Il karma applicato al calcio: lo strano caso di Ciro Ferrara

Crampi Sportivi
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5 min readAug 20, 2013

Il karma è “la legge che lega il destino spirituale all’agire umano”, secondo la fonte più autorevole per ogni aspirante induista che si rispetti: Wikipedia.

In parole semplici è quella dottrina spirituale, centrale sia nel Buddhismo, che nell’Induismo, che nel Sikhismo, che nel Jainismo, secondo la quale esiste un equilibrio cosmico alla base del destino degli esseri viventi, e le conseguenze delle azioni di un individuo vengono compensate — nel bene e nel male — in tutte le sue vite, precedenti e passate.

In parole estremamente povere e riduttive, che i veri esperti mi perdoneranno: a ogni azione negativa compiuta nella vita attuale ne corrisponderà una altrettanto negativa subita nella prossima vita. Ma respirate pure: lo stesso dicasi per quelle positive. Ragion per cui la giurisprudenza occidentale si può permettere tempi di reazione così lunghi, in tema di giustizia. Voglio dire, tanto c’è il karma.

Ma che succede quando il karma si accanisce? Che succede se decide di fare lo spaccone?

Si tende a sottovalutare l’applicabilità di questa legge cosmica in campi legati al diletto, come quelli sportivi, eppure il calcio è pieno di avvertimenti che il karma ci lancia, sfruttando proprio la grande visibilità mediatica per mandarci un messaggio forte e chiaro: “Vedete di rigare dritto, hare Krishna”.

Ganesh, ultrà del Catania. Ha detto ‘no’ alla tessera del tifoso.

Prendiamo il caso di Ciro Ferrara, uno dei più forti difensori che il nostro calcio abbia conosciuto. Un campione vero, dotato di rara intelligenza calcistica, un leader, corretto sul terreno di gioco, rispettato dagli avversari sia in campo che fuori. Vincitore di entrambi gli scudetti napoletani, quelli di Maradona, e della storica Coppa Uefa vinta dai partenopei nel 1989. Protagonista insomma della più grande pagina di storia calcistica della sua città.

Nel 1994 lascia il Napoli dopo quasi dieci anni e va a vivere uno stellare ‘secondo tempo’ della sua carriera a Torino, sponda Juventus, diventando una bandiera bianconera e vincendo altri sei scudetti (l’ultimo dei quali revocato nel 2006), una Champions League e una Coppa Intercontinentale.

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Si ritira nel 2005, a 38 anni, e segue il suo mentore Marcello Lippi nello staff tecnico della Nazionale, andando a vincere il Campionato Mondiale del 2006. Una carriera da predestinato, quella di Ciro Ferrara, che il 18 maggio del 2009 viene promosso dal settore giovanile juventino alla guida della prima squadra bianconera, dopo l’esonero di Claudio Ranieri. Gli rimangono solo due partite: le vince entrambe e conquista la qualificazione diretta alla fase a gironi della successiva Champions League, meritandosi la conferma in panchina per la stagione seguente.

L’inizio è scoppiettante: quattro vittorie consecutive. Quell’uomo sorridente e solare che persino le famiglie italiane a digiuno di calcio avevano imparato ad amare grazie alle pubblicità televisive dei dessert alla crema (vivo esempio di karma negativo accumulato), è ormai un allenatore fatto e finito, sicuro di sé. Davanti alle telecamere del post partita il tono della sua voce e l’atteggiamento sicuro iniziano a ricordare molto quello di due dei suoi più eccellenti maestri: Marcello Lippi e Fabio Capello. Anche le espressioni facciali di Ferrara sembrano rifarsi a quelle dei suoi modelli, ma con un tocco alla Robert De Niro.

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A questo punto qualcosa si incrina nel disegno cosmico: la Juventus entra in crisi, comincia a perdere terreno in campionato, dove accumula diverse sconfitte, e viene anche eliminata dalla Champions League. I processi mediatici si sprecano, e, in un ormai memorabile scontro televisivo con Gigi Maifredi, Ferrara manda a benedire le forze karmiche, dimostrando di non aver letto lo Śvetāśvatara Upaniṣad:

“L’anima individuale si determina secondo particolari condizioni, nelle forme che sono conseguenza del suo precedente agire, secondo il proprio grado.”

Ma è qui che il karma agisce tempestivamente, forse anche troppo, sguinzagliando contro il buon Ciro il suo vecchio compagno d’armi Salvatore Bagni, noto per lo humor sottile e la risata discreta:

Karma Police: “Agente Bagni, il caso Ferrara è tuo!”.

Il cosmo decide che è abbastanza: dopo una stagione fallimentare, Ciro Ferrara rescinde il suo contratto con la Juventus nel maggio 2010.

La seconda chance Ferrara se la gioca sulla panchina della Nazionale Under-21 e lo fa anche bene: 19 partite di cui 12 vinte (karma positivo ristabilito). Tuttavia il richiamo della Serie A è troppo forte: Ciro va ad allenare la Sampdoria nell’agosto 2012 e comincia anche alla grande: tre vittorie e due pareggi. Poi però, nella conferenza stampa prima di Roma-Sampdoria, parte la domanda su Zeman e Ferrara dimentica gli insegnamenti del Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad:

“Ognuno di noi tiene in mano un filo e quel filo ci conduce alla nostra stella. Ognuno di noi ha una stella in cielo e il nostro destino è imparare a seguirla. Il nostro karma è scritto nella sua scia, se molliamo il filo è tutto perduto, si formano grovigli”. (Susanna Tamaro, unofficial karma press agent).

“Ciro, m’hai provocato e io me te magno”, risponde l’equilibrio karmico: sette sconfitte consecutive per la Samp.

Dai, è abbastanza: basta spargimenti di sangue: Ferrara conduce i blucerchiati alla vittoria nel derby della Lanterna sconfiggendo il Genoa per 3-1, e interrompendo la striscia negativa. Forse è davvero l’ora di una svolta, l’era dell’Acquario per un equilibrio nuovamente positivo.

“Giocando così prima o poi subisci”, Riccardo Ferri, profeta della domenica (sportiva).

Come non detto, dopo la vittoria nel derby la Sampdoria perde 3–1 contro il Catania e, ai microfoni della Rai, coach Ferrara parla di sconfitta immeritata e denuncia pressioni nei confronti dell’arbitro da parte di terzi, ma si rifiuta di fare il nome di eventuali responsabili. Ci troviamo di fronte a un vero e proprio suicidio karmico. Quella domenica, infatti, il cosmo era davanti alla televisione e decideva che il mister aveva ignorato una volta di troppo tutto ciò che Krishna aveva detto nel Bhagavadgītā.

“Tutto il karma (il risultato delle azioni) si dissolve completamente per l’essere liberato che, privo d’attaccamento, con la mente centrata nella saggezza, agisce solo per compiere la vera cerimonia spirituale del fuoco.”

Il resto è storia nota: Ciro Ferrara viene esonerato il 17 dicembre del 2012.

Il messaggio del cosmo mi sembra chiaro e lampante:

“Vedete di rigare dritto, hare Krishna”.

Simone Vacatello. Umanista, randagio della comunicazione, divano. Piedi fucilati ma discreto terzo tempo. Quando non può scrivere di supereroi, scrive di musica. Quando non può scrivere di musica, scrive di pallone.

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