Il calcio ai tempi di Facebook — Intervista agli ideatori di “De André racconta la Serie A”

Armando Fico
Crampi Sportivi

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Il calcio ai tempi di Facebook non è più il solito calcio. Cambiano le sue sembianze, muta il lessico usato per raccontarlo, infinite sono le sue narrazioni.
Tra zone d’ombra e momenti di pura esaltazione, Crampi Sportivi si è messa sulle tracce delle pagine Facebook più affascinanti, quelle che raccontano di calcio a modo loro, restituendoci e raccontandoci una volta di più la bellezza di questo sport.

Nel secondo appuntamento, “De André racconta la Serie A”.

Come nasce il progetto “De André racconta la Serie A”? Cosa vi ha portato a scegliere proprio il cantautore genovese?
È una storia di periferia, è una storia da una botta e via, è una storia sconclusionata, una storia sbagliata.

Lo stesso Fabrizio disse una volta: “Al Genoa scriverei una canzone d’amore, ma sono troppo coinvolto”. Ecco, quanto amore occorre per portare avanti un pagina come la vostra?
C’è chi l’amore lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione. Bocca di rosa né l’uno né l’altro, lei lo faceva per passione.

Attraverso i vostri post intrecciate momenti e storie di sport con frammenti della poesia deandreiana, facendo vivere piccoli sogni ai vostri seguaci. Ne siete consapevoli?
Un sogno, fu un sogno ma non durò poco.

Quale di queste storie vi ha colpito di più?
Storia di un impiegato.

Come non accade così spesso, la vostra pagina colpisce perché si è trasformata in una comunità in cui ognuno, partendo dai vostri post, partecipa dicendo la sua e ricambiando con un verso del Poeta. Potenza del calcio, bravura degli editor o potenza creatrice di De Andrè?
Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino, quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino, lì troverai là, col tempo che fa, estate e inverno, a stratracannare, a stramaledir le donne il tempo ed il governo.

Nel calcio esiste ancora la poesia?
In un vortice di polvere gli altri vedevan siccità, a me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa.

Se doveste descrivere il calcio italiano con un verso di De André?
E ti viene la voglia di uscire e provare, che cosa ti manca per correre al prato?

Il calcio può fare cultura. A fronte del bomberismo dilagante dei nostri tempi, la vostra pagina è un’avanguardia culturale su Facebook. Si tratta di un’illusione o di un’inversione di tendenza “rivoluzionaria”?
Profeti molto acrobati della rivoluzione, oggi farò da me, senza lezione.

Ecco, per l’appunto…

Quale sarebbe, oggi, il giocatore preferito di De André?
Chi viaggia in direzione ostinata e contraria, col suo marchio speciale di speciale disperazione.

E quale personaggio calcistico (allenatore, dirigente o presidente) avrebbe invece stuzzicato la sua sagace ironia? Se non volete sbilanciarvi, almeno dateci un indizio…
Ha il cuore troppo, troppo vicino al buco del culo.

In direzione ostinata e contraria, restituite un’immagine diversa — sicuramente migliore — del calcio. E’ l’associazione coi versi a caricare quelle istantanee di particolari significati o il calcio ha molto più da dire che non quanto ci raccontano i media tradizionali?
Se avete preso per buone le “verità” della televisione, anche se allora vi siete assolti siete lo stesso coinvolti.

Un’ultima domanda… “Non per un Dio ma nemmeno per gioco”, cosa vede “De André racconta la Serie A” per il nostro calcio?
Ora vuole soltanto clienti speciali che non sanno che farne di occhi normali.

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