Il Gattopardo a Sochi

Igor Santos
Crampi Sportivi
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2 min readJun 24, 2018

Nella notte senza stelle di Sochi, la Germania sembrava aver dimenticato quelle cucite sullo stemma della sua federazione di calcio. “Finalmente!”, pensavano in molti (me compreso), la squadra tedesca smentisce il cliché, le frasi fatte, le mezze verità nascoste dietro una battuta fortunata di Gary Lineker che si conclude con “Germany always win”.

Ma nel mondo delle fake news e della manipolazione della memoria dovremmo sapere che la Germania non vince sempre. I pazzi della statistica mondiale ricordavano orgogliosi la semifinale del 1958, il 3–1 in rimonta inflitto dalla Svezia di Skoglund, Gren o Hamrim (tutti a segno quella serata) alla RFA. Quella Svezia formata da molti giocatori di squadre italiane (dalla Juventus all’Inter, passando per Palermo o Padova) — quasi sessanta anni prima che i loro nipoti lasciassero fuori la nazionale italiana — , le casualità della vita e del calcio, della Svezia nel calcio azzurro; quel mondiale svedese fu il primo senza l’Italia.

E invece no. Lo ricorda un libro del 1958, più citato che letto: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». E tutto rimane.

Un gol di Reus e un capolavoro di Kroos — proprio colui che aveva giocato una partita da dimenticare fino al 95' — rimettono tutti nella confort zone del cliché tedesco.

E la Germania, in dieci per espulsione di Boateng, a lungo vestita da funerale (il proprio funerale), riesce a trovare la stella che guida verso la vittoria soltanto coloro che, consapevoli del proprio talento, aspettano l’ultimo sospiro dell’opera per dare ragione agli almanacchi. Per gettare nello sconforto chi sognava se stesso in un’estate svedese di tanti anni fa.

GERMANIA 2–1 SVEZIA (Sochi, Fisht Olympic Stadium — 23 giugno 2018)

0–1 : 32' Toivonem

1–1 : 48' Reus

2–1 : 95' Kross

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Igor Santos
Crampi Sportivi

Tifoso dell'Athletic nato a Barakaldo (Paesi Baschi) nel 1978. In Italia dal 2002 si occupa di storia medievale.