Il mischione — CS S03 E11

Crampi Sportivi
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4 min readNov 2, 2015

Il mischione nostrano

La Roma perde a San Siro con l’Inter, la Fiorentina mastica il Frosinone e il Napoli perde (poco) terreno a Genova non andando oltre un pur avvincente zero a zero. Risultato: quattro squadre in vetta nel giro di 2 punti e noi si guadagna il permesso di rischiare e azzardare che questo è il campionato più avvincente degli ultimi 10 anni.

E però.

Una volta stabiliti i pro, fateci fare i guastafeste e sottolineare i contro di ognuna delle quattro pretendenti al trono, emersi tutti nell’ultima giornata, in ordine di attuale posizione di classifica.

1. Fiorentina — Fin qui, la squadra che gioca meglio, nel mischione. I viola fanno girare bene il pallone, divertono e convincono. Oltretutto, dopo la sconfitta con la Roma hanno dimostrato di saper reagire subito e bene alle batoste. Tuttavia proprio nella sfida contro i giallorossi si è visto come qualche difficoltà emerga ancora quando si affrontano avversari che reagiscono con la loro stessa medicina, ma con un pizzico di qualità in più. Altra questione: rispetto alle altre pretendenti la viola è quella con la rosa meno ampia e meno esperta in alta quota, e alla lunga questo potrebbe rivelarsi un freno. Forse, eh.

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2. Inter — C’è chi sostiene che buon calcio non significhi soltanto gioco offensivo spumeggiante, c’è chi sostiene che buon calcio possa significare anche difendere bene. Ecco, sarebbe bello punire questi pensatori della scuola di Atene costringendoli a guardare tutte le partite dell’Inter di quest’anno in loop, legati alla sedia e con gli occhi tenuti aperti à la Arancia Meccanica. I nerazzurri sono chiusi come noci andate a male, impegnatissimi ad ammazzare qualsiasi velleità di gioco dell’avversario, determinati a farlo giocare peggio di loro, poi si tira da fuori alla prima occasione, tanto i tiratori ci sono — nel caso della sfida con la Roma, ha segnato uno che manco tiratore è -, perché la qualità davanti con Perisic, Jovetic e Icardi è tanta.

Dopo aver segnato, si cerca di convincere gli altri che la partita è finita, producendo uno spettacolo estetico di raro sconforto calcistico. Tanto varrebbe prendere il pallone con le mani e andarlo a nascondere dietro le panchine, mentre si fanno ampi gesti per spiegare agli spettatori paganti che ok, possono tornare a casa, non c’è più niente da vedere. La loro interpretazione di mischione è senz’altro la più letterale.

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3. Roma — Verrebbe da dire che quest’anno la Roma è una squadra forte ma dall’atteggiamento psicologico tanto precario da risultare a volte depressa. E invece no, la Roma di quest’anno finora sembra una squadra di base depressa, che però è molto forte, e quindi alterna partite in cui si fanno polpette dell’avversario a partite in cui i giocatori chiave sembrano impegnati a scrutare l’abisso del sé quando vedono che le cose non si mettono subito bene. O comunque, fuor di sarcasmo, una squadra che fatica a mantenere i propri equilibri.

Peccato, perché la qualità c’è in tutti i reparti, la solidità fisica anche, a questo punto della stagione. Idem la capacità di fare un buon gioco e, all’occorrenza, quella di modificare il proprio assetto in base all’avversario (non a caso una delle vittorie più convincenti, quella contro la Fiorentina, è stata ottenuta tramite una sorta di rinuncia al possesso palla). Forse è proprio per questa serie di contraddizioni interne che nel mischione la Roma si guadagna lo status di incognita più grossa. Status che, nell’incertezza generale, può essere un bene e non necessariamente un male, se a un certo punto questo equilibrio tanto ricercato diventa concreto. L’importante è non perdere troppo distacco dalla vetta, poi alla fine potrà succedere di tutto.

4. Napoli — “Se Higuain continua a segnare, quest’anno il Napoli lo fermi sì e no con le cannonate”, è un po’ il leitmotiv di ogni bar sport con i piedi per terra, quest’anno. E infatti stavolta il Pipita non ha segnato ed è stato pareggio. Nel mischione generale, la squadra partenopea è quella che abbina meglio rosa, gioco e convinzione. Il limite finora? Il nervosismo, fuori e dentro il campo. Contro il Genoa è mancato il gol, ma con una squadra perfettamente organizzata e vivace come quella di Gasperini ci può stare. Bronci vari a parte, a parer nostro i ragazzi di Sarri rimangono i maggiori indiziati per il raggiungimento solitario della vetta, da qui a Natale. Non chiedeteci di scommettere dei soldi, siamo poveri.

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Ma allora, in tutto questo, c’è qualcuno che può inserirsi nel discorso che finora sembra un discorso a quattro, e fare il guastafeste come noi oggi? Eh, è presto per dirlo, prestissimo, ma indovinate chi.

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Il mischione estero

1. Il segreto di Klopp a Liverpool è ricoprire il campo di melma verde fluorescente, come in Ghostbusters II. E in questo modo i Reds volano.

2. Ma non ditelo a Mourinho.

3. Luis Enrique s’è inventato Sergi Roberto terzino, svoltandogli la carriera, e lui lo ripaga così.

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4. Il Boca Juniors ha vinto il 25esimo titolo della sua storia. Noi continuiamo a pensare che la loro sia la divisa più bella di sempre (quella di casa, quella da trasferta è la seconda più bella di sempre). Ps. se ci fate caso, Carlitos Tevez senza trofei non sa stare.

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Un ricordo

Dato che sono passati 40 anni dal suo brutale omicidio, vorremmo qui ricordare un vecchio appassionato di pallone che nel corso degli ultimi decenni ci è mancato tanto, e che a dire il vero ci sarebbe mancato anche se non fosse stato un calciofilo come noi.

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