindi prima ancora che un invito a seguire il 2016 di Mattiello, questo vuol essere un mio personalissimo auspicio: che la sfortuna lo abbandoni e gli dia la possibilità di dimostrare quanto vale. Per me si tratta del classico giocatore che potrebbe già oggi fare il backup in una grande. E chissà che lavorandoci su bene, qualora gli infortuni non l’abbiano rovinato, non possa arrivare a sperare di scalzare anche uno Stephan Lichtsteiner, in futuro.

Daniele Verde

Chiuso lo spazio delle recriminazioni contro la sfortuna, (ri)apro quello delle recriminazioni contro la cultura imperante in questo paese. Personalmente trovo scandaloso che un classe ’96 come Verde abbia sinora giocato solo una manciata di minuti in quel di Frosinone.

Il ragazzo si è già fatto conoscere, lo scorso anno, a Roma. Tecnica raffinata, gamba, creatività, incisività. Giocatore mancino che predilige la destra, ha dimostrato di saper giocare senza problemi anche a sinistra. Bravo tanto nel fraseggio quanto in allungo solitario, è dotato di un buon piede, che gli garantisce cross al bacio e tiri insidiosi.

Per quanto mi concerne doveva tranquillamente restare a Roma a giocarsi il posto con i Salah ed i Gervinho della situazione. Giocatori atleticamente più pronti e maturi, ma che da un punto di vista tecnico non hanno nulla da insegnare al ragazzo nativo di Napoli. Anzi, l’ivoriano credo abbia molto da imparare.

Però si sa che in Italia a 19 anni sei quasi un bambino: in pochissimi si prendono la responsabilità di farti giocare. Perché è meglio perdere con undici cariatidi, che provare a dar modo a qualche talento importante di progredire. Ma qui il discorso si farebbe lungo, e lo si dovrebbe allargare a cose che con questo pezzo c’entrano solo incidentalmente: ad esempio il fatto che un ragazzo in prestito non è un asset per la società che lo accoglie e quindi più difficilmente troverà spazio rispetto ad un giocatore che può invece essere valorizzato e venduto.

La speranza è che qualcuno capisca che ci troviamo di fronte ad un giocatore che se sarà fatto crescere a dovere tra qualche anno sarà in nazionale. E che questo qualcuno agisca di conseguenza, prima di bruciare l’ennesimo talento azzurro.

Salih Uçan

Una situazione tutto sommato simile è quella che riguarda un altro giocatore di proprietà della Roma, il turco Salih Uçan. Che per molti appassionati italiani è (giustamente) una sorta di oggetto misterioso. Del resto da quando è sbarcato nella capitale, ormai un anno e mezzo fa, non ha avuto molto spazio.

E sinceramente mi sono sempre chiesto perché. Io che lo conobbi ancor prima che Sabatini lo andasse a pescare al Fenerbaçhe: scoprii un centrocampista centrale interessantissimo, con tecnica fine, capacità di giocare con entrambi i piedi e calcio potente e preciso. Una sorta di Hernanes prima maniera, potremmo dire, con tanti dei pregi — ma anche dei difetti, come una velocità d’esecuzione complessivamente modesta — del brasiliano.

Rispetto cui secondo me potrebbe anche condurre una carriera complessivamente migliore, trovasse qualche allenatore disposto a puntare su di lui. A fine stagione dovrebbe scadere il prestito biennale con cui venne prelevato — a quasi cinque milioni per il solo prestito, mica bruscolini — dalla Turchia. Un suo riscatto mi pare tutt’ora improbabile, ma credo che un po’ di esperienza in provincia potrebbe far bene a questo classe ’94 dalle indubbie qualità tecniche.

https://www.youtube.com/watch?v=iA6zl_0kT5k

Non parliamo di un’era fa.

Adam Masina

Della stessa annata è anche il terzino sinistro marocchino in forza al Bologna. Impostosi alle porte della prima squadra quando i felsinei militavano ancora in cadetteria, Masina è giocatore abbastanza completo e con dei margini ancora da esplorare.

Nato in Nord Africa, è però da poco entrato nel giro dell’U-21 azzurra, che non si è lasciata scappare l’opportunità di convocarlo non appena ha completato l’iter burocratico per l’ottenimento del passaporto.

Tralasciando per un attimo le questioni etiche che sottendono l’opportunità di convocare oriundi e naturalizzati in nazionale, Masina da un punto di vista prettamente tecnico potrebbe rappresentare un elemento importante anche per il futuro della nazionale maggiore. In una terra che dopo Maldini e Zambrotta fatica un po’ a produrre interpreti nel ruolo, Adam Masina potrebbe sicuramente rappresentare un giocatore da considerare per il futuro.

Amadou Diawara

Bologna è stata terra di conquista anche per un altro giovane nativo del Continente Nero, il classe ’97 della Guinea. Giunto nel capoluogo emiliano in estate, il centrocampista si è quasi subito imposto come un titolare della formazione felsinea, attirando su di sé le attenzioni di molti grandi club, italiani e non.

Senso della posizione, capacità di tackle, freschezza atletica, ordine. Sono questi i tratti fondanti che caratterizzano il gioco di questo giovane mediano, che sa spendersi bene in entrambe le fasi di gioco. Un giocatore che ha disputato una prima parte di campionato molto interessante, e che in questo nuovo anno potrebbe fare qualche step ulteriore. Se si rivelerà non essere solo un fuoco di paglia è legittimo pensare che il Bologna potrà fare molta fatica per trattenerlo già oltre giugno…

https://www.youtube.com/watch?v=uko2uWxDP18

Piotr Zielinski

Altro talentino straniero di interesse è il polacco classe ’94 portato in Italia dall’Udinese ormai cinque anni fa. Se in Friuli non ha avuto vita facilissima, da quando è giunto ad Empoli (due estati fa) ha assunto un ruolo sempre più importante nella squadra prima di Sarri e poi — soprattutto — di Giampaolo. Nato trequartista e reinventatosi con grande efficacia mezz’ala, è giocatore capace di dare qualità e rifiniture ad hoc alla manovra della propria squadra.

Il calcio polacco, come ho già avuto modo di raccontare anche sul mio blog, sta vivendo un momento di discreta rinascita dopo tanti anni bui, ed è indubbio che per il futuro tra i nomi da tenere d’occhio ci sarà sicuramente anche quello di Zielinski, chiamato a confermarsi — e anzi, rilanciare — in questo 2016 calcistico tutto da vivere.

https://www.youtube.com/watch?v=zuDEo9UxiMw

Chiudo con un giocatore che ancora la prima squadra l’ha vista ben poco, disimpegnandosi nel Campionato Primavera, ma che potrebbe avere proprio in questo 2016 il suo primo vero approccio con la Serie A: Federico Dimarco, giovane terzino sinistro classe ’97 in forza all’Inter.

Nerazzurri che hanno dimostrato di credere sempre un po’ poco nei prodotti del proprio vivaio, così che — racconta radiomercato — Dimarco potrebbe finire a giocare in quel di Sassuolo, ambiente per altro ottimo per tentare l’approccio al professionismo. Il ragazzo è rapido ed ha un mancino educato. In fase difensiva dimostra ancora qualche limite, ad esempio nell’uno contro uno, ma vista l’età ancora così verde sarebbe strano il contrario.

In un paese che come detto per anni ha avuto grande difficoltà a produrre esterni difensivi di buon livello, Dimarco potrebbe essere uno di quei giocatori capaci di cambiare il trend. La speranza è di non vederlo costretto a scendere in Serie B per trovare un po’ di sole…

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