Il sorprendente Dream Team che avrebbe oggi il PSV Eindhoven

Crampi Sportivi
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7 min readNov 23, 2016

Esiste un universo parallelo in cui l’Eredivisie smette di essere un campionato-supermercato per le grandi d’Europa dopo che la UEFA riformula i suoi regolamenti e restituisce dignità ai campionati di seconda fascia. Così i calciatori vedono l’Olanda come un punto di arrivo e non solo come un trampolino di lancio.

Se nell’Ajax giocano, tra gli altri, Luis Suárez e Zlatan Ibrahimovic, nel Sud del paese — precisamente nella provincia del Brabante — la Philips impone al PSV di trattenere i suoi giocatori migliori, creando una squadra molto spettacolare e imprevedibile, capace di dire la sua in Europa e far risuonare forte, nuovamente, il nome di Eindhoven nel vecchio continente.

Il divario tra le big e le altre squadre olandesi aumenta terribilmente (hey, non potranno mica giocare tutti con l’Ajax, il PSV e il Feyenoord!), ma le restanti partecipanti al campionato iniziano a sfoggiare una serie impressionante di giovani talenti, chiusi nei top club ed esplosi nelle squadre che lottano per le posizioni che garantiscono un posto in Europa.

Ne risulta un campionato interessantissimo, dall’esito mai scontato, in cui il PSV di questa realtà parallela scende in campo con un 4–3–3 a trazione iper-offensiva, capace di coprire con i propri avanti le falle di una retroguardia stabile, ma non così sfavillante.

Quando i Boeren diventano una delle squadre più di tendenza in Europa, la dirigenza sceglie di rispondere picche all’auto-candidatura di José Mourinho, desideroso di rilanciare la propria carriera con un progetto che richiama quello del Porto che l’ha reso grande, preferendo affidare la guida della squadra a Guus Hiddink, un’istituzione in città e, al contempo, personaggio molto rispettato nel mondo del calcio, dopo aver mostrato il suo acume tattico alla guida della nazionale olandese, del Real Madrid e della Corea del Sud.

L’esperto allenatore dirà no ai petroldollari e costruirà un progetto ambizioso, portando al suo fianco la bandiera Philip Cocu, destinato a essere il suo delfino.

Portiere — Jeroen Zoet

Il ragazzo è senza dubbio l’eletto a difendere i pali della squadra biancorossa. Cresciuto all’ombra di due portieri più esperti, ha affinato le sue abilità giorno dopo giorno, risultando il miglior calciatore uscito, negli ultimi 10 anni, dall’Herdgang, il settore giovanile del PSV finendo col diventare uno degli idoli indiscussi del Philips Stadion e il miglior estremo difensore dei Boeren dai tempi di Van Breukelen.

https://www.youtube.com/watch?v=Ixj0wSGwzVo

Andando a occupare quella che storicamente è stata una delle falle più grandi della rosa del PSV, il ragazzo colombiano studia i più blasonati interpreti del ruolo in Europa, finendo col macinare chilometri nella doppia fase: coprire la retroguardia e sovrapporsi agli esterni offensivi.

Centrale destro — Marcelo

Brutto, sporco, cattivo. Ogni squadra ha bisogno di un elemento del genere in rosa. Se, alla fine, il duo Koeman-Cocu sceglie Marcelo Antônio Guedes Filho, è perché ha più grinta rispetto a Rekik e morde le caviglie degli avversari, fermati anche (soprattutto) con le cattive là dove la classe manca. Ne sa qualcosa Neymar, che in una pazzesca semifinale di Coppa dei Campioni tra Barcellona e PSV, viene oscurato in un duello carioca andato in scena al Philips Stadion.

