Il senso di Galliani per l’acquisto

Crampi Sportivi
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8 min readJan 29, 2015

C’è un momento esatto in cui il cuore rossonero si è spezzato, e sto parlando della notte fra il 7 e l’8 giugno 2009, quando il Real Madrid ha comunicato l’ingaggio di Kakà. In quel momento l’intonaco con cui si erano coperte le crepe è venuto giù e la facciata del palazzo si è rivelata per ciò che era: un club che non aveva tenuto il passo della modernizzazione economica delle big europee e, dopo alcuni anni di eroica resistenza, cominciava ufficialmente il suo declino.

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La descrizione del video è “la verita della cessione di kaka del milan al real madrid”. La verità sono le scritte in rosso carattere arial e C’è chi dice no di Vasco Rossi, rappresentano bene lo sconforto del tifoso milanista.

Dopo essere stato violato in maniera così brutale, innamorarsi di nuovo per il tifoso milanista significa scendere a compromessi con la paura e la vergogna; ogni trattativa di mercato, ogni parametro zero, ogni prestito con diritto di beccarsi il pacco sono come dita in una ferita che non si rimargina, mentre Galliani cerca di fermare l’emorragia con un brandello di tessuto giallo dalla forma allungata. Da quel momento in poi, ogni sessione di calciomercato ha portato il tifoso milanista in un vortice di incubi, passioni e parametro zero. L’agire di Galliani, alle prese con gli umori di Silvio Berlusconi, si è dimostrato spesso rapsodico, in alcuni momenti quasi comico, in altri assolutamente brillante (l’acquisto di Ibrahimovic, la stessa cessione di Kakà col senno del poi). Per rinfrescarvi la memoria ecco i movimenti di Galliani dalla cessione di Kakà in poi.

2009/2010 Quella tragica estate prosegue con movimenti di mercato che abbozzano i contorni del dramma che prenderà forma negli anni successivi: gli acquisti vengono fatti in saldo da squadre che vogliono liberarsi di giocatori inutili o direttamente a scadenza di contratto; a complicare ulteriormente le cose c’è la necessità di sbattere il nome in prima pagina, per cui una sessione di mercato non può dirsi conclusa prima di spendere il 90% del budget in un centravanti, che sia utile alla rosa o meno.
Seguendo queste logiche arrivano il buttafuori Oguchi Onyewu, di cui si ricorda solo una rissa in allenamento con Ibrahimovic e Jan-Klaas Huntelaar di cui si ricorda che era il terzo centravanti dopo Borriello ed Inzaghi. A gennaio assistiamo alla tragedia personale di David Beckham ed al prestito di Amantino Mancini: ex ala funambolica ai tempi della Roma, schierato da Leonardo nello storico modulo “4–2 e fantasia” contro il parere dei medici che gli avevano consigliato di non sudare, infatti si farà subito male. Il connazionale Ronaldinho prende a cuore la sua triste vicenda e lo assume per raccogliere i bicchieri vuoti nelle feste a casa sua. Tutto questo mentre Pierre Aubameyang faceva l’Erasmus in Francia.

2010/2011 L’estate successiva è quella dei capolavori di Galliani, più sciacallo che condor, che fiuta il colpo dell’anno quando si rende conto che Zlatan Ibrahimovic non è ospite gradito nello spogliatoio di Guardiola: prestito con riscatto a 24 milioni. Situazione simile per l’indolente Robinho che al City non volevano più vedere neanche in foto e Galliani che si fionda sulla svendita; come calciatore durerà un anno, poi sarà uno dei primi a tirare i remi in barca e tornare a pensare alla caipirinha quando Allegri perse il controllo dello spogliatoio. In questa sessione obiettivamente sorprendente, Galliani sperimenta anche una nuova tattica di scrocco: far ubriacare Preziosi. In estate fanno il viaggio Genova-Milano: Marco Amelia, Socratis Papastathopulos e Kevin-Prince Boateng, quest’ultimo acquistato dal Genoa e girato al Milan per aggirare la regola sugli extracomunitari provenienti dai campionati esteri. Non poteva mancare l’acquisto in scadenza di contratto, stavolta tocca a Mario Yepes, onesta riserva in campo e leader nello spogliatoio.

