Il candidato

Paolo Stradaioli
Crampi Sportivi
Published in
3 min readMay 25, 2018

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VENARIA REALE BARDONECCHIA
25 MAGGIO 2018 / VENERDÌ / 185 km

Vincitore Chris Froome

Maglia Rosa Chris Froome

Mi piace pensare che ogni universo dell’espressione artistica abbia un suo pantheon. L’ultimo grande traguardo per chi, durante il periodo di attività, è riuscito a esaltare il suo settore di competenza come nessuno aveva mai fatto prima. Per quanto si fatichi, almeno a livello di senso comune, a pensare lo sport come un’arte nel senso più esclusivo del termine, mi piace pensare che anche le varie discipline sportive abbiano un loro sancta sanctorum dove soltanto i più grandi possono accedere.

E allora eccoci, nell’iperuranio dello sport, ovviamente l’occhio cade sul pantheon del calcio, dove Garrincha sta litigando con Di Stefano perché il secondo vorrebbe già ordinare la sedia di Leo Messi e il primo dice che quella di Diego Maradona basta, tanti argentini non li vuole, se avesse vinto un mondiale si poteva parlare, senza non si apre la discussione. Questi sudamericani.

Camminiamo, ci sono Jesse Owens e Pietro Mennea che hanno appena finito di agghindare la sedia di Michael Johnson e stanno buttando giù i primi schizzi di quella destinata, un giorno, a Usain Bolt. Sarebbe bello scambiare due chiacchiere, ma non c’è il tempo.

Il pantheon più kitsch è ovviamente quello del basket, dove sdraiato su una fedele riproduzione del Takht-e Marmar, un trono situato nel Palazzo del Golestan a Teheran, c’è Wilt Chamberlain intento a sfogliare un numero piuttosto recente della rivista Playboy, mentre in un trono molto più spartano siede Drazen Petrovic, il quale su un Samsung di ultima generazione sta guardando gli highlights della finale di Eurolega vinta dal Real Madrid. A quanto pare Amazon Prime funziona alla grande anche nell’iperuranio.

Dobbiamo procedere oltre, non c’è tempo per distrarsi, finalmente arriviamo al pantheon del ciclismo, la mecca ultraterrena di uno sport che impone fatiche inenarrabile e gloria eterna per chi riesce a conquistarla. Sono in cinque. Binda, Coppi, Bartali, Anquetil, Pantani. Tratteniamo l’emozione e procediamo.

Oltre a loro ci sono parecchie sedie vuote, tutte perfettamente levigate, in attesa che i vari Merckx, Hinault, Indurain, De Vlaeminck, Roche, prendano il loro posto in questo tempio dei campioni. Cerchiamo di capire chi è il più disponibile a parlare, ovviamente proviamo subito con Pantani che però è categorico: “Non parlo. Parlate già abbastanza voi sulla Terra”. Ottimo.

Con Anquetil il solo vocabolo che ho in comune è bidon ma non mi aiuta granché. Gino e Fausto stanno chiacchierando e non voglio disturbarli, hai visto mai che scoppia il caso nell’iperuranio per colpa mia, meglio andare da Alfredo.

“Signor Binda, posso farle una domanda?”

“Lei è il fattorino? Avevo ordinato un Fidget spinner una settimana fa”.

“No, anche se è notevole che lei sappia cosa sia un Fidget spinner. Le volevo fare una domanda sulle sedie”.

“Faccia in fretta però”.

“Mancano quelle delle leggende moderne, come Tom Bon…”.

“La fermo subito. Alcune sedie sono ancora in fase di bozza. Ne aggiungeremo una per Boonen, una per Cancellara, siamo ancora indecisi su Contador e Armstrong per la vicenda doping”.

“Capisco. Per caso avete visto la tappa di oggi?”.

“Non guardiamo più il Giro d’Italia da quando è arrivato Marco. Dice che lo deprime”.

“Forse dovreste recuperarla. Sapete, un certo Chris Froome di cui avete senza dubbio sentito parlare ha fatto un’impresa degna del vostro nome”.

“Ne dubito, non è il tipo di ciclista capace di certe prodezze. D’altronde se ci basassimo solo sui risultati ci sarebbe anche la sua sedia tra le bozze, ma il ciclismo impone una certa dose di epicità. Froome non è adatto a questo posto”.

“Già, evidentemente ha sentito il richiamo della grandezza e ha utilizzato il Colle delle Finestre e i successivi ottanta chilometri per proporre la sua candidatura”.

“Hai detto ottanta chilometri?”.

“Guardi la tappa signor Binda, non se ne pentirà”.

Mi piacerebbe pensare che Crampi Sportivi sia riuscita a parlare con Alfredo Binda. In alternativa mi accontento di una delle più inenarrabili imprese nella storia del ciclismo moderno, un attacco con il quale Froome ha ufficialmente presentato la sua candidatura a entrare nel pantheon delle leggende.

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