Centrale sinistro — Jeffrey Bruma

Dopo gli anni di purgatorio al Chelsea (ma anche Leicester e Amburgo), al ritorno in Olanda Jeffrey Bruma trova il suo personalissimo paradiso. Dal 2013 al 2016 il PSV vince due campionati, con il ragazzo che recita un ruolo di protagonista nella retroguardia di quella squadra che dice la sua in patria così come nelle competizioni continentali. Arriva un’offerta ufficiale del Wolfsburg, ma il PSV rifiuta e si tiene il suo roccioso difensore, candidato a diventare una bandiera.

https://www.youtube.com/watch?v=673lo20Xi28

Terzino sinistro — Jetro Willems

Uno dei più promettenti difensori europei (già titolare della nazionale olandese al disastroso Euro 2012) è finalmente maturato. Stuzzicato da Premier e Bundesliga, il ragazzo sceglie di rimanere fedele al club che lo ha lanciato, sapendo che non esiste un altro rettangolo verde che possa favorire le sue sgroppate sulla fascia come quello circondato dalle gradinate del Philips Stadion.
L’out sinistro è una corsia di autostrada, dove lui e Mertens la fanno da padroni: quando il belga è in proiezione offensiva e punta il difensore, Willems gli offre la più valida alternativa sull’esterno, arrivando a totalizzare, per tre stagioni di seguito, più di 15 assist vincenti, quasi tutti dalla linea di fondo.

Il classe ’90 di Rotterdam è l’elemento più dinamico e creativo del centrocampo. L’allenatore può schierarlo indifferentemente in ogni posizione, ma Georginio dà il meglio di sé quando viene impiegato nella trequarti avversaria, potendo sfruttare la sua abilità nell’uno contro uno e la sua buona conclusione dalla distanza.

https://www.youtube.com/watch?v=fXq6yhFPy7U

Metodista — Andrès Guardado

Arrivato in prestito dal Valencia nell’estate del 2014, il messicano ci ha messo poco per diventare un elemento imprescindibile per il centrocampo dei Boeren, formando insieme a Strootman un duo che darebbe equilibrio a qualsiasi squadra. E il PSV di questa galassia parallela, di equilibrio, ne ha estremo bisogno, vista l’attitudine ad attaccare che hanno i suoi esterni.

Mezzala sinistra — Kevin Strootman

L’unico rimpianto che ho nell’immaginare una permanenza di Strootman ad Eindhoven sta nel fatto che i tifosi del PSV non avrebbero mai trovato un soprannome più adatto di Er Lavatrice per il centrocampista totale.

https://www.youtube.com/watch?v=FjQczQ-g6d0

Ala destra — Memphis Depay

Senza allontanarsi da casa, quello che la stampa amava definire come bad boy matura e diventa un grande attaccante. Hiddink lavora tanto su di lui, trattenendolo sul campo di allenamento per oltre un’ora al termine di ogni seduta: la rabbia del giovane deve trasformarsi in energia sul campo e così Memphis, a suon di dribbling, scatti e gol, riesce ad affermarsi come uno dei talenti più puri della sua generazione.

https://www.youtube.com/watch?v=LA4GsXjqAWo

Ala sinistra — Dries Mertens

Centravanti — Marcus Berg

L’elemento meno tecnico, e per questo più preso di mira dai tifosi avversari, del tridente del PSV, si rivela vero e proprio uomo della provvidenza. Dal 2010 il ruolo di centravanti titolare è il suo, anche se l’allenatore è solito ruotare gli elementi, non volendo scontentare nessuno. L’attaccante svedese, pur spesso al centro delle critiche, non fa una piega: sgomita in area di rigore, lavora di sponda e favorisce gli inserimenti dei rapidissimi compagni di reparto. Un Luca Toni in salsa nordeuropea, migliora con il passare degli anni.

Heurelho Gomes

Riserva di esperienza, rimasto a Eindhoven per chiudere una carriera durante la quale è diventato tra gli idoli dei tifosi. Nato in Brasile, dimostra subito un’attitudine a studiare la ostica lingua olandese, cosa che, insieme alle sue esultanze, il suo incitare il pubblico e le sue parate (nelle prime 3 stagioni al Philips Stadion ha mantenuto la porta imbattuta nel 60% dei casi, una media incredibile) lo hanno reso imprescindibile per i supporters del PSV, che lo hanno reso oggetto di una petizione per spingere la società a rinnovargli il contratto a vita.

Karim Rekik

Il ragazzo di Den Haag, cresciuto nelle giovanili del Feyenoord, ha trovato nel Brabante la sua casa, dopo aver speso quasi due anni in Inghilterra a collezionare panchine e presenze con le seconde squadre di Manchester City, Portsmouth e Blackburn. Il prestito biennale con cui i citiziens, nel 2013, lo spediscono in Olanda, si trasforma in un trasferimento a titolo definitivo nell’estate del 2015. Nel nostro universo parallelo il PSV lo sceglie, considerata la sua carta d’identità (è nato nel 1994), come erede di Marcelo.