A gennaio altra sciacallata sulla querelle Cassano — Garrone; meno di 2 milioni per Urby “Duttilità” Emanuelson e trasferimento gratuito per lo sfortunato Nicola Legrottaglie ed il prezioso Mark Van Bommel, che prima della pensione pensa bene di mettersi in bacheca un campionato di Serie A, spendendo le sue ultime energie dando una grossa mano alla causa. Sorvoliamo su Didac Vilà e l’eterna caccia al terzino delle meraviglie, mentre Matteo Darmian passava da Milanello a firmare due documenti tra un prestito e l’altro. A fine anno arriva lo scudetto, in un campionato tra i meno competitivi della storia della Serie A.

2011/2012 L’estate 2011 passerà alla storia per la caccia a “Mister X”, il fantomatico colpo su cui si favoleggia per settimane; la nota soubrette Cristiano Ruiu passa intere giornate all’aereoporto di Malpensa con una maglia di Fabregas che non riuscirà mai a farsi autografare. Alla fine arriva Antonio Nocerino per mezzo milione e l’investimento fallito del Liverpool Alberto Aquilani in prestito con riscatto obbligatorio se avesse giocato almeno 25 partite, inutile dire che Allegri avrebbe avuto l’ordine di finire il campionato in 10 se ce ne fosse stato il bisogno. Con questa impressionante esplosione di talento e gioventù a centrocampo appare evidente come si possa fare a meno di un giocatore bollito come Andrea Pirlo, che aveva offeso la dirigenza con la sua presuntuosa richiesta di rinnovo triennale, manco fosse Bonera la Bandiera, roba da pazzi!

A parametro zero arrivano lo strapagato Philippe Mexes e l’enigmatico Taye Taiwo, che in due amichevoli estive ridicolizza Messi e Robben, poi misteriosamente si fa soffiare il posto da Djamel Mesbah. Dalla solita serata devasto a Forte dei Marmi con Preziosi arriva Stephan El Shaarawi. Sotto l’albero di Natale ci sono il già citato Mesbah ed i prestiti di Maxi Lopez e Sulley Muntari, due meteore ed un punto fermo (sic!) del Milan attuale.

2012/2013 Nel 2012 la squadra perde uno scudetto assurdo riuscendo a farsi segnare da Amauri; l’unico contento di questo è Muntari che verrà ricordato dai posteri per un gol annullato ingiustamente, tra cinquant’anni i nostri figli penseranno che Muntari era uno che faceva i gol, pensateci…
Alla delusione in campo, la società contribuisce con lo smantellamento della squadra: il giorno del raduno Ambrosini ed Abbiati pensano di essere capitati per sbaglio sul campo della Primavera, poi vedono Bonera e si tranquillizzano.
Per coprire la perdita di TUTTI i giocatori vengono raccattati i soliti esuberi, contratti scaduti e scappati di casa; nella fattispecie Cristian Zapata, lasciato partire dal Villareal retrocesso, Bojan Krkic, scaricato dalla Roma, Riccardo Montolivo, facendo infuriare la dirigenza viola, ed il “talismano” Bakaye Traorè quello che quando giocava il Milan non perdeva. Menzione speciale per Nigel de Jong, giocatore vero, sottovalutato da tutta Europa e finito a Milanello per una cifra simile, per farvi capire, a quella spesa negli stessi giorni per M’Baye Niang, il pirata della strada o nuovo Tierry Henry se preferite. Potevamo privarci del consueto acquisto di fenomeni provenienti da quella fucina di talenti conosciuta come Genoa? Francesco Acerbi e Kevin Constant vanno a coprire questa immancabile casella. La sessione estiva si completa con lo scambio fra Pazzini e Cassano.

L’anno di grazia 2013 si apre con l’ennesimo scarto/reietto/rinnegato preso ovviamente in saldo: nonostante i parere negativo di Berlusconi, arriva Mario Balotelli, che con le sue caratteristiche diventerà il terminale perfetto per lo schema di Allegri “palla in area e simulazione”, che frutterà un terzo posto ed un’amicizia fraterna con i tifosi della Fiorentina.