Carlos Salcido

Arriva al PSV nell’estate del 2006, dopo il Mondiale di Germania. Al termine del contratto quadriennale, nel 2010, nonostante le offerte che arrivano dall’Inghilterra, lui decide di rimanere in Olanda, dove è pienamente maturato come calciatore: inizialmente deve giocarsi il posto con Pieters, ma entrambi perdono il posto sulla sinistra con l’esplosione del gioiello di casa Jetro Willems. Calciatore duttile, visto che può giocare su tutta la linea difensiva, risulta una sorta di dodicesimo uomo per l’allenatore, che lo schiera spesso per far rifiatare i titolari. Con il Messico vincerà anche le Olimpiadi del 2012 a Londra.

Dirk Marcellis

Debutta con il PSV ad Anfield, nei quarti di finale di Champions League nel 2007, ma la serata è da dimenticare perché rimedia un’espulsione. Da giovane era considerato una promessa, ma lui finisce per confermarsi solo una riserva, venendo scavalcato da calciatori decisamente più promettenti.

Erik Pieters

Calciatore che garantisce tanta intensità. Hiddink lo schiera quando il gioco si fa duro e lui, chiamato in causa, risponde sempre presente.

Ibrahim Afellay

Figlioccio dell’allenatore, che lo ha lanciato ai tempi più di un decennio fa, il talentuoso centrocampista rinuncia a una carriera nell’Europa che conta, scommettendo sul suo futuro al Philips Stadion. Risulta uno dei migliori assistman d’Europa a cavallo degli anni 2009–2013, ma è costretto a lasciare il posto a compagni più giovani e, ahimè, meno inclini ad infortunarsi.

https://www.youtube.com/watch?v=fmAxS14xAas

Adam Maher

Genio e sregolatezza. Ai piedi buoni e una visione degli spazi fuori dal comune, purtroppo, non corrispondono un carattere facile e la dedizione al lavoro. Manda in visibilio il pubblico con alcune giocate, specie contro avversari minori, ma il poco impegno negli allenamenti settimanali lo fa scivolare indietro nelle preferenze dell’allenatore.

Oscar Hiljemark

Membro della piccola colonia svedese di Eindhoven (di cui fa parte anche Andreas Isaksson, terzo portiere della squadra), il giovane centrocampista è tra i più utilizzati dei non titolari. Nel 2015, dopo aver vinto l’Europeo Under 21 con la Svezia, sembra vicinissimo a trasferirsi in Italia, ma sceglie di giocarsi le sue carte sotto la guida di un maestro come Guus Hiddink, che ne affina i movimenti e lo rende, in prospettiva, il degno sostituto di Kevin Strootman.

Ola Toivonen

Jolly offensivo, fortemente voluto da Hiddink per via della sua versatilità offensiva. Difficilmente rientra tra i titolari, ma la sua capacità di giocare, indifferentemente, sia come numero 10 che come centravanti, garantiscono all’allenatore la possibilità di usare un’importante variabile tattica a partita in corso. Nelle ultime stagioni, nel suo palmares si contano più conquiste e flirt che goal.

Tim Matavz

Balasz Dzsudzsak

Ala moderna, scovata dal super scout Piet de Visser che spinge per il suo trasferimento in Olanda già nel 2008, quando il ragazzo di Debrecen ha solo 22 anni.
Con l’arrivo, nel 2011, di Dries Mertens in biancorosso, l’esterno offensivo ungherese ha già raccolto oltre 150 presenze, segnato 55 goal e servito una miriade di assist ai compagni. Di fatto, realizza con il talentuoso belga una continua staffetta sull’out sinistro del tridente, tanto da parlare di dualismo tra i due.

Jeremain Lens

L’uomo in più quando c’è da cambiare modulo, potendo indifferentemente fare l’esterno in un 4–4–2, 4–2–3–1 o nel 4–3–3 di partenza. Nato e cresciuto ad Amsterdam, nel quartiere Bijlmer, ha rinunciato al lauto stipendio offertogli dalla Dinamo Kiev nel 2013 per rappresentare una certezza per Hiddink e Cocu.

Articolo a cura di Christopher Holter

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