https://www.youtube.com/watch?v=S9PVewAmC9Y

Da non sottovalutare, in questa sessione, l’arrivo del campione del Mondo (sic#2) Christian Zaccardo che, impalpabile in campo, diventerà decisivo sui destini della squadra facendo saltare tutte le trattative di mercato in cui il Milan cercherà di scambiarlo.
Nell’estate 2013 la dirigenza rossonera rinuncia a qualsiasi rimanenza di prestigio e rispettabilità internazionale montando una sceneggiata invereconda con il CSKA per farsi regalare Keisuke Honda, avessi detto Maradona, alla fine Galliani si impunta per non cacciare neanche i 2 milioni simbolici che i russi chiedevano, il giocatore finisce il contratto da separato in casa a Mosca ed arriva finalmente a Milano a parametro zero. I soldi servivano per ingaggiare Alessandro Matri, per cui non ci si fa alcun problema a sborsare 11 milioni, salvo scaricarlo alla Fiorentina già a gennaio.

2013/2014 Senza voler togliere nulla a Matias Silvestre ed Andrea Poli, questa sessione verrà ricordata per il ritorno di Kakà, Galliani usa più o meno la stessa tattica vincente usata per Honda: fa dichiarare al giocatore di volere solo il Milan e propone alla società spagnola la sua offerta di zero euro non trattabili che impietosisce Florentino Perez. La notte brava con Preziosi ci regala la solita bomba di mercato con Valter Birsa, che per un periodo sarà anche trascinatore (sic#3).
A gennaio Galliani si fionda su altri due scappati di casa come Adil Rami ed Adel Taarabt, rispettivamente scaricati da Valencia e QPR, il primo verrà riscattato dopo una trattativa estenuante per avere sconti di qualche decina di migliaia di euro sul prezzo fissato, il secondo verrà considerato superfluo e rispedito ad ubriacarsi e saltare allenamenti a Londra. L’altro colpo invernale è Michael Essien, ovviamente a parametro zero, ovviamente non più deambulante.

https://www.youtube.com/watch?v=txdaFi2dPsk

2014/2015 Un Milan fuori dalle coppe per la prima volta dopo anni, tenta di rilanciarsi con la campagna acquisti 2014; Galliani è il più lesto di tutti a fiondarsi su due esuberi del PSG e firma, manco a dirlo a scadenza di contratto, Jeremi Menez e Alex i quali, nonostante i dubbi caratteriali e fisici, finiranno per essere tra i più positivi della prima parte di stagione in una squadra che riesce ad illudere tutti con una partenza discreta. Florentino Perez fa la sua carità annuale regalandoci l’ottimo Diego Lopez e Zaccardo si dimostra dirigente lungimirante facendo saltare lo scambio con lo sfortunato Biabiany ed obbligando il Milan a virare in extremis su Bonaventura, grazie ancora Christian!
La storia dell’anno però è quella della moltiplicazione dei pani e dei pesci che ci mostra Galliani nella nuova veste di profeta: in estate prova a prendere Cerci con la solita offerta pietosa e fuori mercato, infatti il Torino accetta la ben più congrua offerta dell’Atletico Madrid; Galliani non si arrende e prepara la sua mossa Kansas City: convince il Chelsea a prestargli gratuitamente l’ex idolo Colchonero Fernando Torres e sei mesi dopo lo scambia con Cerci che in Spagna era rimasto ai margini… una storia da insegnare ai ragazzini nelle scuole per dirigenti, una storia che da sola riassume tutto questo articolo e ci offre lo spunto per dare una morale a questa favola: non importa quanto rosso dichiari in bilancio ogni anno, credi nei tuoi sogni ed i tuoi parametri zero si avvereranno!

Il colpo in differita riesce anche con Mattia Destro, uno dei tanti tentativi falliti di fronte ad offerte non competitive che dopo aver bucato (almeno parzialmente) le attese, diventa alla portata del Milan… Sì sto insinuando che Galliani va a fare le serenate sotto la finestra agli scarti delle nuove potenze del campionato. Deve essere dura reinventarsi a quella età quando sei stato abituato che fare due telefonate ed una firma su un assegno era il tuo concetto di mercato.

Francesco Quintano nasce nel reame di Foggia da genitori inconsapevoli. In seconda fonda il giornalino di classe, chiuso dopo un numero, da qui il suo inestinguibile rancore verso le autorità. Schizofrenico impunito, alterna passatempi nerd a collassate nei bar più malfamati. Racconta di aver vinto un mondiale di Subbuteo, a chiunque. Frasi celebri:”se fossi nato brutto non avreste mai sentito parlare di Gianni Brera”

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